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SPETTACOLI PRODOTTI - INDICE

Carlo Terron
PROCESSO AGLI INNOCENTI

Processo agli Innocenti

regia scene e costumi Mario Mattia Giorgetti
(prima nazionale al Teatro Manzoni, Festival Milano-New York, con Marisa Fabbri)

Esigenze tecniche

Panorama bianco - Palco minimo 12X12 – Quinte nere. No graticcia.

Durata 2 h 15 min. Intervallo

 

 

 

UN TEMA DI GRANDE ATTUALITA’
 
In Processo agli innocenti, Carlo Terron affronta un tema di grande attualità, e soprattutto universale, sempre valido nel tempo; affronta con spietata lucidità il conflitto che si scatena tra figlio e genitore allorché entrano in gioco sentimenti individuali e moralità del sistema.
In questo senso, Terron mette insieme una macchina ad orologeria che entra in moto in maniera imprevedibile obbedendo al più insignificante del "segni" del fato, ma alla fine questo segno si mostra di una tragicità ineluttabile. Impossibile concretizzare in una nota l’operazione di "scavo dialettico" in cui Terron si mostra un abile giocoliere.
Due figli, Livio e Irene, cresciuti sotto la severa guida di una madre rimasta vedova in giovane età, che dei principi morali aveva fatto il principale motivo d’orgoglio, scoprono che da anni la loro venerata e santa madre conduce una doppia vita dedicandosi alla soddisfazione dei sensi, per troppo tempo repressi. La sorpresa cui si assiste è che il figlio Livio, per puro caso, ritrova un suo antico amico d’infanzia col quale aveva intrecciato un’amicizia "particolare" e scopre che la madre lo mantiene in cambio di servizi sessuali. Ne nasce un conflitto teso e drammatico, un duello tra madre a figlio per l’affermazione dei propri sentimenti da cui la figlia Irene trae il vantaggio di sostituirsi alla madre sia "conquistando" il giovane mantenuto, Enrico, sia candidandosi come futura responsabile dell’attività commerciale della madre.
Terron usa questa "tresca" - che alla oggi non sorprenderebbe più nessuno, ma che, collocata negli anni Cinquanta, assume un preciso significato - per indagare sulla "rovina" dei sentimenti che stanno dietro la facciata di una società che, uscita indenne dalla Seconda Guerra e dall’Olocausto (si tratta di una famiglia ebrea), cerca di ricostruire una propria esistenza, in cui l’atteggiamento predatorio e divorante, non risparmia nessuno.
In sostanza Processo agli innocenti, in cui non ci sono né vittime né carnefici, è una vera e propria tragedia dei sentimenti dove Terron, con la sua raffinata e mordace ironia, porta alla luce le contraddizioni e gli egoismi che si annidano dentro il nostro "io" più intimo, più segreto.