BREVI CENNI SULLA STORIA DEL MONTANI

 

 

 

L’ITIS MONTANI  di Fermo è in assoluto la prima scuola di questo tipo in Italia. Essa è sorta nel 1854 ed ha pertanto ben 145 anni di storia alle spalle. Come mai proprio a Fermo? La risposta la troviamo ripercorrendo con brevi cenni la storia. Una storia che è strettamente intrecciata anche con le vicende della storia d’Italia che abbiamo avuto modo di richiamare parlando dei Patti Lateranensi.

La nostra scuola si chiama “Montani” perchè tutto è nato da una coppia di aristocratici fermani, i conti Gerolamo e Margherita Montani. Persone molto ricche e molto religiose, non avendo avuto figli, hanno deciso di lasciare le loro proprietà in eredità ad una fondazione che istituisse una scuola che avesse il duplice scopo di educare cristianamente e professionalmente (falegnami, calzolai, fabbri, ottonai, carrozzieri, ecc.) ragazzi poveri e soprattutto  orfani del fermano.

La cospicua eredità fu lasciata alla comunità di Fermo e gestita sotto la direzione dei responsabili della Chiesa di Fermo: eravamo ancora in pieno stato pontificio e l’autorità religiosa e civile coincidevano. Questa scuola sorse nel 1954 con il nome di “Opera Pia Montani”. Dal 1854 al 1860 gli alunni venivano selezionati dai parroci delle parrocchie del fermano e dei paesi limitrofi. Era stato lo stesso conte Montani a volere per questa istituzione il nome di “Opera Pia”, cioè opera religiosa. In effetti il conte Montani era anche un uomo molto religioso: egli era particolarmente devoto della Chiesa di Sant’Agostino (la Chiesa annessa al Montani attuale) dove c’era (e c’è ancora) una famosa reliquia, la reliquia della Sacra Spina: nella cappella dove era conservata questa reliquia il conte faceva sempre ardere a sue spese due lampade votive. Probabilmente anche grazie a questo suo attaccamento a questo luogo di fede che decise di lasciare tutto alla comunità di Fermo, anche se aveva trascorso la maggior parte della sua vita a Roma, con impiego nell’esercito pontificio. E’ dunque grazie alla “fede religiosa” di questo fermano che dobbiamo l’attuale scuola e la sua lunga storia; una fede attenta ai bisogni del territorio e delle sue povertà.

La scuola di cui parliamo (1954-1960) era situata nei locali dell’attuale convitto e delle officine. L’attuale sede del triennio infatti non era una scuola ma un famoso convento dei Frati Agostiniani. Ed è bene spendere alcune parole sulla storia di questo edificio (il triennio) nel quale dovrete passare gli ultimi tre anni delle superiori. Conoscere la storia delle mura, delle aule, dei pavimenti, degli spazi che si occupano è un po’ come conoscere la storia della propria famiglia.

Se all’entrata del triennio si guarda a destra, abbiamo di fronte l’entrata di una chiesa. Oggi l’entrata di questa chiesa è attraverso la piazzetta. Questa chiesa risale al XIII secolo ed ha avuto molti rifacimenti. E’ il Tempio di Sant’Agostino ancora oggi sede parrocchiale. La reliquia della Sacra Spina ha una sua storia particolare: riportata dall’oriente nel corso di una crociata (insieme a tutta la corona di spine del Cristo) dal re Luigi IX (che l’aveva ricevuta dall’imperatore di Costantinopoli), fu donata ad un frate agostiniano originario da Sant’Elpidio a Mare che nel 1274 la riportò a Sant’Elpidio a Mare. Nel corso di una guerra tra Fermo e sant’Elpidio i fermani di impadronirono della reliquia e nel 1377 la portarono a Fermo nella chiesa di sant’Agostino, dove è ancora oggi, dopo una parentesi di qualche decennio all’inizio di questo secolo. La chiesa di Sant’Agostino ha subito grandi rimaneggiamenti, il più consistente quello della metà del XVIII secolo in cui la chiesa precedente di stile gotico-italiano tutta affrescata alle pareti fu trasformata in un neoclassico nostrano che ricoprì tutti gli affreschi alle pareti. Esempio fulgido di barbarie artistica.

L’edificio del Triennio è un classico convento, con il chiostro un tempo ad archi aperti, ora chiusi e con il pozzo al centro del cortile. L’edificio ha però una struttura complessa: in realtà ci sono due chiostri. Il convento era un centro di studi teologici agostiniani. Questo convento era titolare di molte proprietà nei paesi del fermano.

Ma come mai questo convento è diventato la sede della nostra scuola? Ci riallacciamo qui alla storia dell’unità d’Italia e alle famose leggi di soppressione degli ordini religiosi e di incameramento dei beni ecclesiastici. Nel  1860 arrivarono qui le truppe piemontesi e le Marche entrarono a far parte del nuovo Regno d’Italia. I frati agostiniani furono cacciati via e questo convento, come tantissimi altri dei nostri paesi, fu requisito dallo Stato. Qualche anno dopo fu destinato come sede della scuola. E tale è rimasto fino ad oggi. Ed è proprio come centro di studio che ha mantenuto una sua continuità: prima era sede di uno centro di studi teologici, dopo è diventato sede di un centro di studi tecnici.

Dopo questi brevi cenni alla storia dell’edificio, ritorniamo alla scuola, che abbiamo lasciato nel 1860 come Opera Pia Montani. Nel 1860, con la fine del potere temporale della Chiesa in questo territorio, anche la scuola fu ovviamente presa in carico dalle nuove strutture statali. A quel tempo non c’era in Italia nessun altro centro così attrezzato come la nostra scuola e pertanto le autorità decisero di rilanciare questa scuola sulla falsariga delle scuole tecniche francesi. Fu chiamato un ingegnere francese, l’Ing. Langlois, la cui statua troviamo nel cortiletto lungo il corso che conduce al Triennio. L’Ing. Langlois diede un grande impulso alla scuola, facendogli fare un vero salto di qualità, adottando i programmi del Conservatorio d’Arte e Mestieri di Parigi. La scuola fu chiamata “Istituto d’arte e mestieri delle Marche”. Su questa scuola qualche anno dopo fu modellata la seconda scuola di questo tipo in Italia, quella di Vicenza. Nel 1900 la scuola si chiamerà “Istituto Industriale per le Marche”.

Per quanto riguarda l’insegnamento della nostra materia, nei primi sei anni di vita della nostra scuola (1854-1860) l’insegnamento del “Catechismo” era una delle materie specifiche di insegnamento, accanto alle altre che erano: “Lettura”  “Scrittura”  “Aritmetica” “Disegno Geometrico e Ornamentale”. Seguendo la storia generale d’Italia, tale insegnamento fu soppresso negli anni 1861-1929 e riprese ad essere presente dal 1929 in poi in seguito ai Patti Lateranensi.