COMMENTI DELLE OPERE CELEBRI

 

"Nei suoi quadri nulla posa, ogni cosa vibra, non riposa. Tutto è sconvolto o mosso da un'intensa energia".

                                                        Anonimo

 

 

 

    La Chiesa di Auvers: 1890. Il quadro, dipinto quindici giorni dopo l’arrivo del pittore ad Auvers, ritrae l’abside della chiesa di Notre  - Dame, del XII – XIII secolo.  La linea dell’artista, che raramente è retta anche quando disegna architetture,  ( la cui struttura esige, per legge fisica,  almeno il rigore della verticale), flettendosi, esprime tensione, quella tensione che l’artista proietta  dall’interno di se all’oggetto esterno, facendogli vivere drammaticamente  la sua stessa vita. Si può tradurre in una sobria ed elegante architettura gotica, osservata dalla zona absidale, che si erge, animata di colori, contro un intenso cielo. Le spesse linee di contorno, flettendosi, esprimono tensione, la stessa che l'artista proietta dall'interno di se all'oggetto.

 

    Campo di grano con volo di corvi: 1890: Si tratta di una delle opere più celebri dell'artista. Dopo aver fatto visita al fratello Theo, scrive:  “Al mio ritorno ad Auvers mi sono rimesso al lavoro e ho dipinto tre grandi tele. Sono immense distese di grano  sotto cieli tormentati  e non ho avuto difficoltà nel cercare di esprimere tristezza  e solitudine estrema”.  Questa tela precede la sua morte di una ventina di giorni soltanto: è composta con un autentico furore creativo,  a colpi di pennello,  le cui direzioni seguono i piani prospettici o si scontrano e si accavallano come  ondate in tempesta. I colori sono violenti. Un cielo inquietante sovrasta un campo di grano agitato e convulso vome il volo degli uccelli neri. L'ampia inquadratura, il tracciato caotico delle pennellate dirette in molteplici direzioni, i segni frammentari, retti e spigolosi, e l'aggressività, la matericità del colore, enfatizzano l'angoscia riversata nella tela. E' come se il pittore avesse voluto sublimare la forza intensa della natura. Ciò che rende unica questa tela è la capacità del pittore di tradurre sulla tela le pulsioni vitali della natura arricchendole della propria umanità.

 

    Ritratto Dottor Gachet: Occhi chiari, barba e capelli rossi, associano la fisionomia di Vincent Van Gogh a quella del soggetto. L'artista sosteneva di riconoscersi nell'aspetto e nello spirito del suo medico e amico. Dallo sguardo traspare lo stato malinconico del personaggio, raggiungendo così lo scopo dell'attività ritrattistica del pittore, cioè quello di poter restituire veritiere espressioni interiori. Tra lui e il medico non ci sono rassomiglianze fotografiche, ma il pensiero nonchè l'anima del modello, esaltati mediante il colore. 

 

 

 

 

 

 

 

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