LUCI NEL CIELO, L'ONDATA DI HESSDALEN

di Alfredo Lissoni, scrittore. CUN Milano. Tratto dal Giornale dei Misteri.

Da oltre vent’anni misteriose luci pulsanti, talvolta zigzaganti, vengono avvisate nella vallata norvegese di Hessdalen. Oltre agli ufologi, arriva anche la scienza. Ed i primi, corposi risultati non tardano ad arrivare. Grazie anche alla partecipazione italiana.

Il pubblico italiano ha saputo degli avvistamenti luminosi di Hessdalen, in Norvegia, principalmente dopo l’intervento dell'ufologo locale Odd-Gunnar Roed al simposio internazionale sugli UFO di S.Marino, nel maggio del 1996; la stampa non ha dato particolare risalto all’evento, ma negli ultimi mesi qualcosa è cambiato; grazie all’interessamento di un gruppo di fisici italiani del CNR, il "caso Hessdalen" ha avuto l’onore della ribalta, con servizi sul Tg3 ed alla trasmissione "La macchina del tempo" in onda su Retequattro, e con diversi articoli dal taglio scientifico usciti sui principali quotidiani italiani. L’evento riveste duplice importanza: in primo luogo per il ruolo fondamentale della ricerca italiana, nel tentativo di comprendere il mistero delle enigmatiche luci che oltre un ventennio appaiono periodicamente nella vallata norvegese; in secondo luogo perché il fenomeno, tolto dalle mani di ufologi senz’altro validi ma a tutti gli effetti hobbysti, è adesso nelle mani della scienza ufficiale. E questo principalmente grazie al lavoro dell’ingegnere elettronico norvegese Erling Strand dell’Oestfold College, la vera punta di diamante della ricerca a Hessdalen, colui il quale che, in situ, da anni coordina le ricerche con grande serietà e con l’utilizzo di strumentazioni sofisticate. Senza nulla voler togliere alla professionalità di molti ufologi, il coinvolgimento (anche se talvolta a titolo personale) di esponenti legati ad Istituti ed Università accreditate ha costretto una parte di quell’establishment scientifico solitamente assopito verso il fenomeno UFO a rivolgere la propria attenzione verso la sperduta vallata norvegese.

LA SPEDIZIONE EMBLA

Nel maggio del 2001 alcuni scienziati del CNR di Bologna hanno annunziato, con una conferenza stampa organizzata dal Comitato Italiano per il Progetto Hessdalen, di avere preparato una nuova spedizione di ricerca per l’estate successiva. "Nella valle ad ottanta chilometri a sud di Trondheim, nella parte centrale della Norvegia meridionale, da anni si registrano fenomeni luminosi anomali, tuttora inspiegati. Le luci avvistate appaiono come plasmi a struttura prevalentemente sferoidale e dalle caratteristiche di grande potenza luminosa e, al contempo, di grande durata", hanno dichiarato gli scienziati. "Il primo monitoraggio strumentale fu effettuato nel 1984 utilizzando un osservatorio automatico dotato in particolare di una avanzata videocamera e di un sofisticato radar". Principali animatori del progetto, detto Embla 2000, sono l’astrofisico Massimo Teodorani, e dagli ingegneri Stelio Montebugnoli e Jader Monari, che già l’anno precedente si erano recati nella vallata per effettuare delle misurazioni radio ed, improvvisamente, erano stati testimoni di un evento anomalo particolarmente eclatante, una luce a bassissima quota, regolarmente filmata dal team. "Mentre gli spettrometri radio registravano in automatico ogni eventuale anomalia", ha dichiarato Teodorani, "il nostro gruppo ha effettuato, nel corso delle sere non piovose, attività di osservazione del cielo, in particolare nelle zone di Aspaskjolen e Finnsahogda. Nell’arco di venticinque giorni vennero avvistati diversi fenomeni luminosi, da intensissime luci sferoidali di tipo plasmoide, viste più volte in prossimità del terreno e dal comportamento irregolare e pulsante, ad oggetti debolmente luminosi, apparentemente strutturati. La sera dell’11 agosto, alle 00.10, il sottoscritto ed altri tre testimoni, in due diverse posizioni della vallata, vedevamo una formazione di luci disposte a triangolo equilatero. Non emettevano rumore; si sono avvicinate sino a porsi sopra le nostre teste, hanno effettuato una rotazione e sono scomparse gradualmente".

Ufficialmente il "flap" (termine tecnico che indica un’ondata di avvistamenti UFO) norvegese iniziò il 20 dicembre 1981 quando Per Holden e Nils Kare Nesvold , due norvegesi di passaggio a Vongraven, scorgevano in cielo una "grossa stella luminosissima" che seguiva in linea retta una grossa cresta montagnosa. Erano circa le ore 19 e la luce, di uno splendore costante, si alzava e si abbassava, accelerava e decelerava, fino a spegnersi tutt'a un tratto. I due non potevano certo immaginare di stare vivendo le prime avvisaglie di quello che in seguito sarebbe diventato un fenomeno ripetitivo e durevole, tuttora attivo.

ARRIVANO GLI UFOLOGI

Secondo gli ufologi della rivista francese Phénomèna, in realtà le prime osservazioni UFO vennero riferite dalla cittadina di Alen, a sudovest di Trondheim, sin da novembre; andarono avanti per cinque anni di fila e vi furono centinaia di testimoni che descrissero le strane luci che si muovevano in maniera insolita tra le montagne, fermandosi e accelerando orizzontalmente, risalendo velocissime. In seguito la gente smise di parlarne, e si diffuse l’idea (errata) che il fenomeno fosse cessato. La maggior parte di quegli avvistamenti si sarebbe verificata fra le 19.30 e le 22.30.

Gli eventi interessarono peraltro tutta Hessdalen. Nel febbraio 1982 la televisione norvegese NRK, attirata dal clamore degli avvistamenti, si recò sul posto; girò cinquanta minuti di pellicola, immortalando uno strano oggetto luminoso che evoluiva nel cielo ad incredibile velocità.

Da quel momento il "caso Hessdalen", adeguatamente pubblicizzato, esplose con tutta la sua violenza mediatica. In marzo due ufficiali delle Forze Aeree venivano mandati ad investigare.

L'ufficiale che li comandava, generale Schibbeye, non seppe stabilire con precisione se le enigmatiche luci fossero riflessioni atmosferiche, fulmini globulari o altri fenomeni meteorologici. Si mossero anche gli ufologi, convinti che le misteriose luci altro non fossero che dischi volanti (ipotesi questa inizialmente condivisa anche da diversi abitanti della vallata, che - si dice - in seguito abbiano smesso di prestare attenzione ad un fenomeno oramai ventennale).

Da una prima indagine del gruppo ufologico UFO-Norge, giunto sul posto nel marzo '82, si scoprì che trenta persone, su complessivi centotrenta abitanti, avevano visto delle luci anomale una o più volte. Diciassette avevano notato una sfera luminosa, dodici un sigaro, otto un oggetto ovoidale, sei un fenomeno allungato con due luci gialle e una rossa. Un testimone aveva assistito al fenomeno di giorno. Tre riferirono di disturbi alla radio o alla tv. Infine, un testimone aveva notato una reazione isterica negli animali.

Ufologi adeguatamente attrezzati si mossero fra il 19'83 ed il 1984. Erano membri dell'UFO-Norge, dell'UFO-Sverige e della Foereningen for Psykobyofisik; agivano in collaborazione con alcuni ufologi finlandesi. Crearono il "Progetto Hessdalen", operativo dal 1983 al 1985. Gli ufologi disponevano di un radar Atlas 2000, di un sismografo, di un magnetometro di flusso, di uno spettrografo, di visori all'infrarosso, geiger, laser e telecamere. Vennero scattate molte foto e girati dei filmati.

Sotto l'occhio vigile di scienziati ed universitari, i ricercatori, capitanati da Erling Strand (che diresse le operazioni e stese un report finale) e da Leif Havik, rilevarono luci di taglie differenti, di vari colori e grandezze, che si spostavano nel cielo, alcuni lungo un asse nord-sud. Alcuni UFO planarono, oscillarono, "risposero" con lampi di luci ai tiri del laser, vennero intercettati dal radar. In totale, gli ufologi catalogarono 188 avvistamenti, analizzati con una scala di attendibilità da g-1 a g-9 per la qualità delle testimonianze e da f-1 a f-10 per la possibilità di identificarli più o meno sicuramente.

Solo 58 risultarono perfettamente attendibili. Le conclusioni di questo studio furono peraltro molto caute: solo due casi ottennero la qualifica g-9/f-10; i ricercatori di Hessdalen preferirono eccedere in prudenza che non in credulità, ma catalogarono due casi veramente ben documentati da un punto di vista scientifico (sfortunatamente di essi non esistono fotografie).

Il già citato Erling Strand, principale ispiratore del "Progetto Hessdalen" e autore di un "Final Technical Report", ha assistito direttamente ad un presunto botta e risposta fra UFO e laser: "É apparsa una luce. Pulsava regolarmente. Per due volte le abbiamo puntato contro la luce e l'oggetto ha risposto ai nostri flash". Da qui a catalogare le luci di Hessdalen come UFO, nel senso di dischi volanti extraterrestri, ne corre moltissimo. Non bisogna assolutamente cadere nell’errore di Roed e dei suoi epigoni. Gli scienziati che tuttora, da tutto il mondo, conducono esplorazioni ad Hessdalen sotto l’occhio vigile di Strand, non escludono alcuna ipotesi, ma sono perlopiù orientati nel ritenere il fenomeno come una manifestazione atmosferica sconosciuta.

Il team Montebugnoli, Teodorani, Monari ha dichiarato: "Certo, dal dicembre del 1981 nelle zone attorno alla valle di Hessdalen vennero segnalate centinaia di osservazioni di luci anomale e l'esercito norvegese mandò addirittura due ufficiali a indagare. Ma i risultati delle prime analisi suggerirono anche altre spiegazioni di un fenomeno luminoso che nel periodo della campagna osservativa effettuata nel 1984 sembrava verificarsi con una considerevole periodicità giornaliera tendendo ad apparire in concomitanza con perturbazioni magnetiche. Al momento viene avanzata l'ipotesi - da confermare nel corso di future misure - che il fenomeno luminoso di Hessdalen sia dovuto alla ionizzazione atmosferica innescata dall'attività solare, con conseguente formazione di plasmoidi radianti in un'ampia finestra di lunghezza d'onda con caratteristiche autonome di emissione radio e di campo magnetico". Fenomeni UFO sì, ma solo nel senso di manifestazioni "non identificate" (almeno, per il momento); non si può certo escludere l’ipotesi extraterrestre, ma essa, in rapporto alle luci di Hessdalen, è tutta da verificare. Né bisogna dimenticare che nella vallata esiste una base NATO; ciò potrebbe spiegare anche la presenza di certi strani "triangoli volanti" scuri apparsi ripetutamente nel cielo, che potrebbero essere prototipi affini all’ipersonico triangolare Aurora o allo Stealth (o altro ancora: nel giugno del 2001 la rivista scientifica americana "Popular science" ha dedicato la copertina ad una nuova generazione di jet spia triangolari, scuri e telecomandati, i Northrop Grumman Pegasus, la cui esistenza ai più era sconosciuta).

Le posizioni degli scienziati non sono comunque univoche. Già nel marzo del 1982 Thomas Mc Climans, dell'Harbour Laboratory di Trondheim, aveva ipotizzato che i misteriosi fenomeni altro non fossero che inversioni termiche dovute a masse di aria calda e fredda scontratesi; altri erano stati più inclini a pensare a bolle di gas sprigionatesi dal sottosuolo, in linea con la teoria dello "stress tettonico" ("Ma non c'è attività sismica a Hessdalen", fece notare Strand). Diversi scienziati, non fidandosi troppo delle ricerche degli ufologi, hanno preferito condurre indagini in proprio, ripartendo da zero. Nell'aprile dell''84 alcuni meteorologi norvegesi hanno installato una postazione ad Alen. Uno di questi, Jan Krogh, affermò di avere stabilito che buona parte dei fenomeni fossero effettivamente dovuti a inversione termica. Molti avvistamenti risultarono essere errori di valutazione: misinterpretazioni di apparizioni di stelle, pianeti, satelliti e aerei. Una minima parte di casi (ondate di luci piuttosto grandi) venivano da Krogh come "fenomeni di plasma luminoso". Questa spiegazione non venne inizialmente condivisa dai media che fecero dire agli abitanti del posto che "le luci fossero in realtà dischi volanti alla ricerca di un vascello spaziale perdutosi nella vallata" (versione, questa, veicolata anche dalla prima serie della trasmissione "Misteri"). In realtà le centinaia di testimonianze del passaggio di strane luci, documentate e strumentalmente provate, non prova che esse siano dischi volanti. Lo psicofisiologo canadese Michael A. Persinger ha ideato una teoria secondo la quale tali fenomeni sarebbero collegati a processi geofisici associati alle faglie della crosta terrestre. Da queste ultime scaturirebbero delle "luci terrestri" fantasma che la gente scambierebbe per astronavi aliene (un'ipotesi affine era stata avanzata nel 1978 dall'astronomo italiano Franco Pacini, che spiegava come emissioni di gas precedenti un terremoto gli strani fenomeni luminosi nell'Adriatico).

Secondo Persinger l'attività tettonica (il moto della Terra lungo le linee di faglia) sottopone i cristalli di quarzo a sollecitazione meccanica liberando energia (fenomeno detto della piezoelettricità) che produce manifestazioni luminosi di durata mutevole. L'energia, combinandosi con gli impulsi elettrici del cervello umano, potrebbe indurre stati allucinatori nelle persone presenti (persino visioni di rapimenti UFO).Gli stessi ricercatori di Hessdalen avevano avuto l'impressione di interagire con le luci in cielo. Curiosamente alcune di queste zone di particolare intensità, che gli ufologi chiamano "zone finestra", si trovano proprio lungo linee di faglia (Hessdalen, Yakima, Piedmont...). Ma i "window-watchers", gli ufologi specializzati in questo tipo di appostamenti costanti, non danno grande credito a questa spiegazione. E nemmeno tutti gli scienziati. Uno di essi, il professor Harley Rutledge, ha detto che le luci terrestri potrebbero aver costituito al massimo l'un per cento della casistica. Hessdalen è ricca di faglie, ma i ricercatori non registrarono alcuna attività sismica durante il progetto. Forse una volta che i dati raccolti dai ricercatori italiani verranno elaborati, sarà possibile fornire una spiegazione al mistero. Se si scoprirà trattarsi di fenomeni naturali, lo studio della fisica dell’atmosfera e dei plasmi ne uscirà avvantaggiata; né (come hanno invece voluto sottintendere diverse pubblicazioni scettiche, nel tentativo di assimilare tutti i fenomeni di avvistamento UFO a manifestazioni analoghe alle luci di Hessdalen) l’ufologia ne uscirà danneggiata in quanto le apparizioni norvegesi rappresentano solo una parte marginale dell’ormai copiosissima casistica raccolta dagli ufologi di tutto il mondo; né possiamo prevedere quali saranno le reazioni nel campo dell’establishment scientifico internazionale se invece si scoprirà un collegamento tra le luci norvegesi ed i dischi volanti. Commenta Teodorani: "Il team italo-norvegese (ovvero EMBLA) cerca una sola cosa: il meccanismo fisico con cui viene liberata energia da questi fenomeni; questo è l'obiettivo di gran lunga più importante della nostra ricerca. La questione ‘dischi volanti’ è di importanza assolutamente secondaria".

Sia come sia, per una volta la ricerca italiana è protagonista con la lettera maiuscola. Quale che sia il risultato definitivo della ricerca, se vi sarà, non può che renderci orgogliosi.

LE LUCI CHE RISPONDONO

Nel gennaio del 1985 il Progetto di Strand effettuò una seconda spedizione; vi partecipò anche il decano degli ufologi, l’astronomo americano Joseph Allen Hynek, già consulente del Blue Book. In quell’anno, però, le apparizioni cominciarono a scemare. Ma nel frattempo la documentazione sperimentale raccolta dagli scienziati era già numerosa. All'epoca delle diverse osservazione venne puntato contro le luci un raggio laser He-Ne di 0,5 mw. In una occasione una delle luci sembrò rispondere lampeggiando in maniera accelerata. Spento il laser, la luce riprendeva a pulsare regolarmente. L'esperimento fu ripetuto nove volte, per otto riprese, e ogni volta l'UFO rispose (il che, peraltro, non implica automaticamente una forma di intelligenza). Le rilevazioni radar permisero di calcolare la velocità degli oggetti, che si spostavano da 0 a 30.000 km/h!

L'analizzatore di spettro rilevò dei segnali elettromagnetici nella gamma fra i 100 Khz e i 1250 Mhz. Questi segnali, che coprivano tutta la gamma delle frequenze analizzate, presentavano delle armoniche separate di circa 80 Mhz, rilevate al di fuori delle osservazioni visuali.

Venne rilevata poi la modifica del campo magnetico terrestre, 21 modifiche significative in 4 giorni. 4 delle quali durante gli avvistamenti.