Caulonia

La seconda colonizzazione greca, così chiamata per distinguerla da quella dell'epoca dorica, interessò il mediterraneo occidentale, avvenne tra l'VIII  e il VII secolo A.C. e la favorita da diverse cause:

  1. l'incremento demografico delle città greche;
  2. la fuga di molti dal potere autoritario dei governi aristocratici;
  1. la crisi economica che colpì numerosi piccoli proprietari terrieri;
  1. la perdita della supremazia marittima del mediterraneo da parte dei Fenici;
  1. l'impossibilità di una forte resistenza all'invasione straniera da parte delle tribù primitivi dell'Italia meridionale.
Prima di partire dalla Grecia, gli abitanti delle varie città consultavano gli oracoli, soprattutto quello di Delfi, in cui giungevano informazioni che permettevano di indirizzare il flusso migratorio verso le zone più adatte a nuovi insediamenti. Le colonie mantenevano rapporti commerciali, con le metropoli ( dal greco "meter" e "polis": città -madre) ne conservavano i culti religiosi, ma avevano una loro indipendenza e autonomia politica. L'ecista era colui che guidava verso nuove terre i colonizzatori greci.
La identificazione del sito dell'antica Kaulonia appassionò gli studiosi fin dal XVII secolo, finché nel XIX secolo Paolo Orsi, in seguito a una campagna di scavi eseguita in occasione della costruzione del faro di Punta Stilo, ipotizzò la presenza dell'antica città presso l'attuale paese di Monasterace Marina. La sua ipotesi fu confermata da altri scavi effettuati  negli anni 1912, 1913 e 1915, con cui fu portato alla luce un insediamento urbano racchiuso da mura. Alle ricerche precedenti altre ne seguirono negli anni Sessanta, Settanta e Ottanta, e altre sono tuttora in corso.                     
Sulle origini di Kaulonia le testimonianze sono varie: secondo alcuni (Solino e Stefano di Bisanzio) la città fu una colonia di Crotone, secondo altri (Strabone e Pausania) fu colonia achea. Come ecista è indicato Tifone di Aegian, città dell'Acaia. Comunque, le più recenti campagne di scavo hanno confermato la presenza di ceramica databile alla fine del'VIII secolo a.C., data a cui dovrebbe risalire la fondazione di Kaulonia.
Nulla si sa dei primi secoli di vita della città, che certamente era molto potente nella seconda metà del VI secolo a.C., come testimoniano gli stateri d'argento coniati in quel secolo dalla zecca cauloniate. Nel VI secolo a.C. , come attestano fonti classiche ( Diodoro e Strabone) sul fiume Sagra fu combattuta una famosa battaglia tra Locresi e Crotoniati, ai quali Kaulonia aveva inutilmente dato aiuto. Nel secolo seguente la colonia greca partecipò alla lega italiota, la quale univa le città magnogreche contro le popolazioni lucane che penetravano sulla costa e che si allearono con Dionisio I, tiranno di Siracusa. Fu così che nel 338 a.C. la città fu cinta d'assedio, vinta e distrutta; alcuni suoi abitanti furono trasferiti a Siracusa e il suo territorio fu ceduto a Locri, alleata di Dionisio. Kaulonia fu comunque ricostruita da Dionosio il Giovane, ma tra il 280- 270 a.C. cadde sotto il dominio dei Campani di Reggio; durante la seconda guerra punica, poi, fu occupata da Annibale che la difese dai Romani e infine, nel 205 a.C., cadde definitivamente sotto il dominio di Roma, conquistata da Q. Fabio Massimo.
La struttura dei templi greci deriva da quella del mègaron miceneo , a cui fu aggiunto il colonnato. Dapprima i templi erano costruiti in legno, poi in pietra e le colonne erano decorate secondo diversi stili, definiti in base alle aree in cui si diffusero:
a)
stile dorico (nel mondo greco, a Creta e nella Magna Grecia);
b)
stile ionico (nelle colonie della costa anatolica e nelle isole dell'Egeo orientale);
c)
stile corinzio (da Corinto, da cui si diffuse in tutto il mondo greco dal IV sec. a. C.)
Sulla collina della Passoliera (attuale Terzinale), al di fuori dell'abitato antico, e da questo distante circa un chilometro, sono state rinvenute delle favisse ricche di terrecotte architettoniche relative a un tempio, risalente al V sec. a. C., del quale rimangono: gran parte della sima costituita da lastre policrome con gronde a teste leonine;  parte del frontone; alcune tegole della copertura.
La cinta muraria circondava la città su quattro lati includendo quattro collinette, di cui la più alta ( la Piazzetta ), costituiva l'acropoli. Le mura erano interrotte da toni rettangolari o quasi quadrate che costituivano postazioni di difesa e di offesa; inoltre lungo le mura si aprivano le porte di accesso alla città che erano comprese tra due torri. Tra le porte, si distingueva quella "a tenaglia", che si basava sul principio difensivo di costruire l'apertura in posizione rientrata rispetto all'asse della cinta muraria; due torri sporgenti dalle mura, una più avanzata rispetto all'altra, formavano un vano con uno sbarramento trasversale che costringeva il nemico ad attaccare con poche forze e con il fianco destro non riparato dallo scudo.
Le mura presentavano, all'interno, un riempimento di ciottoli e frammenti di mattoni che all'esterno era rivestito da cartine di ciottoli fluviali a volte cementati con "tajo" ( fanghiglia di terra, argilla e calcare).   Il tempio dorico, risalente al V secolo a.C. , ha un orientamento diverso dalle altre strutture abitative, forse perché non inserito nell' impianto urbano di età ellenistica, e si trova presso la spiaggia.
Secondo gli studi e la ricostruzione di Paolo Orsi, sui lati lunghi era circondato da almeno 14 colonne doriche e sulla fronte da non meno di sei; lo spazio interno era diviso in tre parti: a) pronao ( ambiente che precede la cella); b) cella; c) opistodomo (ambiente che la segue). Per la " fame di pietra", iniziata già in epoca antica, della parte elevata non rimane niente, comunque, a Nord dello stilobate ( basamento) ci sono almeno cinque gradini che servivano al pubblico per assistere alle cerimonie sacre e per esporre gli ex voto dei fedeli.All'interno della cinta muraria, l'abitato era strutturato secondo uno schema urbanistico regolare, caratterizzato da isolati allungati in senso Est - Ovest, con il lato corto prospiciente le strade principali; gli assi viari maggiori erano paralleli alla costa, quelli minori erano perpendicolari ad essa. Il materiale rinvenuto riguarda frammenti di statuette, di vasellame vario, tra cui soprattutto "pithoi" ( grandi giare ), che servivano per conservare le derrate alimentari.
Lo scavo della cosiddetta "Casa del Drago" ha portato al ritrovamento di una ricca abitazione che comprendeva un gruppo di ambienti mosaicati, e sulla soglia di uno di essi- probabilmente adibito a sala da pranzo- è raffigurato un drago policromo, risalente al III sec. a. C..
Lo scavo delle necropoli di Kaulonia in gran parte è ancora da fare, ma nel vallone Bernardo è stato esplorato un settore della necropoli Nord-Occidentale, con 130 tombe di vario tipo e varia forma: alla cappuccina (col tetto a spiovente di tegole), a fossa nella terra nuda, ad inumazione dentro un vaso.
Il rito predominante era quello dell'inumazione ma non mancava l'incinerazione, come dimostra la presenza di " ustrina" (spazi in cui venivano bruciati i corpi).
In genere i corredi erano poveri con vasi, ad esempio, a vernice nera e a figure rosse.

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