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SPECIALE Sovranità Alimentare
 
 
     

Intervista a Paul Nicholson, rappresentante di Via Campesina, e relatore del seminario "Sovranità alimentare, un diritto negato", tenutosi il 5 novembre 2001 nella Sala Borromini.

Il portavoce contadino era presente a Roma anche per una serie di riunioni alla FAO. Domanda: Ci troviamo con Paul Nicholson, rappresentante in Europa del Movimento Via Campesina. Volevamo farti alcune domande soprattutto su come Via Campesina si sta preparando per la riunione dell’Organizzazione Mondiale del Commercio in Qatar. Risposta: Ci stiamo preparando da diverso tempo per questo. Cosi’ come abbiamo preparato in anticipo l’incontro di Seattle. Ci siamo detti che agricoltura ed alimentazione dovevano uscire dall’OMC (Organizzazione Mondiale del Commercio, N.d.T.). Non si tratta di beni negoziabili. Quest’ultimo anno abbiamo sviluppato tutta una strategia di lotta per le strade ed una serie di azioni in Qatar. Ovviamente le cose sono cambiate dopo settembre. avevamo pensato ad una flotta cittadina di navi, una alleanza tra pescatori e contadini per raggiungere con le navi il Qatar, sbarcare senza documenti in Qatar, denunciando non solo la OMC ma anche quello che si sta negoziando in Qatar. Adesso in tutta questa settimana si stanno facendo mobilitazioni in tutto il mondo. La nostra rivendicazione più importante e’ che su alimentazione ed agricoltura non si deve negoziare all’interno della OMC ma bensì in un altro contesto. E questo stiamo facendo. E’ chiaro che gli stati uniti e l’unione europea vogliono arrivare ad una nuova ronda (un nuovo giro di negoziazioni, N.d.T.) , vogliono accelerare il processo di liberalizzazione. E vogliono arrivare in fondo a riscuotere il pagamento dei loro chili di carne come pagamento per i costi della guerra. Le spese della guerra se le giocano in Qatar. Vogliono assicurarsi i loro profitti in un modo terribilmente cinico ed egemonico. D. : Tu sai che adesso a Roma, l’8 il 9 e il 10, ci sarà un incontro di organizzazioni che lavorano anche su alimentazione. Volevamo sapere se ci sarebbe stata la presenza di un rappresentante o una rappresentante di Via Campesina. R. : Questa settimana in tutte le capitali del mondo, in tutte le città si stanno tenendo grandi eventi e grandi dibattiti e compagni di via Campesina sono presenti ovunque. Questa settimana viene a Roma Netti Weib. è una dirigente, una contadina del Canada che ha rappresentato una presenza molto importante anche a Seattle. È una contadina molto interessante. Lei quando si presenta dice: sono una piccola contadina del Canada, possiedo seicento ettari. Che significa una grande azienda, ma si tratta di una piccola contadina nel contesto canadese. E presenta il problema che la crisi dello sfruttamento contadino è una crisi universale. In tutto il mondo, nord e sud. Ed è (una crisi) storica. D. : Senti, un’altra cosa che volevamo sapere è come sta funzionando, se sta funzionando, la campagna per la riforma agraria nei paesi, che è una cosa che Via Campesina sta facendo. R. : Questo riguarda tutti i continenti. Il processo di privatizzazione delle terre, il processo di concentramento delle terre, delle risorse produttive, è chiarissimo in tutti i continenti. sia in Europa che in Asia, in Africa. Nella conferenza in Sudafrica la terra sarà la questione principale per le Organizzazioni africane. E questo anche in Asia. Per i compagni asiatici, in Indonesia, in Thailandia, nelle Filippine, in India. L’uso della terra è la cosa più importante, Stiamo parlando non della proprietà della terra ma dell’uso della terra. E naturalmente la campagna globale lanciata da Via Campesina e F.i.a.n. è una campagna presente in tutti i continenti, non è solo una campagna latinoamericana. È una campagna globale presente anche in Europa. D. : Sappiamo che in Colombia e Bolivia soprattutto, per quanto riguarda l’America Latina, è in atto un’offensiva contro rappresentanti di organizzazioni contadine. Sappiamo per certo che questo avviene in Bolivia e in Colombia. Volevamo saperne qualcosa, alcune spiegazioni su questa campagna contro i contadini e inoltre sapere se si tratta di un fenomeno a livello mondiale. R. : Sì, è un fenomeno a livello mondiale. Nel contesto di Via Campesina i responsabili (di questo settore) sono i compagni dell’Indonesia, le organizzazioni contadine di Indonesia, non organizzazioni sudamericane. Questo perché anche in Asia esiste un repressione molto forte contro responsabili di organizzazioni contadine. Noi in questo momento non solo facciamo campagne di solidarietà, eccetera, ma stiamo lanciando anche una idea nuova, sui diritti contadini di base. Non diritti fondamentali umani. Ma diritti fondamentali contadini in un contesto di diritti sociali ed economici. E siamo nel mezzo di questa lotta per poter introdurre tutto questo nel contesto delle istituzioni delle Nazioni Unite. La repressione si sta generalizzando nei confronti delle lotte contro le multinazionali. È chiaro che gli interessi delle corporazioni esigono una diminuzione delle lotte sociali e sono principalmente i movimenti dei contadini del mondo che stanno sorgendo in questo momento. D. : Un’ultima domanda. Non so se puoi raccontarci qualcosa riguardo alle riunioni che stai facendo in questi giorni alla FAO. Se c’è qualcosa di particolare, o interessante … R. : Qui (nella FAO) ci troviamo in una situazione molto istituzionalizzata, molto burocratizzata, ed è molto difficile. Ma bisogna starci, non c’è dubbio che bisogna essere presenti con un messaggio radicale e forte. Ma bisogna starci. C’è bisogno di chili di pazienza