R. Lauria

di Davide De Luca

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Testo Critico di R. Lauria

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Ad una prima lettura i suoi quadri ci appaiono come esplosioni astrali in mondi in divenire, forme a volte solide, a volte gassose, ci pare quasi di intravederedei paesaggi che pian pianovanno formandosi per poi di nuovo scomporsi nelle tele successive: si perché l'opera può, o forse deve, essere considerata nel suo insieme, ma questi paesaggi, questi mondi appartengono ad una realtà fisica, anche se fantasiosa, o no forse ad una realtà metafisicadi esclusiva appartenenza dell'artista?

Esperienze personali, riflessioni, frequentazioni musicali (dal colore si risale al suono e viceversa) e pellegrinaggi intellettuali, coinvolgono lo spettatore risvegliando in lui ricordi di non interpretati sogni e riminescenze di affetti perduti per sempre. Sono paesaggi interiori che più che disfarsi evolvono progressivamente e a noi pare non fuori luogo citare I. Evola - del periodo dadaista - : "alla direzione di un autotrascendimento discendente si oppone quella di un autotrascendimento ascendente. Il puro centrale, al di là del caos o in mezzo al caos, deve essere la volontà lucida; l'arbitrio, lo sconvolgimento delle forme deve adombrare l'individuo assoluto e il suo dominio. L'impulso non deve essere di immergersi nella vita, ma di portarsi al di là della vita".

R. Lauria