Home page
English Version
| |
Testo Critico di R. Lauria
Ad una prima lettura i suoi quadri ci appaiono come
esplosioni astrali in mondi in divenire, forme a volte solide, a volte gassose, ci pare
quasi di intravederedei paesaggi che pian pianovanno formandosi per poi di nuovo scomporsi
nelle tele successive: si perché l'opera può, o forse deve, essere considerata nel suo
insieme, ma questi paesaggi, questi mondi appartengono ad una realtà fisica, anche se
fantasiosa, o no forse ad una realtà metafisicadi esclusiva appartenenza dell'artista?
Esperienze personali, riflessioni, frequentazioni musicali (dal colore si risale al
suono e viceversa) e pellegrinaggi intellettuali, coinvolgono lo spettatore risvegliando
in lui ricordi di non interpretati sogni e riminescenze di affetti perduti per sempre.
Sono paesaggi interiori che più che disfarsi evolvono progressivamente e a noi pare non
fuori luogo citare I. Evola - del periodo dadaista - : "alla direzione di un
autotrascendimento discendente si oppone quella di un autotrascendimento ascendente. Il
puro centrale, al di là del caos o in mezzo al caos, deve essere la volontà lucida;
l'arbitrio, lo sconvolgimento delle forme deve adombrare l'individuo assoluto e il suo
dominio. L'impulso non deve essere di immergersi nella vita, ma di portarsi al di là
della vita".
R. Lauria
|