Un ministro straordinario per l'Eucaristia della nostra parrocchia ci racconta le sue esperienze


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Si accomodi. La stava aspettando. Stanotte è stata male, molto male. Mi chiedeva spesso che giorno era; voleva essere sicura che oggi fosse quello giusto. Entro nella camera, ha il colorito terreo, i pochi capelli raccolti da un nastro. Sorride stentatamente. Tumore in stato avanzato, non c'è più niente da fare se non alleviargli il dolore con la macchinetta a morfina. Mi accompagna la figlia, con cui scambio sempre qualche parola di conforto e d'ammirazione per come assiste sua madre. Si è licenziata per starle vicina, dorme vicino a lei. Un esempio di Amore filiale. Parlo un po' con la malata, evitando accuratamente il quanto mai indesiderato: - come va? Ma lei vuole parlarmi della sua malattia, la conforto come posso. Segue attentamente la breve liturgia. Sorride quando Cristo diviene suo. Ritorno venerdì prossimo, le dico e lei sorride. Sono commosso da tutto quanto mi circonda, dall'amore che vedo intorno, dal suo desiderio di ricevere il Cristo, quando vado via sento di essere diverso da quando sono entrato. Poi un giorno è morta; so che sua figlia ha trovato un nuovo lavoro, e il marito viene tutte le domeniche alla Messa. Da lei ho imparato a dare il vero valore alle cose ed a metterle al posto giusto.

Case popolari, degradate, ascensore, quinto piano. Suono, si apre la porta; un odore acre e dolciastro mi prende la gola. Quanto è che non puliscono la casa? Le suole delle mie scarpe s'incollano al pavimento mentre vado alla sua camera. Lei è lì sul letto messa di traverso perché non può sdraiarsi, gonfia fino all'inverosimile. Le gambe enormi necrotizzate coperte da bende macchiate. :-stanotte ho perso i denti, ho riempito il cuscino di sangue. Sa, per via del diabete. Mio figlio ha sentito e quando mi ha visto ha spaccato tutto quello che gli è capitato fra le mani, poi si è rinchiuso in camera. Fa sempre così, poi mi chiede scusa ,,, Ha un figlio con handicap ed un marito incapace di sostenere la situazione, un vero disastro. Lei mi vuole perché l'unica consolazione e desiderio è Cristo. Parlo a lungo con lei, cerco di consolarla di partecipare con lei alle sue tragedie giornaliere. Così il mio tempo passa velocemente, la lascio con il cuore gonfio. Ci sono tornato tante volte e un giorno suo marito mi ha annunciato che purtroppo era morta tre giorni prima e si era dimenticato di avvertire.

Case popolari, solitudine, abbandono. Suono, mi apre, ed eccola lì vicino ai suoi gatti; la mia nonna come la chiamo io. 80 anni e più, vive da sola e non aspetta altro che la mia visita per parlare con me di qualsiasi cosa. Della sua gioventù, della sorella, di Piombino, delle feste. Poi la comunione, risponde a tono, è in sé. La vecchiaia non ha intaccato la sua mente. Dopo parliamo ancora per molto, faccio qualche battuta, il tempo passa velocemente; vado via a malincuore perché so che rimarrà sola per una settimana. Lei è sulla porta che cerca ancora di dirmi qualcosa. :- tanti saluti al parroco, a don Piero. La compagna della sua vita è la televisione, i gatti e qualche volta la viene a trovare la nipote.

Sono uno dei "ministri straordinari della comunione" (questa è la dizione tecnica), un laico, che come avete capito portano il Cristo a chi non può venire alla Messa: o perché malato o perché impedito. Cristo e la Parrocchia attraverso le nostre umili mani e la nostra persona possono rendersi presenti agli ultimi, ai malati, a chi vive la solitudine della vecchiaia. Sappiamo benissimo quanto siamo insufficienti e limitati, immeritevoli di un così alto compito ma sappiamo anche che Cristo ci sostiene in questo servizio con il suo Spirito. Naturalmente il nostro mandato viene sorretto dalla preghiera personale e dagli incontri spirituali mensili che teniamo regolarmente. Questo mandato ci è stato conferito dal Vescovo su proposta del nostro parroco; è valido per tre anni ed è rinnovabile. Ho pensato che per spiegarlo era meglio passare attraverso le nostre esperienze piuttosto che usare tante parole vuote. Spero di esserci riuscito.
Ringraziamo Dio e la Parrocchia per quest'onore e ringraziamo di cuore le Persone bisognose della nostra opera per la bontà con cui ci accolgono e per gli insegnamenti che ne traiamo. Un'ultima cosa prima di lasciarci: nelle vostre preghiere ricordateci perché il nostro servizio sia sempre più efficace ed amorevole. Grazie di cuore.


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