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In breve tempo non solo acquistò stima e fiducia nella sua terra, ma ottenne il consenso e l'appoggio anche dei pontefici e contribuì a diffondere le iniziative di riforma canonicale anche nel resto d'Italia (Cfr. Fanucci, Ubaldo, pag. 44).
Nel 1126 rifiutò il vescovado di Perugia, offertogli dagli stessi perugini e dal papa Onorio II; non poté però poi rifiutare, nel 1129, alla morte del vescovo Stefano, la direzione della diocesi di Gubbio, offertagli a clamor di popolo.
Ubaldo, come vescovo, fu anche brillante mediatore e tenace condottiero della città di Gubbio nelle lotte che si svolgevano in quegli anni bui del Medio Evo, in cui i Comuni si affrontavano tra di loro per la supremazia; e quando Gubbio si trovò coinvolta in una guerra sanguinosa contro Perugia, Gualdo Tadino e altre nove città confinanti, coalizzate tutte contro di lei, la storia narra che la città, guidata dal suo Vescovo Ubaldo, uscì vittoriosa dalla guerra, sconfiggendo miracolosamente tutti i suoi nemici.
Un altro episodio storico che vide il Santo Vescovo di Gubbio ergersi a difesa del suo popolo, fu in occasione della calata in Italia di Federico I, il Barbarossa (1155); allora, essendo Gubbio attaccata, il santo Vescovo Ubaldo si recò dall'imperatore e riuscì a renderselo amico, ottenendo che la sua città fosse risparmiata.
Così, con fede forte e pieno equilibrio umano, Sant'Ubaldo resse con mitezza e fermezza la sua diocesi per ben 31 anni, fino alla morte, avvenuta il giorno 16 Maggio del 1160, lunedì di Pentecoste, dopo una lunga ed estenuante malattia. Dopo le esequie solenni il santo feretro fu deposto in un sarcofago di marmo nell'antica cattedrale di Gubbio.
Dopo 32 anni, nel 1192, fu canonizzato e proclamato Santo da Papa Celestino III e allora il suo corpo incorrotto venne trasferito nella basilica a lui consacrata, costruita sul monte Ingino, che sovrasta la città, e posta in un'urna di vetro sopra l'altar maggiore, alla venerazione dei fedeli (Cfr. Fabbretti "S. Ubaldo").
Gubbio, Sant'Ubaldo e il Monte Ingino sono citati anche da Dante nella Divina Commedia (Paradiso, canto XI) con i seguenti versi: Intra Tupino e l'acqua che discende / dal colle eletto del Beato Ubaldo.
Ogni anno nella città umbra, il 16 Maggio si svolgono i tradizionali festeggiamenti con la partecipazione unanime di tutto il popolo, di cui fa parte, alla vigilia della festa, la famosa "corsa dei ceri", verso il santuario.
La Devozione a Sant'Ubaldo in San Michele degli Scalzi in Orticaia
La devozione per Sant'Ubaldo Vescovo che, nel secolo XII, fu un eminente riformatore delle comunità canonicali e perciò impersonava l'autorità episcopale riformatrice, nella basilica di San Michele in Orticaia a Pisa, ha origini antiche.
E' quasi certo che fu considerato patrono solo dopo che venne istituita la nuova parrocchia di San Michele degli Scalzi, nel 1784.
Nelle visite pastorali del 1794 e del 1817, compiute nella prioria stessa di San Michele, da poco tempo costituita, si faceva esplicita menzione di una tavola di marmo posta sull'altare "in cornu evangeli", rappresentante il Santo Vescovo di Gubbio, insieme con un immagine di Madonna con Bambino, sempre ricorrente nell'iconografia dei monaci pulsanesi. Verso la metà del secolo scorso queste due opere purtroppo scomparvero e sopra l'altare fu posta la statua della Madonna della Misericordia. Le due immagini avrebbero potuto forse fornirci la data della loro collocazione.
Nelle "memorie riguardanti la chiesa e la parrocchia di S. Michele degli Scalzi, sobborgo di Pisa", scritte dal sac. Giulio Guidi, priore, leggiamo le prime interessanti notizie riguardo alla festa patronale di S. Ubaldo. Queste le testuali parole: "... ripristinai la festaiolanza di Sant'Ubaldo, la quale fin da questo primo anno, mi riuscì, per grazia di Dio, elevarla a n. 55 festaioli.
E fu nella circostanza di questa festa, che ebbe luogo il 18 Maggio 1884, che il nobile signore Donato Scorzi, egregio parrocchiano, donò alla chiesa il quadro di Sant'Ubaldo da lui stesso pitturato, e colle elemosine avanzate dalla festa feci al detto quadro la mantellina di seta bianca, con cifre e ornamenti ricamati in giallo da mia sorella Giulia".
Da queste memorie risulta evidente che i festeggiamenti al patrono S. Ubaldo, seppure da qualche tempo erano stati sospesi, facevano parte "ab immemorabili" delle tradizioni locali, per cui erano sorte anche strutture organizzative ben precise: comitati, festaioli, tridui, fiere ecc.
La bella tela (mt. 1 x 0,70), donata dal pittore Scorzi, dopo le varie peripezie sofferte durante l'ultima guerra, da cui è rimasta fortunatamente salva, si trova ora esposta nella sala parrocchiale.
Essa rappresenta il Santo Vescovo Ubaldo con mitra e pastorale: al suo fianco una piccola figura di donna in atto di impetrare una grazia e un Angelo che tiene una pergamena su cui sono scritte le parole: "Sancte pater Ubalde defende nos ab hoste maligno".
La devozione a Sant'Ubaldo in passato era molto diffusa e sentita anche fuori dell'ambito parrocchiale. Ricordano le persone più anziane che alla fine del 1800 e ai primi del 900, furono anche organizzati pellegrinaggi al santuario di S. Ubaldo a Gubbio, si facevano solenni processioni dalla porta delle Piagge alla basilica recando a spalle la statua di legno del Santo eugobino.
La festa solenne, con la presenza di autorità ecclesiastiche fu sempre effettuata la Domenica successiva al giorno 16 Maggio. Oltre alle funzioni solenni, la chiesa si affollava di devoti pellegrini, giunti da ogni parte di Pisa, per ricevere la santa unzione alla fronte, poiché Sant'Ubaldo era ed è tuttora invocato perché interceda ad allontanare il demonio e i mali della mente.
Quando la chiesa di S. Michele rimase inagibile, a seguito delle distruzioni per i fatti di guerra, la solennità fu spostata nella chiesa di S. Iacopo in Orticaia, e questo fino all'anno 1974. I padri oblati di M. V. Lanteriani nel 1970, in sostituzione della vecchia statua, andata distrutta nel 1944, fecero scolpire l'attuale statua lignea da artisti del legno della Val Gardena.
Questa festa religiosa, tradizionalmente popolare, anche ai nostri giorni come nel passato, continua con puntualità a svolgersi ed è allietata da una nutrita varietà di bancarellai che espongono i loro prodotti lungo il viale delle Piagge e da una serie di spettacoli e attrazioni culturali promossi da un apposito comitato della Circoscrizione n.5.
La basilica dei monaci pulsanesi di San Michele degli Scalzi diventa così anche un centro di aggregazione popolare, tradizionale punto d'incontro, piacevole e sereno, di una larga parte della cittadinanza pisana.
La Tradizionale Pesca di Beneficenza
Tra le varie curiosità della festa si hanno notizie certe, dalla viva voce dei più anziani, che fino agli inizi del secolo, a favore della chiesa, si organizzava da parte di un comitato straordinario, detto appunto dei festaioli, una pesca di beneficenza, raccogliendo come premi oggetti, anche usati, offerti dai parrocchiani; non mancavano certamente manufatti donati dalle varie ditte di ceramica della zona, oggetti e utensili agricoli, animali domestici, anticaglie e spesso oggetti, molto usati nelle famiglie. Chi pescava un numero vinceva sempre qualcosa e magari, fra l'ilarità dei presenti, poteva capitargli anche di riavere un premio già stato vinto alla pesca di San Ubaldo negli anni precedenti.
La tradizione della "Pesca di Beneficenza" continua tuttora in occasione della Festa di S. Ubaldo, nell'ampia piazza S. Michele antistante la chiesa.
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