Pablo Neruda- pseudonimo di Ricardo Neftalì Reyes Basoalto-
nasce a Parral il 12 luglio del 1904, da una famiglia di pionieri stabilitasi
a Temuco, nel sud del Cile. Di questa regione, che continuerà a chiamare
"la Frontera" o il "Sud del mondo", il poeta conserverà
sempre un ricordo di grandi foreste e piogge ininterrotte. Nel 1920, trasferitosi
a Santiago per terminare gli studi, inizia a pubblicare le prime poesie, tra
cui "La canciòn de la fiesta". Nel 1923 pubblica il primo
libro, "Crepusculario", ancora legato all'influenza crepuscolare
e decadente. Segue la pubblicazione di "Veinte poemas de amor y una canciòn
desesperada", raccolta che presenta già tutta la nota drammatica
e la tensione sensuale della poesia nerudiana e che rimane ad oggi l'opera
più letta di Neruda. Nel 1927 intraprende la carriera diplomatica ed
è nominato console del Cile in diversi paesi asiatici. da questa esperienza
nascono i due volumi di "Residencia en la tierra", in cui prende
voce la dimensione più profonda della sua poesia: il dolore, la disperazione
esistenziale, la coscienza della fine e il dubbio divoratore dell'aldilà.
Successivamente, assegnato al consolato cileno di Barcellona e poi di Madrid,
si lascia coinvolgere dalle drammatiche vicende della guerra civile spagnola,
a cui dedica il libro "Espana en el corazòn", che con altri
componimenti viene pubblicato in "Tercera residencia en la tierra".
Tornato in Cile, nel 1945 è eletto senatore ma viene deposto nel 1948:
inizia così un lungo periodo di esilio che vede nascere "Canto
general", un poema epico della storia americana.
Trasferitosi in Italia scrive due libri: "Los versos del capitàn"
e "Las uvas y el viento". Gran parte dell'ultima produzione è
caratterizzata da un tono malinconico e ha i momenti più alti in "Estravagario"
e il "Memorial de Isla Negra". Sostenitore di Allende, nel 1970
viene nominato ambasciatore cileno a Parigi e nel 1971 gli viene assegnato
il premio Nobel. L'anno seguente torna malato in Cile e muore a Santiago il
23 settembre 1973, pochi giorni dopo il colpo di stato militare, lasciando
otto libri di poesie che usciranno postumi insieme a diversi testi autobiografici,
tra cui le memorie "Confieso que he vivido".