GIROLAMA



 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

Per arrivarci si devono affrontare impetuosi mari. Quando ci si arriva bisogna indossare scarpe formate da aghi e che come tacco hanno un ago più lungo degli altri, in modo così che il terreno, formato da lana sconnessa, si cucia per benino.
Questa città è abitata da rotoli di filo di colori per riconoscere con chi si parla.
Le donne filano e tessono tutti i giorni e gli uomini le aiutano e cantano la canzone di una zia che si chiama proprio come il paese: GIROLAMA: una vecchia signora che tutti chiamavano zia, perché era la donna più vecchia del paese.
È una canzone che parla di fili, aghi e di lana e così,  se un rotolo si sente triste perché non riesce a cucire, gli si canta la  canzone e subito il malumore passa .