Bartolomeo Paradiso
Quando nel 1894
mori a Santeramo in Colle Francesco Netti, uno dei grandi pittori dellOttocento
italiano, Bartolomeo Paradiso, allora sedicenne, era già stato avviato agli studi
artistici. Il giovane aveva percepito il messaggio di Francesco Netti dellultimo
periodo, dedito al grande tema della sua terra. Largomento sociale di questi
dipinti, la rievocazione del paesaggio della Murgia, brullo e sassoso sotto un sole
implacabile e larmonia fra luomo e la natura, avevano lasciato un ricordo
indelebile nellimmaginario di Paradiso.
La formazione del giovane Paradiso, che dopo gli inizi pugliesi aveva frequentato
listituto delle Belle Arti a Roma, concludendo gli studi con il diploma, fu
notevolmente influenzato da un soggiorno a Vienna dove si fermò con alcune interruzioni,
dal 1906 al 1910. E subito nel 1906 si cimentò con la grande tela Baccanale (tav.5) , di
gusto orientale, influenzato nella insolita tematica e opulenza, dallopera di Hans
Makert.
Ma non fu questa la strada di Paradiso che ben presto ritornò alla ritrattistica, già da
tempo praticata e soprattutto al paesaggismo, presentando nel 1907, allEsposizione
dellOsterreichischer
Kunstverein, un gruppo di paesaggi dalmati, tutti realizzati in pittura a spatola, tecnica della quale si
sarebbe servito per tutta la durata della sua lunga attività.
Tuttavia, la predilezione temporanea per gradi composizioni figurate, di contenuto ambizioso,-vorrei
ricordare le due tele Superstizione e Delirio, di cui la
notizia Italo Stanco nel giornale italo-americano La Follia di New-York
, 1911-ha origine nella sua esperienza viennese.
Con il Desco campagnolo o il focolare, il pittore santermano raggiunse uno dei massimi
riconoscimenti della sua carriera matura, dal momento che lopera fu esposta alla
XVIII mostra Biennale di Venezia del 1932.
Sulla scia del successo di Desco campagnolo, Paradiso realizzò la grande tela Lo sfratto,
suo ultimo intervento di rilievo nel campo della tematica sociale. Ambientata, come
laltra, in un interno ricavato nella pietra, buio e disadorno, la scena reca i segni
della miseria e dellinfelicità, rese ancora più evidenti per la chiara luce del
sole che penetra attraverso la porta aperta e divide lambiente in due zone
drammaticamente contrastanti. Il motivo della lettera è stato aggiunto molti anni dopo
lultimazione del dipinto, come se lartista avesse sentito il bisogno di
spiegare meglio la disperazione della giovane coppia.
Un genere sempre coltivato da Paradiso, almeno a partire dagli ultimi anni del secolo,
quando firmò alcune piccole vedute di Santeramo, fu il paesaggismo che proprio nei primi
decenni del Novecento visse un momento di grande fioritura. Bartolomeo Paradiso fu dunque,
non dissimile dal suo maestro darte e di vita Francesco
Netti, di larghe aperture, desideroso sempre di rinnovarsi, almeno fino agli anni Trenta,
anche a costo di dover affrontare lunghi viaggi , come quello in America nel 1910. Ma la
sua vicenda artistica e umana subì un crollo
irreparabile durante il Fascismo, quando nel 1937 a Santeramo egli fu aggredito da un
gruppo di squadristi e i suoi quadri vennero
incendiati o rubati.
Nel dopoguerra, quasi dimenticato, lanziano maestro ritornò nuovamente alle sue
marine e ai suoi paesaggi murgiani, ma lincanto di un tempo era ormai solo un
ricordo. |
La candr rott ! ( 1928 )
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