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COMUNICATO
n° 41 Roma, 6 novembre 2001
A tutti i
Lavoratori del CNTS
E CTO periferici
Le problematiche del CNTS e dei Centri Trasfusionali
periferici sono state trattate in vari comunicati, criticando il modo dissennato
di procedere a offrire i Centri Trasfusionali alle ASL, senza inquadrarli in un
più ampio piano che avrebbe dovuto interessare l’intero settore.
In
particolare la materia è stata trattata nei comunicati n°8 del 28/09/98, n°20
del 10/12/99, n°36 del 12/04/01, n°37 del 17/05/01, quest’ultimo dedicato
esclusivamente alle problematiche del settore sangue.
Quanto
sta succedendo, non solo è stato previsto con largo anticipo, ma è stata la
conseguenza logica di azioni, a tutti i livelli, di un numero congruo di
personaggi che, basandosi esclusivamente sulla logica del potere e di situazioni
politiche consenzienti, miravano ad eludere la normativa in vigore, per attuare
piani fumosi, tendente a separare, dal contesto di legge, le problematiche del
settore sangue della CRI.
Non è
stato tenuto in nessun conto delle vicende che si sono susseguite da quando è
nata l’attuale legge 107/90 né del decreto del 27/01/92, con cui venivano
assegnate le competenze trasfusionali gestite dalla CRI alle ASL. Non è stato
tenuto in considerazione quanto deciso e discusso dalla Commissione Castiello,
ossia che nella legge c’era una grande lacuna in quanto non veniva considerato
in che modo utilizzare il personale della CRI a cui la regione Lazio non era
interessata mentre lo era solo per i Locali e le attrezzature.
Come
si è specificato il problema è stato raffreddato con un decreto legge, non
convertito, che ha assegnato il tutto di nuovo all’Ente CRI. Si sperava che il
problema poteva essere risolto con un nuova legge sul sangue, cosa che è stata
preparata dalla Commissione Affari Sociali della Camera, ma che comunque non
risolveva i problemi della CRI e non è stata mai approvata.
Non
si è capito
che solo tenendo uniti gli interessi del CNTS e dei CTO periferici il problema
poteva essere più adeguatamente imposto per avere una buona possibilità di
risolverlo globalmente.
Non
si è capito
che con la legge 107 ed il decreto De Lorenzo il CNTS è cessato di esistere
come struttura con compiti delegati dallo Stato.
Non
si è capito
che una struttura riesumata da un Ente, con compiti aleatori non codificati, non
necessariamente deve essere utilizzata nell’ambito regionale ed in particolare
da chi fa la politica socio sanitaria della Regione.
Soprattutto
si è sottovalutata la normativa in vigore di passaggio di lavoratori pubblici
da Ente a Ente che prevede il nulla osta sia dell’Ente cedente che di quello
accettante.
Oggi
le problematiche del settore Sangue della CRI vengono ignorate dalla Regione
Lazio con la pretesa che la legislazione in vigore obbliga a tale comportamento.
Tutto ciò è motivo di grande preoccupazione per la scrivente Organizzazione
che, nel caso tale atteggiamento dovesse persistere, si trova a gestire
situazioni insostenibili che potrebbero mettere a repentaglio i livelli
occupazionali.
E’ perciò necessario che tutte le OO.SS, compresa l’Amministrazione Centrale e periferica della CRI, si adoperino al più presto per tentare a tutti i costi di riprendere il controllo della situazione che si è venuta a creare.
Ad
avviso della scrivente Organizzazione le strade da percorrere possono essere
solo tre, passando alle altre soluzioni nel caso la prima diventi non
realizzabile.
1)
Si possono iniziare azioni atte a far si, dopo aver sensibilizzato
l’opinione pubblica ed il Ministro competente, di procedere affinché sia il
CNTS ed i CTO periferici vengano scorporati ed affidati, con tutte le garanzie
di legge, alla regione Lazio in quanto è assurdo disperdere un patrimonio di
esperienza ultracinquantenaria.
2)
Si può anche operare favorendo il passaggio di tutto il personale che
intende trasferirsi presso i Centri Trasfusionali, utilizzando il personale
residuo per potenziare la donazione (Gruppi Donatori) ed il Laboratorio
Centrale.
3)
Si può pensare concretamente a quanto l’Assemblea Generale della CRI
ha raccomandato, ossia sollecitare il Governo a concedere al personale della CRI
la possibilità di utilizzare lo strumento del prepensionamento, considerato che
la maggior parte di esso è quasi al limite del pensionamento.
Non
si vedono altre alternative; in ogni caso la scrivente Organizzazione è
disponibile al intraprendere azioni sensate che portino alla reale soluzione del
problema, conforme alle aspettative di quanti, nella Regione Lazio ma anche a
livello nazionale, hanno contribuito in modo determinante, in assenza di
costrutto politico, a far in modo che il cittadino non venisse penalizzato per
la carenza dei servizi trasfusionali.
Sicuro
che questo comunicato troverà lo stesso riscontro dei precedenti, ossia che a causa della mancata sensibilità delle parti in causa,
ancora una volta verrà riconfermato il detto che: gli stupidi fanno le
stesse cose delle persone intelligenti, solo dopo alcuni anni e dopo che hanno
combinato una serie di guai, si coglie l’occasione per augurare a tutti un
ottimo esame di coscienza ed operare secondo gli interessi generali.
IL SEGRETARIO GENERALE
Dott. Luigi Biscardi