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Sindacato Nazionale Autonomo C.R.I.

- Segreteria Generale -

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                                           LETTERA      APERTA

Prot. 139/02                                                           Roma, 15.04.02

                       

Al Direttore Generale CRI 

Dott. Dino Cosi

                                                                                  SEDE

 

     Oggi, 15 aprile, la S.V. si insedia ufficialmente come Direttore Generale della Croce Rossa Italiana, in un momento molto delicato per il  futuro dell’Ente.

   La CRI, in ogni caso, ha necessità di riorganizzare la propria Amministrazione che ha quasi raggiunto  il punto “del non ritorno”.

   E’ indispensabile che l’Ente venga ristrutturato in ottemperanza alle normative che regolano gli Enti pubblici, pretendendo la massima produttività da tutti quegli operatori, a tutti i livelli, che occupano posti di rilevante ed inderogabile responsabilità per tutte le Unità operative dell’Ente.

   Quindi, al fine di ridare finalmente funzionalità, prestigio e massima operatività, necessita anche avere il coraggio di rimuovere coloro i quali sono di ostacolo allo sviluppo delle attività dell’Ente.

    Nella recente riunione con le OO.SS., ha appreso, dal Presidente Generale, che, è stato molto più semplice svolgere le funzioni di Ministro della Repubblica che non quello di Presidente Generale della CRI. Ciò significa, che qualora non si effettui una seria analisi su tutte le motivazioni che hanno ridotto l’Ente nelle attuali condizioni, anche il più bravo Amministratore pubblico è destinato a fallire.

   Per quanto riguarda questa Organizzazione che da anni ha finalizzato il suo operato alla giusta ed equilibrata crescita dell’Ente, alla tutela dei diritti dei lavoratori, se opererà eliminando le ingiustizie, applicando le leggi, armonizzando il diritto-dovere dei dipendenti alla crescita professionale, senza ulteriori discriminazioni, ed applicando i regolamenti e contratti, lo SNACRI FIALP CISAL le sarà di grande sostegno, considerato che è l’Organizzazione sindacale più rappresentativa presso la CRI. 

   Oggi trova un Ente disorientato, senza regole, dove regna la cultura della sopraffazione, di chi si sente potente e protetto a svantaggio di chi è considerato il più debole.

   E’ evidente che manca la cultura di essere Croce Rossa e, soprattutto, i principi su cui l’Ente si basa non sono applicati ne si ha la capacità di diffonderli.

  Presso l’Ente opera personale a vario titolo (dipendenti civili e civili precari di vecchia data, consulenti, personale professionista utilizzato saltuariamente, militari e militari adibiti a compiti civili…) che, alquanto motivato, e nel completo disinteresse delle varie amministrazioni CRI, tenta di far sì che l’immagine dell’Ente non venga ulteriormente offuscata.

     Il precariato continua ad imperversare, sempre a scapito di chi ha maturato professionalità e diritti, chiamando sempre più nuovi “personaggi” violando così gli impegni assunti a livello politico, che erano finalizzati al suo contenimento.

    Il dipendente di ruolo è personale per cui mai è stata prevista una adeguata formazione finalizzata alla maggiore professionalità, al contrario degli altri Enti del Comparto che in modo costante stanziano considerevoli risorse economiche a questo scopo, e molto di questo personale ha acquisito la sua preparazione a proprie spese pur di salvaguardare la propria dignità professionale.

    Al contrario, presso l’Ente, vige la cultura di penalizzare il personale e criticarlo senza avere il coraggio di effettuare una severa analisi sulle deficienze e sulle inadempienze per il determinare di queste situazioni.

    Se la S.V. avrà il tempo di leggere le risultanze inerenti al personale scaturite dai lavori della penultima Assemblea Generale, capirà come in questo Ente è molto più facile criticare, senza avere sia la capacità d’analisi che di autocritica sulle reali cause di quanto sopra scritto.

     Emblematica è la tesi dell’attuazione Contratto Integrativo di Ente che langue da due anni e senza che il personale  abbia potuto avere i relativi benefici.

   Deve anche sapere che, gli altri Enti del Comparto, hanno siglato già da moltissimi mesi il Contratto Integrativo e il tempo che hanno impiegato per la sua definizione va da un minimo di due mesi al massimo di sei mesi.

   Inoltre, la Dirigenza in questa fase, ha brillato sia per l’inefficienza che per trovare cavilli alle giuste spettanze dei lavoratori, boicottando le Commissioni Paritetiche e non apportando, di conseguenza, il relativo contributo dell’Amministrazione.

    Ciò, ha determinato anche, nell’attuale fase concorsuale una rilevante serie di ingiustizie, che hanno ulteriormente penalizzato dipendenti professionalizzati che al di là dell’impegno del Potere Politico, oggi sono stati discriminati, con l’esclusione ai concorsi, dimostrando quindi l’incapacità della stessa Dirigenza di assumersi le responsabilità, proprie del ruolo, quasi ad aver paura della propria ombra.

    Questa stasi ed inefficienza contrattuale ha prodotto che un pari livello fra Enti dello stesso Comparto e la CRI, abbia una differenza economica che va da un minimo di € 300 ad un massimo di € 750 mensili.

    In questo momento per l’Ente si ha necessità di avere uomini che sanno assumersi le proprie responsabilità specialmente se queste sono insite nel ruolo che rivestono.

     Lo SNACRI FIALP CISAL nell’augurarle buon lavoro, la invita anche, come del resto ha già richiesto, a promuovere immediate riunioni atte al superamento dello stallo esistente.

    Distinti saluti.

LA SEGRETERIA GENERALE

Luigi Biscardi              Graziella Maracchioni            Marinella Pianta