Per i lavoratori CRI !  Quale futuro?

 

Ringrazio a nome mio e dell’intera Segreteria tutti voi che, da ogni parte d’Italia, avete sentito il dovere e la necessità di partecipare a questo Congresso. Mi auguro che la vostra attiva presenza serva a rendere lo SNACRI una Organizzazione Sindacale più snella ed efficiente, attraverso una nuova fase riorganizzativa a cui siete tutti invitati a collaborare sia con le idee innovative che con utili suggerimenti.

    Questo Congresso serve non solo per adeguare alle nuove esigenze operative lo SNACRI, ma anche per tracciare una strada da suggerire ai Politici, ai Governanti ed a quanti possono contribuire fattivamente alla rinascita dell’Ente Croce Rossa.

E’ così spiegato il motto congressuale.

Questo desiderio ci spinge a lavorare insieme a tutti coloro i quali sono dotati di buona volontà per salvare l’Ente e rendere sicura la posizione di tanti lavoratori di ruolo, tanti precari e troppi militari che continuamente si chiedono “quale futuro ci riserva questo Ente?”

 Tutti insieme dobbiamo trovare lo stimolo per affrontare i molteplici problemi che riguardano l’Associazione, affinché, attraverso una rigorosa analisi critica, si possa riuscire a suggerire  quale funzione deve avere la CRI nel contesto di questo Paese, quali compiti deve svolgere, come può ancora essere di ausilio ai pubblici poteri, ed in particolar modo, come può continuare a tutelare la salute dei cittadini.

Ringrazio anche gli ospiti e gli invitati che con la loro presenza dimostrano un particolare interesse sia ai problemi dell’Ente che dei suoi lavoratori.

La Segreteria e io ci auguriamo che questo Congresso possa contribuire a sensibilizzare quanti, a tutti i livelli, credono ancora nella funzione dell’Ente e dei suoi lavoratori, e ci vogliono aiutare a far sì che l’Ente cresca meglio nell’interesse del Paese.

Io penso, che, se tutti coloro i quali hanno potere e capacità decisionale, facciano propri i principi fondamentali della Croce Rossa, sicuramente l’eventuale riforma dell’Ente avrà fatto già un passo avanti.

Per quanto riguarda i lavoratori, questo Congresso viene celebrato in un momento molto critico per il mondo del lavoro;  tutti gli errori che in questi decenni sono stati commessi dalla classe  politica e dai governanti, qualcuno sta tentando di riversarli nel mondo del lavoro.

Si sono messe in discussione alcune certezze conquistate dai nostri padri e si iniziano ad erogare meno servizi sociali. Si intaccano le conquiste a suo tempo acquisite con le pensioni, si erogano al minimo le prestazioni sanitarie, cresce la disoccupazione e si fa avanti l’antica sottooccupazione che non è di un paese civile.

Insomma ci stiamo americanizzando senza avere le risorse economiche degli americani. Chi era ricco è diventato sempre più ricco ed è aumentato il numero dei poveri a causa di un continuo rincaro dei prezzi che l’ISTAT non ha il coraggio di quantificare realmente.

Quando io sono entrato in Croce Rossa la differenza salariale tra la qualifica più bassa e quella più alta era di 1 a 5. Oggi tale differenza, in tutti gli Enti, è cresciuta superando il rapporto di 1 a 25.

Si è creata una classe di burocrati, legati alla politica, che preleva cospicue risorse economiche e che è in collaborazione con i Governi, ritarda le giuste aspirazioni economiche dei lavoratori.

Nei paesi totalitari, il regime pagava molto bene i poliziotti, in quanto avevano il compito di difendere, anche con la loro vita, i governanti. In questo regime questa classe di burocrati ha il compito di ritardare o negare risorse economiche ai lavoratori, per dirottarli verso situazioni più compiacenti; ciò sta contribuendo ad affamare la classe lavoratrice.

Io penso che questo modo di far politica sta diventando molto pericoloso per il Paese perché, quando i lavoratori, tutti, saranno realmente consapevoli degli affronti che la politica fa alla loro dignità, alla loro diminuita capacità economica, sicuramente i governanti dovranno aver molto timore a continuare ad operare in modo così maldestro e contro la maggioranza dei cittadini italiani.

Finora la CRI ha rappresentato e rappresenta in piccolo, tutte le incongruenze e le anomalie appena denunciate.

Per cercare di capire come l’Ente è giunto a queste situazioni paradossali, necessita esaminare la funzione storica che l’Ente ha svolto nel nostro Paese e si noterà che nel passato ha avuto una crescita di tipo anabolico, raggiungendo una situazione di grande forza, per poi arrivare in modo catabolico ai giorni nostri.

Lo Stato Italiano, solo nel 1888, ha sentito la necessità di regolamentare le esigenze sanitarie dei propri cittadini con la legge Crispi-Pagliani. Necessita anche ricordare che, con l’avvento della Repubblica, solo circa 52 anni fa, è stato costituito il Ministero della Sanità, oggi della Salute; prima le competenze sanitarie erano affidate all’alto Commissariato alla Sanità.

Nel frattempo la CRI, in assenza di legislazione, si faceva carico di affrontare le esigenze sanitarie del nostro Paese.

A seguito alle deliberazioni della Conferenza Internazionale di Ginevra del 26 – 29/10/1863, il 15/06/1864, la Croce Rossa Italiana veniva riconosciuta dal Comitato Internazionale di Croce Rossa.

Con legge 21/05/1882 n. 768, veniva riconosciuta dal Governo del Re “Corpo morale” e tale decisione veniva definitivamente ratificata con il Regio Decreto 7/02/1884 “…erezione in Corpo Morale dell’Associazione Nazionale di Croce Rossa.” Questi riferimenti legislativi stanno a dimostrare che la CRI, ha operato in campo sanitario, prima che lo Stato sentisse la necessità di codificare con la legge Crispi-Pagliani, i bisogni sanitari dei cittadini.

In tutti questi anni, ed ancora oggi, la CRI rappresenta l’organismo che è capace di agire in nome e per conto dello Stato, prima che esso prenda coscienza delle nuove problematiche e le disciplini con legge.

Il R.D. 10/08/1928 n. 2034 “Provvedimenti necessari per assicurare il funzionamento della Croce Rossa Italiana” ed il R.D. 21/01/1929 n.111 “Approvazione dello Statuto Organico dell’associazione della Croce Rossa ” sono serviti per dare finalmente corpo ad un Ente che si trovava sempre in prima fila e sopperiva alle carenze dello Stato.

Nel frattempo, in considerazione che già da molto tempo si erano formate in seno all’Ente strutture di volontariato, comprese quelle militari e di organizzazione civile, venne varato il R.D. 10/02/1936 n. 484 Norme per disciplinare lo Stato Giuridico, il reclutamento, l’avanzamento ed il trattamento economico ed amministrativo del personale della Croce Rossa Italiana.” 

Con apposita legge del Capo Provvisorio dello Stato, il 13/11/1947  n. 1256, vennero attribuiti i  Compiti dell’Associazione Italiana della Croce Rossa in tempo di pace.”

Fra questi ritroviamo le attribuzioni per l’emergenza e le calamità pubbliche, “Organizzazione e disimpegnare sul piano nazionale il pronto soccorso ed il trasporto infermi e degli infortunati”, “concorrere alla preparazione professionale del personale ausiliario di assistenza sanitaria mediante corsi di istruzione, con apposite scuole”; “collaborare nella diffusione di ogni categoria sociale e specialmente nelle scuole, di nozioni elementari di igiene e pronto soccorso” etc….

In seguito, con apposite leggi, vennero apportate modifiche all’ordinamento,  istituendo il Collegio dei Revisori dei Conti; venne costituito ed affidato all’Ente il Centro Nazionale Trasfusione del Sangue. Con legge 20/03/1975 n. 70, la CRI venne riconosciuta Ente Pubblico non Economico, classificato come Ente di assistenza generica ed inserito nella tabella II allegata alla legge e sottoposto pertanto, come si è detto, alla disciplina degli Enti Pubblici, e, ai sensi dell’art. 2 del DPCM 12/09/1995, è stata compresa fra gli Enti di notevole interesse.

E’ dopo questo DPCM che lo SNACRI FIALP CISAL ha iniziato a richiedere che la CRI venisse tabellata nella I categoria di Enti che “gestiscono forme obbligatorie di assistenza.”

Questo è anche il motivo per cui lo SNACRI, da molti anni, spinge affinché lo Stato conceda le deleghe previste dallo Statuto, che servono anche per il perfezionamento della funzione pubblicistica, che garantisce meglio i lavoratori dell’Ente.

Nel 1980, a seguito delle tante leggi che hanno interessato la CRI viene promulgato il DPR 31/07/1980 n. 613 ” Riordinamento della Croce Rossa Italiana” (in base all’art. 70 della legge n. 833/78).

Nel frattempo, in attesa che nell’Ente venisse applicato il 613, si incrementò il volontariato e si regolamentarono alcune componenti: quella dei donatori di sangue avvenne con deliberazione del Consiglio Direttivo CRI n. 2 del 25/05/77, quelle dei Volontari del Soccorso, con O.C. N.1238 del 14/9/88, quella del Comitato Femminile, con O.C. n. 6017 del 5/03/93, quella dei Pionieri, con O.C. n. 6629 del 2/06/93.

Come si è detto prima, sia il Corpo Militare CRI che il Corpo delle Infermiere Volontarie, sono le uniche componenti previste per legge: la prima con il R.D. 10/02/1936 n. 484,  la seconda con il R.D. 12/05/1942 n. 918.

Con la promulgazione del 613, ai sensi  dell’art. 8, II comma, la CRI subì una serie di commissariamenti, nelle persone di Iula, Tavernini, Carra, Gianico, Garavaglia.

Con la promulgazione del primo Statuto Repubblicano, DPCM n.110/97, furono indette le elezioni a tutte le cariche CRI e, tra mille polemiche, ricorsi, accuse di brogli, venne eletta Presidente, l’ex Commissario CRI,  Maria Pia Garavaglia.Nel frattempo, dopo che le Componenti si stabilizzarono con il loro riconoscimento, con l’appoggio delle OO.SS. partitiche, inizia il braccio di ferro per la privatizzazione dell’Ente con la convinzione, da parte del volontariato di potere, che richiedendo il cambio della figura giuridica, sarebbe stato molto più semplice appropriarsi dell’Ente.

La FIALP CISAL fu l’unica Organizzazione Sindacale che si oppose con tutti i mezzi al cambio dello stato giuridico e, dopo scioperi ed indagini conoscitive da parte del Parlamento, con D.L. n. 390/95 art. 4 convertito con la legge n. 490/95, ottenne definitivamente la riconferma dell’Ente come Ente Pubblico non Economico. Questa legge, oltre a confermare il ruolo pubblico dell’Ente, ha modificato le procedure per l’adozione del nuovo Statuto, stabilendo che lo stesso venga approvato con decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri, da emanarsi entro 30 giorni dalla data di entrata in vigore della legge di conversione del decreto legge.

Con l’elezione della Garavaglia a Presidente, nella componente dei Volontari del Soccorso si produsse una spaccatura, che, dopo alterne vicende, portò all’ elezione al Vertice di persona gradita allo stesso Presidente.

Nel frattempo, in attesa di sanare la frattura con la componente più rappresentativa dell’Ente, tutte le problematiche inerenti il personale civile, e militare, vengono accantonate e si crea un elevatissimo contenzioso legale. Non si attuano i contratti, non si chiedono le deleghe al Governo, la capacità Amministrativa dell’Ente si esaurisce e, a causa delle lotte interne, il nome dell’Ente è riportato continuamente sui giornali per presunti scandali commessi.

Il livello delle polemiche risulta così distruttivo che la popolarità della CRI scende paurosamente.

Nel novembre del 1996,  quando il Presidente eletto, rivestiva la carica di Commissario, fu promossa dalla Commissione Affari Sociali della Camera dei Deputati, un’indagine conoscitiva che si concluse con un severo giudizio, all’unanimità, di tutti componenti della Commissione dove, fra l’altro si affermava “…che si era incrinato di molto il principio di responsabilità, il carattere democratico, il sano e corretto ricambio dei gruppi dirigenti…” “…la scarsa trasparenza gestionale, ormai diventata la regola dell’Amministrare…”

  Con tutto questo severo giudizio nulla impedì alla Garavaglia di essere eletta Presidente.

Lo SNACRI FIALP CISAL, come è ormai noto a tutti, è stata l’unica Organizzazione che ha avversato la sua gestione, con correttezza, accusando il gruppo politico che governava l’Ente di tutte le inadempienze che venivano commesse.

Le inadempienze sono state riferite in una apposita convocazione della Commissione Igiene e Sanità del Senato, in occasione di una nuova indagine conoscitiva, promossa dal Senato.

Accluso alla presente relazione, il documento che ha trovato il consenso ed il plauso di molti gruppi politici e del Governo.

·        Relazione Senato:

 Problemi istituzionali dell’Ente Croce Rossa:

La Croce Rossa Italiana, con l’avvento del nuovo Statuto (DPCM 110/97) ha subìto e continua a subire una forte involuzione per quanto concerne l’attuazione ed il rispetto delle regole pubbliche.

Con le elezioni delle cariche derivanti dall’applicazione dello Statuto, nella Cri sono stati eletti moltissimi personaggi, che, incuranti della netta separazione fra potere Politico e Potere Amministrativo, gestiscono la cosa pubblica, considerando l’Ente una struttura quasi finalizzata agli interessi personali, dimenticandosi che esso è un Ente Pubblico finanziato dallo Stato e soggetto alle leggi in vigore.

Nella CRI regna la più grande confusione ed il riconoscimento di un diritto è una prerogativa di quei pochissimi responsabili preparati, che tentano di applicarlo così come previsto dalla normativa in vigore.

Ciò significa che ogni Regione, ogni Comitato Provinciale e locale opera a seconda della preparazione di chi è preposto a tale compito, senza, peraltro, alcun tipo di coordinamento e controllo a livello centrale.

Anche per quanto concerne i più elementari diritti, necessita sempre percorrere la strada giudiziaria che, con i tempi che corrono, sono sempre penalizzanti per chi li persegue.

La Croce Rossa Italiana, continua, quindi, ad essere paralizzata a causa di lotte intestine che ne compromettono sia la funzionalità che la sua operatività.

E’ necessario,  a questo punto,  che coloro i quali  sono interessati al buon funzionamento dell’Ente  e che hanno il potere per imprimere una sterzata correttiva, tendente a riportarlo nei binari della funzionalità, della trasparenza, della operosità e soprattutto di ricondurlo ai principi che regolano l’essere Croce Rossa, facciano il possibile per raggiungere tale finalità.

E’ da ormai troppo tempo che le problematiche dell’Ente vengono riportate dai media, interessano la politica, scontentano chi vi opera creando continuamente conflittualità da parte  degli attuali Vertici dell’Ente, ad una difesa ad oltranza per questo modo di operare, senza che si tenti minimamente di fare una onesta autocritica onde fornire sia al Governo che al Legislatore gli strumenti idonei per consentire gli opportuni rimedi e correttivi.

Insomma, la difesa ad oltranza di questo modo di operare e soprattutto il desiderio di continuare a farlo non giova né al Paese né all’Ente.

Ormai tutti sono a conoscenza delle lotte di potere fra Comitati Regionali con il Centrale, Comitati Provinciali sia con il Regionale che con il Centrale, Componenti con altre Componenti Cri.

E’ una lottizzazione continua di individui che tendono ad affermare  la propria egemonia, ignorando completamente i principi che devono regolare la vita dell’Ente.

LA REGOLA E’ QUELLA DI RIFIUTARE LE REGOLE.

E’ per questo motivo che si tenta di ignorare come dovrebbe operare un Ente Pubblico, quali norme dovrebbe applicare e quali garanzie dovrebbe offrire.

Si verifica pertanto, che i Presidenti, invece di indicare le linee programmatiche e politiche, fanno i Direttori  amministrativi, e il Direttore reale  si limita a convalidare ciò che il Presidente dispone.

Di conseguenza si assiste, che il Presidente (in genere volontario e senza cognizioni idonee di amministrazione) firma anche i certificati e le attestazioni ed abusa anche in materia disciplinare nei confronti dei dipendenti pubblici, materia notoriamente, a norma di legge,  di competenza delle strutture dirigenziali.

Si è continuato a perdere tempo nell’intendimento di preparare le elezioni per eleggere i futuri Vertici dell’Ente, sperperando così una enorme quantità di risorse sia umane che economiche, quando evidenti erano i segnali politici finalizzati al riordino dell’Ente.

Nel frattempo le Commissioni elettorali hanno funzionato come la “Santa inquisizione”, facendo il bello ed il cattivo tempo.

 Il sottoscritto è stato escluso dalla competizione elettorale con la falsa motivazione di non essere in regola con la quota per l’anno 1998. A tal fine  vi è una dichiarazione ufficiale di esclusione da parte dell’Ufficio Elettorale Centrale  che ha sostenuto che la quota è stata pagata nel 1999 e pertanto non in regola, mentre è chiaramente visibile nella ricevuta la data del 1998.

In ogni caso bastava controllare la matrice per rendersi conto del voluto abbaglio.

Emblematico poi è stato il comportamento dell’Ente nella stipula del 1^ Contratto Integrativo.

Le riunioni sono iniziate quando gli altri Enti del Comparto Parastato avevano già siglato il loro primo Contratto da circa un anno: sono state accelerate, dopo che una sentenza del Tribunale di Roma  ha condannato la Cri per non aver fornito alle OO.SS. la documentazione necessaria per poter stipulare il Contratto Integrativo.

 A tutt’oggi i dipendenti Cri hanno un contratto solo virtuale e che non si sa quando verrà applicato, mentre le procedure per gli altri Enti del Comparto, dalla contrattazione all’applicazione, sono durate al massimo  tre mesi.

Il Tribunale di Roma, Sezione Lavoro, successivamente, nel luglio 2001, su istanza dello Snacri, ha condannato la Cri per comportamento antisindacale 

L’Ente non ha ottemperato ad entrambe le sentenze e di conseguenza il Sindacato Snacri Fialp Cisal, è stato costretto, il 27.12.01, a presentare istanza al Procuratore della Repubblica –Tribunale Penale, per querelare i Responsabili dell’Ente ai sensi degli art. 328 e 650 del Codice di Procedura Penale.

I servizi sanitari, attualmente gestiti, con la scusa che l’Ente rimette delle risorse economiche per tali gestioni, vengono dismessi, mentre non è  dato sapere come viene impiegato il contributo del Servizio Sanitario Nazionale, di parecchi miliardi, che dovrebbe servire proprio a compensare eventuali perdite nella stipula e nella gestione delle convenzioni con lo stesso SSN.

Necessita, pertanto, adoperarsi affinché l’Ente viva, venga ristrutturato e soprattutto che le evidenti problematiche del volontariato con l’Ente Pubblico  vengano disciplinate in modo da non formare contenzioso.

Necessita, inoltre conferire deleghe pubbliche all’Ente, che dovrebbe gestire nel pieno rispetto della normativa pubblica e senza la compartecipazione del volontariato.

Infine, in sede di riordino, la Croce Rossa pubblica dovrebbe essere delegata, essendo la più vecchia istituzione sanitaria del nostro Paese, a continuare ad operare come ausilio dei poteri pubblici, mentre il volontariato CRI, potrebbe essere omologato a quello esistente in tutta Italia.

                                FINE RELAZIONE

 

A seguito di un braccio di ferro con il Governo, dopo che era stato promulgato il II Statuto con il DPCM n. 208/02,  sulla indizione o meno delle elezioni, l’Ente venne commissariato in quanto il Presidente non ottemperò al disposto del Ministero della Salute di bloccare le elezioni, che nel frattempo aveva indetto.

Lo SNACRI ha considerato inadeguato il DPCM 208 perché, pur avendone apprezzato la ribadita separazione fra funzione politica e funzione amministrativa e la creazione presso gli organi periferici di un ulteriore controllo da parte dei Revisori dei Conti, non conteneva presupposti necessari per l’effettivo rilancio dell’Ente, ma appariva come il rimaneggiamento del vecchio Statuto.

Nel discorso tenuto alla prima Convention dei Comitati Locali ed Unità periferiche, tenutasi a Roma, a cura del Comitato Provinciale CRI, il 27 – 28 – 29 settembre 2002, ho sostenuto,  tra il consenso generale, che “la CRI, oltre ad essere un Ente Pubblico, è anche un’Associazione di volontariato. Il volontariato è un bene prezioso e necessario per i bisogni di una nazione. Per il nostro Paese è una risorsa importantissima che deve essere ulteriormente valorizzata, stimolata, difesa, professionalizzata e tutelata, anche con ulteriori disegni di legge, che ne prevedano sia la loro razionalizzazione con maggiori compiti.

Il volontariato CRI, ha riscosso unanimi riconoscimenti sia per la professionalità, che per la  proficua attività con cui svolge il proprio compito, ha bisogno di essere condotto nell’ambito delle leggi che lo regolano per poter operare con scioltezza, prontezza e senza vincoli burocratici, che ne rallentano l’azione. Esso dovrebbe operare, fermo restando la sua importantissima funzione nell’ambito dell’Ente, come agenzia  del volontariato della CRI, con regole ed organizzazioni liberamente determinate in modo agevole e svincolato dal peso della normativa vigente .”

Oltretutto il volontariato privatistico della CRI, che dovrebbe riguardare i Donatori di Sangue, i Pionieri, i Volontari del Soccorso, il Comitato Nazionale Femminile, dovrebbe essere unificato in una sola componente, anche per consentire considerevoli risparmi di risorse economiche.

Il Corpo Militare dell’Ente, opportunamente  ristrutturato, il Corpo delle Infermiere Volontarie, insieme al personale di ruolo dell’Ente, dovrebbero provvedere a far funzionare l’Ente pubblico CRI, con i servizi delegati.

I servizi delegati dovrebbero essere quelli previsti dall’art. 3 e 4 dello Statuto, con l’aggiunta della gestione dei vari Campi Profughi.

Non è più tollerabile che i politici ed i governanti, continuino a riformulare modelli di Ente, senza aver esaminato, come si è fatto in questa relazione, la reale genesi storica della CRI e senza aver fatto una seria  diagnosi su  tutte le disfunzioni che vi sono state  e continuano ancora oggi ad essere presenti.

Ogni  azione deve produrre un risultato tangibile e produttivo; e in  CRI ciò non avviene, significa che chi è preposto a tale scopo, non è in grado di produrre validi risultati.

Un Governo di un determinato colore politico ha prodotto il DPCM 110/97; un Governo di un altro colore politico ha  prodotto  il DPCM 208/7/02: entrambi non sono serviti a riformare l’Ente, ma hanno accentuato le disfunzioni senza dare risultati apprezzabili.

Fino a quando la politica ed i governanti produrranno riforme che cercano solo di tutelare gli interessi dei propri accoliti, l’Italia non avrà mai né  buoni politici ne buoni amministratori.

L’attuale Commissario, che è stato nominato dal Governo e confermato fino ad ottobre 2004, grazie anche alle lotte che lo SNACRI ha, effettuato contro la gestione Garavaglia, sta commettendo gli stessi errori della passata gestione.

La gestione Scelli sarà esaminata nella parte finale della relazione, anche perché, a causa dei continui eventi che la caratterizzano, necessita far decantare gli avvenimenti..

Oggi lo SNACRI celebra qui, a Rimini, il suo II° Congresso Nazionale. Lo scopo è, oltre ad ottemperare ad un adempimento statuario, creare le reali basi del sindacato del futuro, in modo tale che, al di la delle persone che adesso lo dirigono, possa essere un vero esempio di democrazia sindacale e sempre più al servizio dei lavoratori.

In vero e già da molto tempo che l’organizzazione sta dimostrando con  i fatti che  è solo al servizio dei lavoratori e non ha niente da spartire con il potere.

Lo dimostrano i 71 comunicati elaborati, in questo mandato, con una periodicità di circa 1 ogni 20 giorni, e i successi e le vittorie acquisite, nonché le reali e veritiere critiche fatte al modo di gestire l’Ente.

Come ormai è noto a tutti, lo SNACRI dispone di un sito di posta elettronica e di un sito web.

Gli apprezzamenti che pervengono all’organizzazione ci entusiasmano e ci spingono anche a sopportare le angherie di cui siamo oggetto da più parti .

Al nostro sito provengono richieste di volontari, di lavoratori di altri comparti, di disoccupati, di precari, di militari, anche di carcerati, per avere consigli su  problemi che li riguardano.

A tutti viene data una risposta e le richieste vengono spesso girate al legale dell’organizzazione.

Già il precedente Congresso, che, come ormai tutti sanno venne celebrato a Trevi (PG), ha dimostrato ai più lo spirito democratico e costruttivo che anima ogni nostra decisione.

Questa Segreteria, eletta in quel Congresso, di cui io sono il massimo responsabile, ha condiviso la presente relazione per cui io parlo a nome e per conto di tutti loro.

Vi ricordo che il congresso di Trevi, proprio per adempiere ad un iter di massima democrazia, fu espletato con risorse economiche erogate dalla FIALP CISAL.

 Il prestito è stato già da tempo restituito e l’Organizzazione ha avuto la possibilità di indire a Chianciano un direttivo che è durato circa tre giorni, dove si sono affrontate una serie di problematiche che riguardano l’Ente che sono state appena illustrate.

La Federazione mensilmente ha sempre percepito la contribuzione da parte dello SNACRI e siamo anche riusciti a mettere  da parte le risorse economiche occorrenti per questa assise congressuale.

Lo SNACRI ha una collaboratrice retribuita che fa fronte a tutti i problemi di segreteria e di organizzazione. La sede della Segreteria Generale è fornita di tutte quelle attrezzature, acquistate con i soldi dei lavoratori, che ci consentono di operare al meglio.

La Segreteria Generale ha effettuato periodiche visite alla periferia, con un sistema di rotazione che prevede la nostra presenza anche presso quelle unità con pochi iscritti. I comunicati vengono inviati a tutti gli associati o via e-mail o  fax o per posta. Moltissimi comitati ricevono, pur con solo personale precario, militare o volontario, le nostre informazioni.

Il lavoratore ha diritto a partecipare alle scelte di qualsiasi tipo ed è per questo motivo che si fa operazione di stimolo affinché la maggior parte dei nostri iscritti si interessi del proprio futuro lavorativo.

Sicuramente, adoperandosi così, viene fuori anche la voglia di fare attivamente sindacato, per poter combattere per i per i propri diritti e riaffermare le proprie idee.

Oggi il sindacato ha bisogno di idee nuove, di modelli nuovi, di uomini nuovi; solo così potrà formarsi quel modello di ricambio generazionale che è poi la linfa vitale di ogni Organizzazione.

Certo, si devono considerare anche i tempi di  crescita e di maturazione sindacale, ma se uno non inizia non  avrà mai al possibilità di crescere e di formarsi.

Nel frattempo la FIALP CISAL  ha anche attinto alle risorse dello SNACRI in quanto per le Marche è stato eletto il segretario regionale FIALP, Bruno Brenda, proveniente dallo SNACRI  ed anche in alcune province  tipo Lodi, Alessandria etc., lo SNACRI ha dato il Segretario Provinciale FIALP .

Come ho appena detto, io penso che un responsabile sindacale, non può dirigere sempre la stessa organizzazione anche per evitare un appiattimento di gestione: necessitano sempre nuovi stimoli di crescita, per cui, avevo espresso, ai colleghi di segreteria, di non più candidarmi, con la scusante che nello statuto vi è la norma che i pensionati non possono ricoprire incarichi di responsabilità. Ho già 36 anni di servizio, per cui, volendo, posso andare in pensione, mi sembrava corretto dare la possibilità ad altri di avere maggiore responsabilità nel guidare l’ Organizzazione.

La Segreteria si è ammutinata confermandomi seriamente che la mia auto esclusione avrebbe provocato anche la loro.

Si è raggiunto un accordo che mi vede candidato per l’ultimo mandato, dopo di che sarò disponibile per i colleghi e per l’Organizzazione per altre funzioni.Diventa quindi necessario che altri soggetti inizino il praticantato per acquisire nel prossimo futuro le responsabilità che competono.

Graziella Maracchioni è la persona più indicata ad una futura successione, anche perché, oltre ad essere una donna intelligente, preparata, seria, responsabile,ottima organizzatrice, determinata, con alto senso del dovere e con un intuito sindacale non comune, è la persona che mi è stata sempre vicino, mi ha sempre ben consigliato e per me è sempre stata lo stimolo che mi ha consentito di adoperarmi al meglio.

Quando l’Organizzazione si è ingrandita ed abbiamo dovuto ricorrere all’aiuto di un altro elemento di Segreteria, è stata Graziella che si è fatta carico di reperire persona idonea a questa nuova funzione ed ha scoperto le qualità di Maurizio Cannavacciuolo che, dopo un iniziale perplessità, è stato prontamente cooptato in Segreteria Generale ai sensi dell’art. 30 del vigente Statuto.

Oggi Maurizio, se verranno approvate le variazioni statutarie, sarà candidato al ruolo di Segretario Nazionale con l’incarico di seguire le problematiche della Federazione in considerazione che già lui è parte attiva della Segreteria Provinciale FIALP del Lazio.

La Dott.ssa Pianta continuerà a seguire brillantemente, come, peraltro ha fatto in questo mandato che sta per scadere, la componente Medica, dei Professionisti  e dei Dirigenti Ricordiamo un po’ insieme le attività dello SNACRI e le sue vittorie:

·         siamo riusciti  a far  commissariale l’Ente;

·         siamo riusciti a non far rinnovare il mandato a Bruno Sciotti, che si era distinto per la sua inefficienza;

·        abbiamo vinto la battaglia per l’applicazione della normativa pubblicistica, anche se ancora, soprattutto in periferia vi sono enormi problemi per imporre l’ applicazione della legge;

·        L’applicazione della legge 368/01 porta la firma dello SNACRI, come facilmente si può evincere dai verbali della Giunta Esecutiva;

·        L’Ente ha perso molte cause proposte dallo SNACRI, per cui è stato condannato per attività antisindacale, ed ha dovuto anche annullare i concorsi banditi ai sensi della legge finanziaria 1997, perché il Presidente Generale Cri aveva provveduto a modificare il bando, con l’avallo di alcune Organizzazioni Sindacali, senza averlo ripubblicato modificato sulla Gazzetta Ufficiale;

·        Il nostro legale ha prodotto ricorso in nome e per conto della sig.ra Coculo Nadia, su nostra richiesta, ed il TAR, con sentenza N° 3896/03, ormai esecutiva, ha accolto il ricorso ed ha annullato tutti i provvedimenti, presupposti, connessi e consequenziali, concernenti le relative procedure, svoltesi contro legge, contro i richiami normativi, contenuti nel parere della Funzione Pubblica e contro gli interessi dell’Ente.

Ciò è una continua dimostrazione di come, a suo tempo, la CRI procedeva ad effettuare le assunzioni discriminando coloro i quali non avevano modo per raccomandarsi e per raggiungere lo scopo prefissosi. Venivano così scientemente violate le leggi della Repubblica.

 

·        Nelle due elezioni che si sono tenute per le RSU, lo SNACRI del CSA di     CISAL FIALP, è stata l’Organizzazione più votata e che ha avuto più delegati eletti.

·        Per quanto riguarda il trasferimento del CNTS e dei Centri Trasfusionali Ospedalieri alla Regione Lazio, al contrario dei sindacati partitici, lo SNACRI è stata l’unica Organizzazione a produrre ricorso legale ed a determinare la facoltà di opzione per ogni lavoratore CRI.

           La Regione fu criticata pesantemente per l’operazione clientelare che si accingeva a compiere per garantire pochi beneficiari e nell’assoluto disprezzo dei gravi  problemi che si creavano agli utenti malati.

Lo SNACRI aveva presentato al Consiglio Regionale, nella seduta del 19/05/01, un’ articolata proposta che serviva sia al rispetto della legge 107/90, che al riconoscimento di tutti quegli Enti che nel frattempo, in assenza di un Piano Sangue Regionale, avevano contribuito a rendere validamente operativo il sistema trasfusionale per Roma ed il Lazio, con la creazione di un apposita Agenzia Trasfusionale regionale che doveva  monitorare e soddisfare le esigenze dell’utenza.

Purtroppo, le scelte politiche sono state diverse ed attualmente, in materia trasfusionale, il servizio e l’utenza sono fortemente penalizzati.

Questo assurdo, realizzato dalla Regione Lazio, con la partecipazione di alcune OOSS e dell’amministrazione CRI  ha fatto regredire le prestazioni trasfusionali e la raccolta di sangue in modo pauroso. Addirittura gli IFO, non sapendo come risolvere il problema, hanno chiesto alla CRI, di convenzionarsi, cosa che a nostro avviso non si può fare in quanto la CRI non è più titolare del Servizio..

Questi vergognosi risultati politici raggiunti rappresentano la cartina di tornasole dell’incapacità gestionale e politica nelle scelte, che con un deficit sanitario pauroso, si consente il lusso di effettuare riforme che peggiorano le prestazioni sanitarie.

Circa un mese fa, il Direttore dell’ ex CNTS, in un colloquio, davanti a testimoni, ha asserito che la posizione dello SNACRI era la più giusta e che l’assorbimento del CNTS ha portato i servizi trasfusionali allo sfascio. 

Per quanto riguarda le problematiche del Contratto Integrativo, per lungo tempo, l’amministrazione CRI, con l’avvallo del potere politico, ha dilazionato i tempi di stipula, prolungandoli all’infinito.

La stretta finale si è avuta quando il Pretore del lavoro il 25 luglio del 2000, ha condannato l’Ente per attività antisindacale e la stipula si è conclusa nell’ agosto dello stesso anno. Ma con ciò le lungaggini non sono terminate, perché i bandi concorsuali, pubblicati alla fine del 2001, non hanno trovato immediato riscontro per il fatto che l’Ente si era dimenticato di portare in approvazione la nuova pianta organica; ma di questo ne parleremo più avanti.

Vediamo adesso le cose che non vanno nella nostra Organizzazione ed in che modo la Segreteria intende correggerle.

La nostra Organizzazione ha avuto una grande difficoltà ad eleggere i delegati partecipanti a questo Congresso: pochissime RSA hanno rispettato la scadenza del 31/12/2002;  per tale adempimento ha dovuto bloccare gli iscritti al 31/08/2002, in quanto, per poter eleggere i delegati, si doveva comunicare il numero degli elettori aventi diritto, nominativamente.

Il Congresso si sarebbe potuto tenere a marzo-aprile, come in primo tempo comunicato,  mentre, a causa di questa inadempienza, si è dovuto spostare di circa sei mesi.

L’Organizzazione è stata costretta a sanare detta situazione, invitando, con le modalità regolamentari ad eleggere tutti i rappresentanti delle nuove RSA, nel frattempo costituitesi, compresi i lavoratori nuovi iscritti, assunti sia ai sensi della 368, che quelli con contratto annuale; ovviamente, questi lavoratori, qui rappresentati, che salutiamo con simpatia, avranno diritto alla parola ma non al voto.

Noi ci auguriamo che, nel prossimo Congresso, non si verificheranno più queste inadempienze; in ogni caso, nel Regolamento Elettorale, abbiamo previsto che, nel caso una sezione sindacale non elegge, nei tempi previsti, i rappresentanti al Congresso sarà direttamente la Segreteria Generale che li nominerà; in base al numero che compete, la Segreteria sceglierà fra il Responsabile della sezione sindacale o della RSU regolarmente eletta.

Molte RSA hanno comunicato che non eleggono i delegati in quanto, per loro, l’Organizzazione va bene così come si presenta, per tanto il Congresso rappresentava uno spreco di risorse economiche, che potevano essere utilizzate per incrementare le visite in periferia.

La Segreteria ringrazia per la fiducia riposta, ma fa notare che il Congresso rappresenta per lo SNACRI e per qualsiasi altra Organizzazione seria e democratica, il massimo coinvolgimento di tutti i dipendenti, per decidere le future scelte sia dal punto di vista organizzativo che politico; il Congresso è l’Organo che detta le linee politiche e programmatiche alla Segreteria Generale e rappresenta il massimo Organo decisionale dell’Organizzazione.

Il Congresso serve anche per suggerire alla classe dirigente nuove idee, reperire nuovi quadri dirigenti ed è un’ importante sede dove poter avere un reale confronto democratico con tutti.

Viene affermato dai lavoratori che gli altri Sindacati presenti nell’Ente, non effettuano questi incontri democratici:  Ciò non può riguardare lo SNACRI la cui attività è improntata al confronto democratico !

La Segreteria è consapevole che più il lavoratore è a conoscenza delle problematiche che interessano l’Ente, più è disposto a lottare per risolverle e più facilmente capisce gli sforzi che l’Organo esecutivo  deve compiere per garantire le prerogative sindacali derivanti da leggi, contratti, accordi, che, purtroppo presso l’Ente, vengono continuamente disattesi.

Nella sacca che vi stata consegnata, oltre al vario materiale che avete trovato, vi sono due piccoli opuscoli dove viene riportato il nuovo Regolamento Elettorale, il nuovo Statuto che spetta a tutti voi approvare o suggerire eventuali modifiche.

Dal Regolamento dello Statuto viene esclusa l’ANOCRI, Associazione Nazionale Operatori Croce Rossa Italiana, in quanto si è creduto opportuno che abbia un regolamento ed uno statuto autonomo dallo SNACRI anche ai fini di un Congresso per il rilancio dell’associazione.

Per lo Statuto sono state preparate varie correzioni e novità come per esempio lo slittamento di un anno del Congresso (da 4 anni a 5 anni ), l’incremento nella Segreteria Generale di un altro componente, la prevista funzione di un Presidente dello SNACRI;  ma di tutto questo ne parleremo nell’apposita sede di approvazione sia del Regolamento che dello Statuto.

I rapporti fra lo SNACRI e la FIALP CISAL sono stati e continuano ad essere ottimi da ogni punto  di vista: si è istaurata da moltissimo tempo una forma di reciproca solidarietà che vede la nostra Organizzazione integrata completamente sia dal punto di vista umano che sindacale nell’ottica della Federazione.

Io stesso da circa 20 anni, faccio parte attivamente del Consiglio Direttivo FIALP che, come è noto è l’Organo deliberante della Federazione.

Anche la federazione, come stiamo facendo noi, ha già espletato a Fiuggi il 3, 4 e 5 u.s., il suo Congresso, come la stessa Confederazione lo ha espletato a metà di questo mese di ottobre.

Nel Congresso della Federazione sono stati confermati gli incarichi ai responsabili SNACRI sia al Consiglio Direttivo che al Consiglio Nazionale.

La mozione finale dell’VIII° Congresso Nazionale FIALP, impegna la Federazione ad assumere responsabilità, a livello confederale, nell’ambito di tutta al materia contrattuale e rivendicativa del pubblico impiego, onde contribuire, grazie all’esperienza maturata dai responsabili FIALP, a sanare tutte le discrasie che, soprattutto per colpe governative, continuano a colpire, diritti dei pubblici dipendenti.

Da queste assise democratiche i lavoratori si aspettano che il Sindacato produca risultarti atti alla difesa ed alla tutela di tutti quegli Istituti che non vengono garantiti o continuamente modificati, sempre a scapito dei lavoratori.

Il sindacato, se vuole continuare ad essere il garante della classe lavoratrice, deve sapere acquisire la fiducia dei lavoratori. Questa fiducia è stata messa in discussione dal fatto che, spesse volte, le OO.SS arretrano continuamente di fronte ai violenti attacchi del patronato sia esso pubblico che privato.

Non vogliamo fare politica, ma ci sembra che ogni Governo, di qualsiasi colore, prenda sempre di petto i lavoratori, specialmente quelli del Pubblico Impiego.

Ancora una volta, né la destra , né la sinistra hanno capito che, investendo razionalmente nei servizi pubblici, con efficienza e competenza, si pongono le basi per avere uno Stato moderno e produttivo al servizio della collettività.

Così facendo l’Italia si avvicina sempre di più all’Europa e si potrà porre fine alle molte critiche che spesso i patners europei esplicitano nei confronti dell’Italia, per la tipica gestione allegra della “cosa” pubblica che contempla continui disservizi e mancata efficienza.

L’indignazione di tutti i lavoratori del Pubblico Impiego, cresce considerevolmente quando ci si rende conto dell’ insensibilità   e del primato che sia questo Governo che i precedenti hanno sempre conquistato: l’insensibilità ed il ritardo con cui sono stati sempre ratificati i contratti del pubblico impiego trova attualmente il suo apice.

Per quanto riguarda il Comparto del Parastato, il primo biennio economico, come tutti ormai sanno, scade a dicembre; in base ad una norma di legge, le OO.SS. dovrebbero presentare le richieste per il secondo biennio tre mesi prima della scadenza del primo !!!, quando da poco tempo è stato ratificato il Contratto di Comparto.

Fino a quando tutte le OO.SS. non capiranno che per vincere necessita essere uniti, il mondo del lavoro, in assenza di determinazioni e di desiderio di validi risultati, sarà sempre più penalizzato. Dal canto nostro, consapevoli che le OO.SS, stanno attraversando un grave periodo di “recessione” cerchiamo di aiutare il più possibile i nostri assistiti, tramite consulenze legali, servizi che vengono offerti dalla Confederazione, quali i  CAAF , l’ECTER, l’ENCAL e l’ECOFORM.

Abbiamo spesso attinto a questi servizi, specialmente per quanto riguarda i CAAF e L’ENCAL.   

In ogni caso lo SNACRI  è impegnato affinché dette Strutture siano sempre più finalizzate agli interessi dei lavoratori.

Come tutti  ormai sanno il Contratto Integrativo di Ente, siglato nei primi di agosto del 2000, prevedeva cinque Commissioni paritetiche che si dovevano occupare delle problematiche contrattuali e di Ente:  la commissione “C” si è occupata di rivedere e di rimodellare la dotazione organica dell’ Ente, in funzione di nuove  esigenze operative.

Il Consiglio Direttivo Nazionale della CRI, in data 31/07/01, con delibera N°179, approvò una nuova dotazione organica che poi era la stessa deliberata dalla commissione “C”, che ha lavorato a stretto contatto con la commissione “B”, che era quella preposta alla rimodulazione dell’Ente CRI.

Nella stessa data, il Consiglio Direttivo dell’Ente, approvò la delibera n° 180 che approvava un nuovo ordinamento dei servizi, che recepiva solo in parte i lavori paritetici della commissione “B”.

  

Le delibere in oggetto vennero impugnate sia dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri Dipartimento della Funzione  Pubblica con nota del 9/11/01, che dal Ministero della Salute con nota del 19/11/01, in ambedue le note si rivelava che; “…in conclusione, ai rilievi di legittimità sopra formulati inducono questo ufficio ad esprimere parere non favorevole sulle deliberazioni del 3/07/01 N° 179 e 180 …”.

In data 25/09/01 il Ministero dell’Economia  e delle Finanze, era entrato nel merito delle deliberazioni, contestando che i provvedimenti, specialmente per quanto riguarda il raddoppio della dotazione organica della dirigenza (da 18 a 36), “…comportava notevoli oneri finanziari.”

Nel frattempo, come ho accennato in questa relazione, il Senato della Repubblica - 12° Commissione Igiene e Sanità -  aveva iniziato una indagine conoscitiva sullo stato della CRI, che si era conclusa nel febbraio del 2002,  che aveva criticato pesantemente sia le “…gravi inadempienze di alcune sedi periferiche dell’Ente…” che “… la mancata separazione fra linee programmatiche e gestione pura e semplice…”. In poche parole la Commissione aveva censurato l’Ente per il fatto che non veniva applicato né il decreto 29/93, ne il 165/01.

In data 7/12/01, il Servizio Affari Generali puntualizzava sulle note dei Ministeri affermando che i dirigenti servivano per poter applicare la normativa pubblicistica e che l’onere previsto, quantificato in “..circa 2,5 miliardi di lire, può essere finanziato dal bilancio dell’ente; inoltre l’assunzione di dirigenti farà venir meno la necessità di avvalersi di incarichi professionali e di rapporti con società esterne alla CRI, alle quali, in mancanza di idoneo personale, i Comitati sono stati costretti a ricorrere per la redazione di bilanci, tenuta dalla contabilità, elaborazione stipendi etc., compensando almeno in parte il maggior onere in questione.”

Inoltre erano stati anche previsti 4 posti di dirigenti generali. Se l’intenzione era proprio questa com’ è che il concorso bandito per la copertura dei posti 6 dei dirigenti mancanti, ancora non è stato effettuato?

Com’ è che il concorso bandito per al seconda fascia medica ancora langue?

Con delibera N° 215 del 31/01/02, il Consiglio Direttivo Nazionale ha approvato la nuova dotazione organica dell’Ente (delibera N° 215), dove fra l’altro si asseriva che “ visto l’accordo raggiunto in data 16/01/02, dall’Amministrazione con le OO.SS. , in ordine alla opportunità di adottare un nuovo provvedimento di rideterminazione della dotazione organica, nel rispetto del dato complessivo di 3300 unità”. Si portava in approvazione una dotazione organica in ossequio ai rilievi del Ministero della Sanità, di quello della Funzione Pubblica, di quello dell’Economia e delle Finanze, depurata dei quattro posti dei dirigenti generali e di 18 posti di dirigente.

Risulta che questa dotazione organica, dopo illustrazione scritta in data 16/08/02 ai Ministeri contestatori, e dopo invio di ulteriori documenti da parte della CRI in seguito ad inadempimenti commessi dall’Ente e richiesti, nel luglio del 2002, sia dal Ragioniere Generale dello Stato Monorchio e poi Grilli, è stata approvata definitivamente, a seguito di azioni sindacali che hanno costretto sia il nuovo Commissario Scelli, che il nuovo Direttore Generale, ad affrontare con decisione le titubanze del Ministero della Salute, e, nel dicembre del 2002, la delibera 215 è stata approvata così come  proposta.

Sono andate in esecuzione le graduatorie concorsuali, così come previsto per il 1° step, ma non si è pensato, con le nuove professionalità acquisite, a far funzionare le macchina amministrativa periferica, anche per adempiere alle critiche dell’Indagine Conoscitiva del Senato e per dare maggior impulso alle sempre più pressanti richieste per una migliore organizzazione, esplicitate dalla CRI periferica, sia a livello regionale, che provinciale.

L’indagine conoscitiva della Commissione Igiene e Sanità del Senato della Repubblica, era stata avviata al fine di individuare gli ostacoli che “.. ancora non consentono di superare, malgrado le conclusioni della gestione commissariale, una serie di problemi organizzativi che impediscono il corretto svolgimento dell’attività amministrativa ed operativa dell’Ente, oltre che alimentare una eccessiva conflittualità tra le diverse strutture che compongono la CRI.”

La Commissione “…dall’esame delle audizioni ha constatato una condizione di grave scollamento operativo tra i vari Organi che compongono la CRI, una dannosa commistione, ai fini di una corretta funzionalità dell’Ente, tra i poteri di controllo e poteri di indirizzo degli organi nazionali, nonché una estensione impropria dei suoi compiti istituzionali.”…

  L’inquadramento del Corpo Militare non è stato ancora compiutamente realizzato e più in generale, la condizione di precariato non ha ancora  trovato una dignitosa soluzione, come si evince dal pesante contenzioso in essere”.

A questo proposito necessita segnalare che la CRI è stato il primo Ente che ha applicato le congetture di D’Alema : “..Scordatevi il posto fisso”, fra tutti gli Enti Pubblici;  infatti in CRI vi è stato il primo pensionamento di un lavoratore che in 37 anni di attività lavorativa, non ha mai avuto la possibilità, di entrare  in ruolo organico, anche dopo aver effettuato concorsi: si tratta del dipendente Colombo Angelo, che ha prestato la sua attività lavorativa a Busto Arsizio (VA) e che, pensionatosi all’inizio del 2003, a causa dei continui errori contributivi dell’Amministrazione, ancora non è riuscito ad ottenere la sospirata pensione.

L’indagine Conoscitiva del Senato concludeva: “…preso atto della decisione del Ministro della Salute di prorogare al 30 giugno 2002, gli attuali organi amministrativi, rinnova l’invito al Governo ad adottare tutte le misure opportune per ricondurre la Croce Rossa Italiana nella sua piena funzionalità sia centrale che periferica.”

A seguito di altre vicende politiche e ad un braccio di ferro, all’interno del Governo, di alcuni gruppi politici, che non erano d’accordo sul commissariamento dell’Ente, il Consiglio dei Ministri, nella seduta n. 75 del 24/10/02, ha provveduto a Commissariale l’Ente e “la scelta è caduta sul prof. Steffan De Mistura, rappresentante personale del Segretario Generale delle Nazioni Unite per l’area mediorientale, sud Libano e già Direttore Generale del Centro delle Nazioni Unite di Roma….”, “…è stato nominato vice Commissario Straordinario. L’Avv.to Maurizio Scelli, già Segretario Generale dell’UNITALSI, consultore del Pontificio Consiglio per la pastorale della Sanità e Coordinatore del Comitato Organizzatore del Giubileo degli ammalati. All’Avv. to Scelli, esponente di spicco del mondo del volontariato, saranno attribuite specifiche deleghe.”

De Mistura, nel dicembre del 2002, a causa dell’aggravarsi della crisi mediorientale, rassegna le dimissioni e Scelli diventa, in attesa di una ratifica o di una nuova nomina, da parte del Governo, il Commissario Straordinario facente funzioni.

A questo punto è parso evidente che De Mistura aveva solo la funzione di prestanome e che l’anonimo Scelli era la persona,  predestinata  alla guida della CRI.

Con la gestione Scelli inizia l’altalena dei Direttori Generali; mette il Dott. Dino Cosi in condizione di rassegnare le dimissioni, senza cercare minimamente di approfondire le qualità umane ed amministrative della persona  e fare un excursus storico sulle sue capacità professionali e morali; nomina alla carica di Direttore Generale, la Dott.ssa Vittoria Cardilli, già Capo di Gabinetto del Commissario.

Per ben 8 mesi la Cardilli presta la sua opera, senza che peraltro mensilmente venisse retribuita, poiché, pare, che questa nomina non era stata concordata con i  politici, e quindi era avversata.

 In seguito Scelli dimissionò la Cardilli e conferì l’incarico al Dott. Tommaso Longhi.

 Le perplessità della gestione politica dell’Ente da parte di Scelli apparvero subito evidenti,  anche a causa di alcune decisioni e promesse che poi sistematicamente non manteneva o che cambiava il giorno dopo.

Questa instabilità era causa per tutto lo staff dello SNACRI di perplessità anche perché l’Organizzazione è stata l’unica che ha combattuto la vecchia gestione e che ha ottenuto il risultato del commissariamento.

Non si voleva accettare che tutto  sommato la scelta era caduta su persona poco idonea a ricoprire una carica così impegnativa come quella di Commissario CRI.

In questo  dissidio interiore ci sono stati anche momenti di riconoscenza, perchè sembrava che si desse da fare per le problematiche dell’Ente e tutte le OO.SS. hanno anche caldeggiato il pieno incarico alla Presidenza del Consiglio per fargli conferire quella nomina che, a causa del mancato conferimento, aveva riparalizzato l’Ente.

A questo punto, prima di continuare, ad esprimere giudizi sul Commissario, vi voglio ricordare che la libertà di pensiero e di espressione è cosa sacra per lo SNACRI.  L’Organizzazione tiene a distinguersi da quelle altre OO.SS. che , quando si combatteva per riqualificare l’Ente e per levare la “ malagestio”, (uso la frase tanto cara all’On. Lumia),  mentre lo SNACRI si esponeva in prima fila, loro continuavano ad osannare quel  potere che quando è cessato hanno iniziato a criticare.

Adesso, si verificherà la stessa cosa, ossia, coloro i quali volevano a tutti i costi la permanenza al potere della Garavaglia e della sua Giunta, oggi sicuramente si schiereranno dalla parte del Commissario, anzi si presteranno a firmare petizioni tendenti a certificare il suo buon governo. Vecchio metodo che ha utilizzato, nel passato, anche la Garavaglia con l’aiuto di tutte quelle Organizzazione che ne condividevano le idee.

Ma dire la verità e fare una seria analisi critica non è da tutti: lo SNACRI non si  vuole assumere la responsabilità  di mentire ai lavoratori.

 E’ importante che si sappia come si sta continuando a gestire l’Ente e quale rigore si sta usando per le sue problematiche!

Con il comunicato n. 62, del 27/01/03, a causa di continue perplessità sull’operato del Commissario, lo SNACRI titolava la prima pagina con la nota

Continuano le disfunzioni…” In un’assemblea, tenutasi presso il Comitato Provinciale di Roma, a causa di eventi sindacali che imputavano al Commissario la mancata nomina del Direttore Provinciale, lo stesso, presente a quella riunione, oltre ad asserire che in tre giorni avrebbe nominato il responsabile, parlò dello sviluppo dell’Ente e di una serie di deleghe e convenzioni che di la a poco tempo avrebbero garantito e rassicurato i lavoratori.

Tutto ciò che ha asserito in quella pubblica assemblea non si è mai attuato e, solo dopo parecchi mesi ha provveduto a coprire l’incarico.di Direttore Provinciale

Risultava ben evidente che, oltre a non avere chiara  la funzione della CRI nel contesto del Paese e di essere all’oscuro delle censure di ordine politico-parlamentare che l’Ente aveva subito, non aveva  pronto un chiaro progetto politico di rilancio dell’Ente.

Si assiste così all’inizio di tutte quelle azioni che erano state oggetto di critiche e di censure: conferimenti di incarichi ad una moltitudine di esperti con conseguente esborso di pubblico denaro;  tentativi di promozioni di dipendenti  su sollecitazione del volontariato, tentativi di assunzione ex novo di personale in contenzioso con l’Ente.

Anche per la ristrutturazione dell’Ente si è servito di persone chiamate per provvedere al bisogno ed è stato  illustrato un progetto “208”, che poi non si è saputo che fine che ha fatto il lavoro preparato dai cosiddetti esperti..

Io penso che il lavoro di un Commissario deve consiste nel portare a temine ed attuare tutte le indicazioni, che sono state date dai vari Gruppi politici, Commissioni Parlamentari, dai risultati di indagini conoscitive e dalle indicazioni ricevute dal Governo: spetta anche al Commissario far presente al Governo quando, qualche indicazione che è stata data è inattuabile o difficilmente applicabile, suggerire, eventualmente, le opportune modifiche, per ottenere gli stessi risultati.

Il suo comportamento ha lasciato moltissime perplessità, in quanto ha agito non da Commissario ma da persona intesa ad ottenere solo il consenso di quelle parti di CRI che a suo parere contavano, senza esplicitare definitivamente quale era il progetto politico che era incaricato a portare a termine.

Lo SNACRI si è subito reso conto, ecco le origini delle perplessità, che il Commissario si adoperava, esclusivamente, ad acquisire il consenso di tutte le parti, e, per quanto riguardava la gestione dell’Ente non intendeva discutere o prendere in considerazione qualsiasi suggerimento o richiesta esplicitata.

A differenza di altri Commissari dell’Ente questo non ha mai risposto a tutte le note scritte che gli sono state inviate dallo SNACRI.

Come ho già accennato, se si voleva avere qualche soluzione, sulle problematiche ed il rilancio della CRI, a costo zero, bastava leggere i fascicoli che la Commissione “B” aveva prodotto e la progettazione sia organizzativa che strutturale che la passata Amministrazione aveva approvato. Mi riferisco alle ordinanze n. 179 e 180:  la 179 prevedeva per la CRI quattro Dirigenti Generali e 18 Dirigenti ed in più approvava l’attuale dotazione organica mentre la 180 prevedeva una riorganizzazione dei servizi, cosa che questo Commissario  si è accinto a fare dopo tanto tempo e con dispendio di risorse economiche.

Infatti, in data 3/03/03, l’O.C. n. 430, ha provveduto alla riorganizzazione strutturale dell’Ente, identificando l’utilità di 13 servizi ed ha istituito per i Comitati Regionali la necessità operativa di sette dirigenti.

Anche se non si riesce a capire come queste sedi siano state scelte, si ricorda che, a seguito di pressanti inviti, rivolti all’amministrazione CRI dallo SNACRI, in una riunione sindacale, l’Amministrazione aveva espresso la consapevolezza che era ormai giunto il tempo di uniformarsi alla normativa pubblicistica, per cui era necessario istituire quattro Dipartimenti e dodici Servizi che avevano il compito di indirizzo e coordinamento nonché di verificare il conseguimento degli obiettivi programmati. Tutto ciò avveniva il 19/03/98 ed il Commissario era la Garavaglia.

Mi domando dopo tanti anni quali sono le innovazioni apportate dalla O.C n. 430. il progetto emanato dalla Commissione “B” era molto più moderno sia del progetto del 1988 che di quello appena dato in esecuzione.

Successivamente per effetto dell’Ordinanza n. 1541/03 del 23/07/03 si è proceduto ad effettuare una ulteriore correzione dell’O.C. 430, che riguarda la prima riorganizzazione degli uffici con l’istituzione di soli tre Dipartimenti:

1.     Gestione Risorse Umane – Organizzazione;

2.     Amministrazione - Amministrazione e Patrimonio;

3.     Direzione Sanitaria

    il Servizio Affari Generali che contempla: Servizio Affari internazionali, Servizio Legale, Controllo Strategico e Protezione Civile, resta alle dipendenze del Commissario Straordinario.

Come può un Organo politico essere coinvolto nella gestione dei servizi?

Si arriva all’assurdo che, siccome il Direttore Generale è il Responsabile sia dei Dipartimenti che dei Servizi, il Commissario è subordinato al Direttore Generale !

La conseguenza di tutto ciò è che l’Ente in questo momento, sia dal punto di vista politico che amministrativo, è retto da persone nuove e che sicuramente conoscono molto poco la sua storia, e per ciò sta accadendo quello che è evidente a tutti.

Sorge poi, per tutto ciò che è successo, una domanda spontanea: come mai i Ministri preposti dopo una estenuante melina, inerente l’approvazione delle delibere 179 e 180, nonché la 215, sono ritornati sui loro passi approvando ciò che all’epoca era stato bocciato e quindi smentendosi ?

Non si può essere nominati Commissari di un Ente, lasciare per oltre un anno i problemi insoluti per occuparsi solo di problematiche che servono a mettere in mostra la propria immagine per avere una visibilità nazionale che non ha ancora acquisito.

Quelle poche decisioni che vengono prese tramite O.C. spesso sono anche contraddittorie in quanto vengono smentite con nuove Ordinanze Commissariali. 

Un’altra domanda è di obbligo: tutti gli atti di modifiche e nuove innovazioni che nel frattempo sono state attuate, sono state approvate dai competenti Ministeri?  Altrimenti, sorge il sospetto che qualcuno, in modo poco corretto, ha provocato disservizi alla passata gestione per provocarne la caduta.

E’apparso subito evidente che con il nuovo Commissario non ci sarebbero state molte novità per l’Ente; il primo anno è passato con scarsissimi risultati e ci si accinge al secondo anno, con poche speranze per la CRI ed i suoi operatori.

La ricerca del consenso, il fatto che molti Commissari Regionali, Provinciali e Locali sono stati suggeriti dalla politica o da alcune componenti, e che, neanche di fronte alla loro provata inefficienza si è fatto niente, fa sorgere il sospetto che anche questo Commissario vuole percorrere le strade di altri, proponendosi alla Presidenza dell’Ente.

 Se, e presto si vedrà, l’iter dovrebbe andare come descritto, significherebbe che il sopra nominato “carrozzone CRI”, diventerebbe un carro agricolo trainato da stanchi buoi, e la CRI continuerebbe ad essere un Ente al servizio del potere ma non dei cittadini, e tutte le lotte che nel frattempo sono state fatte per dargli un’immagine credibile, funzionale e vitale e soprattutto adeguata ai tempi, non sono servite a niente.

Nella nomina dei Commissari Periferici, purtroppo, non si è capito una cosa importante: se si vuole che a livello territoriale la CRI abbia un effettivo rilancio e che sia anche in grado di reperire risorse economiche locali, deve consentire che personaggi rappresentativi della zona in cui un Comitato opera, vengano sensibilizzati per assumere un ruolo attivo finalizzato al rafforzamento  territoriale della CRI.

Questi personaggi devono essere in grado di conoscere e collaborare facilmente con le autorità locali, onde consentire un maggiore inserimento delle attività dell’Ente nel tessuto locale.

Inoltre, la non appartenenza a qualsivoglia componente , da la garanzia che i principi fondamentali in cui l’Ente si regge, possano essere applicati con equità e giustizia per tutti gli operatori CRI a qualsiasi livello.

Oggi, invece, si verifica che localmente la carica di Commissario viene conferita, in maggior parte, a personaggi che territorialmente sono poco rappresentativi e spesso sono degli illustri sconosciuti. Siamo da tempo a conoscenze che le Commissioni Parlamentari di Camera e Senato hanno sempre  censurato l’Ente per via del continuo incremento del precariato civili e militare che non teneva in nessun conto di oggettivi parametri, utilizzati dagli altri Enti Pubblici.

Le sanatorie, per risolvere l’annoso problema del precariato sono avvenute con la Finanziaria del 1997 e del 1998; successivamente, considerato che l’Ente non rispettava gli impegni, il Governo non è stato più disponibile ad inserire qualsiasi forma finalizzata al contenimento del precariato.

Nel mese di dicembre 2002, a causa del prorogarsi della convenzione fra la CRI e gli aeroporti, in Sardegna, non sono stati confermati i lavoratori di Olbia ed Alghero ed è stato consentito che al posto di quei lavoratori che da parecchi anni svolgevano quel servizio, venissero assunti lavoratori che iniziavano a lavorare per la prima volta.

Il Commissario Straordinario, sollecitato a risolvere il problema, con equità e giustizia,  pur solidarizzando con i lavoratori licenziati, non è stato in grado di imporre la stessa soluzione che invece è avvenuta per i lavoratori dell’Aeroporto di Cagliari.

Sono stati denunciati una serie di abusi commessi da alcuni Commissari, che, a quanto pare non operano secondo le direttive dell’art. 1 dello Statuto, ossia applicando l’Umanità, l’Imparzialità, la Neutralità, l’Indipendenza, la Volontarietà, L’Universalità, il Commissario non è mai intervenuto nemmeno quando  è stato richiesto l’intervento per ristabilire la giustizia ai lavoratori perseguiti o per richiamare o espellere dall’Ente chi continuamente mobbizzava i lavoratori.

Oggi a causa di una sentenza emessa dalla Cassazione il mobbing è diventato motivo per richiede la causa di servizio: la sentenza riguarda l’INAIL e si applica a tutti i lavoratori in queste condizioni. Recentemente la CRI ha dovuto riconoscere, dopo che lo SNACRI ha tentato in tutti i modi che la situazione degenerasse, con denuncie scritte sia al Presidente dell’Ente che al Direttore Generale, la causa di servizio al collega Marco Boscacci di Busto Arsizio.

Se le Organizzazioni che lo SNACRI ha espletato nelle misure in merito all’argomento, erano state prese in considerazione, la CRI, quasi sicuramente, non sarebbe stata esposta in questa brutta figura: in ogni caso, i responsabili del mondo del volontariato restano impuniti.

La CRI è stata già condannata precedentemente dal tribunale per questo reato e pare che a livello centrale nessuno dia disposizioni per evitare che in futuro vi sia un dilagante contenzioso con conseguente esborso di risorse economiche per l’Ente.

Si segnalano problematiche serie per iscritto e ti senti rispondere dai Funzionari, che oltretutto oggi rivestono incarichi importanti, “ ma lo SNACRI perde il tempo a scrivere queste cose?” . Ciò significa che anche la futura classe dirigente viene allevata con tutte le inadeguatezze che si sono scritte e si continua  a sottovalutare il desiderio di giustizia e l’impegno che lo SNACRI chiede per ogni problema serio che riguarda i lavoratori.

La precedente gestione pur commettendo una serie di errori, è stata sempre attenta e sensibile alle problematiche che lo SNACRI segnalava, anche se poi, per la mancata soluzione veniva accusata la dirigenza che non era capace di risolvere i problemi.

Questo Commissario sfugge al confronto, non risponde alle lettere, non prende posizione, e, come Penelope, fa le Ordinanze di giorno e le disfa annullandole  di notte.

E’ ormai un anno che è Commissario dell’Ente CRI ed ancora la totalità dei problemi che si dovevano risolvere con la Garavaglia sono in attesa di soluzione.

E’ stato chiesto alle OO.SS. di consegnare i promemoria per accelerare la soluzione delle problematiche, sono stati consegnati, ma i problemi restano ancora da risolvere.

In un comunicato ho sostento che si è perso circa un anno e mezzo per risolvere le problematiche contrattuali e di code contrattuali : i passati dirigenti avevano paura di assumere responsabilità nella gestione Garavaglia;  in questa gestione è passato un anno e si è al punto di prima.

Con le passate gestioni gli incontri per il compenso incentivante si tenevano e si concludevano prima della fine dell’anno, con questo Commissario l’accordo incentivante per il 2002 non si è fatto e l’Ordinanza è stata compilata di autorità a fine dell’anno. A tutt’oggi non è stato fatto nessuno accordo per l’incentivo anno 2003.

Volendo, sarebbe molto facile far condannare anche questa gestione per attività antisindacale e non è detto che lo SNACRI non lo faccia.

Pur richiedendolo, non è stata mai effettuata una riunione per delineare le linee politico programmatiche. A tutt’oggi non è stata ancora formalizzata la composizione della delegazione trattante in ossequio all’art. 10 del vigente CCNL, pur avendone fatta la richiesta per iscritto.

Si ha l’impressione che l’Ente sia guidato da dilettanti allo sbaraglio o da portaborse che ancora devono farsi le ossa. Anche quando si è tenuta la prima riunione con il Direttore Generale, attualmente in servizio, lo SNACRI ha presentato un promemoria, in data 3/07/03, con una lista di 15 priorità inderogabili, e che attualmente, alla data della compilazione della presente relazione, è rimasto un elenco virtuale, senza risultati.

Le risorse economiche si sperperano ma i problemi restano e la periferia continua ad operare come una volta senza investire nelle risorse umane che ci sono, per farla funzionare meglio.

 Si assiste ad un assurdo gerarchico spaventoso: i bassi livelli hanno incarichi di alti livelli, e gli alti livelli operano in modo marginale: è di esempio il problema del Comitato Regionale della Toscana, dove un sesto livello ha l’incarico di Direttore Regionale ed un nono livello si utilizza con l’incarico di Direttore Provinciale. Il problema stava per essere risolto, ma evidentemente le motivazioni politiche di far fare ad un Commissario quello che vuole, sono più forti di una corretta gestione!

Pensate un po’: è come se l’Arma dei Carabinieri. utilizza per il comando di  una compagnia, il brigadiere, pur essendo in servizio il Capitano!!!

Ma la cosa più sorprendente è che, dopo aver promesso al Ministero della Salute di essere in grado di ristrutturare l’Ente, in tempi accettabili, nel mese di luglio sono iniziate le riunioni,  immaginate perché cosa ? Per dar vita ad un nuovo statuto CRI. Invece di affrontare il problema con una apposita legge di riforma, si fa un nuovo pastrocchio ed una retromarcia, depurando tutto ciò che questo Governo aveva inserito, e quindi rismentendoli di nuovo, ed avvicinando lo stesso a quello precedente, ossia al DPCM 110 del 97, in modo ulteriormente peggiorativo.

Lo SNACRI, non desidera un ulteriore stallo delle problematiche dell’Ente e ribadisce la propria opposizione a finte riforme che servono, esclusivamente, a congelare l’Ente con tutte le sue disfunzioni.

L’opposizione a tale metodo e la mancata condivisione del nuovo iter statutario  è stata allegata al comunicato n. 71 del 8/8/03 ed è disponibile per chi non se lo ricorda.

Ciò che più sorprende è che, dopo una gestione insufficiente e mediocre e con pochi di risultati visibili, il Governo della Repubblica, nella riunione del Consiglio dei Ministri n. 121 del 28/08/03, su proposta del Presidente Berlusconi, ha approvato “..uno schema di decreto che modifica lo Statuto della Croce Rossa Italiana per consentire al Commissario Straordinario di esercitare i propri poteri (che divengono prorogabili fino a 24 mesi e, di fatto, prorogati per dodici mesi) fino alla ricostituzione degli Organi Statutari; lo schema verrà trasmesso al Consiglio di Stato per il parere ;”

Sicuramente il concetto di riforma che disciplini dalla A alla Z tutte le problematiche dell’Ente, è sconosciuto al potere politico; sembra logico supporre che qualcuno vuole servirsi dell’Ente, come è successo nel passato.

Tutto ciò può assumere anche il significato che la gestione commissariale, come è successo per il passato, possa durare all’infinito.

Amici, colleghi, questa Organizzazione Sindacale, proprio per le problematiche che ha trattato  è molto preoccupata;  il motivo per cui ha scelto il motto “Per i lavoratori CRI! Quale futuro!” è perché non si vede all’orizzonte un sole che splende ma, a causa della approssimativa gestione, si vedono nubi e l’avvicinarsi di un forte temporale.

Noi lavoratori abbiamo bisogno di certezza per il futuro, ma vediamo, per adesso, a distanza di un anno,   un contenitore, neanche ben costruito, che, continua, ad essere vuoto. 

I lavoratori CRI vogliono essere sempre utili al Paese e rivendicano quelle deleghe che erano state promesse e che, a tutt’oggi, l’Organo politico dell’Ente non è stato in grado di richiederle al  Governo con convizione, pur in presenza di 2 DPCM che le prevedevano.

I lavoratori CRI, non sono disponibili a tappare i buchi a causa della inefficienza degli altri Enti o di problematiche sanitarie, di emergenze e protezione civile.

Vogliono dimostrare seriamente il grado di preparazione e l’attaccamento al lavoro con compiti fissi e ricorrenti, come è successo, per il passato con la gestione delle problematiche trasfusionali di Roma e del Lazio, che sono stati gestiti, per oltre 50 anni dall’ex CNTS della CRI; da quando i servizi sono passati alle ASL, sia gli utenti che gli amministratori dei vari ospedali, rimpiangono la competenza e la professionalità dei lavoratori e l’Organizzazione che si era dato l’Ente.

La stessa cosa vale per le scuole di infermiere professionali della CRI, la cui preparazione sanitaria e professionale viene ancora rimpianta da quelle amministrazioni che hanno potuto constatare con quale impegno ed abnegazione ed impegno prestavano  il loro servizio.

Tutto ciò che ha gestito la CRI è stato sempre preso ad esempio dalla pubblica Amministrazione.

Con l’avvento delle Regioni, non vi può essere spazio, a livello locale, in quanto, come è successo per la regione Lazio, si tenta di acquisire i servizi per motivi di mero potere elettorale, incurante se tali scelte penalizzano l’utente

Questo è anche il motivo per cui si spinge per avere deleghe nazionali.

In questo Congresso si è parlato tanto della CRI anche perché le sue sorti sono correlate al vostro futuro.

Chiedo pertanto che l’assemblea tutta ed all’unanimità, dia un input alla Commissione mozioni, affinché tutte le problematiche segnalate in questa relazione, vengano pienamente recepite, e portate a conoscenza a tutti i componenti del Governo Deputati, i Senatori, gli Organi di Stampa i Presidenti Regionali, affinché tutti si mobilitino per far sì che l’Ente venga ridisegnato in modo diverso.

In passato l’Ente ha operato tanto per l’Italia e gli italiani, ci auguriamo che tutte le persone che possono, si adoperino fattivamente per aiutarci affinché la CRI venga rinnovata.

Vi ricordo anche che la CRI è un Ente sotto l’altro Patrocinio del Presidente della Repubblica e necessita che la Commissione mozioni, faccia presente, alla suprema carica dello Stato, le tragiche condizioni in cui versa ancora la CRI.

Amici, ricordiamoci che se l’obiettivo che vogliamo raggiungere, lo sentiamo veramente, esso può essere ottenuto con la coerenza, la determinazione e l’aiuto di quanti, volontari, sostenitori utenti, cittadini che hanno capito le difficoltà in cui l’Ente versa, ci aiutano fattivamente,  per avere un Ente al Servizio della gente e più utile per il Paese.

Ricordiamoci che uniti si vince!

Vi ringrazio per l’attenzione.