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Sindacato Nazionale Autonomo C.R.I.

- Segreteria Generale -

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E.mail: snacri@ tiscalinet.it

 

Problemi istituzionali dell’Ente Croce Rossa:

la Croce Rossa Italiana, con l’avvento del nuovo Statuto (DPCM 110/97) ha subìto e continua a subire una forte involuzione per quanto concerne l’attuazione ed il rispetto delle regole pubbliche.

Con le elezioni delle cariche derivanti dall’applicazione dello Statuto, nella Cri sono stati eletti moltissimi personaggi, che, incuranti della netta separazione fra potere Politico e Potere Amministrativo, gestiscono la cosa pubblica, considerando l’Ente una struttura quasi finalizzata agli interessi personali, dimenticandosi che esso è un Ente Pubblico finanziato dallo Stato e soggetto alle leggi in vigore.

Nella CRI regna la più grande confusione ed il riconoscimento di un diritto è una prerogativa di quei pochissimi responsabili preparati, che tentano di applicarlo così come previsto dalla normativa in vigore.

Ciò significa che ogni Regione, ogni Comitato Provinciale e locale opera a seconda della preparazione di chi è preposto a tale compito, senza, peraltro, alcun tipo di coordinamento e controllo a livello centrale.

Anche per quanto concerne i più elementari diritti, necessita sempre percorrere la strada giudiziaria che, con i tempi che corrono, sono sempre penalizzanti per chi li persegue.

La Croce Rossa Italiana, continua, quindi, ad essere paralizzata a causa di lotte intestine che ne compromettono sia la funzionalità che la sua operatività.

E’ necessario,  a questo punto,  che coloro i quali  sono interessati al buon funzionamento dell’Ente  e che hanno il potere per imprimere una sterzata correttiva, tendente a riportarlo nei binari della funzionalità, della trasparenza, della operosità e soprattutto di ricondurlo ai principi che regolano l’essere Croce Rossa, facciano il possibile per raggiungere tale finalità.

E’ da ormai troppo tempo che le problematiche dell’Ente vengono riportate dai media, interessano la politica, scontentano chi vi opera creando continuamente conflittualità.

Si assiste, da parte  degli attuali Vertici dell’Ente, ad una difesa ad oltranza per questo modo di operare, senza che si tenti minimamente di fare una onesta autocritica onde fornire sia al Governo che al Legislatore gli strumenti idonei per consentire gli opportuni rimedi e correttivi.

Insomma, la difesa ad oltranza di questo modo di operare e soprattutto il desiderio di continuare a farlo non giova né al Paese né all’Ente.

Ormai tutti sono a conoscenza delle lotte di potere fra Comitati Regionali con il Centrale, Comitati Provinciali sia con il Regionale che con il Centrale, Componenti con altre Componenti Cri.

E’ una lottizzazione continua di individui che tendono ad affermare  la propria egemonia, ignorando completamente i principi che devono regolare la vita dell’Ente.

LA REGOLA E’ QUELLA DI RIFIUTARE LE REGOLE.

E’ per questo motivo che si tenta di ignorare come dovrebbe operare un Ente Pubblico, quali norme dovrebbe applicare e quali garanzie dovrebbe offrire.

Si verifica pertanto, che i Presidenti, invece di indicare le linee programmatiche e politiche, fanno i Direttori  amministrativi, e il Direttore reale  si limita a convalidare ciò che il Presidente dispone.

Di conseguenza si assiste, che il Presidente (in genere volontario e senza cognizioni idonee di amministrazione) firma anche i certificati e le attestazioni ed abusa anche in materia disciplinare nei confronti dei dipendenti pubblici, materia notoriamente, a norma di legge,  di competenza delle strutture dirigenziali.

Si è continuato a perdere tempo nell’intendimento di preparare le elezioni per eleggere i futuri Vertici dell’Ente, sperperando così una enorme quantità di risorse sia umane che economiche, quando evidenti erano i segnali politici finalizzati al riordino dell’Ente.

Nel frattempo le Commissioni elettorali hanno funzionato come la “Santa inquisizione”, facendo il bello ed il cattivo tempo.

 Il sottoscritto è stato escluso dalla competizione elettorale con la falsa motivazione di non essere in regola con la quota per l’anno 1998. A tal fine  vi è una dichiarazione ufficiale di esclusione da parte dell’Ufficio Elettorale Centrale  che ha sostenuto che la quota è stata pagata nel 1999 e pertanto non in regola, mentre è chiaramente visibile nella ricevuta la data del 1998.

In ogni caso bastava controllare la matrice per rendersi conto del voluto abbaglio.

Emblematico poi è stato il comportamento dell’Ente nella stipula del 1^ Contratto Integrativo.

Le riunioni sono iniziate quando gli altri Enti del Comparto Parastato avevano già siglato il loro primo Contratto da circa un anno: sono state accelerate, dopo che una sentenza del Tribunale di Roma  ha condannato la Cri per non aver fornito alle OO.SS. la documentazione necessaria per poter stipulare il Contratto Integrativo.

 A tutt’oggi i dipendenti Cri hanno un contratto solo virtuale e che non si sa quando verrà applicato, mentre le procedure per gli altri Enti del Comparto, dalla contrattazione all’applicazione, sono durate al massimo  tre mesi.

Il Tribunale di Roma, Sezione Lavoro, successivamente, nel luglio 2001, su istanza dello Snacri, ha condannato la Cri per comportamento antisindacale 

L’Ente non ha ottemperato ad entrambe le sentenze e di conseguenza il Sindacato Snacri Fialp Cisal, è stato costretto, il 27.12.01, a presentare istanza al Procuratore della Repubblica –Tribunale Penale, per querelare i Responsabili dell’Ente ai sensi degli artt. 328 e 650 del Codice di Procedura Penale.

I servizi sanitari, attualmente gestiti, con la scusa che l’Ente rimette delle risorse economiche per tali gestioni, vengono dismessi, mentre non è  dato sapere come viene impiegato il contributo del Servizio Sanitario Nazionale, di parecchi miliardi, che dovrebbe servire proprio a compensare eventuali perdite nella stipula e nella gestione delle convenzioni con lo stesso SSN.

Necessita, pertanto, adoperarsi affinché l’Ente viva, venga ristrutturato e soprattutto che le evidenti problematiche del volontariato con l’Ente Pubblico  vengano disciplinate in modo da non formare contenzioso.

Necessita, inoltre conferire deleghe pubbliche all’Ente, che dovrebbe gestire nel pieno rispetto della normativa pubblica e senza la compartecipazione del volontariato.

Infine, in sede di riordino, la Croce Rossa pubblica dovrebbe essere delegata, essendo la più vecchia istituzione sanitaria del nostro Paese, a continuare ad operare come ausilio dei poteri pubblici, mentre il volontariato CRI, potrebbe essere omologato a quello esistente in tutta Italia.