CAPOEIRA
Le
vere e proprie origini della Capoeira rimangono tutt'oggi un mistero, in
quanto non esistono documenti a riguardo. Sappiamo comunque che è nata in
Brasile intorno al XVII secolo
dagli schiavi
africani, ed era vissuta come la loro unica
possibilità di espressione.
Agli inizi si trattava
di una violenta forma di combattimento, che ben
presto venne proibita dai padroni degli schiavi, in quanto antieconomica
(molte persone si ferivano o addirittura morivano)
e
pericolosa da un punto di vista sociale, in quanto dava un'identità
di uomini a
coloro che erano solo considerati oggetti, merce di scambio, forza lavoro.
Ma la Capoeira non si fermò : nuovi gruppi di combattenti continuavano a
formarsi e a praticare illegalmente questa tecnica. Col tempo venne
aggiunta la musica (c'è la teoria che servisse a far credere ai padroni
che incontri sanguinari fossero in realtà feste, o cerimonie), e la
violenza venne sostituita da movimenti meno aggressivi. Oggi di quegli
antichi combattimenti è rimasto il significato rituale: L'unico contatto
che è permesso tra i due "combattenti" è quello degli occhi. La Capoeira
non si combatte e non si danza: si gioca. Dopo aver formato un cerchio (la
roda) in cui tutti suonano e cantano, si dà inizio al confronto (chiamato
"gioco") tra i primi due lottatori-danzatori. Lo scopo non è fare del male
all'avversario o bloccarlo a terra. L'obiettivo è arrivargli vicino per
fargli capire che, volendo, lo si potrebbe colpire, ma si lascia
perdere.
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