Delega al Governo per la definizione delle norme generali sull’istruzione e dei livelli essenziali delle prestazioni in materia di istruzione e di formazione professionale
1.
Al fine di favorire la crescita e la valorizzazione della
persona umana, nel rispetto dei ritmi dell'età evolutiva, delle differenze e
dell'identità di ciascuno e delle scelte educative della famiglia, nel quadro
della cooperazione tra scuola e genitori, in coerenza con il principio di
autonomia delle istituzioni scolastiche e secondo i principi sanciti dalla
Costituzione, il Governo è delegato ad emanare entro 24 mesi dalla data di
entrata in vigore della presente legge, nel rispetto delle competenze
costituzionali delle regioni e di Comuni e
Province, in relazione alle competenze conferite ai diversi soggetti
istituzionali, e dell’autonomia delle istituzioni scolastiche, uno o più decreti legislativi per
la definizione delle norme generali sull’istruzione e dei livelli essenziali
delle prestazioni in materia di istruzione e di istruzione e formazione professionale.
2.
Fatto salvo quanto
specificamente previsto dall’articolo 4, i decreti legislativi di cui al comma
1 sono emanati su proposta del Ministro dell'istruzione, dell'università e
della ricerca, di concerto con il Ministro dell'economia e delle finanze,
con il Ministro per la funzione pubblica e con il Ministro del lavoro e delle
politiche sociali, sentita la Conferenza unificata di cui al decreto
legislativo 28 agosto 1997, n. 281 e previo parere delle competenti Commissioni
della Camera dei Deputati e del Senato della Repubblica da rendere entro trenta
giorni dalla data di trasmissione dei relativi schemi; decorso tale termine, i
decreti legislativi possono essere comunque emanati. I decreti
legislativi in materia di istruzione e formazione professionale sono emanati
previa intesa con la Conferenza unificata di cui al decreto legislativo 28
agosto 1997, n.281.
3. Per la realizzazione delle finalità della presente
legge, il Ministro dell’istruzione, dell’università e della ricerca predispone,
entro 90 giorni dall’entrata in vigore della legge medesima, un piano
programmatico di interventi finanziari, da sottoporre all’approvazione del
Consiglio dei Ministri, previa intesa con la Conferenza unificata di cui al
decreto legislativo 28 agosto 1997, n.281, a sostegno:
a)
della riforma degli
ordinamenti e degli interventi connessi con la loro attuazione e con lo
sviluppo dell’autonomia;
b)
dell’istituzione del
Servizio nazionale di valutazione del sistema scolastico;
c)
dello sviluppo delle
tecnologie multimediali e della alfabetizzazione nelle tecnologie informatiche;
d)
della valorizzazione
professionale del personale docente;
e)
delle iniziative di
formazione iniziale e continua del personale;
f)
del rimborso delle spese
di autoaggiornamento sostenute dai docenti;
g)
della valorizzazione
professionale del personale amministrativo, tecnico ed ausiliario (A.T.A.);
h)
degli interventi di
orientamento contro la dispersione scolastica e per assicurare la realizzazione
del diritto - dovere di istruzione e formazione;
i)
degli interventi per lo
sviluppo dell’istruzione e formazione tecnica superiore e per l’educazione
degli adulti;
l) degli
interventi di adeguamento delle strutture di edilizia scolastica.
4.
Ulteriori disposizioni
correttive e integrative dei decreti legislativi di cui al presente articolo e
all’articolo 4, possono essere adottate, con il rispetto dei medesimi criteri e
principi direttivi e con le stesse procedure, entro 18 mesi dalla data della
loro entrata in vigore.
Art. 2
(Sistema educativo di istruzione e di formazione)
1.
I decreti di cui
all’articolo 1 definiscono il sistema educativo di istruzione e di formazione,
con l’osservanza dei seguenti principi e criteri direttivi:
a)
è promosso
l’apprendimento in tutto l’arco della vita e sono assicurate a tutti pari
opportunità di raggiungere elevati livelli culturali e di sviluppare le
capacità e le competenze, attraverso conoscenze e abilità, generali e
specifiche, coerenti con le attitudini e le scelte personali, adeguate
all’inserimento nella vita sociale e nel mondo del lavoro anche con riguardo
alle dimensioni locali, nazionale ed europea;
b)
sono favorite la
formazione spirituale e morale, lo sviluppo della coscienza storica e di
appartenenza alla comunità locale, alla comunità nazionale ed alla civiltà
europea;
c)
è assicurato a tutti il
diritto all'istruzione e alla formazione per almeno 12 anni o, comunque,
sino al conseguimento di una qualifica entro il diciottesimo anno di età;
l'attuazione di tale diritto si realizza nel sistema di istruzione e di
formazione, secondo livelli essenziali di prestazione definiti su base
nazionale a norma dell'articolo 117, secondo comma, lettera m) della
Costituzione e mediante i regolamenti di cui all'articolo 17, comma 2 della
legge 23 agosto 1988, n. 400 e successive modificazioni, e garantendo l'integrazione
delle persone in situazione di handicap a norma della legge 5 febbraio, n. 104
e successive modificazioni. La fruizione dell'offerta di istruzione e
formazione costituisce un dovere legislativamente sanzionato; nei termini
anzidetti di diritto all’istruzione e formazione e di correlativo dovere viene
ridefinito ed ampliato l’obbligo scolastico di cui all’articolo 34 della
Costituzione, nonché l’obbligo formativo introdotto dall'articolo 68 della
legge 17 maggio 1999, n.144. L’attuazione graduale del diritto-dovere predetto
è rimessa ai decreti legislativi di cui all’articolo 1, correlativamente agli
interventi finanziari previsti a tal fine dal piano programmatico di cui
all’articolo 1, comma 3, adottato previa intesa con la Conferenza unificata, e
coerentemente con i finanziamenti disposti a norma dell’articolo 7, comma 6;
d)
il sistema educativo di istruzione e di formazione si
articola nella scuola dell’infanzia, in un primo ciclo che comprende la scuola
primaria e la scuola secondaria di primo grado, e in un secondo ciclo che
comprende il sistema dei licei ed il sistema dell’istruzione e della formazione
professionale;
e)
la scuola dell'infanzia,
di durata triennale, concorre all’educazione e allo sviluppo affettivo,
psicomotorio, cognitivo e sociale delle bambine e dei bambini promuovendone le
potenzialità di relazione, autonomia, creatività, apprendimento, e ad
assicurare un’effettiva eguaglianza delle opportunità educative; nel rispetto
dell'orientamento educativo dei genitori, essa contribuisce alla formazione
integrale delle bambine e dei bambini e,
nella sua autonomia e unitarietà didattica e pedagogica, realizza la
continuità educativa con il complesso dei servizi all'infanzia e con la scuola
primaria. E’ assicurata la generalizzazione dell'offerta formativa e la
possibilità di frequenza della scuola dell’infanzia; alla scuola dell’infanzia
possono iscriversi le bambine e i
bambini che compiono i 3 anni di età entro il 30 aprile dell’anno scolastico di
riferimento, anche in rapporto all’introduzione di nuove professionalità e
modalità organizzative;
f) il primo ciclo di istruzione è costituito dalla scuola primaria, della durata di 5 anni, e dalla scuola secondaria di primo grado della durata di 3 anni. Ferma restando la specificità di ciascuna di esse, la scuola primaria è articolata in un primo anno, teso al raggiungimento delle strumentalità di base, e in due periodi didattici biennali; la scuola secondaria di primo grado si articola in un biennio e in un terzo anno che completa prioritariamente il percorso disciplinare ed assicura l'orientamento ed il raccordo con il secondo ciclo; nel primo ciclo è assicurato altresì il raccordo con la scuola dell’infanzia e con il secondo ciclo; è previsto che alla scuola primaria si iscrivano le bambine e i bambini che compiono i 6 anni di età entro il 31 agosto; possono iscriversi anche le bambine e i bambini che li compiono entro il 30 aprile dell’anno scolastico di riferimento; la scuola primaria promuove, nel rispetto delle diversità individuali, lo sviluppo della personalità, ed ha il fine di far acquisire e sviluppare le conoscenze e le abilità di base fino alle prime sistemazioni logico critiche, di fare apprendere i mezzi espressivi, ivi inclusa l’alfabetizzazione in almeno una lingua dell’Unione Europea oltre alla lingua italiana, e l’alfabetizzazione nelle tecnologie informatiche, di valorizzare le capacità relazionali e di orientamento nello spazio e nel tempo, di educare ai principi fondamentali della convivenza civile; la scuola secondaria di primo grado, attraverso le discipline di studio, è finalizzata alla crescita delle capacità autonome di studio ed al rafforzamento delle attitudini alla interazione sociale; organizza ed accresce le conoscenze e le abilità, anche in relazione alla tradizione culturale e alla evoluzione sociale, culturale e scientifica della realtà contemporanea; è caratterizzata dalla diversificazione didattica e metodologica in relazione allo sviluppo della personalità dell’allievo; cura la dimensione sistematica delle discipline; sviluppa progressivamente le competenze e le capacità di scelta corrispondenti alle attitudini e vocazioni degli allievi, fornendo strumenti adeguati alla prosecuzione delle attività di istruzione e di formazione; introduce lo studio di una seconda lingua dell’Unione Europea e cura l’approfondimento nelle tecnologie informatiche; il primo ciclo di istruzione si conclude con un esame di Stato, dal quale deve emergere anche un’indicazione orientativa non vincolante per la successiva scelta di istruzione e di formazione, ed il cui superamento costituisce titolo di accesso al sistema dei licei e al sistema dell’istruzione e della formazione professionale;
g) il secondo ciclo, finalizzato alla crescita educativa, culturale e professionale dei giovani attraverso il sapere, il fare e l'agire, e la riflessione critica su di essi, è finalizzato a sviluppare l’autonoma capacità di giudizio e l’esercizio della responsabilità personale e sociale; in tale ambito, viene curato lo sviluppo delle conoscenze relative all’uso delle tecnologie informatiche e delle reti; il secondo ciclo è costituito dal sistema dei licei e dal sistema dell’istruzione e della formazione professionale; dal compimento del quindicesimo anno di età i diplomi e le qualifiche si possono conseguire in alternanza scuola-lavoro o attraverso l’apprendistato; il sistema dei licei comprende i licei artistico, classico, economico, linguistico, musicale, scientifico, tecnologico, delle scienze umane; i licei artistico, economico e tecnologico si articolano in indirizzi per corrispondere ai diversi fabbisogni formativi; i licei hanno durata quinquennale; l’attività didattica si sviluppa in due periodi biennali e in un quinto anno che prioritariamente completa il percorso disciplinare e prevede altresì l’approfondimento delle conoscenze e delle abilità caratterizzanti il profilo educativo, culturale e professionale del corso di studi; i licei si concludono con un esame di Stato il cui superamento rappresenta titolo necessario per l’accesso all’università e all’alta formazione artistica, musicale e coreutica, e dà accesso all’istruzione e formazione tecnica superiore;
h) ferma restando la competenza regionale in materia di formazione e istruzione professionale, i percorsi del sistema dell’istruzione e della formazione professionale realizzano profili educativi, culturali e professionali, ai quali conseguono titoli e qualifiche professionali di differente livello, valevoli su tutto il territorio nazionale se rispondenti ai livelli essenziali di prestazione di cui alla lettera c); le modalità di accertamento di tale rispondenza, anche ai fini della spendibilità dei predetti titoli e delle qualifiche nell’Unione Europea, sono definite con il regolamento di cui all’articolo 7, comma 1, lett. c); i titoli e le qualifiche costituiscono condizione per l’accesso all’istruzione e formazione tecnica superiore, fatto salvo quanto previsto dall'articolo 69 della legge 17 maggio 1999, n.144; i titoli e le qualifiche conseguiti al termine dei percorsi del sistema dell’istruzione e della formazione professionale di durata almeno quadriennale consentono di sostenere l’esame di Stato, utile anche ai fini degli accessi all’università e all’alta formazione artistica, musicale e coreutica, previa frequenza di apposito corso annuale, realizzato d’intesa con le università, e ferma restando la possibilità di sostenere, come privatista, l’esame di Stato anche senza tale frequenza;
i) è assicurata e assistita la possibilità di cambiare indirizzo all’interno del sistema dei licei, nonché di passare dal sistema dei licei al sistema dell’istruzione e della formazione professionale, e viceversa, mediante apposite iniziative didattiche, finalizzate all'acquisizione di una preparazione adeguata alla nuova scelta; la frequenza positiva di qualsiasi segmento del secondo ciclo comporta l'acquisizione di crediti certificati che possono essere fatti valere, anche ai fini della ripresa degli studi eventualmente interrotti, nei passaggi tra i diversi percorsi di cui alle lettere g) e h); nel secondo ciclo, esercitazioni pratiche, esperienze formative e stage realizzati in Italia o all'estero anche con periodi di inserimento nelle realtà culturali, sociali, produttive, professionali e dei servizi, sono riconosciuti con specifiche certificazioni di competenza rilasciate dalle istituzioni scolastiche e formative; i licei e le istituzioni formative del sistema dell’istruzione e della formazione professionale, d’intesa rispettivamente con le università, con le istituzioni dell’alta formazione artistica, musicale e coreutica e con il sistema dell’istruzione e formazione tecnica superiore, stabiliscono, con riferimento all’ultimo anno del percorso di studi, specifiche modalità per l’approfondimento delle conoscenze e delle abilità richieste per l’accesso ai corsi di studio universitari, dell’alta formazione, ed ai percorsi dell’istruzione e formazione tecnica superiore;
l) i piani di studio, nel rispetto dell’autonomia delle istituzioni scolastiche, contengono un nucleo fondamentale, omogeneo su base nazionale, che rispecchia la cultura, le tradizioni e l’identità nazionale, e prevedono una quota, riservata alle Regioni, relativa agli aspetti di interesse specifico delle stesse, anche collegata con le realtà locali.
Art. 3
(Valutazione degli apprendimenti e della qualità del sistema
educativo di istruzione e di formazione)
1. Con i decreti di cui all’articolo 1 sono dettate le norme generali sulla valutazione del sistema educativo di istruzione e di formazione e degli apprendimenti degli allievi, con l’osservanza dei seguenti principi e criteri direttivi:
a) la valutazione, periodica e annuale, degli apprendimenti e del comportamento degli allievi del sistema educativo di istruzione e di formazione, e la certificazione delle competenze da essi acquisite, sono affidate ai docenti delle istituzioni di istruzione e formazione frequentate; agli stessi docenti è affidata la valutazione dei periodi didattici ai fini del passaggio al periodo successivo;
b) ai fini del progressivo miglioramento della qualità del sistema di istruzione e di formazione, l’Istituto Nazionale per la Valutazione del Sistema di Istruzione effettua verifiche periodiche e sistematiche sulle conoscenze e abilità degli allievi e sulla qualità complessiva dell’offerta formativa delle istituzioni scolastiche e formative; in funzione dei predetti compiti vengono rideterminate le funzioni e la struttura del predetto istituto;
c) l’esame di Stato conclusivo dei cicli di istruzione considera e valuta le competenze acquisite dagli allievi nel corso del ciclo e si svolge su prove organizzate dalle commissioni d’esame e su prove predisposte e gestite dall’Istituto Nazionale per la Valutazione del Sistema di Istruzione, sulla base degli obiettivi specifici di apprendimento del corso ed in relazione alle discipline di insegnamento dell’ultimo anno.
Art. 4
(Alternanza scuola lavoro)
1. Fermo restando quanto previsto
dall'articolo 18 della legge 24 giugno 1997, n. 196, al fine di
assicurare agli studenti che hanno compiuto il quindicesimo anno di età la
possibilità di realizzare i corsi del
secondo ciclo in alternanza scuola-lavoro, come modalità di realizzazione del
percorso formativo progettata, attuata e valutata dall’istituzione scolastica e
formativa in collaborazione con le imprese, che assicuri ai giovani, oltre alla
conoscenza di base, l’acquisizione di competenze spendibili nel mercato del
lavoro, si provvede con apposito decreto legislativo, da emanare di concerto
con il Ministro del lavoro e delle politiche sociali e con il Ministro delle
attività produttive, d’intesa con la Conferenza unificata di cui al decreto
legislativo 28 agosto 1997, n.281, entro il termine di 24 mesi dalla
data di entrata in vigore della presente legge e con le modalità di cui
all'articolo 1, comma 2, sentite le associazioni comparativamente
rappresentative dei datori di lavoro, nel rispetto dei seguenti principi
e criteri direttivi:
a)
svolgere l’intera
formazione dai 15 ai 18 anni, attraverso l’alternanza di periodi di studio e di
lavoro, sotto la responsabilità dell’istituzione scolastica o formativa,
sulla base di convenzioni con imprese o con le rispettive
associazioni di rappresentanza, o con enti pubblici e privati ivi inclusi
quelli del terzo settore, disponibili ad accogliere gli studenti per periodi di
tirocinio che non costituiscono rapporto individuale di lavoro;
b)
fornire indicazioni
generali per il reperimento e l’assegnazione delle risorse finanziarie
necessarie alla realizzazione dei percorsi di alternanza, ivi compresi gli
incentivi per le imprese e l’assistenza tutoriale;
c)
indicare le modalità di
certificazione dell’esito positivo del tirocinio e di valutazione dei crediti
formativi acquisiti dallo studente.
Art. 5
1.
Con i decreti di cui
all’articolo 1 sono dettate norme sulla formazione iniziale dei docenti della
scuola dell’infanzia, del primo ciclo e del secondo ciclo, nel rispetto dei
seguenti principi e criteri direttivi:
a)
la formazione iniziale è
di pari dignità e durata per tutti i docenti e si svolge nelle università
presso i corsi di laurea specialistica, il cui accesso è programmato ai sensi
dell’articolo 1, comma 1, della legge 2 agosto 1999, n. 264. La programmazione
degli accessi ai corsi stessi è determinata ai sensi dell’articolo 3 della
medesima legge, sulla base dei posti effettivamente disponibili in ogni regione
nei ruoli organici delle istituzioni scolastiche;
b)
con uno o più decreti,
adottati ai sensi dell’articolo 17, comma 95 della legge 15 maggio 1997, n.
127, anche in deroga alle disposizioni di cui all’articolo 10, comma 2 e
all’articolo 6, comma 4 del decreto
ministeriale 3 novembre 1999 n. 509, sono individuate le classi dei corsi di
laurea specialistica, anche interfacoltà o interuniversitari,
finalizzati anche alla formazione degli insegnanti di cui alla lettera
a). I decreti stessi disciplinano le attività didattiche attinenti
l’integrazione scolastica degli alunni in condizione di handicap; la
formazione iniziale dei docenti può prevedere stage all’estero;
c)
l’accesso ai corsi di
laurea specialistica per la formazione degli insegnanti è subordinato al
possesso dei requisiti minimi curricolari, individuati per ciascuna classe di
abilitazione nel decreto di cui alla lettera b) e all’adeguatezza della
personale preparazione dei candidati, verificata dagli Atenei;
d)
l’esame finale per il
conseguimento della laurea specialistica di cui alla lettera a) ha valore
abilitante per uno o più insegnamenti individuati con decreto del Ministro
dell’istruzione, dell’università e della ricerca;
e) coloro che hanno conseguito la laurea
specialistica di cui alla lettera a), ai fini dell’accesso nei ruoli organici
del personale docente delle istituzioni scolastiche, svolgono, previa
stipula di appositi contratti di formazione lavoro, specifiche attività di
tirocinio. A tal fine e per la gestione dei corsi di cui alla lettera a), le
università definiscono nei regolamenti didattici di ateneo l’istituzione e
l’organizzazione di un’apposita struttura di ateneo per la formazione degli
insegnanti, cui sono affidati, sulla base di convenzioni, anche i
rapporti con le istituzioni scolastiche;
f)
le strutture di cui alla
lettera e) curano anche la formazione in servizio degli insegnanti
interessati ad assumere funzioni di supporto, di tutorato e di coordinamento
dell’attività educativa, didattica e gestionale delle istituzioni scolastiche e
formative.
Art. 6
(Regioni a statuto speciale e Province autonome di
Trento e Bolzano)
1.
Sono fatte salve le
competenze delle Regioni a statuto speciale e delle Province autonome di Trento
e Bolzano, in conformità ai rispettivi statuti e relative norme di attuazione
nonché alla legge costituzionale 18 ottobre 2001, n.3.
1. Mediante uno o più regolamenti da adottare a norma dell’articolo 117 sesto comma della Costituzione e dell’articolo 17 comma 2 della legge 23 agosto 1988 n. 400, sentite le Commissioni parlamentari competenti, nel rispetto dell’autonomia delle istituzioni scolastiche, si provvede:
a) alla individuazione del nucleo essenziale dei piani di
studio scolastici per la quota nazionale relativamente agli obiettivi specifici
di apprendimento, alle discipline e alle attività costituenti la quota
nazionale dei piani di studio, agli orari, ai limiti di flessibilità interni
nell’organizzazione delle discipline,
b) alla determinazione delle modalità di valutazione dei
crediti scolastici;
c) alla definizione degli standard minimi formativi,
richiesti per la spendibilità nazionale dei titoli professionali conseguiti
all’esito dei percorsi formativi, nonché
per i passaggi dai percorsi formativi ai percorsi scolastici.
2. Le norme
regolamentari di cui al comma 1, lettera c), sono definite previa intesa con la Conferenza permanente Stato-Regioni di
cui al decreto legislativo n. 281 del
1997.
3. Il Ministro dell’istruzione, dell’università
e della ricerca presenta ogni tre anni al Parlamento una relazione sul sistema
educativo di istruzione e di formazione professionale.
4.
Dall'anno
scolastico 2002/2003 possono iscriversi, compatibilmente con la
disponibilità dei posti e delle risorse finanziarie dei Comuni, secondo gli
obblighi conferiti dall'ordinamento e nel rispetto dei limiti posti alla
finanza comunale dal patto di stabilità, al primo anno della scuola
dell’infanzia i bambini che compiono i 3 anni di età entro il 28 febbraio 2003.
Possono iscriversi al primo anno della scuola primaria
i bambini e le bambine che compiono i sei anni di età entro il 28 febbraio
2003. Le ulteriori anticipazioni, fino alla data del 30 aprile di cui
all’articolo 2, comma 1, lettere e) ed f), sono previste dai decreti
legislativi di cui all’articolo 1, sulla base delle risultanze emerse
dall’applicazione della presente legge.
5.
Agli oneri derivanti dall’applicazione dell’articolo 2, comma 1,
lettera f) e dal comma 4 del presente articolo, limitatamente alla scuola
primaria statale, valutati in 12.731 migliaia di euro per l’anno 2002,
45.829 migliaia di euro per l’anno 2003 e in 66.198 migliaia di euro a decorrere dall’anno 2004, si provvede
mediante riduzione dello stanziamento iscritto ai fini del bilancio triennale
2002-2004, nell'ambito dell'unità previsionale di base di parte corrente “Fondo
speciale” dello stato di previsione del Ministero dell’economia e delle finanze
per l’anno 2002, allo scopo parzialmente utilizzando l’accantonamento relativo
al Ministero dell’istruzione, dell’università e della ricerca.
6. All’attuazione del piano programmatico di
cui all’articolo 1, comma 3, si provvede, compatibilmente con i vincoli di
finanza pubblica, mediante finanziamenti da iscrivere annualmente nella legge
finanziaria, in coerenza con quanto previsto dal documento di programmazione
economica e finanziaria.
7. I decreti legislativi attuativi della presente legge, che comportano oneri aggiuntivi a carico del bilancio dello Stato, hanno attuazione coerentemente con i finanziamenti disposti a norma del comma 5.
8. Con periodicità annuale il Ministero dell’Istruzione, dell’università e della ricerca ed il Ministero dell’economia e delle finanze procedono alla verifica degli oneri effettivamente sostenuti, in relazione alla graduale attuazione della riforma, a fronte delle somme stanziate annualmente in bilancio per lo stesso fine. Le eventuali maggiori spese dovranno trovare copertura ai sensi dell’articolo 11-ter, comma 7, della legge 5 agosto 1978, n. 468, e successive modificazioni.
9.
Il Ministro
dell’economia e delle finanze è autorizzato ad apportare con propri
decreti le occorrenti variazioni di
bilancio.
10. La legge
10 febbraio 2000, n. 30 è abrogata.