No
alla droga per i bimbi “vivaci e disattenti” Abbiamo seguito con grande attenzione e preoccupazione la denuncia, riguardante i rischi legati all’introduzione del Metilfenidato ( nome commerciale Ritalin), un'anfetamina che appartiene ai farmaci d'abuso ed è inclusa nella tabella 1 degli stupefacenti- nelle farmacie italiane (e quindi nelle scuole ), quale "terapia" farmacologica della cosiddetta “ Iperattività e sindrome da disturbi dell’attenzione, ed allo scopo di contribuire al dibattito pedagogico-scientifico che si sta svolgendo sull’argomento sia a livello nazionale che internazionale, riteniamo importante, in qualità di insegnanti che quotidianamente interagiscono con bambini “estremamente vivaci” e che hanno difficoltà di attenzione, spiegare le ragioni della nostra ferma opposizione all’uso di farmaci che alterino pericolosamente la chimica del cervello, quando esistono efficaci teorie e pratiche pedagogiche, tra cui la Gestione Mentale elaborata da Antoine de La Garanderie, pochissimo conosciuta in Italia, in grado di contribuire al superamento di tali difficoltà. La nostra esperienza. Siamo insegnanti che, grazie alla lunga esperienza e all'integrazione
della pratica pedagogica della gestione mentale nelle attività
didattiche, hanno potuto constatare che le difficoltà di attenzione
sono “curabili” anche con strumenti prettamente pedagogici. Infatti,
non basta dire al bambino irrequieto e distratto, "Stai fermo, stai
attento!". Occorre spiegare al bambino cosa deve fare per prestare
attenzione, Gestione Mentale: prevenzione, “diagnosi e terapia” pedagogica delle difficoltà di apprendimento. La
Gestione Mentale, definita anche “pedagogia delle evocazioni”,
attraverso l’ascolto, il dialogo ed il profilo pedagogico
del bambino, è in grado di intervenire, unicamente con strumenti
pedagogici, sulla cosiddetta “iperattività” e sulle difficoltà di
attenzione e di apprendimento dei bambini, rendendoli maggiormente
consapevoli della loro attività mentale e di come questa può
essere gestita. In questa direzione, l’attenzione si attiva
innanzitutto se al bambino viene dato il tempo di “evocare”, grazie
a frequenti pause durante la presentazione dei contenuti, (pause che il
bambino si concede comunque, facendo degli avanti e indietro fra
l'oggetto di attenzione , la lavagna, e l'oggetto di distrazione, il
volo di una mosca) cioè il tempo di richiamare alla mente ciò che ha
appena percepito con la vista ( rivedere mentalmente le parole
scritte o gli schemi disegnati sulla lavagna) o con l’udito
(riudire mentalmente la spiegazione verbale dell’insegnante).
L'attenzione è inoltre facilitata se la modalità di presentazione dei
contenuti dell’insegnante e la lingua pedagogica del bambino
(modalità evocativa predominante, di tipo visivo o uditivo) si
incontrano. Nell'incertezza si potrebbero adottare ambedue le modalità
di presentazione dei contenuti, prima quella orale e, successivamente,
quella visiva, (o viceversa evitando però la contemporaneità) cioè
con il supporto percettivo di immagini, schemi, grafici, mappe
concettuali...ecc. …, in modo da incontrare con maggiore
probabilità la modalità evocativa del bambino, altrimenti sono guai "Stupefacente immobilizzazione" chimica del bambino La
Gestione Mentale insegna, dunque, al bambino a gestire meglio i suoi
“evocati” ( le immagini mentali visive o uditive di ciò che ha
percepito e poi richiamato alla mente) per “muovere” il suo pensiero
nella direzione voluta ed essere maggiormente consapevole e padrone
della sua attività sia fisica che mentale, ossia dell’esecuzione di
quei gesti mentali responsabili dell’apprendimento, anche
extrascolastico (attenzione, memorizzazione, comprensione, riflessione,
immaginazione creativa). Se è vero che “[...] pensare è trattenersi
dall’agire, [...] interiorizzare le azioni, i movimenti e [...]
prevederne le conseguenze attraverso la memoria [...]”, e, inoltre,
che “[...] la percezione è un’azione simulata, [...]”, occorrerà
insegnare al bambino a percepire con attenzione, ossia ad osservare per
rivedere mentalmente ed ascoltare per riascoltare mentalmente,
immaginando già, durante la percezione di un oggetto, le azioni
implicate nel suo uso: ascoltare la musica è già cantarla o suonarla,
così come memorizzare è immaginare già la situazione di riutilizzo
futuro dell’informazione evocata. Si è scoperto, ad esempio, che
molte persone sono abili nel raccontare barzellette perché quando le
ascoltano si immaginano già la scena in cui le stanno raccontando ad
altri. Restituire alla pedagogia il ruolo che le compete all'interno della scuola. Crediamo
che si possa promuovere una riflessione etico-pedagogica e deontologica
ed una nuova ricerca, pratica e teorica che, valorizzando le loro
competenze professionali, permetta agli insegnanti, sia di
riappropriarsi delle loro capacità d'ascolto e delle loro capacità
"terapeutiche" (terapeutiche, nel senso etimologico della
parola, cioè "prendersi cura di..."), sia di attrezzarsi di
nuovi e più efficaci strumenti pedagogici atti a ridurre l'automatismo
della delega ed il rischio di psichiatrizzazione e psicologizzazione
delle difficoltà d'apprendimento e d'integrazione. A
cura dell'APIS Modena Bibliografia:
- "I profili pedagogici" A. de La Garanderie, 1991, La nuova Italia Editrice (Firenze) - ‘Le grands projets de nos petits’ A. de La
Garanderie , 2001, Bayard Editions (Paris)
- "La pratica pedagogica della gestione mentale" Jean-Paul Chich, Michelle Jacquet, Nadette Meriaux, Michele Verneyre, 1996 Ed. del Cerro, Tirrenia (Pisa) In
rete per saperne di più: Sulla
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