Antonino: soldato coraggioso, cristiano fedele, martire glorioso. La
iconografia agiografica ama presentarcelo come combattente impavido e fervoso
della rinomata legione tebea, tutta composta di militari della Tebaide, la
regione dove brillarono per virtù anacoretiche molti santi. Per questo i quadri
in onore di S. Antonino ce lo dipingono, di solito, in divisa armata, con
lancia, corazza e scudo; a volte in groppa a un aitante destriero; magari in
compagnia di santi celebri per il loro vigore, come S. Giorgio e S. Cristoforo.
Una seria e antica tradizione colloca il martirio del nostro santo per
decapitazione durante la persecuzione diocleziana intorno al 303 nei pressi di
Piacenza. Anzi i Piacentini hanno sempre nutrito intensa devozione a S.
Antonino, specialmente in occasione di lunghi e rischiosi viaggi; poiché la
tradizione lo pensa, tra l'altro, pellegrino in Terra Santa. È noto che un
gruppo di cittadini di Piacenza in procinto di recarsi, circa mille anni or
sono, in Palestina, ha lasciato scritto per mano del capogruppo, di essersi
posti sotto la protezione di S. Antonino: "Praecedente beato Antonino, a
Civitate Placentia egressus sum".
Ha certo del miracoloso il ritrovamento delle sue reliquie, da far pensare a
consimili reperti di corpi santi, descritti nella vita di S. Ambrogio; tale
scoperta si è avuta già nel sec. IV con S. Savino, vescovo di quella città.
Né va dimenticata la ricognizione accuratissima dei preziosi resti del nostro
Santo compiuta in tempi a noi vicini, nel 1878-79, dal vescovo di Piacenza,
Mons. Scalabrini, il fondatore dell'omonima famiglia missionaria per gli
emigranti: gli Scalabriani.
Il culto del Santo è antichissimo; attestato già nel secolo che segue la
sua morte; è sempre stato ed è tuttora assai vivo nella città e diocesi di
Piacenza, che lo ha scelto come Patrono insieme con S. Giustina, consacrandogli
la prima cattedrale, l'insigne basilica di S. Antonino, sorta nel secolo quarto.
Da Piacenza il culto si è diffuso in molte diocesi d'Italia e della Francia;
nella Diocesi di Milano le chiese parrocchiali che s'intitolano a lui sono
parecchie, e vi si fa gran festa intorno al 30 Settembre, data che sembra
riferirsi al giorno del suo martirio, che è la sua nascita al Cielo.
Anzi in qualche parrocchia vige l'uso ad immemorabili di un generoso cereo
omaggio dell'autorità civile alla chiesa parrocchiale, a somiglianza dei
reggenti del comune di Piacenza, che nel giorno della festa di S. Antonino,
martire piacentino, recano alla sua chiesa dei grossi ceri in riconoscenza per
grazie ricevute.
S. Antonino fu combattente impavido come soldato nell'esercito imperiale, ma
difensore intrepido della sua fede come figlio della Chiesa. A Cesare quello che
è di Cesare, a Dio quello che è di Dio!
S. Antonino affrontò coraggioso la prova del martirio, convinto che Cristo
invisibilmente ma realmente era con lui a sorreggerlo con la sua forza, a
coronarlo con il suo premio.
S. Antonino è vivo con la sua protezione specialmente per chi viaggia:
"Praecedente Beato Antonino"; il che incoraggia a rivolgere ai Santo
brevi invocazioni (giaculatorie) nel gran viaggio della vita, come la Chiesa
nelle Litanie. I Santi sono invisibili, non sono assenti; non ci hanno
abbandonati, ma solo preceduti.
O Dio, che al tuo martire Antonino hai donato la forza di rischiare la vita
per la testimonianza del Vangelo, trasformaci con la potenza del tuo Spirito,
perché diventiamo anche noi discepoli coraggiosi e testimoni leali di Cristo
Signore che vive e regna nei secoli.
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In un primo tempo era stata progettata la Chiesa nuova con la facciata
rivolta verso nord. Molti hanno rilevato l'inconveniente della facciata a nord
perché esposta ai venti freddi, al gelo d'inverno, al freddo della montagna.
Venne girata la facciata ad ovest, ma molti tecnici fecero notare la
sconvenienza della costruzione in tal senso per la forte inclinazione del
terreno da ovest ad est e per l'aumento di spesa per il rafforzamento delle
fondamenta, per l'elevazione dell'abside, del transetto e delle sagrestie al di
sopra del piano della via circonvallazione. Allora fu riveduto il primitivo
progetto della Chiesa nuova con la facciata ad est orientata verso la facciata
della Chiesa vecchia. Questa deliberata orientazione fu ritenuta buona: così il
popolo, passando per Sant'Anna, via centrale del paese, guardando per via
Vittorio Veneto vedrà ergersi la monumentale Chiesa nuova.
La nuova Chiesa occupa una superficie di 39,40 m per 56 m. Essa si compone di
tre navate, delle quali le due laterali servono di passaggio; di un transetto
occupato parzialmente dal Santuario; dal coro abside; da due sagrestie.
Sul lato destro della facciata è inserita la cappella del Battistero in
comunicazione con la nave laterale e col portico che si trova davanti alla
facciata stessa nella larghezza delle tre navi. Dal portico esterno sulla
facciata si passa all'interno della Chiesa traverso un avancorpo nel cui piano
inferiore sono ricavate tre bussole di porta costruttive, una scala a chiocciola
che sale fino al tetto, per l'ispezione dello stesso: al piano superiore è
aperta una esedra, entro la quale potrà campeggiare una decorazione figurativa.
All'interno del transetto sorge in piano rialzato il Santuario coi due amboni
racchiudenti la gradinata principale: s'innalzano due piccoli ripiani per gli
altari minori, a fianco dei quali esistono i passaggi per le sagrestie.
Sulla linea di fondo del transetto sono posti i tre altari: il principale
sopralzato sul piano del presbiterio o santuario, i laterali senza sopralzo:
tutti e tre sono provvisti di ciborio e baldacchino. Nel coro abside molto ampio
si disporranno lo stallo del celebrante, la credenza, qualora si tenga l'altare
rivolto al popolo: appoggiati alle colonne si svilupperanno gli stalli
propriamente detti del coro, dietro i quali si distribuiranno le parti
componenti l'organo. Il corridoio dietro gli stalli serve di comunicazione
indiretta fra le sagrestie. L'accesso alla Chiesa è disimpegnato dalle tre
porte sulla facciata e le due sui fianchi.
La posizione degli altari su una stessa linea permette di conservare
l'orientamento dei fedeli verso un'unica direzione: l'ampiezza dei bracci del
transetto consente di distribuire separatamente i ragazzi e le ragazze degli
oratori, mentre alla massa degli adulti viene riservata la nave centrale.
La costruzione è stata eseguita in muratura di mattoni, con zoccolatura,
cornici, marcapiano, cornici di gronda in pietra artificiale; le colonne sono in
pietra, la soffittatura è eseguita con volte a botte sul pronai e sulle navi
laterali, con volta a tazza sul coro. Abside con soletta orizzontale sul
rimanente. La copertura esterna con coppi comuni poggerà su soletta in laterizi
e cemento armato.
Le finestre sono chiuse con vetri fissi ossia mattonelle di vetro e
l'aerazione interna viene effettuata mediante comuni aspiratori.
Il campanile è costruito in sede propria vicino ad una delle sagrestie. La
costruzione intonata a semplicità e a praticità liturgica prende ispirazione
dalle antiche basiliche cristiane pur tenendo conto delle esigenze della vita
parrocchiale moderna.
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