Casate spotornesi

Da un documento notorio del 1447 inizia la conoscenza delle radici del popolo spotornese; poche famiglie che, in qualche caso, son giunte sino ai giorni nostri e tante piccole storie personali degne di essere ricordate. I Gorgoglione, i Berlingieri, i Saccarello e tanti altri in una piccola ricostruzione di un ambiente ormai scomparso.

di Giuliano Cerutti

Ricercare oggi le proprie radici, per non dimenticare il passato, attraverso il proprio cognome, non è un'impresa facile. E non lo è nemmeno per chi può vantare insegne araldiche, quali contrassegni peculiari di nobiltà.

Eppure da sempre ci si pone la solita domanda: "qual'è l'origine della tua famiglia?". "Chi fuor li maggiori tui?" (Dante, Inferno, X.V.42).

Questa dilettevole, quanto modesta, indagine conoscitiva, non intende provare o attestare nessun blasone, ma scoprire soltanto qualche scheggia di memoria, in parte ricomponibile, di un cognome e offrire una sorta di Denominazione d'Origine Controllata.

Gli Annali del Giustiniani ci documentano che nel XVI secolo a Spotorno erano presenti 150 fuochi (nuclei familiari), costituiti da 4,5/5,5 persone di media per un totale di circa 750 abitanti. Un altro dato storico del 1470 ci parla di un censimento notarile che indica 69 capifamiglia, con l'indicazione di un numero superiore ai due terzi dei residenti nella località; affermazione ambigua di difficile interpretazione.

 

Nel 1470 a Spotorno erano presenti le seguenti famiglie:

15 Rosso

6 Garegio

5 Clavesano

4 Gamba

3 Calvo, De Salvo, Gorgoglione, Malbava, Narisano

2 Bocchero, De Bado, De Pontremoli, Folco, Nolasco, Pertegherio, Sismondo, Strepone

1 Baxadonne, Bondente, Capcia, Delfino, Gaterio, Giudice, Prine, Salvino

 

Per un totale di 69 famiglie e 25 cognomi.

Due sono comunque le fonti indiscutibili da cui abbiamo estratto i ceppi originari. La prima è un atto del notaio Giordano Ottobuono, che giunge sino a noi dal 1447, nel quale sono riportati i nomi di 66 capi famiglia spotornesi. La seconda fonte sono gli Stati delle Anime del 1587, una specie di anagrafe parrocchiale (Sabazia n. 7/1984).

Presentiamo quindi alcune casate che dopo oltre cinque secoli conservano il loro albero genealogico. Molti cognomi invece si sono estinti o dispersi, come le famiglie Gamba, Lottero, Malabava, Berninzone, Narissano, Boccherio, Bado, Benso, ed altre.

I Gorgoglione.

Si può invece affermare con certezza che la famiglia Gorgoglione sia tra quelle che può vantare un blasone antico, la cui discendenza è rappresentata da una tomba in marmo bianco a pavimento nella Chiesa Parrocchiale di Spotorno, che reca incisa la data dell'anno 1582; questa stirpe nel 1587 contava ben 21 nuclei familiari. Ci è noto che nell'Ottocento un Gorgoglione gestiva l'unica locanda in Piazza Cattaneo, in grado di accogliere, viandanti, cavalieri, diligenze, operando il cambio dei cavali, tanto da meritarsi l'appellativo "U Lucandè".

I Berlingeri o Berlingieri.

La vocale i in più o in meno non può far pensare a due ceppi diversi, ma semplicemente ad un frequente errore di trascrizione, commesso sui libri di Battesimo prima e sui registri di Stato Civile dopo. Questo cognome non è registrato nell'atto del 1447, ma compare nel 1587 in ventuno famiglie, tra cui la tanto conclamata Maria Berlingera, Santa viva che visse tra il 1536 ed il 1606.

Un Sebastiano Berlingieri (capostipite dell'Achille Berlingieri, ultimo proprietario dell'Hotel Imperiale), tra la fine del '700 ed i primi dell'800, trascorse quasi tutta la sua vita sul mare al comando di pinchi e brigantini, commerciando lungo le rotte di Genova, Marsiglia, Livorno, Alessandria d'Egitto, lasciandoci un carteggio unico per la storia marinara di Spotorno (Sabazia n. 5/1988).

Nel 1807 un Principe dell'Accademia, Stefano Berlingieri, fu Sindaco (Maire) sotto l'Amministrazione Napoleonica.

Un altro G. B. Berlingieri (1852-1900) ricoprì la carica di Sindaco di Savona. Morì tragicamente, travolto dalle acque del Torrente Letimbro, durante la disastrosa alluvione del 227 settembre 1900. Il suo corpo venne ritrovato a Mentone.

Nell'arco di tutto il 1800, tra marinai e capitani marittimi, compaiono una trentina di casate dei Berlingieri; alcuni, nel periodo 1830-1850, emigrano a Marsiglia, Gibilterra e Cadice, per "procacciarsi assistenza con la navigazione". Infine nel 1896 il capitano marittimo Bartolomeo Berlingieri scompare con il Piroscafo Vesuvio, nel tratto di mare Cagliari-Genova, con un carico di sale e 17 persone a bordo.

I Saccarello

E' un cognome che dal 1447 giunge sino ad oggi. Un certo Gio Batta Saccarello di anni 14 chiede il passaporto per Napoli nel 1840 "col consenso della madre, stante l'assenza del padre".

Un altro Gio Batta Saccarello di 23 anni, chiede una carta di sicurezza per effettuare, col suo carro, il servizio da Spotorno a Genova. Nel 1860 viveva a Gibilterra G. B. Saccarello (forse la stessa persona citata sopra), dove svolgeva l'attività di agente marittimo.

Questa casata annovera fra l'altro un uomo di Chiesa, Don Giovanni Saccarello, impegnato nella sua missione fino al 1878.

I Basadonne o Baciadonne, Calvi, Beiso, Saccone, Gatto e Giudice.

Sono tutti cognomi ben radicati in Spotorno e vantano anch'essi il marchio DOC.

Basadonne o Baciadonne, nell'atto del 1447 è scritto Baxadonne, che nel dialetto ligure si intende Baciadonne, ma tra il Bacia e il Basa, la differenza è minima e il senso non cambia.

Un Andrea Saccone, nel 1819, chiede il passaporto per Cette (Sete) in Francia e porta con se il figlio, mozzo, di 16 anni, sempre "per procacciarsi il vitto con la navigazione".

Ci è noto che Giuseppe Gatto, capo stiva del Vapore Re d'Italia, di anni 38, morì nel porto di Brest, in Francia, il 28 ottobre 1918, alle ore 6,30 del mattino.

Il sacerdote Maria Giacomo Giudice o Giudici, fu l'autore del manoscritto Vita della serva di Dio Maria Berlingieri, dato alle stampe nel 1881; riteniamo che abitasse nella casa di Via Mazzini, sormontata dall'architrave in pietra di Finale, che rappresenta l'Annunciazione (XVI secolo).

I Rosso, Rossi e Rosa.

Sono anch'esse famiglie ben note in Spotorno e affondano le loro radici nei vocaboli latini Rubeus, Rubei, Rubea. I Rosso, come i Rossi, risultano praticare la vita di mare, mentre i Rosa, pur vantando emigranti in California, sono più presenti come coltivatori diretti, mezzadri e commercianti.

Troviamo un Giuseppe Rosso, marinaio, che nel 1837 chiede il passaporto per Marsiglia; porta con sè i due figli di 13 e 11 anni, in qualità di mozzi.

In tempi più vicini a noi, siamo negli anni trenta, Giuseppe Rosso ricoprì la carica di Presidente dell'Azienda Autonoma di Soggiorno di Spotorno e ne divenne anche Podestà. Nel 1950 ritornò a Valparaiso, in Cile, con tutta la famiglia.

Le cronache raccontano ancora che i Berlingieri, i Rosso e i Magnone operavano a Buenos Aires con commerci e piccole aziende; mentre i Rosso, i Fazio e i Berlingieri svolgevano la professione di commercianti a Valparaiso. A San Francisco, in California, si erano stabiliti altre famiglie dei Rossi e dei Fazio e di due fratelli Magnone.

Infine, Andrea Saccarello, emigrò in Brasile nella prima metà dell'800 e Pietro Saccarello, nato a Rio Pardo, sempre in Brasile, risulta in vita nel 1908.

 

Cari lettori, forse susciteremo qualche rimprovero, per aver escluso, molte altre casate spotornesi meritevoli di attenzione, tuttavia ci riserviamo di ritornare sull'argomento, perché il nostro intento è anche quello di riscoprire un passato interessante e denso di avvenimenti, notizie e comportamenti di vita, utili per costruire un solido futuro.

 

nel trattare questo argomento abbiamo potuto necessariamente indicare solo alcune delle famiglie più antiche