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Lo sapete che il 23% della popolazione mondiale consuma l'80% delle risorse della Terra? Che ogni 20 minuti nel mondo scoppia una mina (un altro mutilato, spesso un morto)? Che il 90% delle vittime dei conflitti è rappresentato da popolazione civile? Che per un chilo di caffè da noi pagato 20.000 il contadino nicaraguense riceve solo 200 lire? Che il Mozambico per cancellare il suo debito estero dovrebbe usare tutti i proventi derivanti dalle esportazioni di 12 anni di fila? Che la sorte di quasi 400 milioni di europei è in mano a commissioni costituite da pochi individui per lo più consulenti di grandi multinazionali? Che...?

Purtroppo ci sono molti, troppi "che...". E a questo punto bisogna scegliere. Se vogliamo sostenere la distruzione del pianeta, il pericolo di guerre, l'oppressione, la corruzione, la negazione di una vera giustizia sociale, allora continuiamo pure ad assecondare questo sistema economico-politico.
Se invece vogliamo salvare il pianeta, se vogliamo far crescere la giustizia, la partecipazione, la non-violenza, allora dobbiamo prendere le distanze da questo sistema e imboccare la strada della solidarietà, dell'obiezione e del consumo critico.