Libertà per Vanunu!


"Mordechai Vanunu è divenuto un esempio morale che continua ad ispirare la gente di tutto il mondo che lotta per un controllo democratico di un militarismo senza freni volto allo sviluppo di armi ancor più pericolose"

parole di Fredrik S. Heffermehl, vicepresidente e membro del consiglio dell'International Peace Bureau, proponendo Vanunu per il Premio Nobel per la Pace 1998

 

Vanunu è un prigioniero di coscienza

Mordechai Vanunu è nato nel 1954 in Marocco, ed è emigrato con la sua famiglia in Israele nel 1963. In qualità di tecnico nucleare ha lavorato a partire dal 1976 presso il reattore di ricerca di Dimona nel Negev (il deserto meridionale d'Israele).
Nel corso degli anni constata l'illegalità internazionale e la pericolosità del progetto nucleare della base di Dimona e si incontra con numerosi pacifisti e antinucleari. Nella sua coscienza matura la decisione di rivelare la pericolosità del progetto, condotto all'insaputa della comunità internazionale e del parlamento israeliano, nonché in netta violazione dei trattati internazionali contro la proliferazione nucleare.

Nel settembre 1986 egli fornì al giornale britannico "The Sunday Times" delle informazioni segrete concernenti il programma nucleare militare di Israele. Queste informazioni, che riguardavano essenzialmente i materiali (soprattutto il plutonio) prodotti a Dimona e che dovevano permettere agli esperti di concludere che Israele era divenuto la sesta potenza nucleare mondiale, furono pubblicate il 5 ottobre 1986. Grazie al coraggio di Mordechai, dallo studio di alcune sue fotografie di laboratori segreti da parte di esperti, si giunse alla stima di 200 testate nucleari (nel 1986) disponibili dalle forze armate israeliane.
Vanunu ha sempre affermato di avere agito per motivi di coscienza, ritenendo che una questione così grave non doveva essere ignorata ma doveva essere resa oggetto di un dibattito pubblico.

Ancor prima della comparsa del suo articolo, il 30 settembre 1986 Vanunu venne catturato a Roma (in dispregio della sovranità italiana e delle leggi internazionali[*]) da alcuni agenti del Mossad, il servizio segreto israeliano, che l'avevano individuato in Inghilterra; quindi egli venne fatto partire segretamente per Israele dove venne imprigionato. Fino al novembre di quello stesso anno non si hanno più notizie di lui, poi arriva la notizia che è stato rapito, drogato e portato in Israele. La sua detenzione non fu resa pubblica che il 9 novembre 1986.

Il suo processo iniziò nell'agosto 1987, a porte chiuse, e di fronte al tribunale di Gerusalemme egli venne accusato di "complicità col nemico" e di "spionaggio aggravato". Venne riconosciuto colpevole dei due capi d'accusa e condannato, nel marzo 1988, a 18 anni di prigione. Questa sentenza fu confermata dalla Corte Suprema di Israele nel maggio 1989.


Sottoposto ad un trattamento "crudele, inumano e degradante"

A partire dall'inizio della sua detenzione Vanunu è stato rinchiuso nella prigione di Ashkelon, in una cella di isolamento. Non ha avuto il minimo contatto con altri prigionieri. Il suo accesso al mondo esterno si è limitato agli incontri col suo avvocato oltreché alle visite dei suoi familiari e a quelle sporadiche di un sacerdote anglicano (vista la sua conversione al Cristianesimo); queste visite e i relativi colloqui avvengono sotto strettissima sorveglianza.
È ben noto che mantenere in modo prolungato un detenuto in isolamento produce degli effetti devastanti, ed in parte irreversibili, sulle sue condizioni mentali. Un certo numero di questi effetti sono stati così descritti dal Dr. Rouhama Marton, presidente dell'associazione israeliana "Medici per i Diritti dell'Uomo": allucinazioni visuali e auditive, perdite di memoria, difficoltà di concentrazione, ossessioni, perdita d'orientamento nel tempo e nello spazio, angoscia, stati paranoici, depressione, disperazione, senso di spersonalizzazione... A loro volta questi problemi psichici si ripercuotono, talvolta gravemente, sulla salute fisica dei detenuti.

Vanunu si è appellato a più riprese di fronte ai tribunali israeliani contro le sue condizioni di detenzione. L'anno scorso egli ha fatto uno sciopero della fame per ottenere un cambiamento di queste condizioni. Nonostante questi tentativi ed i numerosi interventi esterni in suo favore (Amnesty ha definito "crudele, inumano e degradante" il suo trattamento), le autorità israeliane sino a questo momento si sono dimostrate inflessibili, nonostante l'isolamento prolungato violi chiaramente i trattati internazionali contro l'uso della tortura sottoscritti anche da Israele.



[*] Anche l'Italia ha la sua parte di vergogna. Secondo Vanunu stesso, nell'ottobre 1986 subito dopo l'intervista al Sunday Times, venne attirato con un trucco da Londra a Roma, dove fu narcotizzato e rapito dal servizio segreto israeliano, che evidentemente non volevano sgarbi al governo inglese ma non si preoccupavano di quello italiano. Valutazione corretta, visto che l'inchiesta sul rapimento fu affidata al sostituto procuratore Domenico Sica, politicamente vicino all'allora ministro degli esteri Giulio Andreotti, che rapidamente l'archiviò con la bizzarra tesi che non di vero rapimento si fosse trattato ma di una montatura orchestrata dai servizi segreti israeliani, complice Vanunu stesso.
Il caso ha persino provocato due decise mozioni di condanna da parte del Parlamento Europeo (non di quello italiano!) per l'evidente violazione della sovranità di uno Stato membro dell'Unione Europea.

"L'Italia mi ha deluso. Finora non ha mostrato al mondo che sa fare giustizia e non solo per me ma contro la vergogna delle armi nucleari nel mondo.", Mordechai Vanunu

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Per maggiori informazioni riguardo Mordechai Vanunu e la Campagna Internazionale per il suo rilascio, visita i seguiti siti web:
www.nonviolence.org/vanunu
www.vanunu.freeserve.co.uk

Chi intendesse aderire alla campagna è pregato di scrivere a:
Paolo Farinella paolof@dm.unipi.it
Dip. di Matematica, Univ. di Pisa
Via Buonarroti 2
56127 Pisa

Chi vuole può scrivere direttamente a Mordechai:
Mordechai Vanunu
Askehelon Prison - P.O. Box 17
Askhelon - 78100 - Israel
(Ricordatevi peraltro che la sua corrispondenza viene censurata e che potrebbe non essere in grado di rispondere)