Jeremy Rifkin

“La salute richiede

consapevolezza dei diritti umani di base

e della possibilità di orientare i cambiamenti

all’interno del sistema di servizi sanitari

in modo da renderlo rispondente

 ai bisogni primari della popolazione”

Sunil Deepak - Dir. Scient. AIFO

 

SCUOLA DI SOLIDARIETA’ 2001-2002

Un altro mondo è possibile

Riflessioni, approfondimenti, prospettive sulla globalizzazione

 

   Scuola di Solidarietà – 7° incontro

Lunedì 8 APRILE 2002 ore 20,45

Saluzzo - Corso Piemonte 56  

 “GLOBALIZZAZIONE E SALUTE”  

intervento di Beppe Costa

SALUZZO – “Investire in salute per produrre sviluppo” è il messaggio che il dott. Beppe Costa, epidemiologo, ha lanciato lunedì 8 aprile alla platea della Scuola di solidarietà di Saluzzo, intervenendo sul tema “Globalizzazione e salute”. Tracciando un quadro dei profili di salute nel XX secolo, il medico saluzzese, docente di sanità pubblica presso la facoltà di medicina di Torino, ha evidenziato il miglioramento della speranza di vita legato all’aumento della ricchezza media ed alle nuove libertà acquisite in campo lavorativo, nel controllo delle nascite e più in generale nel comportamento degli individui.

Peccato che questo non avvenga in modo uguale per tutti: ben diversa, infatti, rispetto all’Occidente, è la situazione dei Paesi sottosviluppati dove non è la povertà a generare la malattia ma la malattia e creare povertà ed ecco perché è necessario e conveniente (anche per i Paesi ricchi) investire in salute nei Paesi poveri.

Ma cosa c’entra la globalizzazione con la salute? Il dott. Costa ha identificato il neoliberismo come sistema globalizzante ed ha elencato gli effetti che esso produce in termini di diseguaglianze di reddito, di contrazione della coesione sociale e di peggioramento delle condizioni di vita. Con l’ausilio di alcuni grafici ha dimostrato che alla crescita del reddito pro capite corrisponde un aumento del livello di salute. Fino ad un certo punto, però, oltre il quale non è più la crescita del reddito ad influire sulla salute bensì l’equa distribuzione della ricchezza: «Solo le nazioni ricche che sanno distribuire eguaglianza in campo sanitario riescono a migliorare la salute dei cittadini» come accade nei Paesi scandinavi, ad esempio, ma non negli Stati Uniti e nel Regno Unito.

Parlando di globalizzazione e salute il relatore ha distinto una dimensione culturale caratterizzata da aspetti positivi riguardanti l’alimentazione, la fertilità ed altri negativi (abuso di sostanze, tabacco,…); una dimensione scientifica legata alla maggiore disponibilità di farmaci (ma non per tutti); una economico-sociale che vede affermarsi l’idea dell’ingresso dei servizi sanitari sul mercato, con tagli alla spesa sanitaria ed aumento delle diseguaglianze, mentre le forti migrazioni hanno conseguenze in termini di salute positive per i Paesi ospiti, negative per i Paesi di origine (ai quali sottraggono popolazione sana). Non si deve trascurare, infine, la dimensione ambientale caratterizzata da cambiamenti climatici che producono molteplici effetti sulla salute sia diretti che indiretti.

Nell’ambito della dimensione economico sociale del rapporto tra globalizzazione e salute il dott. Costa si è soffermato in particolare sul ruolo degli accordi commerciali internazionali guidati dalla filosofia secondo cui “i mercati aperti ottimizzano il benessere”. Un principio, ha aggiunto il relatore, che finisce per mettere in conflitto i mercati con le politiche sanitarie: risulta scorretto, infatti, confrontare soltanto i prodotti e non le tecniche di produzione, né tenere conto degli standard di sicurezza dei lavoratori e della sicurezza dei consumatori.

Tra gli aspetti più critici evidenziati dal medico saluzzese c’è indubbiamente la libertà nella produzione di farmaci ed alcuni passi sono stati fatti nella direzione di autorizzare, da parte dei detentori dei brevetti, la produzione di medicine essenziali nei Paesi poveri e a costo modesto. Soluzione questa che risolve il problema del costo eccessivo e non sostenibile per i Paesi poveri, ma che non influisce sull’altro grande problema. «Solo il 5% della ricerca è rivolto al 95% dei problemi di salute della popolazione mondiale. E viceversa». La ricerca investe laddove è redditizio: questo significa che accanto a malattie presenti in tutti i Paesi (ricchi e non) quali morbillo, epatite, diabete, emofilo, per le quali la ricerca è “buona”, ci sono le cosiddette malattie dimenticate (pochi casi nei Paesi ricchi, molti in quelli poveri, malaria ed Aids ad esempio) alle quali corrisponde poca ricerca e le malattie molto dimenticate (presenti soltanto nei Paesi poveri).

La malattia non più come oggetto della povertà, dunque, ma come ostacolo allo sviluppo dei Paesi. Un ostacolo che i Paesi ricchi potrebbero impegnarsi a rimuovere promuovendo programmi volti ad esempio a offrire un livello minimo di assistenza per far fronte alla mortalità evitabile. Bastano 14 dollari pro capite nei paesi a basso reddito, 22 dollari nei Paesi più poveri (contro i 1000-1.200 dollari che si spendono in Italia; i 2 mila dollari degli Usa).

Questione di giustizia verso le popolazioni dei Paesi poveri ed anche, perché no, di convenienza per i Paesi ricchi, perché gli effetti delle diseguaglianze potrebbero essere molto più costosi e difficili da arginare.

susanna agnese


SCUOLA DI SOLIDARETA’  
SEDE c/o Caritas Diocesana, c.so Piemonte 56, Saluzzo (CN)

TEL. 0175 46367  E-MAIL caritas@saluzzo.chiesacattolica.it


IL CORSO é organizzato dall’Osservatorio, gruppo promosso da Caritas e Centro missionario diocesano di Saluzzo, e prevede nove incontri da ottobre a giugno sul tema della globalizzazione.

Gli incontri, aperti al pubblico (è richiesto un contributo di iscrizione di L. 20.000 che dà diritto a ricevere le dispense con la trascrizione degli interventi), si terranno presso il salone della Curia Vescovile di Saluzzo, in corso Piemonte 56,  il primo lunedì di ogni mese alle ore 20,45.

Come si deduce dal programma si toccheranno numerosi aspetti della globalizzazione; gli esperti, alcuni dei quali si avvalgono di esperienze internazionali, sono qualificati nelle discipline oggetto delle serate.

“Un altro mondo è possibile” è il titolo dell’iniziativa, rivolta a ogni persona che vuole dare alla pace contenuti di solidarietà e giustizia.

INCONTRI GIA' SVOLTI

1° OTTOBRE: Globalizzazione e futuro del mondo; interventi di mons. Diego Bona e Massimo Toschi

5 NOVEMBRE: Globalizzazione e disuguaglianze; intervento di Renzo Dutto

3 DICEMBRE: Economia alternativa in un mondo globalizzato; intervento di Nanni Salio

7 GENNAIO: La pace in un mondo globalizzato, intervento di Enrico Peyretti

4 FEBBRAIO: Globalizzazione e immigrazione; intervento di Fredo Olivero

4 MARZO: Globalizzazione e relazione sociale; intervento di Claudio Mondino

 

I PROSSIMI INCONTRI (ore 20,45 in corso Piemonte 56 a Saluzzo)

8 APRILE: Globalizzazione e salute; intervento di Beppe Costa

6 MAGGIO: Globalizzazione e Europa; intervento di Franco Chittolina

SABATO 8 GIUGNO: Globalizzazione e politica; intervento di Raniero La Valle DATA VARIATA !!!


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