SCUOLA DI SOLIDARIETA’ 2001-2002

Un altro mondo è possibile

Riflessioni, approfondimenti, prospettive sulla globalizzazione

 

   Scuola di Solidarietà – 9° incontro

Sabato 8 giugno 2002 - Comunità Mambre - Busca  

“La democrazia non esiste più.

                                Occorre ricominciare a costruirla dal piccolo  aggregato umano,

 il quartiere, il paese, il  comune, senza delegare nessuno al proprio posto,

                          ma allargando l'obiettivo fino a livello internazionale"

Raniero La Valle

 

“GLOBALIZZAZIONE E POLITICA”

intervento di Raniero La Valle

BUSCA – «Siamo a una stretta messianica» ha detto Raniero La Valle sabato 8 giugno, chiudendo a San Martino di Busca il ciclo di incontri della Scuola di solidarietà. È drammatica l’analisi della situazione mondiale presentata dal magistrato, giornalista e uomo politico (per quattro volte parlamentare con la Sinistra indipendente) chiamato ad approfondire l’intreccio tra “Globalizzazione e politica”.

La Valle comincia elencando una serie di cose “mai accadute prima”, tutte nel segno della divisione: «Assistiamo ad un indurimento dell’America, che non si era visto neppure ai tempi del Vietnam, quando la società americana non era tutta compatta, si avvertiva una spinta pacifista, c’erano le lotte per i diritti civili. L’America di oggi è inedita, non si era mai vista questa spietatezza, considerata giusta, accettata, difesa, convalidata».

“O con noi o contro di noi” è diventato il suo motto, in una divisione manichea tra americani (buoni) e non americani (cattivi) consacrata anche dalla legge con l’istituzione di Tribunali speciali militari, riservati ai non americani, che accordano all’imputato meno diritti e prevedono giudizi più sommari..

A ruota segue l’”indurimento” di Israele, impegnato a “liquidare” la questione palestinese. «Il vero obiettivo non é la pura e semplice espulsione dei palestinesi e neppure la spartizione della terra tra israeliani e palestinesi, ma la presenza palestinese inglobata in una entità più vasta intesa come “Terra d’Israele”». Una soluzione che il prof. La Valle non esita a definire una forma sottile di apartheid, volta a precludere ai palestinesi la loro sovranità. Israele è consapevole che i palestinesi non potranno mai accettare queste condizioni, se non per la disperazione.

Ed il copione che si sta realizzando sotto gli occhi del mondo è proprio questo: la disperazione dei palestinesi, con la variabile imprevista dei kamikaze, i suicidi che uccidono.

Il processo di indurimento, però, investe anche l’Europa dove il modo di vivere è sempre più basato sull’esclusione degli “altri”, sulla distinzione tra noi e gli extracomunitari, tra i cittadini ai quali non vengono richieste le impronte digitali e quelli che invece dovranno rilasciarle…

Quarto ed ultimo elemento di questo processo è, secondo Raniero La Valle, la distruzione della macchina più importante costruita dall’uomo dopo lo “Stato”: «L’Onu non esiste più, la Nato fa ciò che l’Onu dovrebbe fare, gli Usa dicono ciò che l’Onu non dice».

La vera occasione che la politica non ha saputo (o meglio voluto) cogliere risale al 1989 quando, con la fine della guerra fredda e dei due blocchi, avrebbe potuto prendere coscienza dell’insostenibilità della vita di tutti gli uomini e donne della terra secondo lo stile dei ricchi. Se la politica fosse l’arte di organizzare la vita comune, di tutti gli uomini, avrebbe dovuto analizzare le risorse disponibili, decidere come distribuirle e cosa produrre. «Questo non si fa perché c’è un vincolo: occorre salvaguardare ricchezza, beni e livello di vita di chi già li possiede. Ma dentro questo vincolo non c’è spazio per tutti. Perciò si decide che in questo mondo ci siano sazi e affamati, che ci sia chi si cura e chi non si cura, chi è occupato e chi è un esubero.  Non è un caso dunque, ma è stato pensato così perché non lo si è voluto pensare in altro modo».

E in questo mondo dove su 6 miliardi di individui uno soltanto è appagato, la guerra non può essere fuorilegge, anzi diventa lo strumento indispensabile per difendere i privilegi della minoranza ricca. «E per dare una ragione alla guerra l’Occidente costruisce lo “scontro di civiltà”. Fu enunciato alcuni anni fa da un esperto americano di politica estera: si pensò ad una previsione, mentre era in realtà una linea politica».

La vera alternativa alla situazione attuale, dice La Valle, non sta sul piano militare o della forza: «Bisogna cambiare il modo di pensare il mondo. Non dobbiamo accettare la secessione di una parte dell’umanità  che non riconosce più l’unità della famiglia umana. Badate che questa non era un utopia, ma un traguardo al quale eravamo già arrivati. Questa battaglia può sembrare perdente nell’immediato ma non lo è in assoluto».

E la “stretta messianica” di cui si diceva non è tanto “attesa del messia”, quanto piuttosto l’attesa del prorompere di valori messianici; in questo senso i movimenti cosiddetti “no global” costituiscono una forma di resistenza alle forze di distruzione, un movimento frenante della deriva in atto. E la loro parola d’ordine “un altro mondo è possibile” (che è anche il titolo scelto dalla Scuola di solidarietà per gli incontri di quest’anno) è l’affermazione messianica per eccellenza.

susanna agnese


Raniero La Valle Laureato in legge, magistrato, aderente al Tribunale Clark italiano. È stato Direttore del Popolo con Aldo Moro e di Avvenire d'Italia al tempo del Concilio; giornalista televisivo, senatore della Sinistra Indipendente per quattro legislature; ha partecipato con don Tonino Bello alla "Marcia pacifica dei 500" nella Sarajevo assediata. Ha promosso iniziative, comitati e convegni per la pace; ha diretto dal '78 al '94 la rivista Bozze. Ha scritto molti articoli ed alcuni libri: Dalla parte di Abele (1971), Fuori dal campo (1978), Marianella e i suoi fratelli (con Linda Bimbi, 1983), Pacem in terris - L'enciclica della liberazione (1987).


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