Discriminazioni verso gli ebrei: i Ghetti

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In passato i quartieri ebraici si crearono spontaneamente dalle comunità israelitiche della Diaspora sia nei paesi cristiani che in quelli mussulmani. Nei paesi cristiani molti concili avevano fatto divieto alla popolazione di abitare insieme agli ebrei per non mettere in pericolo l'integrità della fede ma i ghetti come quartieri obbligatori per gli ebrei sorsero nel XVI sec. in Italia diffondendosi poi in tutta l'Europa. Il primo fu istituito a Torino, il secondo e più famoso fu istituito dal Governo della Serenissima Repubblica di Venezia, il 29 marzo 1516 (Giudecca), in una zona chiusa da cancelli e controllata da guardie dove gli Ebrei dovevano abitare (senza essere proprietari delle case) e dalla quale non potevano uscire dal tramonto all'alba. Ancora oggi si possono vedere i segni dei cardini di quei portoni.
In quel tempo gli Ebrei avevano il permesso di esercitare solo alcune professioni tra le quali quella di medico, in quanto erano preparati e abili essendo in grado di studiare testi scritti in arabo, prestatori di denaro, perchè ai cattolici era vietato dalla loro religione, mercanti e " strazzarioli ", cioè venditori di stracci. Il Ghetto continuò ad esistere come tale per oltre due secoli e mezzo, fino quando nel 1797 Napoleone conquistò Venezia eliminando definitivamente ogni cancello: gli Ebrei furono così riconosciuti liberi di andare a vivere in altre zone della città.

Le teorie razziste assunsero una rilevanza politica nel XIX sec. quando cominciò a diffondersi il mito della razza "ariana". L'intolleranza contro i non ariani inizialmente si esplicò a livello politico e sociale con l'intenzione di escludere dalla società i "diversi" promulgando le "leggi razziali" e favorendo la creazione dei ghetti, quartieri destinati a confinare gli ebrei. I ghetti divennero come una piccola città nella città, spesso recintata da muri o filo spinato, in parte autosufficiente (spesso al limite della sopravvivenza) dove gli ebrei una volta confinati furono utilizzati dai nazisti come mano d'opera a basso costo; il ghetto è un luogo dove è facile controllare la comunità da parte dei nazisti, la parvenza di libertà durò fino a quando giunsero a progettare l'eliminazione fisica delle "razze inferiori".


Ebrei del ghetto di Varsavia

I ghetti sorsero nelle maggiori città europee, gli ebrei residenti furono costretti dai provvedimenti nazisti a ottemperare a divieti e regole: esporre la stella di David sui vestiti, divieto di possedere radio, telefoni, usare mezzi pubblici, confisca di beni e attività commerciali. Il controllo delle SS o delle autorità naziste era pressante per prevenire l'associazione e la formazione di gruppi eversivi, di fatto si traduceva in angherie, saccheggi e violenze in particolare contro quelle persone che diventavano punti di riferimento per gli ebrei del ghetto.

I ghetti diventarono, con l'aggravarsi della situazione, quartieri lager, dove però rimaneva una parvenza di libertà e autonomia, fu proprio questa possibilità di movimento che permise di organizzare l'eversione: le case divennero rifuggi per coloro che erano ricercati dai nazisti, cantine e soffitte furono in parte occultate per nascondere viveri e uomini, si organizzarono vari movimenti di resistenza.

Il Ghetto di Varsavia
La città di Varsavia tra il 1918 e il 1939 in Europa ospitava la più alta concentrazione di ebrei rispetto al numero di abitanti, superata solo da New York in scala mondiale, il ghetto, arrivò nel periodo del maggiore addensamento (primavera 1941) a circa 450 mila abitanti. La concentrazione di ebrei aumentò a causa di forzati trasferimenti, dai territori polacchi inclusi al Reich ma fu crescente anche la mortalità nel ghetto dovuta al peggiorare delle condizioni di vita. Dall'ottobre 1939 fino alla metà dell'anno 1942 morirono principalmente di fame e a causa delle malattie epidemiche, all'incirca 100 000 ebrei, ossia uno ogni quattro abitanti del ghetto. A Varsavia la prima azione di eliminazione iniziò nel luglio del 42 coinvolgendo migliaia di ebrei che furono condotti nei campi di concentramento (Treblinka). Tale situazione fu combattuta con forme di autodifesa, contrattacchi e resistenza della popolazione ebrea, quello che si faceva un po in tutti i ghetti fu organizzata in maniera particolarmente rilevante a Varsavia. La gente del ghetto nella prima fase dell'occupazione nazista (periodo dello sterminio indiretto: causato dalla oppressione esistenziale degli occupanti il ghetto) oppose una forte resistenza alle azioni distruttive dell'occupante combattendo disperatamente per l'esistenza, tale lotta non era aperta ma si svolgeva in clandestinità. Nei quartieri ebraici chiusi si verificarono processi analoghi o simili a quelli che avevano luogo dall'altra parte del muro, nel mondo clandestino del ghetto si sviluppò una attività economica e sociale in contrapposizione a tutti i divieti nazisti. I divieti hitleriani vennero violati sia dentro che oltre il muro del ghetto con una disobbedienza comune e azioni di resistenza civile ispirate o comandate dalla cospirazione.
Nella primavera del 1943 scoppiò nel ghetto un'eroica e disperata insurrezione. Dopo trenta giorni di combattimnto solo un pugno di uomini sopravvisse nelle fogne e negli scantinati del quartiere raso al suolo.

Il Ghetto di Cracovia
Il 3 marzo 1941 venne creato il ghetto di Cracovia, a sud della città. Il 20 marzo il ghetto, che misurava 600 metri per 400 venne circondato da mura e da filo spinato. Vi furono concentrati gli ebrei della città e quelli rastrellati nei vicini villaggi.
Alla fine del 1941 nel ghetto erano concentrate 18.000 persone in gran parte utilizzate come mano d'opera per le aziende del comprensorio.
Il 19 marzo 1942 i nazisti diedero il via alla "Intelligenz Aktion" cioé l'arresto e l'assassinio di tutte le persone considerate come punti di riferimento per la comunità ebraica. A metà del '42 cominciò l'esodo forzato degli ebrei nei campi di sterminio (Belzec e Auschwitz).
In seguito il ghetto fu ristretto e diviso in Area A e Area B, il 13 marzo '43 gli abitanti dell'Area A furono trasferiti al campo di Plaszow: il film di Spielberg "Schindler's List" narra la storia di Oskar Schindler che salvò a Cracovia più di 1000 ebrei utilizzandoli in una sua fabbrica "di copertura".


Gli ebrei si trasfericono all'interno del ghetto di Cracovia

Il Ghetto di Lublino
Nella Polonia orientale, occupata dai nazisti, a Lublino si decise di concentrare migliaia di ebrei sia della città e dei paesi circostanti, sia deportati dai territori della Polonia e della Germania. Fu progettata una "riserva" dove la concentrazione dei deportati sarebbe dovuta arrivare a due milioni di persone. Le difficoltà di concentrare una tale popolazione fece abbandonare il piano iniziale di "riserva giudaica" per optare per la creazione del ghetto.
I nazisti previdero la creazione del consiglio ebraico, lo Judenrat, come era consueto fare anche negli altri ghetti, lo scopo reale non era quello di dare autonomia agli ebrei ma di "imporre" una collaborazione, facilitare la creazione di liste di lavoratori e responsabilizzare il controllo sulle attività sovversive. Gli ebrei del ghetto avevano l'obbligo di cucire ed esporre la stella di David nei loro vestiti. Spettò allo Judenrat nell'estate del 1940 la compilazione delle liste di ebrei da inviare ai campi, l'alternativa fu quella di organizzare attività lavorative utili in modo da preservare più lavoratori possibili. Il ghetto di Lublino ebbe a causa delle scarse condizioni igieniche una epidemia di tifo nell'estate del 1941 che decimò gli ebrei del ghetto, anche a seguito di ciò i tedeschi diedero il via alle deportazioni, nel 1942, oltre trentamila ebrei furono evacuati verso il campo di concentramento di Belzec, alcuni di questi furono uccisi tra i boschi circostanti la città.
Il ghetto ridotto a 4.000 persone fu spostato in un quartiere periferico della città, qui le selezioni continuarono specialmente per quelli che non potevano dimostrare di avere un lavoro utile. Il Judenrat già dimezzato perse totalmente d'importanza, tra il 42 e il 48 quasi 1000 degli ebrei sopravvissuti fino allora furono inviati ai campi di sterminio tra cui Majdanek e Belzec. L'Armata Rossa entrò a lublino il 24 luglio 1944 ma nessun ebreo rimase vivo poichè i nazisti prima di ritirarsi sterminarono i sopravvissuti.

Il Ghetto di Lodz
La città di Lotz fu occupata dall'esercito tedesco nel settembre 1939, immediatamente vennero attuate tutte le leggi antiebraiche già emanate fino allora. La persecuzione fu brutale: furono incendiate e saccheggiate sistematicamente tutte le sinagoghe e i negozi di ebrei, furono confiscati beni e abitazioni e cominciarono le deportazioni ai campi di concentramento. Nella città di Lodz fu imposto agli ebrei l'uso di un bracciale con la stella di david che fu poi sostituito con la stella cucita sui vestiti, gli ebrei che non si adeguarono al contrordine vennero immediatamente arrestati.
Il Ghetto fu creato tra il dicembre del 39 e l'aprile del 40, vi confluirono più di 160.000 persone in un area di pochi chilometri quadrati divisa in tre aree collegate da ponti di legno. Alla fine del 1942 tra nuovi arrivi e nascite la popolazione ammontava a oltre 200.000 persone.
La massa di lavoratori ebrei fu impiegata in 96 fabbriche che ottennero livelli di produzione incredibili dovuti alla necessità di giustificare l'indispensabilità dei lavoratori ebrei che altrimenti finivano deportati nei campi di sterminio. Lo Judenrat creò un apparato burocratico con 1.300 impiegati, si fecero scuole elementari, 5 ospedali e un servizio di polizia ebraica.

 

Di fatti tutto questo non servì a salvare dallo sterminio migliaia di ebrei inabili al lavoro. Diversi raid furono eseguiti tra il 40 ed il 42, furono rastrellati o inseriti il liste direttamente dallo judenrat ebrei anziani e bambini, uomini ricoverati negli ospedali e tutti coloro che per vari motivi non sembravano adatti al lavoro. Tra gennaio e maggio del 42 furono trasferiti a Chelmno 55.000 ebrei e 5.000 zingari. Nel maggio del 1944 gli ebrei sopravvissuti nel ghetto erano 77.000 di questi la maggior parte fu deportata ad Auschwitz dove trovò la morte.

Con l'avanzata dei russi, i tedeschi trasferirono 600 dei 1.200 sopravvissuti in fabbriche smantellate dal ghetto e ricostruite in Germania. I restanti ebrei furono salvati dai russi che entrarono a Lodz il 19 gennaio 1945.

Il Ghetto di Lvov
Tra il 25 ed il 27 luglio 1941 a Lvov venne commesso un orribile pogrom (tumulto popolare) nel quale morirono 2.000 ebrei. Cacciati casa per casa gli uomini vennero uccisi o bastonati, le donne come nelle sequenza di foto a fianco brutalizzate e violentate. L'intero pogrom venne filmato dagli uomini delle SS appartenenti all'Einsatzgruppe C che avevano organizzato il massacro.

Lvov (oggi in Ucraina) allo scoppio della Seconda guerra mondiale contava 340.000 abitanti di cui un terzo ebrei. Nell'accordo tra nazisti e russi per la spartizione della Polonia Lvov ricadeva nella sfera di influenza sovietica i quali avviarono una azione di immediata comunistizzazione della vita economica e sociale. A Lvov confluirono più di 100.000 ebrei in fuga dalla Polonia nazista ma i sovietici reagirono espellendo un notevole numero di ebrei in Siberia. Il 22 giugno 1941, i tedeschi attaccarono l'Unione Sovietica e circa 10.000 ebrei fuggirono con le truppe russe in ritirata, il 30 giugno i tedeschi entravano a Lvov e l'Einsatzgruppe C organizzò immediatamente un pogrom, gli ebrei furono accusati di collaborazione con i russi nell'uccisione di alcuni prigionieri politici ucraini, per quattro giorni gli ebrei vennero massacrati dagli ucraini e dai tedeschi, ne morirono 4.000. Tra il 25 ed il 27 luglio 1941 scoppiò un secondo pogrom nel quale vennero uccisi altri 2.000 ebrei. Nell'agosto 1941 i tedeschi ordinarono la costituzione di uno Judenrat e la consegna di 20 milioni di rubli, una cifra enorme. Vennero presi ostaggi che furono uccisi perché il pagamento non fu puntuale, le proprietà ebraiche vennero saccheggiate e confiscate, le sinagoghe incendiate, i cimiteri distrutti. A settembre venne creata una polizia ebraica destinata ad eseguire gli ordini dei tedeschi, il presidente dello Judenrat, J. Parnes venne assassinato alla fine di ottobre perché rifiutatosi di collaborare alla evacuazione degli ebrei trasferiti nel campo di concentramento di Janowska. L'8 novembre 1941 venne istituito il ghetto e gli ebrei vi vennero insediati, tra violenze inaudite, entro il 15 dicembre successivo. Durante l'inverno i tedeschi organizzarono squadre di lavoro ebraiche da inviare in campi di lavoro coatto. Nel marzo 1942 venne ordinato allo Judenrat di preparare una lista di ebrei da inviare all'est: vennero consegnati 15.000 ebrei che vennero immediatamente deportati verso il campo di concentramento di Belzec, altri 8.000 ebrei vennero deportati nel campo di concentramento di Janowska dove vennero uccisi. Ad agosto 1942 venne lanciata una Aktion di rastrellamento: altri 50.000 ebrei vennero inviati a Belzec. Nel settembre 1942 tutti gli ebrei vennero concentrati in un'area più piccola, dirigenti e impiegati dello Judenrat vennero impiccati. I tedeschi nominarono capo del ghetto Eduard Eberson. A novembre si svolse un'altra Aktion: circa 6.000 ebrei "inabili al lavoro" vennero inviati ai campi di sterminio. Nel gennaio del 1943 il ghetto venne ufficialmente trasformato in Julag "campo di lavoro ebraico" e altri 10.000 ebrei vennero uccisi perché privi di permessi di lavoro. Alla fine di gennaio venne sciolto lo Judenrat e numerosi componenti assassinati. Il 17 marzo altri 15.000 ebrei vennero uccisi e 8.000 inviati ad Auschwitz. Il 1° giugno 1943 i nazisti decisero di liquidare definitivamente il ghetto. Quando le SS e i collaborazionisti ucraini entrarono nel ghetto furono accolti dal lancio di bottiglie incendiarie. Nove tra ucraini e tedeschi vennero uccisi. I tedeschi reagirono incendiando uno ad uno i palazzi del ghetto, nel corso dell'operazione vennero catturati 7.000 ebrei ed altri 3.000 furono uccisi sul posto. Il 2 giugno l'operazione terminò con la distruzione del ghetto.

 Fonti: www.olokaustos.org
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