Campi di concentramento: Auschwitz - Polonia |
Fughe di notizie da Auschwitz
I più completi resoconti su quanto si svolgeva dentro al campo di Auschwitz-Birkenau furono resi in occasioni diverse da 5 fuggitivi. Questi si erano trovati nella condizione di conoscere i meccanismi di funzionamento della vita e della morte nel campo perché 4 di essi avevano svolto funzioni di scritturale (Blockschreiber) in diversi blocchi del campo e uno di loro aveva ricoperto la posizione di anziano del blocco (Blockaeltester).
I rapporti sono tre, uno stilato dal Maggiore dell'esercito polacco Jerzy Tabeau, fuggito il 19 novembre 1943, uno stilato da due ebrei slovacchi, Rudolf Vrba (nome originario Walter Rosemberg) e Alfred Wetzler, fuggiti insieme il 7 aprile 1944, un altro stilato da Arnost Rosin e Czeslaw Mordowicz, slovacco il primo, polacco il secondo, fuggiti insieme il 27 maggio 1944.
Walter Rosemberg (Rudolf Vrba) e
Alfred Wetzler, rinchiusi ad Auschwitz dalla metà del 1942, il 7 aprile del
1944, riuscirono a fuggire in maniera rocambolesca dal campo. Rimasero nascosti
sotto una pila di legname nel settore BIII di Birkenau, chiamato Mexico, per tre
giorni consecutivi, mentre gli SS del campo erano alla loro caccia armati e
accompagnati da cani.
Dopo 18 giorni di un viaggio
disperato, il 25 aprile i due fuggitivi raggiunsero la cittadina di Zilina in
Slovacchia, dove riuscirono a mettersi in contatto con notabili ebrei in
clandestinità. Il 27 avevano già preparato un rapporto scritto. Era stato
chiesto loro di redigerlo separatamente in due stanze diverse. Così fu fatto.
Alla fine i due memorandum furono riuniti in un unico testo in 60 pagine
dattiloscritte, parzialmente in slovacco, parzialmente in tedesco.
Il rapporto riguardava ciò che
accadeva dentro a Auschwitz, non solo in base a ciò che essi avevano visto
personalmente, ma anche in base alle notizie che per mesi avevano raccolto da
altri detenuti, compresi membri del Sonderkommando.
All'epoca della loro fuga, molte
notizie sul genocidio degli ebrei erano giunte in Occidente, e già a partire
dall'estate del 1942, ma ad Auschwitz non si era prestata grande attenzione. Il
loro fu il primo dettagliato resoconto sul meccanismo dello sterminio di massa
applicato dentro a Birkenau, luogo fino ad allora quasi totalmente ignoto agli
osservatori occidentali.
Essi descrissero il campo, la sua
planimetria, i suoi impianti di sterminio, l'organizzazione interna e il
servizio di sorveglianza, il sistema della numerazione dei detenuti, la vita di
ogni giorno, le reazioni degli SS alle fughe dei prigionieri, le selezioni
iniziali sulla banchina di arrivo (le rampe), le selezioni interne, le
punizioni, le uccisioni, le gassazioni.
Non riuscirono a dare il numero esatto delle
vittime ma solo una stima approssimativa: 1.765.000 ebrei tra l'aprile del 1942
e l'aprile del 1944 (valutazione risultata troppo alta secondo gli ultimi
studi).
Il proposito del rapporto fu di
avvertire il mondo occidentale ed indurlo ad intervenire. Entro la fine di
aprile del 1944, raggiunse i leader delle comunità ebraiche a Bratislava e a
Budapest.
In Ungheria, dove dal 15 maggio erano
iniziate le massicce deportazioni verso Auschwitz, il rapporto iniziò a
circolare solo nel giugno successivo, mentre in Slovacchia esso fu subito
conse-gnato dai due leader, il rabbino Michael Dov Weissmandel e Gisi
Fleischmann, a Giuseppe Burzio, l'Incaricato d'Affari Vaticano a Bratislava.
Sembra che Monsignor Burzio abbia mandato il rapporto in Vaticano il 22 maggio
del 1944 ma che questo raggiunse la destinazione solo alla fine di
ottobre.
Un'altra copia del rapporto
Vrba-Wetzler, inviato tramite la resistenza slovacca, raggiunse Jaromir Kopecki,
rappresentante diplomatico del governo slovacco in esilio di stanza in
Svizzera.
Il messaggio raggiunse il segno,
Kopecki si mise subito in contatto con Fritz Ulmann, rappresentante dell'Agenzia
Ebraica e con il segretario del Congresso Mondiale Ebraico Gerhart Riegner, a
Ginevra. Nello stesso tempo fece pervenire il rapporto, come richiesto da
Weissmandel e Fleischmann, assieme alla loro lettera datata 22 maggio 1944, al
rabbino Shoenfeld di Londra.
La distruzione dell'ebraismo
ungherese era ormai inesorabilmente in corso, egli incluse nel messaggio i
suggerimenti dei due leader slovacchi: 1) che il Foreign Office informasse gli
altri governi alleati, soprattutto quelli che avevano loro cittadini rinchiusi
nel campo e che indirizzasse un ammonimento ai tedeschi e agli ungheresi secondo
cui i tedeschi che erano nelle mani dei gover-ni Alleati avrebbero subito delle
ritorsioni, 2) che si bombardassero i crematori, distinguibili dalle alte
ciminiere e dalle torrette di guardia, 3) che si bombardassero le maggiori vie
di comunicazione tra la Slovacchia e l'Ukraina sub-carpatica, 4) che si usasse
il rapporto per una larga campagna di sensibilizzazione, senza citarne la fonte,
5) che si rendessero pubblici gli ammonimenti ai tedeschi e agli ungheresi, 6)
che si chiedesse al Vaticano di pronunciare una dura condanna pubblica, 7) che
il Foreign Office informasse il Congresso Mondiale Ebraico e l'Agenzia Ebraica
di Londra.
Il 26 maggio, Kopecki, mandò un
estratto del rapporto anche al governo cecoslovacco in esilio a Londra
aggiungendovi la testimonianza di un terzo transfuga da Auschwitz, Jerzy Tabeau,
un ufficiale dell'esercito polacco che il 19 novembre del 1943 precedente era
riuscito ad evadere con l'assistenza della Resistenza del campo. Assieme ad un
compagno di prigionia, Roman Cieliczko, era riuscito a raggiungere il
Governatorato Generale. A Zakopane, Cieliczko si era congiunto con una unità
partigiana, mentre Tabeau aveva proseguito verso Cracovia dove era entrato in
contatto con la combattente antinazista Teresa Lasocka-Estreicher. Questa,
attivamente coinvolta nell'aiuto ai detenuti di Auschwitz, era in contatto con
la Delegazione locale del Governo polacco in esilio a Londra. A Cracovia, in
dicembre, Tabeau stese il suo rapporto su Auschwitz-Birkenau.
Kopecki si mise poi in contatto,
assieme a Riegner, sia con il rappresentante a Londra del War Refugee Board, sia
con il Comitato della Croce Rossa Internazionale. Questa volta Kopecki fu in
grado di dare notizie anche delle tragiche deportazioni dall'Ungheria, iniziate
il 15 maggio che il rapporto Vrba-Wetzler non dava perché precedente a tale
avvenimento.
In effetti due altri ebrei erano
riusciti a fuggire da Auschwitz il 27 maggio e avevano raggiunto la Slovacchia
il 6 giugno 1944 rifacendo lo stesso percorso di Vrba e Wertzler. Erano il
polacco Czeslaw Mordowicz e il cecoslovacco Arnost Rosin che dettero un
resoconto dei primi arrivi degli ebrei ungheresi e della loro uccisione di
massa. Essi si incontrarono con Vrba e Wetzler nel loro rifugio a Liptovsky
Svaty Mikulas, ai piedi dei monti Tatra. |
Il 4 luglio 1944, questi rivolse un appello ai governi alleati per un intervento diretto con ammonizioni alla Germania, in favore di bombardamenti sui crematori di Auschwitz e sulla linea ferroviaria. La risposta del Foreign Office, del 29 luglio, alla nota cecoslovacca, dopo consultazione con gli Stati Uniti, fu l'assicurazione che "erano state prese tutte le misure necessarie per il salvataggio delle vittime", misure che però corrispondevano soltanto all'impegno nel portare avanti la guerra con successo.
I rapporti dettero origine a una relazione pubblicata a Washington a cura dell'Executive Office of the President del War Refugee Board nel novembre del 1944 in 59 pagine (Doc. NO 022-L). Contemporaneamente il rapporto venne pubblicato anche in Svizzera in due diverse versioni, l'una dal titolo "L'extermination des Juifs en Pologne. Depositions et temoins oculaires", pubblicata a Ginevra a cura del dottor A. Silverschein, un'altra dal titolo "Souvenirs de la maison des morts. Le massacre des Juifs" in 76 pagine senza data e senza luogo di edizione, ma di sicura origine svizzera.
La stampa americana prese coscienza del contenuto dei rapporti dei 5 fuggitivi di Auschwitz solo sette mesi dopo la loro estensione. Dopo la pubblicazione del War Refugee Board, il New York Times ne pubblicò un ampio estratto. Troppo tardi perché la commozione dell'opinione pubblica potesse influenzare le decisioni alleate di non bombardare Auschwitz e salvare gli ebrei ungheresi.
* Da Destinazione Auschwitz (CD-Rom), Proedi, Milano 2000.
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