I miei occhi hanno accompagnato due milioni di innocenti fino alle camere a gas e sono stato testimone degli orrori dei roghi.
Ho sventrato centinaia di cadaveri per ordine di un medico nello stesso tempo
geniale e folle, affinché una scienza fondata su false teorie approfittasse del
campo di studio illimitato offerto da milioni di vittime inviate a morte e
affinché la stessa falsa scienza trovasse la propria giustificazione. Ho
asportato brandelli di carne dai cadaveri di giovani donne sane e con essi ho
preparato il nutrimento per le colture di bacilli del dottor Mengele. Ho immerso cadaveri di storpi e di nani nel cloro o li ho
fatti bollire per giorni affinché, scheletri ben preparati figurassero nei
musei del TerzoReich per giustificare, davanti alle future generazioni, la
necessità di distruggere un popolo. Ho sentito due volte l'ala della morte
sfiorarmi, mentre ero steso a terra davanti alle armi delle compagnie incaricate
delle esecuzioni sommarie. Ho detto addio ai corpi di tremila compagni morti e
insan- guinati, e sono rimasto l'unico custode di tremendi segreti...
...all'arrivo dei convogli il dottor Mengele ha scorto, tra i prigionieri allineati
per la selezione, un uomo gobbo di circa cinquant'anni. Lo storpio non era solo
accanto a lui c'era un ragazzo di quindici o sedici anni, alto e con un bel
viso. Erano padre e figlio. Il dottor Mengele crede di scoprire, in appoggio
alla sua teoria sulla degenerazione della razza ebrea, un esempio magistrale
delle deformità del padre gobbo e del figlio zoppo. Li fa dunque uscire subito
dalle file e affida i due malcapitati ad un sottufficiale SS, che li accompagna
al crematorio n° 1. E' quasi mezzogiorno; oggi il crematorio n° 1 non è in
funzione. Non ho nulla da fare in questo momento e passo il tempo nella mia
stanza. Il soldato SS di servizio viene a cercarmi e mi chiede di andare alla
porta, dove mi attendono padre e figlio accompagnati dalla guardia SS. Prendo il
messaggio a me indirizzato e leggo: "Sala anatomica, Krema 1. Esaminare questi
due uomini dal punto di vista clinico. Prendere misurazioni precise su padre e
figlio. Compilare le cartelle cliniche registando tutti i dati interessanti e
particolarmente quelli relativi alle cause che hanno provocato le deformità
fisiche ". Un'altra nota è destinata all'Oberscharfuhrer Mussfeld. Anche
senza leggerla, ne conosco il contenuto; la consegno ad un uomo del Sonder
perché la trasmetta. Visito dapprima il padre, accuratamente e senza
omettere nulla; allo stesso modo visito il ragazzo. Domando loro: "Volete
mangiare qualcosa?" Mi dicono di avere molta fame. Chiamo un uomo del Sonder e
faccio portar loro un po' di cibo: una grossa porzione di carne di manzo con
maccheroni. Un piatto simile si trova soltanto nel Sonderkommando. Cominciano
a mangiare con comprensibile avidità quei cibi che da tanto tempo non hanno più
gustato. Non sanno che quella è la loro "ultima cena". Appena mezz'ora
dopo appare l'Oberscharfúhrer Mussfeld con quattro uomini del Sonderkommando:
accompagnano i due prigionieri nella sala dei forni, li fanno spogliare e
tosto echeggiano due colpi: padre e figlio crollano a terra, fulminati.
L'Oberscharfúhrer Mussfeld ha fedelmente eseguito l'ordine del dottor Mengele.
Adesso tocca di nuovo a me. Portano i due cadaveri nella sala anatomica.
Sono talmente stomacato da questi orrori che preferisco occuparmi del verbale e
affidare ai miei colleghi l'autopsia, che non apporta altri dati rivelatori
oltre a quelli che ho già constatato in vivo. Si tratta di casi banali, ma che
si prestano ottimamente ad essere sfruttati dalla propaganda per rafforzare la
teoria della degenerazione della razza ebraica. Nel tardo pomeriggio, dopo
aver già mandato a morte almeno diecimila uomini, arriva il dottor Mengele, che
ascolta con molto interesse il mio rapporto sulle osservazioni fatte sia ín vivo
che durante l'autopsia sui corpi dei due minorati. "Questi corpi non devono
essere cremati", dice; "debbono invece venir preparati e i loro scheletri
saranno spediti a Berlino, al Museo antropologico. Quali sistemi conoscete per
pulire perfettamente gli scheletri?" mi domanda. Gli rispondo che ci sono due
metodi. Uno consiste nell'immergere i cadaveri in cloruro di calce, che in due
settimane corrode tutte le parti molli dei corpi. Successivamente i cadaveri
vanno sottoposti ad un bagno di benzina che discioglie ogni sostanza grassa e
rende lo scheletro secco, bianco e inodoro. Il secondo metodo è quello della
cottura, che consiste semplicemente nel far bollire i cadaveri nell'acqua fino a
quando le parti carnose possono essere facilmente staccate dalle ossa; poi, si
procede allo stesso bagno di benzina del caso precedente. Il dottor Mengele mi
ordina di utilizzare il procedimento più rapido, quello della cottura. Gli
ordini, nel KZ, sono sempre molto sommari: non viene precisato dove i
prigionieri possano procurarsi il materiale necessario alla loro esecuzione.
L'ordine deve essere eseguito, e basta. Mi trovo dunque di fronte ad un
problema: dove far cuocere i due cadaveri? Mi rivolgo all'Oberscharfúhrer
Mussfeld; gli spiego che debbo far bollire due cadaveri, ma che non ho alcun
mezzo per farlo. Sembra inorridito dalla mia richiesta; riflette un
momento, poi si ricorda di due fusti di ferro inutilizzati nel magazzino. Li
mette a mia disposizione e mi consiglia di collocarli nel cortile sopra alcuni
mattoni accendendo un fuoco al di sotto. Così faccio. Si preparano i focolari
e sopra di essi vengono collocati i due fusti con i cadaveri. Due uomini del
Sonderkommando provvedono a raccogliere la legna e a ravvivare il fuoco. Dopo
cinque ore e ripetuti "assaggi" mi rendo conto che le parti molli si separano
facilmente dalle ossa. Faccio dunque spegnere il fuoco, ma i fusti debbono
restare sul posto finché non siano raffreddati. In mancanza di altra
occupazione me ne sto seduto a leggere sotto gli alberi, non lontano dai fusti.
Un silenzio riposante mi avvolge: oggi il crematorio non è in funzione, due
prigionieri muratori stanno riparando le ciminiere. Il pomeriggio volge al
termine, i fusti devono essersi ormai raffreddati. Sto appunto muovendomi per
farli vuotare, quando uno dei miei uomini si avvicina correndo e mi grida fuori
di sé: "Dottore, i polacchi stanno mangiando la carne dei fusti!" Accorro in
tutta fretta. Quattro prigionieri stranieri con indosso la tenuta a righe sono
fermi intorno ai fusti, sbalorditi: sono i muratori polacchi che, terminato il
lavoro, aspettavano il loro guardiano per essere ricondotti ad Auschwitz n° 1.
Affamati come sempre, cercavano nel cortile qualcosa da mangiare, ed è così che
si sono avvicinati per caso ai fusti, rimasti per qualche minuto senza
sorveglianza. Hanno creduto che là dentro stesse cuocendo la carne per il
Sonderkommando, l'hanno annusata e hanno preso qualche pezzetto non ricoperto
dalla pelle; poi, hanno cominciato a mangiare. Ma non hanno potuto continuare a
lungo: i due uomini del Sonder che dovevano sorvegliare i fusti sono tornati e
li hanno visti. I polacchi sono rimasti quasi paralizzati dallo spavento
nell'apprendere di quale carne si erano nutriti. Dopo il bagno di benzina,
l'assistente di laboratorio ha rimesso insieme le ossa dei due scheletri con
molta competenza. Adesso gli scheletri ricomposti sono adagiati sulla stessa
tavola della sala di lavoro dove soltanto ieri avevo visitato i due uomini
ancora vivi. Il dottor Mengele è molto soddisfatto; ha portato con sé
parecchi colleghi ufficiali superiori per mostrar loro gli scheletri. Ne
esaminano alcune parti con gravità, sputano termini scientifici altisonanti, si
comportano come se le anomalie degli scheletri delle due vittime fossero un
fenomeno medico rarissimo, si abbandonano totalmente alla loro pseudoscienza.
Ma in queste anomalie non c'è nulla di straordinario, sono cose che si
riscontrano in centinaia di migliaia di uomini e sotto tutte le latitudini;
persino al medico che abbia poco contatto con la clientela capita spesso di
osservarle. D'altra parte questi due casi, per loro natura, si prestano ad
essere utilizzati con molto risalto a fini di propaganda. La propaganda nazista
non esita a rivestire di apparenza scientifica le più mostruose menzogne; e la
frode ha successo, perché coloro a cui si rivolge tale propaganda non hanno
generalmente spirito critico e accettano qualsiasi cosa fidandosi
dell'etichetta. Gli scheletri vengono poi imballati in grossi sacchi di
carta robusta e spediti a Berlino con l'avvertenza: "Spedizione urgente, Difesa
nazionale". *
Dal sito www.arpnet.it |