Campi di concentramento: BUCHENWALD

CAMPO DI BUCHENWALD

Nel luglio del 37 fu allestito il campo sulle colline dell'Ettersberg, presso Weimar, in Turingia. Nel settembre del 1937 Buchenwald ospitava 5.382 prigionieri, ma alla fine dello stesso mese questi erano già 8.634. In tutto pare che per Buchenwald siano transitate 230.000 persone. I morti accertati e registrati ammontano a 56.554. Come sempre queste cifre sono inesatte dato che anche in questo Lager avvennero esecuzioni sommarie delle quali non è rimasta alcuna traccia. Buchenwald è stato uno dei campi affidati alla cosiddetta autogestione da parte dei «triangoli verdi» cioè di delinquenti comuni. I prigionieri politici, contrassegnati dal «triangolo rosso» dopo aspre contese ebbero il sopravvento e poterono arginare il potere dei «verdi» che si esprimeva soprattutto in delazioni e in violenze nei confronti dei propri simili. Buchenwald si distingueva dagli altri campi perché lì, più che mai, fu sperimentato ed applicato lo sterminio a mezzo del lavoro. La costruzione stessa del campo, delle strade e delle installazioni accessorie fu portato a termine a costo di un'ecatombe di deportati. Le cifre che si sono potute accertare di cono solo in parte la verità su questa vicenda. Oltre alla costruzione del campo, i deportati furono utilizzati come manodopera nei 130 comandi esterni e sottocampi situati nelle vicinanze degli stabilimenti industriali d'ogni genere, ma prevalentemente orientati verso produzioni di interesse militare che, per ragioni varie, ma prima di tutto di convenienza economica, avevano accettato i vantaggiosi contratti d'appalto offerti loro dalle SS. La presenza fra i deportati di numerosi dirigenti politici, in special modo del partito comunista, favorì i contatti fra i vari gruppi nazionali esprimendosi in una solidarietà grazie alla quale fu possibile aiutare i più deboli e perfino salvare da sicura morte, nascondendoli con ingegnosi accorgimenti, alcuni che gli aguzzini avevano condannato per motivi spesso futili. A poco a poco si costituì e si sviluppò nel campo un movimento di resistenza che permise la costituzione di un comitato clandestino internazionale che riuscì addirittura a creare una propria organizzazione militare. Grazie al coraggioso contributo di deportati che lavoravano nelle officine e nelle fabbriche d'armi dei dintorni, fu possibile trafugare componenti di armi, che furono poi riassemblate di nascosto e che servirono come dotazione a vere e proprie formazioni destinate ad intervenire al momento opportuno. L'occasione venne quando nei primi giorni dell'aprile 1945 le SS decisero di sgombrare il campo e fecero partire un primo convoglio di circa 28.000 deportati verso altri campi (li fecero marciare fino allo sfinimento), circa 21.000 prigionieri tra cui più di 900 giovani rimasero nel Lager. Il comitato clandestino internazionale, a mezzo di una emittente che era stata costruita in gran segreto, si mise in contatto con le truppe americane che avanzavano nella zona (11 aprile), chiedendo immediato aiuto e nello stesso tempo ordinando l'insurrezione generale. Quando gli alleati giunsero a Buchenwald, il campo era già stato liberato dagli stessi deportati ed il comitato internazionale ne gestiva la vita democraticamente. Era il 13 aprile 1945.


 
particolare di un forno crematorio
foto (Campo di Mauthausen)


Dal 37 al 45 vi furono internate oltre 250.000 presone, di queste più di 50.000 morirono.

Dal 45 al 50 le forze di occupazione sovietiche utilizzarono l'area dell'ex lager come campo di internamento (Campo speciale n.2). Vi furono condotti soprattutto membri del partito nazionalsocialista (NSDAP) o persone vicine al regime nazista. Dei circa 28.000 internati oltre 7.000 morirono per l'abbandono e la denutrizione e seppelliti in fosse comuni. A partire dal 1951 il lager venne in gran parte demolito e inaugurato sulla stessa area il Memoriale alla resistenza antifascista, nel 58 fu inaugurato come "Luogo commemorativo nazionale di Buchenwald"


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