BENITO MUSSOLINI e IL FASCISMO

LA PROPAGANDA FASCISTA

Il fascio

Sono diverse le tecniche di persuasione messe in atto: ...Mussolini e i suoi più vicini collaboratori riuscivano a stabilire il controllo politico su tutti i mezzi di comunicazione, il che consentiva loro non soltanto di fascistizzare il paese, ma anche di orientare l’opinione pubblica, di caricarla, comunicando passioni aspirazioni. I messaggi erano rivolti a tutte le categorie della società italiana ed erano diffusi incessantemente attraverso la radio, la stampa e il cinema.

La proclamazione dell’impero provoca entusiasmi e consenso e si diffondono, anche attraverso corrispondenze familiari, messaggi rassicuranti
La nascita dell’impero viene salutata sulla stampa con un’enfasi che va colta in tutta la sua forza comunicativa, ma ancora di più è necessario riflettere sull’uso politico che viene fatto della storia e sulla sua riscrittura sulla base dei miti della romanità e delle imprese coloniali riviste in chiave eroica, per la costruzione del consenso al fascismo.
Le diverse componenti del razzismo fascista, insieme ad altri retaggi culturali e messaggi sfruttati abilmente dalla propaganda, sfociano, durante la preparazione alla guerra e negli anni del conflitto, nella "razzizzazione del nemico", nella rappresentazione basata su caratteri animaleschi, brutali, grotteschi, di coloro che sono da considerare nemici, diversi, inferiori: gli ebrei in primo luogo, ma anche russi, slavi, inglesi.

Analogo processo si rivolge verso le "razze inferiori", neri ed ebrei, con la volontà di creare stereotipi per far "...associare in modo irreversibile pregiudizi e reazioni di paura e di ripulsa alla sola visione di non ariani"
La demonizzazione dell’ebreo e la deformazione della sua immagine in senso grottesco rafforzano gli incessanti messaggi propagandistici che si avvalgono anche di altri canali e di altre forme.

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