Gabriele D'Annunzio: L'impresa di Fiume

 

GABRIELE D'ANNUNZIO OCCUPA FIUME E PROCLAMA LA SUA ANNESSIONE ALL'ITALIA

Motivo primo di aspri dissidi e di interminabili discussioni era divenuta la cosiddetta questione fiumana riguardante la situazione del confine italiano con il nuovo regno di Jugoslavia. I termini della contesa erano i seguenti: se si intendeva tenere conto del criterio di nazionalità, l'Italia avrebbe dovuto ottenere la città di Fiume ma non la Dalmazia. Il grave dilemma era complicato dal fatto che quando era stato firmato il patto di Londra non esisteva come stato autonomo la Jugoslavia, che ora invece chiedeva la Dalmazia come parte integrante del proprio territorio. Nell'attesa di una soluzione diplomatica del problema il D'Annunzio occupò Fiume (12-9-1919) con volontari e reparti militari ribelli proclamandone l'annessione all'Italia e instaurandovi un governo provvisorio, la "Reggenza del Carnaro". Tale impresa evidenzio la debolezza del governo liberale italiano (provocò la caduta del governo Nitti) e rischiò di inasprire i rapporti internazionali. Essa si concluse con il trattato di Rapallo (12-11-1920 mediato dal vecchio Giolitti) che assegnò a Fiume il ruolo di << città libera >>.

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