Test di McNemar

    In alcune condizioni sperimentali, può essere utile mettere a confronto due differenti parametri di laboratorio per verificare quale dei due possa essere meglio considerato come marcatore per una particolare patologia. In questo caso possiamo sottoporre lo stesso paziente a due indagini parallele che sono indicate come sperimentazioni incrociate. Uno dei test più utilizzati per verificare la significatività è il test di McNemar o test di significatività pertinente.
    Nel caso più semplice di esperimento incrociato abbiamo solo due test analitici a confronto e la risposta è valutata su una scala nominale. In questo caso ogni campione biologico ottenuto dallo stesso paziente è analizzato sia con un test (test A) che con un secondo test (test B). Per ogni paziente abbiamo due risposte che possiamo classificare in quattro modi: a) positivo per entrambi i test (n1); b) negativo per entrambi i test (n4); c) positivo per il test A e negativo per il test B (n3); d) positivo per il test B e negativo per il test A (n2). Possiamo ora costruire una tabella simile per aspetto ad una tabella di contingenza 2 x 2.
    I pazienti che risultano positivi o negativi con entrambi i test (n1 e n4) non forniscono nessuna informazione sull'eventuale differenza tra i due test. Conseguentemente si devono prendere in considerazione nell'analizzare una sperimentazione di questo tipo solo le coppie di risposte formate da elementi diversi: positivo e negativo (n2 e n3).
 
 
Test A
positivo
Test A
negativo
Test B
positivo
n1
n2
Test B
negativo
n3
n4

    Vediamo un esempio: vogliamo confrontare l'utilità di due differenti marcatori per la diagnosi di una particolare patologia. Sottoponiamo lo stesso campione biologico sia al test A che al test B. Si ottengo i risultati seguenti:
 
 
 
Test A
positivo
Test A
negativo
Test B
positivo
25
18
Test B
negativo
4
7

    Dobbiamo considerare solo le coppie costituite da risposte diverse, cioè positivo con il test A e negativo con il test B = 4 e positivo con il test B e negativo con il test A = 18. Focalizziamo la nostra attenzione verso i 18 + 4 = 22 risultati che hanno risposto positivamente ad uno dei test, ma non all'altro.
    Ci chiediamo se questo risultato è compatibile con l'ipotesi nulla che i due test siano ugualmente utili per fornire un simile contributo per una diagnosi. Se non vi è differenza fra i due test, dovremmo attenderci che la metà dei pazienti siano positivi al test A e un'altra metà siano positivi al test B, in questo caso la frequenza attesa si ottiene dividendo per due la somma delle celle n2 e n3: frequenza attesa (fa) = 18 + 4 = 22 / 2 = 11. Per confrontare le frequenze osservate (n2 e n3) e la frequenza attesa usiamo il test di McNemar che utilizza una versione del test del .
 

da cui
 

    Si confronta questo risultato con i Valori critici per la distribuzione del  per un grado di libertà, si vede che è più grande di 6,635, che corrisponde al valore critico per p = 0,01. Possiamo escludere che le differenze osservate siano solo effetto del campionamento casuale, possiamo respingere l'ipotesi nulla ed affermare che il test B fornisce maggiori indicazioni per la diagnosi rispetto al test A.
 
 
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