Luigi Pirandello
Sei personaggi in cerca d'autore
* * *
I campanelli del teatro avviseranno che la rappresentazione ricomincia.
Dai camerini, dalla porta e anche dalla sala ritorneranno sul palcoscenico
gli Attori, il direttore di scena, il Macchinista, il suggeritore, il Trovarobe
e, contemporaneamente, dal suo camerino il direttore-Capocomico coi Sei
Personaggi.
Spenti i lumi della sala, si rifarà sul palcoscenico la luce di
prima.
Il capocomico: Su, su, signori! Ci siamo tutti? Attenzione,
attenzione. Si comincia! - Macchinista!
Il macchinista: Eccomi
qua!
Il capocomico: Disponga subito la scena della saletta. Basteranno
due fiancate e un fondalino con la porta. Subito, mi raccomando!
Il Macchinista correrà subito ad eseguire, e mentre il capocomico s'intenderà col Direttore di scena, col Trovarobe, col Suggeritore e con gli Attori intorno alla rappresentazione imminente, disporrà quel simulacro di scena indicata: due fiancate e un fondalino con la porta, a strisce rosa e oro.
Il capocomico: (al Trovarobe) Lei veda un po' se c'è in
magazzino un letto a sedere.
Il trovarobe: Sissignore, c'è quello
verde.
La figliastra: No no, che verde! Era giallo, fiorato, di
"peluche", molto grande! - Comodissimo.
Il trovarobe: Eh, così non
c'è.
Il capocomico: Ma non importa! Metta quello che c'è.
La
figliastra: Come non importa? La greppina famosa di Madama Pace!
Il
capocomico: Adesso è per provare! La prego, non s'immischi! (Al Direttore
di scena): Guardi se c'è una vetrina piuttosto lunga e bassa.
La
figliastra: Il tavolino, il tavolino di mogano per la busta
cilestrina!
Il direttore di scena: (al Capocomico). C'è quello
piccolo, dorato.
Il capocomico: Va bene, prenda quello!
Il
padre: Una specchiera.
La figliastra: E il paravento! Un
paravento, mi raccomando: se no, come faccio?
Il direttore di scena:
Sissignora, paraventi ne abbiamo tanti, non dubiti.
Il capocomico:
(alla figliastra) Poi qualche attaccapanni, è vero?
La
figliastra: Sì, molti, molti!
Il capocomico: (al Direttore di
scena) Veda quanti ce n'è, e li faccia portare.
Il direttore di
scena: Sissignore, penso io!
Il direttore di scena correrà anche lui a eseguire: e, mentre il capocomico seguiterà a parlare col Suggeritore e poi coi Personaggi e gli Attori, farà trasportare i mobili indicati dai Servi di scena e li disporrà come crederà più opportuno.
Il capocomico: (al Suggeritore) Lei, intanto, prenda posto.
Guardi: questa è la traccia delle scene, atto per atto. (Gli porgerà alcuni
fogli di carta). Ma bisogna che ora lei faccia una bravura.
Il
segretario: Stenografare?
Il capocomico: (con lieta
sorpresa) Ah, benissimo! Conosce la stenografia?
Il segretario:
Non saprò suggerire; ma la stenografia...
Il capocomico: Ma allora di
bene in meglio! (Rivolgendosi a un Servo di scena): Vada a prendere la
carta nel mio camerino. - molta, molta - quanta ne trova!
Il Servo di scena correrà, e ritornerà poco dopo con un bel fascio di carta, che porgerà al Suggeritore.
Il capocomico: (seguitando, al Suggeritore) Segua le scene, man
mano che saranno rappresentate, e cerchi di fissare le battute, almeno le più
importanti! (Poi, rivolgendosi agli Attori): Sgombrino, signori! Ecco, si
mettano da questa parte (indicherà la sinistra) e stiano bene
attenti!
La prima attrice: Ma, scusi, noi...
Il capocomico:
(prevenendola) Non ci sarà da improvvisare, stia tranquilla!
Il
primo attore: E che dobbiamo fare?
Il capocomico: Niente! Stare a
sentire e guardare per ora! Avrà ciascuno, poi, la sua parte scritta. Ora si
farà così alla meglio, una prova! La faranno loro!
Indicherà i Personaggi.
Il padre: (come cascato dalle nuvole, in mezzo alla confusione del
palcoscenico) Noi? Come sarebbe a dire, scusi, una prova?
Il
capocomico: Una prova - una prova per loro!
Indicherà gli Attori.
Il padre: Ma se i personaggi siamo noi...
Il capocomico: E
va bene: "i personaggi"; ma qua, caro signore, non recitano i personaggi. Qua
recitano gli attori. I personaggi stanno lì nel copione (indicherà la buca
del Suggeritore) - quando c'è un copione!
Il padre: Appunto!
Poiché non c'è e lor signori hanno la fortuna d'averli qua vivi davanti, i
personaggi...
Il capocomico: Oh bella! Vorrebbero far tutto da sè?
recitare, presentarsi loro davanti al pubblico?
Il padre: Eh già, per
come siamo.
Il capocomico: Ah, le assicuro che offrirebbero un
bellissimo spettacolo!
Il primo attore: E che ci staremmo a fare
nojaltri, qua, allora?
Il capocomico: Non s'immagineranno mica di
saper recitare loro! Fanno ridere... (Gli Attori, difatti, rideranno).
Ecco, vede, ridono! (Sovvenendosi): Ma già, a proposito! Bisognerà
assegnar le parti. Oh, è facile: sono già di per sè assegnate: (alla Seconda
Donna): lei signora, la madre. (Al Padre) Bisognerà trovarle un
nome.
Il padre: Amalia, signore
Il capocomico: Ma questo è
il nome della sua signora. Non vorremo mica chiamarla col suo vero
nome!
Il padre: E perché no, scusi? se si chiama così...Ma già, se
dev'essere la signora... (Accennerà appena con la mano alla Seconda
Donna). Io vedo questa (accennerà alla madre) come Amalia, signore.
Ma faccia lei... (Si smarrirà sempre più). Non so più che
dirle...Comincio già... non so, a sentir come false, con un altro suono, le mie
stesse parole.
Il capocomico: Ma non se ne curi, non se ne curi,
quanto a questo! Penseremo noi a trovare il tono giusto! E per il nome, se lei
vuole "Amalia", sarà Amalia; o ne troveremo un altro. Per adesso designeremo i
personaggi così: (all'Attor Giovane): lei "Il Figlio", (alLa prima
attrice): lei, signorina, s'intende, "La figliastra".
La
figliastra: (esilarata) Come come? Io, quella lì? (Scoppierà a
ridere).
Il capocomico: (irato) Che cos'ha da
ridere?
La prima attrice: (indignata) Nessuno ha mai osato
ridersi di me! Pretendo che mi si rispetti, o me ne vado!
La
figliastra: Ma no, scusi, io non rido di lei.
Il capocomico:
(alla figliastra) Dovrebbe sentirsi onorata d'esser rappresentata
da...
La prima attrice: (subito, con sdegno) "quella
lì!"
La figliastra: Ma non dicevo per lei, creda! dicevo per me, che
non mi vedo affatto in lei, ecco. Non so, non...non m'assomiglia per
nulla!
Il padre: Già, è questo; veda, signore! La nostra espressione
-
Il capocomico: - ma che loro espressione! Credono d'averla in sè,
loro, l'espressione? Nient'affatto!
Il padre: Come! Non abbiamo la
nostra espressione?
Il capocomico: Nient'affatto! La loro espressione
diventa materia qua, a cui dan corpo e figura, voce e gesto gli attori, i quali
- per sua norma - han saputo dare espressione a ben più alta materia: dove la
loro è così piccola, che se si reggerà sulla scena, il merito, creda pure, sarà
tutto dei miei attori.
Il padre: Non oso contraddirla, signore. Ma
creda che è una sofferenza orribile per noi che siamo così come ci vede, con
questo corpo, con questa figura -
Il capocomico: (troncando,
spazientito) - ma si rimedia col trucco, si rimedia col trucco, caro
signore, per ciò che riguarda la figura!
Il padre: Già; ma la voce, il
gesto -
Il capocomico: - oh, insomma! Qua lei, come lei, non può
essere! Qua c'è l'attore che lo rappresenta; e basta!
Il padre: Ho
capito, signore. Ma ora forse indovino anche perché il nostro autore, che ci
vide vivi così, non volle poi comporci per la scena. Non voglio fare offesa ai
suoi attori. Dio me ne guardi! Ma penso che a vedermi adesso rappresentato...
non so da chi...
Il primo attore:con alterigia alzandosi e venendogli
incontro, seguito dalle gaje giovani Attrici che rideranno). Da me, se non le
dispiace.
Il padre: (umile e mellifluo). Onoratissimo, signore.
(S'inchinerà). Ecco, penso che, per quanto il signore s'adoperi con tutta
la sua volontà e tutta la sua arte ad accogliermi in sè... (Si
smarrirà).
Il primo attore: Concluda, concluda.
Risata delle Attrici.
Il padre: Eh, dico, la rappresentazione che farà - anche forzandosi
col trucco a somigliarmi... - dico, con quella statura... (tutti gli Attori
rideranno) difficilmente potrà essere una rappresentazione di me, com'io
realmente sono. Sarà piuttosto - a parte la figura - sarà piuttosto com'egli
interpreterà ch'io sia, com'egli mi sentirà - se mi sentirà - e non com'io
dentro di me mi sento. E mi pare che di questo, chi sia chiamato a giudicare di
noi, dovrebbe tener conto.
Il capocomico: Si dà pensiero dei giudizi
della critica adesso? E io che stavo ancora a sentire! Ma lasci che dica, la
critica. E noi pensiamo piuttosto a metter su la commedia, se ci riesce!
(Staccandosi e guardando in giro): Su, su! È già disposta la scena?
(Agli Attori e ai Personaggi): Si levino, si levino d'attorno! Mi lascino
vedere. (Discenderà dal palcoscenico). Non perdiamo altro tempo! (Alla
figliastra): Le pare che la scena stia bene così?
La figliastra:
Mah! io veramente non mi ci ritrovo.
Il capocomico: E dàlli! Non
pretenderà che le si edifichi qua, tal quale, quel retrobottega che lei conosce,
di Madama Pace! (Al Padre): M'ha detto una saletta a fiorami?
Il
padre: Sissignore. Bianca.
Il capocomico: Non è bianca; è a
strisce; ma poco importa! Per i mobili, su per giù, mi pare che ci siamo! Quel
tavolinetto, lo portino un po' più qua davanti! (I Servi di scena
eseguiranno). (Al Trovarobe): Lei provveda intanto una busta,
possibilmente cilestrina, e la dia al signore. (Indicherà il padre).
Il trovarobe: Da lettere?
Il capocomico: e Il padre:
Da lettere, da lettere.
Il trovarobe: Subito!
(Escirà).
Il capocomico: Su, su! La prima scena è della
Signorina. (La prima attrice si farà avanti). Ma no, aspetti, lei! dicevo
alla Signorina. (Indicherà la figliastra). Lei starà a vedere -
La
figliastra: (subito aggiungendo) - come la vivo!
La prima
attrice: (risentita) Ma saprò viverla anch'io, non dubiti, appena mi
ci metto!
Il capocomico: (con le mani alla testa) Signori miei,
non facciamo altre chiacchiere! Dunque, la prima scena è della Signorina con
Madama Pace. Oh, (si smarrirà, guardandosi attorno e risalirà sul
palcoscenico) e questa Madama Pace?
Il padre: Non è con noi,
signore.
Il capocomico: E come si fa?
Il padre: Ma è viva,
viva anche lei!
Il capocomico: Già! Ma dov'è?
Il padre:
Ecco, mi lasci dire. (Rivolgendosi alle Attrici): Se loro signore mi
volessero far la grazia di darmi per un momento i loro cappellini.
Le
attrici: (un po' sorprese, un po' ridendo, a coro)
- Che?
- I
cappellini?
- Che dice?
- Perché?
- Ah, guarda!
Il
capocomico: Che vuol fare coi cappellini delle signore?
Gli Attori rideranno.
Il padre: Oh nulla, posarli per un momento su questi attaccapanni. E
qualcuna dovrebbe essere così gentile di levarsi anche il mantello.
Gli
attori: (c.s.)
- Anche il mantello?
- E poi?
- Dev'esser
matto!
Qualche attrice: (c.s.)
- Ma perché?
- Il mantello
soltanto?
Il padre: Per appenderli, un momentino...Mi facciano questa
grazia. Vogliono?
Le attrici: (levandosi i cappellini e qualcuna
anche il mantello, seguiteranno a ridere, ed andando ad appenderli qua e là agli
attaccapanni).
- E perché no?
- Ecco qua!
- Ma badate che è buffo
sul serio!
- Dobbiamo metterli in mostra?
Il padre: Ecco, appunto,
sissignora: così in mostra!
Il capocomico: Ma si può sapere per che
farne?
Il padre: Ecco, signore: forse, preparandole meglio la scena,
attratta dagli oggetti stessi del suo commercio, chi sa che non venga tra noi...
(Invitando a guardare verso l'uscio in fondo della scena): Guardino!
guardino!
L'uscio in fondo s'aprirà e verrà avanti di pochi passi Madama Pace, megera d'enorme grassezza, con una pomposa parrucca di lana color carota e una rosa fiammante da un lato, alla spagnola; tutta ritinta, vestita con goffa eleganza di seta rossa sgargiante, un ventaglio di piume in una mano e l'altra mano levata a sorreggere tra due dita la sigaretta accesa. Subito, all'apparizione, gli Attori e il capocomico schizzeranno via dal palcoscenico con un urlo di spavento, precipitandosi alla scaletta e accenneranno di fuggire per il corridojo. La figliastra, invece, accorrerà a Madama Pace, umile, come davanti a una padrona.>
La figliastra: (accorrendo) Eccola! Eccola!
Il padre:
(raggiante)È lei! Lo dicevo io? Eccola qua!
Il capocomico:
(vincendo il primo stupore, indignato) Ma che trucchi son
questi?
Il primo attore: (quasi contemporaneamente) Ma dove
siamo, insomma?
L'attor giovane: (c.s.) Di dove è comparsa
quella lì?
L'attrice giovane: (c.s.) La tenevano in
serbo!
La prima attrice (c.s.) Questo è un giuoco di
bussolotti!
Il padre: (dominando le proteste) Ma scusino!
Perché vogliono guastare, in nome d'una verità volgare, di fatto, questo
prodigio di una realtà che nasce, evocata, attratta, formata dalla stessa scena,
e che ha più diritto di viver qui, che loro; perché assai più vera di loro?
Quale attrice fra loro rifarà poi Madama Pace? Ebbene: Madama Pace è quella! Mi
concederanno che l'attrice che la rifarà, sarà meno vera di quella - che è lei
in persona! Guardino: mia figlia l'ha riconosciuta e le si è subito accostata!
Stiano a vedere, stiano a vedere la scena!
Titubanti, il capocomico e gli Attori risaliranno sul palcoscenico.
Ma già la scena tra la figliastra e Madama Pace, durante la protesta degli Attori e la risposta del Padre, sarà cominciata, sottovoce, pianissimo, insomma naturalmente, come non sarebbe possibile farla avvenire su un palcoscenico. Cosicché, quando gli Attori, richiamati dal Padre all'attenzione, si volteranno a guardare, e vedranno Madama Pace che avrà già messo una mano sotto il mento alla figliastra per farle sollevare il capo, sentendola parlare in un modo affatto inintelligibile, resteranno per un momento intenti; poi, subito dopo, delusi.
Il capocomico: Ebbene?
Il primo attore: Ma che
dice?
La prima attrice: Così non si sente nulla!
L'attor
giovane: Forte! forte!
La figliastra: (lasciando Madama Pace
che sorriderà di un impagabile sorriso, e facendosi avanti al crocchio degli
Attori). "Forte", già! Che forte? Non son mica cose che si possano dir
forte! Le ho potute dir forte io per la sua vergogna, (indicherà il
padre) che è la mia vendetta! Ma per Madama è un'altra cosa, signori: c'è la
galera!
Il capocomico: Oh bella! Ah, è così? Ma qui bisogna che si
facciano sentire, cara lei! Non sentiamo nemmeno noi, sul palcoscenico!
Figurarsi quando ci sarà il pubblico in teatro! Bisogna far la scena. E del
resto possono ben parlar forte tra loro, perché noi non saremo mica qua, come
adesso, a sentire: loro fingono d'esser sole, in una stanza, nel retrobottega,
che nessuno le sente.
La figliastra, graziosamente, sorridendo maliziosa, farà più volte cenno di no, col dito.
Il capocomico: Come no?
La figliastra: (sottovoce,
misteriosamente). C'è qualcuno che ci sente, signore, se lei (indicherà
Madama Pace) parla forte!
Il capocomico: (costernatissimo)
Deve forse scappar fuori qualche altro?
Gli Attori accenneranno di scappar di nuovo dal Palcoscenico.
Il padre: No, no, signore. Allude a me. Ci debbo esser io, là dietro
quell'uscio, in attesa; e Madama lo sa. Anzi, mi permettano! Vado per esser
subito pronto. (Farà per avviarsi).
Il capocomico:
(fermandolo) Ma no, aspetti! Qua bisogna rispettare le esigenze del
teatro! Prima che lei sia pronto...
La figliastra:
(interrompendolo) Ma sì, subito! subito! Mi muojo, le dico, dalla smania
di viverla, di vederla questa scena! Se lui vuol esser subito pronto, io sono
prontissima!
Il capocomico: (gridando) Ma bisogna che prima
venga fuori, ben chiara, la scena tra lei e quella lì. (Indicherà Madama
Pace). Lo vuol capire?
La figliastra: Oh Dio mio, signore: m'ha
detto quel che lei già sa: che il lavoro della mamma ancora una volta è fatto
male, la roba è sciupata; e che bisogna ch'io abbia pazienza, se voglio che ella
seguiti ad ajutarci nella nostra miseria.
Madama Pace: (facendosi
avanti, con una grand'aria di importanza). Eh ciò, señor; porqué yò nó quero
aproveciarme...avantaciarme...
Il capocomico: (quasi atterrito)
Come come? Parla così!
Tutti gli Attori scoppieranno a ridere fragorosamente.
La figliastra: (ridendo anche lei) Sì, signore, parla così,
mezzo spagnolo e mezzo italiano, in un modo buffissimo!
Madama Pace:
Ah, no me par bona crianza che loro ridano de mi, si yò me sfuerzo de hablar,
como podo, italiano, señor!
Il capocomico: Ma no! Ma anzi! Parli così!
parli così, signora! Effetto sicuro! Non si può dar di meglio anzi, per rompere
un po' comicamente la crudezza della situazione. Parli, parli così! Va
benissimo!
La figliastra: Benissimo! Come no? Sentirsi fare con un tal
linguaggio certe proposte: effetto sicuro, perché par quasi una burla, signore!
Ci si mette a ridere a sentirsi dire che c'è un "vièchio señor" che vuole
"amusarse con migo" - non è vero, Madama?
Madama Pace: Viejito, ciò!
Viejito, linda; ma mejor para ti: ch'i se no te dò gusto, te porta
prudencia!
La madre: (insorgendo, tra lo stupore e la costernazione
di tutti gli Attori, che non badavano a lei, e che ora balzeranno al grido a
trattenerla ridendo, poiché essa avrà intanto strappato a Madama Pace la
parrucca e l'avrà buttata a terra). Strega! strega! assassina! La figlia
mia!
La figliastra: (accorrendo a trattenere la madre) No, no,
mamma, no! per carità!
Il padre: (accorrendo anche lui,
contemporaneamente) Stà buona, stà buona! A sedere!
La madre: Ma
levatemela davanti, allora!
La figliastra: (al Capocomico accorso
anche lui) Non è possibile, non è possibile che la mamma stia qui!
Il
padre: (anche lui al Capocomico) Non possono stare insieme! È per
questo, vede, quella lì, quando siamo venuti, non era con noi! Stando insieme,
capirà, per forza s'anticipa tutto.
Il capocomico: Non importa! Non
importa! È per ora come un primo abbozzo! Serve tutto, perché io colga anche
così, confusamente, i vari elementi. (Rivolgendosi alla madre e conducendola
per farla sedere di nuovo al suo posto): Via, via, signora, sia buona, sia
buona: si rimetta a sedere!
Intanto la figliastra, andando di nuovo in mezzo alla scena, si rivolgerà a Madama Pace:
La figliastra: Su, su, dunque, Madama.
Madama Pace:
(offesa) Ah no, gracie tante! Yò aquy no fado più nada con tua madre
presente.
La figliastra: Ma via, faccia entrate questo "vièchio señor
porqué‚ se amusi con migo!". (Voltandosi a tutti imperiosa): Insomma,
bisogna farla, questa scena! - Su, avanti! (A Madama Pace): Lei se ne
vada!
Madama Pace: Ah, me voj, me voj - me voj seguramente...
Escirà furiosa raccattando la parrucca e guardando fieramente gli Attori che applaudiranno sghignazzando.
La figliastra: (al Padre) E lei faccia l'entrata! Non c'è
bisogno che giri! Venga qua! Finga d'essere entrato! Ecco: io me e sto qua a
testa bassa - modesta! - E su! Metta fuori la voce! Mi dica con voce nuova, come
uno che venga da fuori: "Buon giorno, signorina".
Il capocomico:
(sceso già dal palcoscenico). Oh guarda! Ma insomma, dirige lei o dirigo
io? (Al Padre che guarderà sospeso e perplesso): Eseguisca, sì: vada là
in fondo, senza uscire, e rivenga avanti.
Il padre eseguirà quasi sbigottito. Pallidissimo; ma già investito nella realtà della sua vita creata, sorriderà appressandosi dal fondo, come alieno del dramma che sarà per abbattersi su di lui. Gli Attori si faran subito intenti alla scena che comincia.
Il capocomico: (piano, in fretta, al Suggeritore nella buca). E lei, attento, attento a scrivere, adesso!
La scena
Il padre: (avanzando con voce nuova) Buon giorno,
signorina.
La figliastra: (a capo chino, con contenuto
ribrezzo) Buon giorno.
Il padre: (la spierà un po', di sotto al
cappellino che quasi le nasconde il viso, e scorgendo ch'ella è giovanissima,
esclamerà quasi fra sè, un po' per compiacenza, un po' anche per timore di
compromettersi in un'avventura rischiosa). Ah... - Ma... dico, non sarà la
prima volta, è vero? che lei viene qua.
La figliastra: (c.s.)
No, signore.
Il padre: C'è venuta qualche altra volta? (E poiché la
figliastra fa cenno di sì col capo): Più d'una? (Aspetterà un po' la
risposta; tornerà a spiarla di sotto al cappellino: sorriderà; poi dirà): E
dunque, via... non dovrebbe più essere così...Permette che le levi io codesto
cappellino?
La figliastra: (subito, per prevenirlo, ma contenendo
il ribrezzo) No, signore: me lo levo da me! (Eseguirà in fretta,
convulsa).
La madre, assistendo alla scena, col Figlio e con gli altri due piccoli e più suoi, i quali se ne staranno sempre accanto a lei, appartati nel lato opposto a quello degli Attori, sarà come sulle spine, e seguirà con varia espressione, di dolore, di sdegno, d'ansia, d'orrore, le parole e gli atti di quei due; e ora si nasconderà il volto, ora metterà qualche gemito.
La madre: Oh Dio! Dio mio!
Il padre: (resterà, al gemito,
come impietrato per un lungo momento; poi riprenderà col tono di prima)
Ecco, mi dia: lo poso io. (Le toglierà dalle mani il cappellino). Ma su
una bella, cara testolina come la sua, vorrei che figurasse un più degno
cappellino. Vorrà ajutarmi a sceglierne qualcuno, poi, qua tra questi di Madama?
- No?
L'attrice giovane: (interrompendolo) Oh, badiamo bene!
Quelli là sono i nostri cappelli!
Il capocomico: (subito,
arrabbiatissimo) Silenzio, perdio! Non faccia la spiritosa! - Questa è la
scena! (Rivolgendosi alla figliastra): Riattacchi, prego,
signorina!
La figliastra: (riattaccando) No, grazie,
signore.
Il padre: Eh via, non mi dica di no! Vorrà accettarmelo. Me
n'avrei a male... Ce n'è di belli, guardi! E poi faremmo contenta Madama. Li
mette apposta qua in mostra!
La figliastra: Ma no, signore, guardi:
non potrei neanche portarlo.
Il padre: Dice forse per ciò che ne
penserebbero a casa, vedendola rientrare con un cappellino nuovo? Eh via! Sa
come si fa? Come si dice a casa?
La figliastra: (smaniosa, non
potendone più) Ma non per questo, signore! Non potrei portarlo, perché
sono...come mi vede: avrebbe già potuto accorgersene! (Mostrerà l'abito
nero).
Il padre: A lutto, già! È vero: vedo. Le chiedo perdono.
Creda che sono veramente mortificato.
La figliastra: (facendosi
forza e pigliando ardire anche per vincere la nausea). Basta, basta,
signore! Tocca a me ringraziarla, e non a lei di mortificarsi o d'affliggersi.
Non badi più, la prego, a quel che le ho detto. Anche per me, capirà... (Si
sforzerà di sorridere e aggiungerà): Bisogna proprio ch'io non pensi, che
sono vestita così.
Il capocomico: (interrompendo, rivolto al
Suggeritore nella buca e risalendo sul palcoscenico). Aspetti, aspetti! Non
scriva, tralasci, tralasci quest'ultima battuta ! (Rivolgendosi al Padre e
alla figliastra): Va benissimo! Va benissimo! (Poi al Padre
soltanto): Qua lei attaccherà com'abbiamo stabilito! (Agli Attori):
Graziosissima questa scenetta del cappellino, non vi pare?
La
figliastra: Eh, ma il meglio viene adesso! perché non si prosegue?
Il
capocomico: Abbia pazienza un momento! (Tornando a rivolgersi agli
Attori): Va trattata, naturalmente, con un po' di leggerezza -
Il primo
attore : - di spigliatezza, già -
La prima attrice: Ma sì, non ci vuol
niente! (Al Primo Attore): Possiamo subito provarla, no?
Il primo
attore: Oh, per me... Ecco, giro per far l'entrata!
Escirà, per esser pronto a rientrare dalla porta del fondalino.
Il capocomico: (alla prima attrice) E allora, dunque, guardi, è
finita la scena tra lei e quella Madama Pace, che penserò poi io a scrivere. Lei
se ne sta...No, dove va?
La prima attrice: Aspetti, mi rimetto il
cappello...
Eseguirà, andando a prendere il suo cappello dall'attaccapanni.
Il capocomico: Ah già, benissimo! Dunque, lei resta qui a capo
chino.
La figliastra: (divertita) Ma se non è vestita di
nero!
La prima attrice: Sarò vestita di nero, e molto più propriamente
di lei!
Il capocomico: (alla figliastra) Stia zitta, la prego!
E stia a vedere! Avrà da imparare! (Battendo le mani): Avanti! avanti!
L'entrata!
E ridiscenderà dal palcoscenico per cogliere l'impressione della scena. S'aprirà l'uscio in fondo e verrà avanti il primo attore, con l'aria spigliata, sbarazzina d'un vecchietto galante. La rappresentazione della scena, eseguita dagli Attori, apparirà fin dalle prime battute un'altra cosa, senza che abbia tuttavia, neppur minimamente, l'aria di una parodia; apparirà piuttosto come rimessa in bello. Naturalmente, la figliastra e il padre, non potendo riconoscersi affatto in quella prima attrice e in quel Primo Attore, sentendo proferir le loro stesse parole, esprimeranno in vario modo, ora con gesti, or con sorrisi, or con aperta protesta, l'impressione che ne ricevono di sorpresa, di meraviglia, di sofferenza, ecc., come si vedrà appresso. S'udrà dal cupolino chiaramente la voce del Suggeritore.
Il primo attore: "Buon giorno, signorina..."
Il padre:
(subito, non riuscendo a contenersi). Ma no!
La figliastra, vedendo entrare in quel modo Il primo attore, scoppierà intanto a ridere.
Il capocomico: (infuriato) Facciano silenzio! E lei finisca una
buona volta di ridere! Così non si può andare avanti!
La figliastra:
(venendo dal proscenio) Ma scusi, è naturalissimo, signore! La signorina
(indicherà la prima attrice) se ne sta lì ferma, a posto; ma se dev'esser
me, io le posso assicurare che a sentirmi dire "buon giorno" a quel modo e con
quel tono, sarei scoppiata a ridere, proprio così come ho riso!
Il
padre: (avanzandosi un poco anche lui) Ecco, già...l'aria, il
tono...
Il capocomico: Ma che aria! Che tono! Si mettano da parte,
adesso, e mi lascino veder la prova!
Il primo attore: (facendosi
avanti) Se debbo rappresentare un vecchio, che viene in una casa
equivoca...
Il capocomico: Ma sì, non dia retta, per carità! Riprenda,
riprenda, ché va benissimo! (In attesa che l'Attore riprenda):
Dunque...
Il primo attore: "Buon giorno, signorina..."
La prima
attrice: "Buon giorno..."
Il primo attore: (rifacendo il gesto
del Padre, di spiare cioè sotto al cappellino, ma poi esprimendo ben
distintamente prima la compiacenza e poi il timore) "Ah... - ma...dico, non
sarà la prima volta, spero..."
Il padre: (correggendo,
irresistibilmente) Non "spero" - "è vero?", "è vero?"
Il
capocomico: Dice "è vero" - interrogazione.
Il primo attore:
(accennando al Suggeritore) Io ho sentito "spero!"
Il
capocomico: Ma sì, è lo stesso! "è vero" o "spero". Prosegua, prosegua -
Ecco, forse un po' meno caricato...Ecco glielo farò io, stia a vedere...
(Risalirà sul palcoscenico, poi, rifacendo lui la parte fin
dall'entrata): - "Buon giorno, signorina..."
La prima attrice:
"Buon giorno."
Il capocomico: "Ah, ma... dico... " (rivolgendosi al
Primo Attore per fargli notare il modo come avrà guardato la prima attrice di
sotto al cappellino): Sorpresa...timore e compiacimento... (Poi,
riprendendo, rivolto alla prima attrice): "Non sarà la prima volta, è vero?
che lei viene qua... " (Di nuovo, volgendosi con uno sguardo d'intelligenza
al Primo Attore): Mi spiego? (alla prima attrice): E lei allora: "No,
signore". (Di nuovo, al Primo Attore): Insomma come debbo dire?
"Souplesse!"
E ridiscenderà dal Palcoscenico.
La prima attrice: "No, signore..."
Il primo attore: "C'è
venuta qualche altra volta? Più d'una?"
Il capocomico: Ma, no,
aspetti! Lasci far prima a lei (indicherà la prima attrice) il cenno di
sì. "C'è venuta qualche altra volta?"
La prima attrice solleverà un po' il capo socchiudendo penosamente; come per disgusto, gli occhi, e poi a un "Giù" del Capocomico crollerà due volte il capo.
La figliastra: (irresistibilmente) Oh Dio mio! (E subito si
porrà una mano sulla bocca per impedire la risata).
Il
capocomico: (voltandosi) Che cos'è?
La figliastra:
(subito) Niente, niente!
Il capocomico: (al Primo
Attore) A lei, a lei, seguiti!
Il primo attore: "Più d'una? E
dunque, via...non dovrebbe più esser così...Permette che le levi io codesto
cappellino?"
Il primo attore dirà quest'ultima battuta con un tal tono, e la accompagnerà con una tal mossa, che la figliastra, rimasta con le mani sulla bocca, per quanto voglia frenarsi, non riuscirà più a contenere la risata, che le scoppierà di tra le dita irresistibilmente, fragorosa.
La prima attrice: (indignata, tornandosene a posto) Ah, io non
sto mica a far la buffona qua per quella lì!
Il primo attore: E
neanch'io! Finiamola!
Il capocomico: (alla figliastra, urlando)
La finisca! la finisca!
La figliastra. Sì, mi perdoni...mi
perdoni...
Il capocomico: Lei è una maleducata! ecco quello che è! Una
presuntuosa!
Il padre: (cercando d'interporsi) Sissignore, è
vero, è vero; ma la perdoni.
Il capocomico: (risalendo sul
palcoscenico) Che vuole che perdoni! È un'indecenza!
Il padre:
Sissignore, ma creda, creda, che fa un effetto così strano -
Il
capocomico: ...strano? che strano? perché strano?
Il padre: Io
ammiro, signore, ammiro i suoi attori: il Signore là, (indicherà il primo
attore) la Signorina, (indicherà la prima attrice) ma,
certamente...ecco, non sono noi...
Il capocomico: Eh sfido! Come vuole
che sieno, «loro», se sono gli attori?
Il padre: Appunto, gli attori!
E fanno bene, tutti e due, le nostre parti. Ma creda che a noi pare un'altra
cosa, che vorrebbe esser la stessa, e intanto non è!
Il capocomico: Ma
come non è? Che cos'è allora?
Il padre: Una cosa, che...diventa di
loro; e non più nostra.
Il capocomico: Ma questo, per forza! Gliel'ho
già detto!
Il padre: Sì, capisco, capisco...-
Il capocomico:
- e dunque, basta! (Rivolgendosi agli Attori): Vuol dire che faremo poi
le prove tra noi, come vanno fatte. È stata sempre per me una maledizione
provare davanti agli autori! Non sono mai contenti! (Rivolgendosi al Padre e
alla figliastra): Su, riattacchiamo con loro; e vediamo se sarà possibile
che lei non rida più.
La figliastra: Ah, non rido più, non rido più!
Viene il bello adesso per me; stia sicuro!
Il capocomico: Dunque:
quando lei dice: "Non badi la prego, a quello che ho detto...Anche per me -
capirà!" - (rivolgendosi al Padre): bisogna che lei attacchi subito:
"Capisco, ah capisco..." e che immediatamente domandi -
La figliastra:
(interrompendo) - come! che cosa?
Il capocomico: La ragione del
suo lutto!
La figliastra: Ma no, signore! Guardi: quand'io gli dissi
che bisognava che non pensassi d'esser vestita così, sa come mi rispose lui?
"Ah, va bene! E togliamolo, togliamolo via subito, allora, codesto vestitino!"
Il capocomico: Bello! Benissimo! Per far saltare così tutto il
teatro?
La figliastra: Ma è la verità!
Il capocomico: Ma che
verità, mi faccia il piacere! Qua siamo a teatro! La verità, fino a un certo
punto!
La figliastra: E che vuol fare lei allora, scusi?
Il
capocomico: Lo vedrà, lo vedrà! Lasci fare a me adesso!
La
figliastra: No, signore! Della mia nausea, di tutte le ragioni, una più
crudele e più vile dell'altra, per cui io sono "questa", "così", vorrebbe forse
cavarne un pasticcetto romantico sentimentale, con lui che mi chiede le ragioni
del lutto, e io che gli rispondo lacrimando che da due mesi m'è morto papà? No,
no, caro signore! Bisogna che lui mi dica come m'ha detto: "Togliamo via subito
allora, codesto vestitino!". E io, con tutto il mio lutto nel cuore, di appena
due mesi, me ne sono andata là, vede? là, dietro quel paravento, e con queste
dita che mi ballano dall'onta, dal ribrezzo, mi sono sganciato il busto, la
veste...
Il capocomico: (ponendosi le mani tra i capelli) Per
carità! Che dice?
La figliastra: (gridando, frenetica) La
verità! la verità, signore!
Il capocomico: Ma sì, non nego, sarà la
verità...e comprendo, comprendo tutto il suo orrore, signorina; ma comprenda
anche lei che tutto questo sulla scena non è possibile!
La figliastra:
Non è possibile? E allora, grazie tante, io non ci sto!
Il capocomico:
Ma no, veda...
La figliastra: Non ci sto! non ci sto! Quello che è
possibile sulla scena ve lo siete combinato insieme tutti e due, di là, grazie!
Lo capisco bene! Egli vuol subito arrivare alla rappresentazione
(caricando) dei suoi travagli spirituali; ma io voglio rappresentare il
mio dramma! il mio!
Il capocomico: (seccato, scrollandosi
fieramente) Oh, infine, il suo! Non c'è soltanto il suo, scusi! C'è anche
quello degli altri! Quello di lui, (indicherà il padre) quello di sua
madre! Non può stare che un personaggio venga, così, troppo avanti, e
sopraffaccia gli altri, invadendo la scena. Bisogna contener tutti in un quadro
armonico e rappresentare quel che è rappresentabile! Lo so bene anch'io che
ciascuno ha tutta una sua vita dentro e che vorrebbe metterla fuori. Ma il
difficile è appunto questo: farne venir fuori quel tanto che è necessario, in
rapporto con gli altri; e pure in quel poco fare intendere tutta l'altra vita
che resta dentro! Ah, comodo, se ogni personaggio potesse in un bel monologo,
o...senz'altro...in una conferenza venire a scodellare davanti al pubblico tutto
quel che gli bolle in pentola! (Con tono bonario, conciliativo): Bisogna
che lei si contenga, signorina. E creda, nel suo stesso interesse, perché può
anche fare una cattiva impressione, glielo avverto, tutta codesta furia
dilaniatrice, codesto disgusto esasperato, quando lei stessa, mi scusi, ha
confessato di essere stata con altri, prima che con lui, da Madama Pace, più di
una volta!
La figliastra: (abbassando il capo, con profonda voce,
dopo una pausa di raccoglimento) È vero! Ma pensi che quegli altri sono
egualmente lui, per me.
Il capocomico: (non comprendendo) Come,
gli altri? Che vuol dire?
La figliastra: Per chi cade nella colpa,
signore, il responsabile di tutte le colpe che seguono, non è sempre chi, primo,
determinò la caduta? E per me è lui, anche da prima ch'io nascessi. Lo guardi; e
veda se non è vero!
Il capocomico: Benissimo! E le par poco il peso di
tanto rimorso su lui? Gli dia modo di rappresentarlo!
La figliastra: E
come, scusi? dico, come potrebbe rappresentare tutti i suoi "nobili" rimorsi,
tutti i suoi tormenti "morali", se lei vuol risparmiargli l'orrore d'essersi un
bel giorno trovata tra le braccia, dopo averla invitata a togliersi l'abito del
suo lutto recente, donna e già caduta, quella bambina, signore, quella bambina
ch'egli si recava a vedere uscire dalla scuola? (Dirà queste ultime parole
con voce tremante di commozione).
La madre, nel sentirle dire così, sopraffatta da un ‚empito d'incontenibile ambascia, che s'esprimerà prima in alcuni gemiti soffocati, romperà alla fine in un pianto perduto. La commozione vincerà tutti.
Lunga pausa.
La figliastra: (appena la madre accennerà di quietarsi,
soggiungerà, cupa e risoluta). Noi siamo qua tra noi, adesso, ignorati
ancora dal pubblico. Lei darà domani di noi quello spettacolo che crederà,
concertandolo a suo modo. Ma lo vuol vedere davvero, il dramma? scoppiare
davvero, com'è stato?
Il capocomico: Ma sì, non chiedo di meglio, per
prenderne fin d'ora quanto sarà possibile!
La figliastra: Ebbene,
faccia uscire quella madre.
La madre: (levandosi dal suo pianto,
con un urlo) No, no! Non lo permetta, signore! Non lo permetta!
Il
capocomico: Ma è solo per vedere, signora!
La madre: Io non posso!
non posso!
Il capocomico: Ma se è già tutto avvenuto, scusi! Non
capisco!
La madre: No, avviene ora, avviene sempre! Il mio strazio non
è finito, signore! Io sono viva e presente, sempre, in ogni momento del mio
strazio, che si rinnova, vivo e presente sempre. Ma quei due piccini là, li ha
lei sentiti parlare? Non possono più parlare, signore! Se ne stanno aggrappati a
me, ancora, per tenermi vivo e presente lo strazio: ma essi, per sè, non sono,
non sono più! E questa, (indicherà la figliastra) signore, se n'è
fuggita, è scappata via da me e s'è perduta, perduta... Se ora io me la vedo qua
è ancora per questo, solo per questo, sempre, sempre, per rinnovarmi sempre,
presente, lo strazio che vivo e ho sofferto anche per lei!
Il padre:
(solenne) Il momento eterno, com'io le ho detto, signore! Lei
(indicherà la figliastra) è qui per cogliermi, fissarmi, tenermi
agganciato e sospeso in eterno, alla gogna, in quel solo momento fuggevole e
vergognoso della mia vita. Non può rinunziarvi, e lei, signore, non può
veramente risparmiarmelo.
Il capocomico: Ma sì, io non dico di non
rappresentarlo: formerà appunto il nucleo di tutto il primo atto, fino ad
arrivare alla sorpresa di lei - (indicherà la madre).
Il
padre: Ecco, sì. Perché è la mia condanna, tutta signore!: tutta la nostra
passione, che deve culminare nel grido finale di lei! - (Indicherà anche lui
la madre).
La figliastra: L'ho ancora qui negli orecchi! M'ha reso
folle quel grido! - Lei può rappresentarmi come vuole signore: non importa!
Anche vestita, purché abbia almeno le braccia - solo le braccia - nude, perché,
guardi, stando così, (si accosterà al Padre e gli appoggerà la testa sul
petto) con la testa appoggiata così, e le braccia così al suo collo, mi
vedevo pulsare qui, nel braccio qui, una vena; e allora, come se soltanto quella
vena viva mi facesse ribrezzo, strizzai gli occhi, così, così, ed affondai la
testa nel suo petto! (Voltandosi verso la madre): Grida, grida, mamma!
(Affonderà la testa nel petto del Padre, e con le spalle alzate come per non
sentire il grido, soggiungerà con voce di strazio soffocato): Grida, come
hai gridato allora!
La madre: (avventandosi per separarli) No!
Figlia, figlia mia! (E dopo averla staccata da lui): Bruto, bruto, è mia
figlia! Non vedi che è mia figlia?
Il capocomico: (arretrando, al
grido; fino alla ribalta, fra lo sgomento degli Attori) Benissimo; sì,
benissimo! E allora, sipario, sipario!
Il padre: (accorrendo a lui,
convulso) Ecco, sì: perché è stato veramente così, signore!
Il
capocomico: (ammirato e convinto) Ma sì, qua, senz'altro! Sipario!
Sipario!
Alle grida reiterate del Capocomico, il Macchinista butterà giù il sipario, lasciando fuori, davanti alla ribalta, il capocomico e il padre.
Il capocomico: (guardando in alto, con le braccia alzate). Ma che bestia! Dico sipario per intendere che l'Atto deve finir così, e m'abbassano il sipario davvero! (Al Padre, sollevando un lembo della tenda per rientrare nel palcoscenico): Sì, sì, benissimo! benissimo! Effetto sicuro! Bisogna finir così. Garantisco, garantisco, per questo Primo Atto!
Rientrerà col Padre.