VOX CLAMANTIS IN DESERTO
4 silenzi di Massimo Zanasi
Pianissimo
fra
gile torre d’avorio
tutto
è perduto
lungo
un buio
di
braccia te
se
ad implorar la polvere
lasciata
e rilasciata
fra teli di pazienza
puniti
dall’ingiuria
e
dà la noia
quel
cielo grigio d’afa
parola
facile
facile
ad implorar perdono
tra
un sì e un no
tra
un prima e un dopo
disancorati...
Notturno
binario
insonne
che
la not te attendo
brulicante
d’incubi
troppo
deboli
e
mi abbandono al vento
che
mi porta
di
più di più di più
un
mare di parole
che
mi porta
le
puttane di utamaro
e
mi mormora gli oggetti
solamente
c’è
qualcosa che non va
nel
saluto del mattino
Corale
più
nulla
la
prima e l’ultima
volta
com’era
lontana
le
cosce impallidite
o
in mancanza d’altro
com’era
vicina
la
vita d’allora
è
finita è finita
nell’acqua
stagnante
ma
non va tanto male
seduti
a distanza
cogli
occhi abbassati
per
dire il silenzio
nel
suo ticchettio
Cantus firmus
da
nessuna parte
quelle
scarpe affamate
che
ti contagiano
porti
e stagioni
d’una
vita fottuta
e
ora immobile
qui
intorno
immobile
allo sguardo
di
chi resta
al
delirio del sud
immolando
belati
ubriachi
alle
risa di ofelia
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