HOME PAGE

Il TEATRO ARKA (H.C.E.), fondato e diretto dal regista/attore Massimo Zanasi, si compone di due settori complementari: l'Ensemble di Sperimentazione Teatrale, vero e proprio nucleo propulsore concentrato sulla ricerca dei modi e delle amodalità espressive e sulla produzione di opere che da diversi anni girano il mondo riportando in primo piano il problema dell'Artifex (Attore/Attante-Autore-Regista), ed il Laboratorio di Ricerca sullo spettacolo che può essere considerato un centro di iniziative culturali e di proposte artistiche particolarmente attento alle forme linguistiche ed estetiche delle diverse arti.

Entrambi i settori svolgono il loro lavoro all'insegna di un progetto comune, denominato Drammaturgia delle Arti per sottolineare una ipotesi di sviluppo e di approfondimento del cosiddetto Teatro di Poesia attraverso ricerche parallele, aperte al confronto e alla cooperazione, per lo studio dei rapporti etici ed estetici tra le molteplici funzioni della parola, della visione, del suono, della scrittura e del movimento.

 

InterAzioni - che quest'anno compie quattordici anni di attività - non è solo una rassegna, ma un progetto originale nato tempo fa all'interno dei programmi di studio e di ricerca scenica dell'Associazione Culturale Teatrale ARKA (H.C.E.), condotti parallelamente sui diversi linguaggi della scena e del pensiero contemporaneo.
Questa idea di un laboratorio permanente e di una rassegna nazionale ed internazionale di Performing Arts (Teatro, Musica, Danza, Poesia), Video e Installazioni ci ha permesso di definire dei contatti stabili e stimolanti con altre direzioni artistiche con le quali coordinare in Europa - ed anche oltre, come in Giappone, Nord-America... - i risultati di un particolare settore della Sperimentazione che per sua natura non fabbrica quasi mai dei "prodotti" di consumo immediato.

La scelta, dunque, di presentare periodicamente al pubblico le ricerche di artisti provenienti da diversi ambiti - da quelli "ufficiali" a quelli "autoprodotti" e talvolta "laterali" rispetto alle istituzioni e al mercato attuali, scavalcando gerarchie e false classificazioni - riassume ineluttabilmente i connotati di una scelta politica anche a favore delle lingue tagliate e delle grandi minorità del pensiero scenico e della storia dell'arte, come quelle provenienti appunto sia dalle isole etniche dell'area mediterranea in cui operiamo, che dalle isole etniche ed intellettuali presenti pur sempre nelle grandi aree metropolitane del pianeta.

In tutti questi casi i parametri del teatro, delle arti figurative, della musica e della poesia, sono insufficienti presi singolarmente e nell'utilizzarli bisogna continuamente metterli a registro tra loro con un approccio che sia anche antropologico e non solo estetico perchè l'artista del nostro tempo - che si muove spesso in una luce di tramonto e di declino dell'arte come fenomeno specifico, affogata com'è in una generale estetizzazione dell'esistenza - oltre a saper dire possa anche sempre sperimentare percorsi vecchi e nuovi per testimoniare dell'epoca in corso, per riscoprire continuamente ciò che deve dire, o almeno ciò che non siamo, ciò che non vogliamo.

Italiano
English