STAUROS - CROCE o PALO DI TORTURA?

La parola "stauros" è riportata 22 volte nelle Scritture greche cristiane. Nella TNM è tradotta coerentemente come "palo di tortura" e mai come "croce". Si tratta dello strumento [di tortura] sul quale Gesù Cristo fu appeso e giustiziato. Per lo stesso strumento di esecuzione capitale usato per Gesù Cristo è stata usata un'altra parola greca, cioè "xylon", che letteralmente indica "legno, pezzo di legno, una cosa fatta di legno…"-Vine. Nei passi in cui "xylon" viene usato per l'esecuzione capitale di Gesù Cristo, la TNM lo traduce "palo". Chiediamoci se la TNM è giustificata nel tradurre così queste parole greche.

W.E. Vine nel suo Expository Dictionary of Bible Words [Dizionario esplicativo delle parole bibliche] dichiara:

"STAUROS …denota primariamente un palo diritto. Su questo strumento di esecuzione capitale venivano inchiodati i criminali. Sia le due parole che il verbo correlato stauroo, messi in relazione a un palo, originariamente non hanno avuto a che fare con la forma ecclesiastica della croce a due travi, che trae le sue origini dall'antica Caldea e veniva usata come simbolo del dio Tammuz (rappresentato dalla mistica Tau, iniziale del suo nome, in quella nazione e in quelle vicine a lei, incluso l'Egitto. A partire dal terzo secolo E.V. le chiese si erano allontanate da certe dottrine della fede cristiana o le avevano travisate. Per incrementare il prestigio del sistema ecclesiastico apostata, i pagani vennero accolti nelle chiese senza che fossero fatti convertire alla fede cristiana e venne loro permesso in larga misura di conservare i loro simboli pagani. Di conseguenza, la Tau o T, con la parte trasversale, fu adottato per rappresentare la croce di Cristo" e sotto la parola ALBERO:

"2. XULON … (B) della croce, il legno come quello dello stauros, il palo diritto al quale i romani appendevano i condannati a morte, Atti 5:30; 10:39; 13:29; Gal. 3:13; 1 Pietro 2:24;" In sintonia con quanto sopra si è espresso il Dr. Jason BeDuhn (in una lettera privata che ho pubblicato col suo permesso), dopo avergli io chiesto che cosa pensasse della lezione contenuta nella TNM inerente alla parola "stauros":

"Per quanto riguarda ancora il "palo di tortura" io penso che la TNM sia andata un po' con la mano pesante nell'esprimere il suo punto di vista. Certamente "palo" sarebbe sufficiente e più desiderabile. I TdG stanno tentando di distogliere i cristiani dalla loro devozione alla croce. Dopo tutto, si tratta di uno strumento di esecuzione capitale. Essi hanno ragione nell'affermare che STAUROS non significa necessariamente la croce come l'hanno intesa i membri della cristianità. Può essere esattamente un semplice palo sul quale inchiodare qualcuno, anche se tuttavia penso che il concetto di "tortura" sia eccessivo e non coglie il pieno significato: quello di uno strumento di esecuzione capitale".

Anche la Companion Bible così si esprime nella sua appendice 162:

"Nel NT greco ci sono due parole tradotte [comunemente] "croce", lo strumento di esecuzione capitale sul quale fu appeso il Signore. 1. La parola stauros, che indica un palo diritto, al quale venivano inchiodati i criminali per essere giustiziati. 2. La parola xulon, che generalmente denota un tronco morto di legno o trave, usato come combustibile o per altro scopo. E' diverso dal dendron, usato per indicare un albero vivo o verde, com'è riportato in Matt. 21:8; Riv. 7:1, 3; 8:7; 9:4 etc. Dove xulon viene usato al posto di stauros, il significato è identico per tutti e due.

Il verbo stauroo vuol dire trascinare pali. Il nostro vocabolo "croce" è la traduzione del latino crux, ma il greco stauros non significa croce più di quanto "bastone" non significhi "stampella". Omero usa la parola stauros col significato di palo o semplice pezzo di trave. [nota in calce, Iliade xxiv.453. Odissea xiv.11] E questo è il significato e l'uso della parola trasmesso dai classici greci. [nota in calce, p.es. Tucidide iv.90. Senofonte, Anabasis v.2.21] Non ha mai avuto il significato di due pezzi di trave posti l'uno di traverso all'altro, ma sempre di un pezzo solo. Ne consegue l'uso della parola xulon (N° 2 sopra) in relazione allo strumento di esecuzione capitale sul quale è morto il Signore e che è chiamato "legno" in Atti 5:30; 10:39; 13:29; Gal. 3:13; 1 Pietro 2:24. Questo è stato preservato nell'inglese arcaico rood [croce] o rod [verga]. Vedete l'Enciclopedia Britannica, 11.a ediz. (Camb), vol. 7, pag. 505d. Non esiste niente nel NT che abbia mai indicato due pezzi di trave".

Nel A Critical Lexicon and Concodance to the English and Greek New Testament, [Lessico critico e concordanza del NT greco-inglese] pag. 819, E.W. Bullinger dichiara:

"Per quanto riguarda l'uso di croce per tradurre stauros, lo strumento di esecuzione capitale sul quale Gesù fu appeso, devo sottolineare che ambedue le parole stauros e xylon si discostano dal concetto attuale di croce, col quale abbiamo familiarità attraverso l'arte figurativa. Lo stauros era semplicemente un palo diritto sul quale i Romani inchiodavano i condannati. Il verbo stauroo, che significa semplicemente trascinare pali, non ha mai reso l'idea di due pezzi di legno messi di traverso uno sull'altro. Perfino il latino crux significa un semplice palo".

The Anchor Bible Dictionary [Dizionario biblico Anchor] così si esprime sulla crocifissione:

"L'atto di inchiodare o appendere una vittima viva o talvolta morta ad una croce o ad una palo (stauros o skolops) o a un albero (xylon)…Sotto l'impero romano la crocifissione era di solito preceduta dalla fustigazione. Talvolta la croce era solo un palo verticale. Frequentemente vi era attaccato un braccio trasversale…"-Volume 1, pagg. 1207, 1208.

Per leggere quanto è stato dichiarato nella rivista Torre di Guardia inglese nel 1950 dopo la pubblicazione della TNM delle Scritture Greche Cristiane, cliccare qui. A) tomany.htm

Anche la seguente opera è degna di essere citata in tutta la sua lunghezza:

The Non-Cristian Cross, An Enquiry into the Origin and History of the Symbol Eventually Adopted as that of our Religion, [La croce non cristiana, un'indagine sull'origine e sulla storia di un simbolo come quello eventualmente adottato dalla nostra religione] di John Denham Parsons:

"Nelle mille e più opere provvedute per nostra informazione su argomenti relativi alla storia della nostra razza, veniamo a sapere che Alessandro il Grande, Tito, vari greci, romani e sovrani orientali dei tempi antichi "crocifissero" varie persone, anche molte in una volta sola o nell'arco di tutto il loro regno, usando lo strumento di esecuzione chiamato "croce".

Di conseguenza, è naturale che noi immaginiamo tutti coloro di cui si è detto che siano stati "crocifissi", inchiodati al palo di esecuzione capitale o altrimenti appesi su uno strumento cruciforme come quello raffigurato per Gesù nelle nostre fantasiose illustrazioni.

Questo non è affatto il caso.

Per esempio, la morte di cui si parla, la morte mediante stauros, includeva la trafittura mediante un palo appuntito, come pure l'affissione ad un palo non appuntito; non sempre si è fatto riferimento a quest'ultimo tipo di punizione.

E' probabile che nella maggioranza dei casi in cui non abbiamo alcun indizio su quale tipo di stauros fosse usato, la morte dei condannati fosse causata tramite affissione su uno stauros appuntito. Per di più, anche se potessimo provare che questo comunissimo tipo di punizione capitale non fosse in nessun caso quello riportato dagli storici vissuti nelle epoche passate, e che la morte fosse in ogni caso procurata mediante affissione a uno stauros, anziché mediante trafittura con uno stauros, ci toccherebbe ancora provare che ogni stauros avesse una trave o un braccio trasversale prima che potessimo descrivere la morte per crocifissione causata da questo strumento di esecuzione capitale.

E' abbastanza improbabile che ogni volta che gli antichi dovevano mettere a morte un condannato appeso su un palo conficcato in terra, si mettessero ad appendervi di traverso una trave tanto artistica quanto inutile per soddisfare la nostra immaginazione.

Poiché, in ogni caso, è risaputo che i Romani mettessero spesso a morte i condannati appendendoli ad un palo privo di braccio trasversale, sorge la domanda su quale prova abbiamo che fosse stata usata una croce per Gesù

Che cosa usassero gli antichi che corrispondesse alla parola stauros, si può facilmente constatare sia nell'Iliade che nell'Odissea…

Lo stauros usato come strumento di esecuzione capitale era (1) un sottile palo appuntito usato per trafiggere il corpo e inchiodarlo a terra o di causarne altrimenti una morte certa; (2) un palo simile conficcato in terra con la punta all'insù sul quale affiggere il condannato per impedirne la fuga; (3) un palo molto più lungo e più solido con la punta all'insù, sul quale collocare la vittima con le mani legate dietro la schiena, in modo tale da farle entrare la punta nel petto e farle affrettare la fine con ogni movimento del corpo; (4) un solido palo non appuntito conficcato verticalmente in terra, dal quale far pendere la vittima con una fune legata ai polsi dietro la schiena per renderne atroce la sofferenza; o sul quale legare il condannato, o inchiodarlo, come nel caso di Gesù.

In ogni caso, il tipo di stauros sul quale fu appeso Gesù, non aveva niente a che fare con una croce, perché non è in alcun modo provato e nella maggioranza dei casi risulta improbabile.

Perfino nel Medio Evo la parola stauros sembrava avere primariamente il significato di un pezzo di legno verticale senza braccio trasversale. Poiché il famoso lessicografo greco Suidas chiaramente affermò "Stauroi; ortha xula peregota", e sia Eustazio che Esichio dichiarano che significhi palo diritto.

Anche la luce che Luciano getta collateralmente sulla questione è degna di nota, poiché, quando fa riferimento a Gesù, allude a "Quel loro sofista che fu appeso ad uno skolops, parola che indica un singolo pezzo di legno e non due legni in croce.

Sarebbe necessario aggiungere incidentalmente che in alcune epistole del NT, che sembrano essere state scritte prima dei Vangeli, e che tuttavia, come le altre epistole, sono state collocate dopo i Vangeli, ma in maniera ingannevole, si dichiara che Gesù sia stato appeso su un albero…qui la parola tradotta "albero", sebbene sia sempre usata in riferimento a ciò che viene tradotto come "Albero della vita", significa non solo "albero", ma anche "legno".

C'è da notare, comunque, che questi cinque riferimenti della Bibbia all'esecuzione capitale di Gesù su un albero o trave conficcato in terra, non danno assolutamente l'idea di due pezzi di legno inchiodati in croce uno sull'altro.

Inoltre, perfino nel testo greco dei Vangeli non c'è una sola dichiarazione che lo strumento di esecuzione capitale usato per Gesù sia stato cruciforme.

Quand'anche esistesse tale dichiarazione in relazione a Gesù nei ventisette libri del testo greco, che la nostra Chiesa selezionò da una vastissima quantità e a cui diede il nome di cosiddetto "Nuovo Testamento", c'è da considerare che esiste una lettera greca a forma di croce, la lettera chi, alla quale sarebbe stato regolare riferimento e della quale alcuni avrebbero fatto uso nell'espressione Kata chiasmon "simile a chi".

Si dovrebbe anche ricordare che sebbene i cristiani dei primi tre secoli ed in altre epoche facessero uso del transitorio segno della croce nel rito d'iniziazione battesimale non mosaico, è riconosciuto il fatto che, com'è evidenziato nei prossimi due capitoli, non usarono né venerarono quel segno come rappresentazione dello strumento di esecuzione capitale di Gesù. Per di più, se rispondendo a quanto sopra si argomentasse che, com'è ben noto, figure di legno cruciformi ed altre rappresentazioni del segno della croce non fossero venerate dai cristiani fin dopo il fatidico giorno in cui Costantino uscì dalla Gallia per fare la famosa marcia contro Roma, al comando di truppe militari, e che le croci cristiane del IV secolo usate come memento erano rappresentazioni dello strumento di esecuzione capitale su cui morì Gesù, si presenterebbero una dozzina di altre obiezioni, se siamo abbastanza onesti da dovere ammettere che le cose stavano così sin dall'inizio. I Galli e di conseguenza i soldati della Gallia veneravano come simboli del dio Sole e datore della vita e della vittoria la croce con bracci uguali, + o X, e la ruota solare, mentre la cosiddetta croce che Costantino e le sue truppe asserirono di avere scorto sopra il sole di mezzogiorno era dichiaratamente il monogramma di Cristo, il quale era chiaramente un adattamento della ruota solare, come sarà dimostrato più avanti; a ricordo della conquista di Roma operata al comando delle sue truppe galliche, Costantino eresse uno di questi simboli nel centro della Città Eterna, in seguito impresse le croci sulle sue monete…la croce a forma di X con quattro bracci uguali e alcune variazioni dell'altra croce a forma di + con bracci uguali ad angolo retto. Non passò molto tempo dopo che queste croci furono accettate come simboli cristiani e dopo la morte e sepoltura di Costantino che la croce con un braccio più lungo degli altri tre (o due), che potrebbe rappresentare solamente uno strumento di esecuzione capitale, fu adottata dai cristiani.

Un altro punto da ricordare è che quando Costantino, concependo apparentemente la nostra religione non nazionale con ramificazioni estese su tutti i domini del mondo, come la sola capace di unificare le molte nazioni che riconoscevano il suo dominio, stabilì la cristianità come la religione di stato dell'impero romano, la chiesa a cui apparteniamo avrebbe dovuto naturalmente accettare come suoi i simboli che Costantino aveva imposto come quelli dello stato politico in questione. C'è da aggiungere che la croce con un braccio più lungo degli altri, se non anche l'ipotesi che lo stauros al quale fu appeso Gesù avesse la forma di una croce, potrebbero essere state prodotte dal desiderio di associare alla storia di Gesù questi simboli gallici di vittoria divenuti simboli dello stato romano e di conseguenza della chiesa di stato. Ad ogni modo, il primo genere di croce venerata dai cristiani non rappresentava uno strumento di esecuzione; e per il fatto che riteniamo sacri molti differenti tipi di croci, sebbene potessimo anche provare che lo stauros al quale fu appeso Gesù avesse un braccio trasversale, all'infuori di uno strumento di esecuzione ad un solo elemento, si dovrebbero dare delle spiegazioni.

La nostra sola spiegazione plausibile del fatto che riteniamo sacra quasi ogni specie di croce è che, non sapendo su quale tipo di croce morì Gesù, si sono trovate sempre differenti opinioni su quale fosse realmente il tipo di croce.

Questa differenza di opinioni fra i cristiani sul tipo di strumento di esecuzione capitale usato per Gesù è rimasta per molti secoli. Ma la sola spiegazione dei molti differenti tipi di croci accettati da noi come simboli di Cristo ci crea maggiore difficoltà. Poiché, se non sapevamo su quale tipo di croce fu giustiziato Gesù quando accettammo la croce come nostro simbolo, esistono ovvie probabilità che abbiamo accettato la croce come nostro simbolo per ragioni che non sono quelle che noi sosteniamo. Poiché la nostra posizione sull'intera questione è sia illogica che insoddisfacente, dovremmo cambiarla per onestà davanti al fatto che non possiamo provare in maniera soddisfacente che il nostro simbolo è stato adottato come rappresentazione dello strumento di esecuzione capitale usato per giustiziare Gesù e che non sappiamo ancora con certezza che lo strumento in questione fu cruciforme.

Basti solo aggiungere che nei numerosi scritti del NT greco non esiste una singola frase recante anche indirettamente l'evidenza che lo stauros usato per giustiziare Gesù fosse diverso da un normale stauros, come due pezzi legno inchiodati a forma di croce, anziché un solo pezzo di legno.

Prendendo in considerazione i fatti suddetti, si dovrà notare che non è di poco conto l'azione fuorviante da parte dei nostri insegnanti quando traducono la parola stauros "croce" dai testi greci della Chiesa nella nostra lingua madre e nel contempo omettono di specificare nei lessici in cui espongono il significato di stauros, che croce ad ogni modo non era il significato primario ai giorni degli apostoli, e che questo significato non l'ottenne se non molto tempo dopo e solo perché, a dispetto della mancanza di sufficienti prove, si ipotizzò che il particolare stauros usato per giustiziare Gesù avesse quella particolare forma.

Ma il lettore può obiettare: "Che ne è della parola greca che nelle nostre Bibbie è tradotta 'crocifiggere' o 'crocifisso'? Non significa 'appendere a una croce' o 'appeso a una croce'? E che cos'è questa per noi cristiani se non la più vigorosa prova possibile della nostra asserzione che Gesù fu giustiziato sopra uno strumento cruciforme?" La risposta è che non meno di quattro differenti parole greche sono tradotte nelle nostre Bibbie con significato di "crocifiggere" o "crocifisso", e che non una di esse ha questi significati. Le quattro parole in questione sono prospegnumi, anastauroo, sustauroo e stauroo. La parola prospegnumi, sebbene sia tradotta nelle nostre Bibbie "crocifiggere" o "crocifisso", significa solamente "appendere" a o sopra, e nient'altro. Non importa che le persone condannate a cui fa riferimento siano appese a un palo, a un albero o a una croce e non ha riferimento alla croce più di quanto lo indichi la parola "appendere" in se medesima.

La parola anastauroo non fu mai usata dagli antichi scrittori greci con un significato diverso da quello di impalare sopra o con un singolo pezzo di legno.

La parola sustauroo non appare nelle scritture precristiane, ma solo cinque volte nella Bibbia contro le quarantaquattro volte della prossima parola che sarà trattata più sotto. Derivato ovviamente in parte dalla parola stauros, che primariamente significa una palo o pezzo di legno singolo senza nulla di traverso, sustauroo significa evidentemente affissione ad un tale palo. Ad ogni modo,

non esiste nient'altro né nella derivazione della parola, né nel contesto delle cinque volte in cui appare, che possa indicare l'affissione a qualcosa che abbia la forma di una croce.

La parola stauroo appare, come già detto, quarantaquattro volte, ed è di gran lunga la più frequente delle quattro parole qui elencate. Il significato di questa parola è pertanto speciale. Di conseguenza è della massima importanza notare, dopo la nostra indagine, che dovunque questa parola appare nei classici precristiani, è usata per indicare impalamento, o palo, o affissione su un palo ed ha riferimento non a croci, ma a singoli pezzi di legno.

Sembra sufficientemente chiaro (1) che le Sacre Scritture di cui è composto il NT, alle cui testimonianze, come ci sono state tradotte, noi ci inchiniamo riverentemente, non ci dicono che Gesù fosse appeso su uno strumento di esecuzione capitale a forma di croce; (2) che la valutazione equilibrata dell'evidenza non dà ragione alle nostre asserzioni che lo strumento in questione fosse cruciforme e che fosse rappresentato originalmente dal nostro sacro simbolo e (3) che noi cristiani dei tempi passati abbiamo agito e continuiamo ad agire ingenuamente in relazione al simbolo della croce.

Tuttavia, questo non è tutto. Poiché, se disgraziatamente il nostro zelo, col quale abbiamo pressoché inventato l'evidenza a favore della teoria che la nostra croce abbia tratto la sua origine dalla forma dello strumento di esecuzione usato per giustiziare Gesù, possa provare affatto qualcosa, prova la necessità di un'opera che , come questa, mostri l'evidenza disponibile dell'esistenza precristiana della croce e della sua adozione a simbolo in tempi posteriori come quello della fede cattolica".

Né si dovrebbe dimenticare che il trionfo della cristianità era dovuto al fatto che era una fede "cattolica" e non il monopolio di una singola nazione o razza, come le altre fedi praticate dai sudditi di Roma, o come Gesù pare avesse indicato che dovessero essere i risultati della Sua missione, in quanto Egli dichiarò solennemente che era stato mandato alle pecore disperse della Casa d'Israele e a loro soli. Poiché se Paolo, reputando questa ed altre visioni di Gesù come prove lungamente attese di una vita futura, non avesse trascurato le semplici dichiarazioni di Gesù inerenti alla Sua missione dedicata esclusivamente ai discendenti di Giacobbe o Israele, e a loro soli; se non avesse fatto opposizione ai rappresentanti di Cristo, e a Pietro in faccia, e se con zelo insuperabile non avesse adempiuto il suo grandioso proposito di professare una religione universale, anziché nazionale, fondata sull'apparizione in spirito del glorificato Gesù, quello che noi chiamiamo cristianesimo non sarebbe venuto all'esistenza.

E' degno d'imperitura memoria il fatto che, se non fosse stato per l'apostolato di Paolo, non ci sarebbe stata nessuna fede cattolica con seguaci in ogni nazione governata da Costantino che, dopo essere rimasto unico imperatore, da astuto monarca stabilì, in virtù della sua cattolicità, la religione ufficiale del suo traballante impero per farne un elemento stabilizzatore nel vastissimo territorio soggetto al suo dominio. Né questo fatto sarebbe meno degno di nota se messo in relazione col simbolo della croce. Poiché, come sarà dimostrato, è evidente che, avendo Costantino fatto sì che la figura della croce fosse riconosciuta come simbolo del suo impero cattolico, essa divenne un simbolo riconosciuto della fede cattolica.

Fino al tempo in cui Costantino e le sue truppe galliche non piantarono all'interno delle mura della Città Eterna come simbolo della loro vittoria quello che Eusebio, vescovo di Cesarea ed altri cristiani del secolo in questione descrivono come una croce, i cristiani non avevano ancora venerato un trofeo cruciforme di qualsiasi descrizione. Per di più, solo per il fatto che il trionfo di Costantino diventò quello della Chiesa cristiana, dovremmo avere ritenuto la croce qualcosa di diverso da un simbolo di vittoria come quello che pensiamo, se ai nostri occhi è rimasto ancora lo strumento di esecuzione capitale usato per giustiziare Gesù.

Questo è evidente dal fatto che la cosiddetta croce di Gesù adempì certamente il proposito per il quale fu eretta su richiesta di quelli che vollero la morte di Gesù. Perfino in sintonia con i nostri Vangeli l'oscurità della sconfitta offuscò la scena del Calvario.

Per semplificare l'argomento, la vittoria di Gesù non fu una vittoria sulla croce, poiché non scese dalla croce.

Né fu una vittoria sui suoi nemici, poiché essi intendevano liberarsi di un uomo che ritenevano un agitatore, e il loro desiderio fu esaudito nel momento in cui, grazie alla croce, Egli aveva finito di inquietarli.

In altre parole, la vittoria che ascriviamo a Gesù non avvenne mentre le tenebre avvolgevano come una coltre la sua terra natia durante la sua esecuzione capitale, ma sull'imminente domenica dell'equinozio di primavera, alle luci dell'alba. Poiché la vittoria in questione, da qualunque punto di vista possiamo considerarla, non fu l'evitare una sconfitta, ma il suo rimedio. E la sua storia è un'illustrazione dell'antica promessa, vetusta e basata sulla venuta, introdotta ogni anno dalla Pasqua o dal passaggio del sole sull'equatore nel giorno dell'equinozio di primavera, di abbondanti raccolti dell'estate dopo gli stenti del devastante inverno, offrendoci una speranza, non propriamente basata sull'evitare la morte e la relativa sconfitta, ma basata sul fatto che tale vittoria si realizzi nella sopravvivenza o nella risurrezione.

Perciò è chiaro che, anche se noi potessimo provare che lo strumento di esecuzione capitale sul quale fu appeso Gesù fosse cruciforme, non ne conseguirebbe necessariamente che, come quella che noi reputiamo sia rappresentazione dello strumento della Sua esecuzione capitale, possa diventare [nel contempo] il nostro simbolo di Vita e di Vittoria.

In ogni caso, l'onestà richiede che noi non dovremmo più tradurre come "croce" una parola che, al tempo in cui furono scritti i Vangeli, non significava necessariamente qualcosa a forma di croce. Ed è pure nostra incombenza, da un punto di vista morale, smettere di tradurre come "crocifiggere" o "crocifisso" parole che non hanno mai avuto tale significato".

Per il capitolo II del libro di Parson "L'evidenza di Minucio Felice" vedete qui. B) parsons2.htm

Capitolo III "L'evidenza degli altri Padri" qui. C) parsons3.htm

Capitolo IV "Singolari dichiarazioni di Ireneo" qui. D) parsons4.htm

Capitolo V "Origine della croce precristiana" qui. E) parsons5.htm

Capitolo VI "Origine della croce cristiana" qui. F) parsons6.htm

Capitoli VII, VIII, XV, XVI e XVII della The Non-Christian Cross [La croce non cristiana] vedete qui. G) parsonsc.htm

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Vorrete leggere anche:

'E' la croce per i cristiani?' - Torre di Guardia inglese 15/8/1987, pagg. 21-24; 'Dov'erano le sue gambe?' - ibidem, pagg. 28, 29.

The New World Translation of the Holy Scriptures, Reference Edition [TNM con riferimenti], 1984, Appendice 5C, pagg. 1577-1578.

The Kingdom Interlinear Translation of the Greek Scriptures [Interlineare del Regno], 1985 edito dalla WTB&TS, Appendice 3C, pagg. 1149-1151.

Insight on the Scriptures-'Impalement' [Perspicacia: 'Impalamento'], Vol. 1, pagg. 1190-1192. (WTB&TS) - Come Gesù poté essere impalato* sullo stauros. Figura riportata nell'edizione della Torre di Guardia inglese del 15/8/1987 pag. 24 (WTB&TS)

 

La crux simplex com'è stata illustrata dall'erudito cattolico romano Justus Lipsius nel suo libro De Cruce Libri Tres.

Il disegno in bianco e nero apparso a pag. 114 del libro "L'arpa di Dio" (1921) scritto da J.F. Rutherford allora presidente della Watchtower Bible & Tract Society (WTB&TS).

Fu solo nel 1936 nel libro "Ricchezza", sempre di Rutherford, che fu chiarito per la prima volta ai testimoni di Geova il fatto che Gesù non fu giustiziato su una croce, ma su un palo. Da quella data in poi la letteratura della WTB&TS raffigurò sempre Gesù sul palo ogni volta che faceva riferimento alla sua esecuzione capitale. Nella prima edizione della TNM delle Scritture Greche Cristiane del 1950 un'appendice mostra chiaramente l'appropriata traduzione del greco "stauros" in "palo di tortura", anziché in "croce". E' interessante come l'appendice citi il libro La croce e la crocifissione di Hermann Fulda, Breslavia, Germania, 1878, [L) Traduzione di croce Hermann Fulda.htm] che in parte dichiara: "Gli alberi non erano sempre disponibili dovunque si facessero pubbliche esecuzioni capitali. Perciò si conficcava nel terreno un semplice palo e su di esso i fuorilegge venivano legati o inchiodati con le mani levate verso l'alto e spesso venivano loro inchiodati anche i piedi… Questa croce semplice era il più antico strumento eretto da mani umane per la punizione con la crocifissione; e a motivo della sua grande semplicità si è conservata fino alla fine in questa forma al pari della sua doppia versione alquanto più artificiosa". L'autore deduce che Gesù "morì su un semplice palo di esecuzione: a sostegno di questa tesi sono presi in considerazione (a) gli strumenti di esecuzione capitale allora usuali in oriente, (b) indirettamente il medesimo racconto delle sofferenze di Gesù e (c) molte espressioni dei primi padri della chiesa". - pagg. 156, 339.

*La parola "impalare" deriva dal latino medievale "impalere", dal latino "in" "su" + "palus" "palo". Quindi i dizionari definiscono questa parola "perforare con, appendere su, qualche cosa appuntita; trafiggere" e "punire o torturare appendendo su un palo". Perciò l'uso della parola "impalare" nel NT per descrivere come Gesù fu appeso su un palo è alquanto appropriato.

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Nel 1968, in una caverna adibita a luogo di sepoltura a Giv'at ha-Mivtar furono scoperti i resti di un cadavere di sesso maschile appartenente ad un uomo giustiziato sotto il dominio romano. Questa è stata la sola evidenza antropologica della pratica di "crocifissione" o di "impalamento". La descrizione originale di questo reperto suscitò molto interesse fra gli eruditi. Tuttavia, a causa delle pressioni esercitate da certe autorità religiose, l'analisi dei resti fu effettuata in maniera affrettata da parte del prof. Nico Haas e della sua équipe medica, e questi fatti furono poi pubblicati su alcuni articoli.

Uno di questi, scritto da un certo Vassilios Tzaferis, che aveva scoperto il cadavere, verteva sui ritrovamenti dell'équipe e cercava di descrivere la posizione in cui si trovava il morto sullo strumento di esecuzione. Da allora è stata fatta una rivalutazione. Ho sentito dire spesso da alcuni, coi quali mi sono incontrato, che questo ritrovamento dimostra che Gesù sia morto su una croce. I resti dell'uomo, tuttavia, non ne danno alcuna prova e per due ragioni. (1) Quest'uomo può non essere stato giustiziato su una croce, benché alcuni pensino che sia una cosa sicura. Egli può essere morto su un semplice palo. La ragione per cui alcuni suppongono che quest'uomo fu giustiziato su una croce è basata parzialmente sulla perizia originale del prof. Haas e sugli articoli in cui era stata riportata. Da allora sono emerse delle incongruenze che hanno dato luogo ad una rivalutazione di alcuni aspetti del caso. (2) Anche se quest'uomo può, ma non c'è ancora nessuna prova secondo quanto si è detto, essere morto su uno strumento a forma di croce, come può questo caso dimostrare che anche lo "stauros" usato per giustiziare Gesù fosse una croce, quando esiste l'evidenza che per Gesù è stato usato un semplice palo diritto? La rivalutazione fu effettuata da Joseph Zias del Dipartimento delle Antichità e dei Musei d'Israele e da Eliezer Sekeles della Scuola Medica dell'Università ebraica Hadassah di Gerusalemme.

Una buona descrizione della loro rivalutazione scaturita da una controperizia fu pubblicata in un articolo di sei pagine sul Israel Exploration Journal [Giornale di esplorazioni israeliano], Vol. 25, pagg. 22-27, intitolato The Crucified Man from Giv'at ha-Mitvar: A Reappraisal. [L'uomo crocifisso di Giv'at ha-Mitvar: Una controperizia] Questa controperizia cambiò parecchie delle deduzioni che erano state fatte in merito alla posizione assunta dall'uomo nel corso della sua "crocifissione". A pag. 27 c'è un diagramma: "Nuova ricostruzione proposta della sua posizione durante la crocifissione", in cui potete notare un uomo con ciascuno dei piedi inchiodati su un palo verticale. Il diagramma mostra pure che le braccia sono legate ad un pezzo di legno che forma una croce. (Questo diagramma fu riprodotto nell'articolo "Dov'erano le sue gambe", nella Torre di Guardia menzionata sopra) Ma i resti di quest'uomo non danno tuttavia adito a supporre un'evidenza che fosse giustiziato su una croce, poiché mostra solo come i periti immaginarono la dinamica dell'esecuzione capitale. Com'è stato detto più sopra, esiste anche la possibilità che egli morisse su un palo diritto. Lo stesso Dr. Zias ha dichiarato a chi gli ha posto domande circa la posizione in cui l'articolo raffigurava il condannato appeso alla "croce": "La nostra ricostruzione della posizione delle braccia appese al legno è puramente ipotetica. Le braccia possono essere state appese in vari modi (inclusa la posizione al di sopra della testa su un palo diritto)". (Vedete anche: New Analysis of the Crucified Man, Biblical Archaeology Review). [Nuova analisi dell'uomo crocifisso, Rivista biblica archeologica] Vedete Crucifixion in Antiquity [Crocifissione nell'antichità] di J. Zias. H) crocifissione della antichità.htm

La parola "crocifisso" usata nel titolo di questi articoli, a mio avviso, potrebbe avere un effetto fuorviante nella mente dei lettori, poiché darebbe loro l'impressione che esista una prova sicura della "crocifissione" di quest'uomo su una "croce". Tuttavia, l'autore dell'articolo, nell'usare questa parola, non intende affermare che quest'uomo morì su uno strumento a forma di croce. Vedete la citazione dal Anchor Bible Dictionary summenzionato, in cui la parola "crocifissione" potrebbe significare un'esecuzione fatta su un semplice palo. I nuovi investigatori Zias e Sekeles descrissero il modo in cui l'uomo "crocifisso" fu appeso alla croce: "Le fonti letterarie dell'epoca romana contengono numerose descrizioni della crocifissione, ma poco esatti dettagli su come i condannati fossero appesi sulla croce. Sfortunatamente, l'evidenza fisica diretta che è stata raccolta qui, è anche limitata a un calcagno trafitto da un chiodo di ferro di 11,5 cm. con tracce di sangue alle sue estremità". In sintesi, benché la scoperta abbia grande rilevanza per il mondo degli eruditi, non aggiunge assolutamente nulla a quanto abbiamo già capito della forma dello strumento di esecuzione capitale usato per Gesù.

Altri ancora possono far notare che esista un'altra prova archeologica che i cristiani "usassero" la croce nel primo secolo e che questa particolare prova suggerisca la forma dello strumento di esecuzione su cui morì Gesù. A Capernaum c'è una sinagoga costruita nel primo secolo, "La Casa di San Pietro", sulle cui pareti si vedono graffiti a forma di "croce". Tuttavia, l'intonaco sul quale si trovano, è di età molto più recente di quella originale dell'edificio stesso, che è stato rintonacato parecchie volte! L'ovvia conclusione è che i graffiti non sono del secolo originale.

Uno scrittore ha affermato:

"Scoperte storiche hanno convalidato l'uso della croce tradizionale. E' stato compiuto il ritrovamento di un graffito sui muri del Palatino romano, di data poco posteriore al 200 E.V. Raffigura un somaro crocifisso, la derisione di un cristiano prigioniero che adora Cristo. I Romani erano divertiti dal fatto che i cristiani adorassero il Gesù che essi avevano messo sulla croce".

Va detto questo: questo disegno fu scoperto nel 1856 sui muri dell'edificio suddetto. Questo "somaro crocifisso" ha il corpo umano, ma la testa di animale. Le braccia sono allargate. Due linee tracciate a forma di croce appaiono davanti e non dietro questo disegno, parallele alle braccia e alle gambe. E' corredato da una didascalia di questo contenuto: "Alexamenos adora il suo Dio". E' stato fatto notare che le linee formanti la 'croce' possono non far parte del graffito originale. Inoltre, la testa è più simile a quella di uno sciacallo che a quella di un somaro, e pertanto più in sintonia con quella che potrebbe essere benissimo la rappresentazione del dio egiziano Anubi. Questa di sicuro non costituisce l'evidenza di una croce o di una crocifissione come [fosse stata] disegnata da cristiani nella prima parte del terzo secolo.

Il prof. Graydon F. Snyder così commenta questo pezzo di graffito: "Nel 1856 fu scoperto un disegno nel reparto della servitù dentro il Palazzo imperiale di Roma, [M) parsons2.htm] raffigurante un certo Alexamenos con la mano destra rivolta verso un somaro crocifisso. Sotto la croce sta scritto: … Presumibilmente quest'iscrizione dovrebbe essere tradotta "Alexamos adorante Dio". Sebbene non si possa stabilire una data per questo disegno, si può facilmente dedurre che il suo contenuto

denigratorio ha lo scopo di schernire il cherigma cristiano e che, essendo stato fatto da un nemico della fede cristiana, può difficilmente provare che la croce fosse un simbolo dei primi cristiani".

Anche il Prof. Graydon scrisse: "Il segno della croce è stato un simbolo risalente alla remota antichità, presente in quasi ogni nota cultura. Il suo significato è sfuggito agli antropologi, sebbene la sua presenza nell'arte funeraria possa indicare una difesa contro il male. D'altronde, la famosa crux ansata egiziana, rappresentata come proveniente dalla bocca, deve riferirsi alla vita o al respiro. L'uso universale del segno della croce rende ancor più sensazionale la mancanza di croci nei resti risalenti alla prima epoca cristiana, specialmente di qualsiasi riferimento all'evento del Golgota. La maggior parte degli eruditi si trovano adesso d'accordo nel riconoscere che la croce, come riferimento artistico all'evento della passione, non ha potuto essere trovata prima dell'epoca di Costantino… Nel 1938, in occasione della celebrazione del bicentenario degli scavi di Ercolano, una casa, chiamata appropriatamente Casa del Bicentenario, fu portata alla luce e aperta al pubblico. In una seconda area archeologica gli scavatori trovarono uno spazio disadorno a forma di croce. Ovviamente, qualche oggetto cruciforme che era rimasto appeso a una parete, fu tirato giù o portato via prima dell'eruzione del 79 E.V.

E' probabile che ad Ercolano ci fossero dei cristiani. Sono state trovate abbondanti tracce di presenza giudaica. Non dovrebbero esistere ragioni per dubitare della presenza di cristiani, né che essi si adunassero in case come la Casa del Bicentenario. Ma la cosiddetta croce sarebbe potuta essere un oggetto appeso al muro mediante due pezzi di croce. Ma se fosse stata una croce, avrebbe costituito un'irrazionalità nell'evoluzione dell'arte protocristiana: sarebbe comparsa trecento anni in anticipo.

Un secondo accostamento al problema della tarda apparizione della croce in epoca protocristiana è stato quello di assegnare il ritrovamento di croci alla matrice sociale … La maggior parte di esempi di croci con possibili implicazioni protocristiane è stata reperita in Palestina …Non si deve negare l'esistenza di questi comuni segni di croce nell'area mediterranea e nemmeno il riferimento fatto ad essi da parte dei primi scrittori cristiani, tuttavia non hanno nessuna relazione con la crocifissione di Gesù. La presenza del simbolo della croce è riscontrabile nell'arte cristiana di stile romanico solo nella primissima parte del quarto secolo e con certezza a partire dal quinto. Tzaferis non trova croci cristiane in Palestina prima della metà del quarto secolo.

Un terzo metodo è stato quello di scoprire croci criptate. Specialmente come quelle che Testa nota in molte decorazioni. Ancora più popolare è l'assegnazione del simbolo della croce ad ancore, alberi di navi e simili … Altri, come Guarducci, credono che i primi cristiani simboleggiassero la loro fede scrivendo la tau greca (T) più grande delle altre lettere, o usando comuni abbreviazioni come XP per esprimere la loro devozione a Cristo. Confutare i significati di un simbolo criptato sarebbe più difficile che provarli. L'onere della prova spetta a coloro che trovano significati particolari.

Mentre nell'arte protocristiana potrebbe benissimo trovar posto la croce protettiva di matrice sociale, non c'è posto per la croce cherigmaticaNel terzo secolo non c'è posto per un Cristo crocifisso, o per un simbolo di morte divina …" - Ante Pacem - Archaeological Evidence of Church Life Before Constantine [Prima della Pace - Evidenza archeologica della vita della Chiesa prima di Costantino] (1985) pagg. 26-29. Il corsivo è nostro.

Resta tutta qui l'"evidenza" archeologica che vorrebbe mettere Cristo su uno strumento di esecuzione capitale cruciforme.

Nell'edizione 1950 della TNM c'è un'appendice inerente alla parola stauros. Vi è menzionato che l'eroe greco Prometeo sia stato legato ad un palo. Poiché molte opere di riferimento asseriscono che Prometeo sia stato legato ad una roccia, la WTB&TS fu "sfidata" a provare questa sua dichiarazione. Lo fece rispondendo ad una "Domanda dei lettori" nell'articolo pubblicato nella Torre di Guardia inglese del 15 Marzo 1951, pag.190.

"Proprio come avete saputo, anche l'Enciclopedia Americana nel suo articolo su 'Prometeo incatenato', la tragedia del poeta greco Eschilo, rappresenta Prometeo imprigionato ad una roccia del Caucaso mentre lavora ad una forgia. Tuttavia, preferiremmo indicarvi il libro The History of the Devil and the Idea of Evil from the Earliest Times to the Present Day [La storia del Diavolo e l'idea del male dai primissimi tempi al giorno d'oggi], del Dr. Paul Carus, pubblicato a Chicago da The Open Court Publishing Co. nel 1900. A pag. 210 presenta l'illustrazione di un uomo legato ad un palo, con la didascalia 'Prometeo legato da Zeus al palo (o alla croce) ed esposto all'aquila. Liberato da Ercole (Un vaso trovato a Chiusi, ora a Berlino). Baumeister, D. dcl.A., pag. 1410)". In questa pagina il Dr. Carus dichiara: "Nonostante il grande miscuglio di mitologia straniera, Ercole è diventato l'eroe nazionale della Grecia e il concetto greco della salvezza ha trovato in lui l'espressione più tipica, che è stata elaborata meravigliosamente da Eschilo in una grande tragedia che rappresenta Prometeo (il precursore) come simbolo del genere umano che lotta e soffre, legato al palo della miseria da Zeus che lo ha castigato per avere peccato nel portare sulla terra la gioia con gli elementi della luce e del fuoco. Ma alla fine Ercole, il divino salvatore, arriva da lui e lo libera dopo aver ucciso l'aquila che aveva lacerato il fegato al coraggioso eroe. Prometeo ed Ercole rappresentano la persona composita del Salvatore Gesù Cristo. La somiglianza del racconto del Golgota al mito di Prometeo non è puramente casuale. Notate che in alcune delle immagini più antiche, come p. es. sul vaso di Chiusi [pag.211] (vedete l'illustrazione a pag. 210), Prometeo non è incatenato ad una roccia, ma legato ad un palo, cioè ad uno [stauros] o a una croce, e gli autori greci usano frequentemente espressioni con i verbi ananskolopizeothai (Eschilo) e anastaurousthai (Luciano) che significano 'essere crocifisso'".

"Alle pagine 217, 218 il Dr. Carus afferma: 'Platone, il quale, avendo forse l'impressione che Eschilo concepisse il tragico fato di Prometeo, parla dell'uomo perfetto che volle essere - piuttosto che apparire - giusto: 'Essi vi diranno che l'uomo giusto, se ritenuto ingiusto, sarà flagellato, angariato, legato; gli saranno bruciati gli occhi e infine, dopo aver sofferto ogni genere di male, sarà appeso sul palo'. La cosa più strana di questo brano è che la parola che significa 'egli sarà appeso sul palo' o 'attaccato al palo' è un sinonimo più antico del termine contenuto nel NT che è comunemente tradotto 'crocifiggere'".

"Quanto è stato detto sopra è in sintonia con la TNM delle Scritture Greche Cristiane nella sua Appendice a pag. 769 [ediz. inglese], nella quale afferma che lo strumento sul quale Gesù fu inchiodato era un palo senza braccio trasversale e non lo strumento della 'croce' raffigurato nell'arte religiosa e che la parola greca usata per quello strumento nell'antichità, in antitesi alla convenzione religiosa, aveva il significato di 'palo' e non di croce".

In merito all'uso della crocifissione usata in epoche cristiane e precristiane come strumento di tortura e di esecuzione, il più atroce per mettere fine alla vita dei malfattori, vorrete leggere qui sotto. I) crocifissione non cristiana.htm

Nel corso di una discussione fatta su una pagina di rete internet apparve un commento inerente al significato che la Società WTB&TS dà nelle sue pubblicazioni alla parola stauros e alla forma dello strumento di crocifissione. Lo riporto qui di seguito:

"CITAZIONE…….CITAZIONE ERRONEA: Nel suo libro 'Ragioniamo facendo uso delle Scritture' la Società Watchtower cita varie fonti per sostenere la sua teoria del 'palo di tortura'. Queste pubblicazioni non solo sembrano autorevoli, ma sembrano anche supportare le affermazioni che la Società fa sul 'palo di tortura' anziché la tradizionale croce. Tuttavia, quello che molti non sanno è che la Società Watchtower non è stata onesta nel citare le sue fonti. Per esempio, una delle pubblicazioni citate dalla Società nel suo libro "Ragioniamo…" a pag. 89 dell'edizione inglese [pag. 85 dell'edizione. italiana] è The Imperial Bible Dictionary. [Dizionario Biblico Imperiale] Qui di seguito riporto la citazione della Watchtower con le parole, che essa ha omesso, evidenziate in ROSSO: "Il Dizionario Biblico Imperiale lo riconosce, affermando: "La parola greca per croce (stauros) significa propriamente un palo verticale, o un elemento di una palizzata, a cui appendere qualsiasi cosa, o che si poteva usare per recintare un appezzamento di terra … Ma si verificò un cambiamento quando il dominio e le usanze di Roma si estesero alle nazioni in cui si usava la lingua greca.

Anche tra i Romani la crux (da cui deriva la nostra croce) pare fosse in origine un palo verticale, ed è sempre rimasta la parte più prominente. Ma da quando cominciò ad essere usata come strumento di punizione, divenne usuale l'aggiunta di un braccio trasversale di legno …all'incirca nel periodo evangelico la crocifissione veniva eseguita appendendo i criminali sul braccio trasversale di legno"". - Il corsivo è nostro.

Tuttavia, questo tentativo di mettere in cattiva luce l'uso che la WTB&TS fa del Dizionario Biblico Imperiale può essere smascherato facilmente come una menzogna. Poiché il testo accusatorio ha nascosto ai suoi lettori quello che il libro "Ragioniamo facendo uso delle Scritture" a pag. 89 dell'edizione inglese [pag. 85 dell'edizione italiana] dichiarava appena prima di citare il suddetto dizionario. La parte di testo omessa [intenzionalmente], che metterò in blu, dice quanto segue: "La parola greca tradotta 'croce' in molte versioni bibliche moderne ("palo di tortura" nella TNM) è stauros. Nel greco classico questa parola significava semplicemente un palo diritto o asta. In tempi successivi venne usato come palo di esecuzione capitale con un braccio trasversale di legno. Il Dizionario Biblico Imperiale riconosce …" - il corsivo blu è nostro. Invece di essere "disonesta" la WTB&TS, tristemente ha dimostrato di esserlo proprio il testo accusatorio. Notate pure che il dizionario ha dichiarato inoltre che stauros era "in origine un palo diritto" "sempre rimasto la parte più prominente". Quanto abbiamo trattato in questa pagina mostra già che, sebbene i Romani usassero due pezzi di legno messi ad angolo retto per giustiziare i criminali, dobbiamo affrontare il fatto che gli scrittori biblici non danno alcuna indicazione di uno strumento di esecuzione diverso dal palo usato per giustiziare Gesù.

Il testo accusatorio continua a dire:

"A pag. 91 del "Ragioniamo" inglese [pag. 87 di quello italiano] la Società cita The Cross in Ritual, Architecture, and Art, [La croce nel rito, nell'architettura e nell'arte, Londra 1900, pag.1], di G.S. Tyack per mostrare che la croce era usata in origine nell'adorazione pagana, ma esclude la citazione di quello che segue: "In tutto questo i cristiani dei primi secoli avrebbero esultato, ritenendola una profezia mondiale della Croce del Redentore".

Ovviamente, quello che il testo nasconde, ripetutamente, ai suoi lettori è che questa fonte bibliografica ed altre tre contenute a pag. 91 [pag. 87 dell'edizione italiana] del libro "Ragioniamo" sono inserite nel sottotitolo "Quali sono le origini storiche della croce della cristianità?" (pag. 90) [pag. 86]. Pertanto il testo citato da Tyack dice così: "E' strano, eppure certo, che in epoche molto più antiche della nascita di Cristo, e, successivamente, in paesi non raggiunti dagli insegnamenti della Chiesa, la Croce sia stata usata come simbolo sacro … Il greco Bacco, il tiro Tammuz, il caldeo Bel e il norvegese Odino furono tutti simboleggiati presso i loro devoti da un oggetto cruciforme", fu appropriato e confacente. Tuttavia, l'argomentazione a cui Tyack premette "strano, eppure certo" era per l'appunto la sua opinione che non è sostenuta affatto da alcuna evidenza archeologica. Abbiamo già letto ciò che il professor Graydon ha scritto riguardo al fatto che i cristiani dei primi secoli non usavano la "croce" nella loro adorazione e nelle loro preghiere. Certamente i "cristiani dei primi secoli" non "esultavano" affatto nelle usanze pagane della croce come simbolo della loro adorazione. Accadde quello che è stato riportato correttamente da Vine "Dalla metà del terzo secolo E.V. le chiese cominciarono a travisare certe dottrine della fede cristiana o ad allontanarsene. Per aumentare il prestigio del sistema ecclesiastico apostata, i pagani furono accolti nelle chiese senza essersi convertiti alla fede e fu ampiamente concesso loro di conservare i loro segni e simboli pagani. Di conseguenza, la Tau o T, nella sua più usuale forma col braccio trasversale, fu adottata come simbolo della croce di Cristo".

E' molto facile per un detrattore della WTB&TS trovar da ridire su una traduzione dalla quale dissente. Ma è triste se lo fa accusando falsamente la WTB&TS di disonestà.

Consideriamo le parole di Gesù riportate in Giovanni 21:18, 19:

"18 Verissimamente ti dico: Quando eri più giovane, ti cingevi e camminavi dove volevi. Ma quando invecchierai stenderai le tue mani e un altro ti cingerà e ti condurrà dove non desideri". 19 Questo lo disse per significare di quale sorta di morte egli avrebbe glorificato Dio. E quando ebbe detto questo, gli disse: "Continua a seguirmi". - TNM

Rispondendo a una 'Domanda dei lettori' in merito a se Pietro fosse stato 'crocifisso su una croce o su un palo, la Torre di Guardia 1/5/1972 pag. 287:

"ó Giovanni 21:18, 19 dice riguardo all’apostolo Pietro: "‘Quando eri più giovane, ti cingevi e camminavi dove volevi. Ma quando invecchierai stenderai le tue mani e un altro ti cingerà e ti condurrà dove non desideri’. [Gesù] disse questo per significare di quale sorta di morte [Pietro] avrebbe glorificato Dio". Queste parole si riferiscono specificamente alla morte per crocifissione o al palo? U.S.A.

L’antico storico religioso Eusebio riferisce che Pietro "fu crocifisso con la testa in giù, avendo chiesto egli stesso di soffrire in tal modo". Comunque, la profezia di Gesù riguardo alla morte di Pietro non era così specifica. A Catholic Commentary on Holy Scripture riconosce: "Poiché lo stendere le mani è messo prima del cingersi e dell’essere condotto via, è difficile discernere come si deve intendere. Se l’ordine fa parte della profezia, dobbiamo supporre che il prigioniero fosse legato al patibulum prima d’essere cinto e condotto all’esecuzione".

Se non fosse dunque per la tradizione narrata da Eusebio, la stessa dichiarazione di Gesù non additerebbe una morte mediante crocifissione o al palo. Considerando le parole di Giovanni 21:18, 19 senza tener conto della tradizione, perverremmo alla seguente conclusione: Negli anni in cui era più giovane Pietro poteva cingersi a piacere per qualsiasi compito volesse adempiere. Aveva la libertà di andare dove voleva. Ma negli anni successivi della sua vita le cose sarebbero cambiate. Avrebbe dovuto stendere le mani, forse in sottomissione a qualcun altro. Un altro uomo lo avrebbe preso sotto il suo controllo, cingendo Pietro (legandolo o preparandolo per quello che doveva venire) e conducendolo a un luogo dove egli non voleva andare, evidentemente il luogo dell’esecuzione. Pertanto la profezia di Gesù riguardo a Pietro indicava realmente che l’apostolo sarebbe morto di una morte da martire; ma non è necessariamente sottintesa la maniera di questa morte".

Si potrebbe aggiungere che la parola "cingerà" al vers. 18 è ZWSEI (futuro di ZWNNUMI) ed è riportata anche in Atti 12:8 ed è sempre usata nella LXX (e generalmente anche in altre opere greche) nel senso di cingere indumenti o armature, ma non esiste un solo esempio che sia usata nel senso di legare criminali. È proprio il primo significato che troviamo nelle parole di Gesù al vers. 18: "Quando eri più giovane, ti cingevi (Greco: EZWNNUES). Può avere ancora avuto lo stesso significato nella seconda volta in cui è usato da Gesù nello stesso versetto "e un altro [uomo] ti cingerà". Lo possiamo confrontare anche con DIEZWSATO (aoristo medio DIAZWNNOMI) "cingersi indossando la tunica e lasciar cadere una piega sopra la cintola" in 21:7. [in cui Pietro si

cinse la sopravveste prima di gettarsi in acqua]

Giovanni 21:18, 19 non ci fa sapere come Pietro morì glorificando Dio, e certamente non può essere usato per dimostrare che Gesù morì su una croce!

Questo è confermato da A Bible Commentary for English Readers [Un commentario biblico per lettori inglesi], edito da C.J.Elliott, Vol. VI, pag. 549:

"Tu stenderai le tue mani e un altro ti cingerà. Queste parole alludono alla crocifissione di Pietro? La tradizione, da Tertulliano verso tempi più recenti (Scorp. 15, De Praescr. 35) attesta che egli fu crocifisso, interpretando questa profezia in base agli eventi. Tertulliano stesso espone questo intendimento scrivendo: "Quindi Pietro è cinto da un altro mentre questo lo appende alla croce".

Ma d'altra parte, (1) il cingere (con catene) dovrebbe aver luogo prima e non dopo la crocifissione; (2) se fosse inteso che le mani dovessero essere inchiodate alla croce, sarebbe più naturale parlare di un altro modo di stendere le mani (3) l'ultima frase 'e ti condurrà dove non desideri' potrebbe non indicare un evento in successione cronologica, come a dire che gli farebbe stendere le mani sulla traversa della croce.

Sembra perciò impossibile adottare il tradizionale riferimento alla crocifissione; dobbiamo intendere le parole 'stenderai le tue mani' come il lasciarsi prendere per farsi cingere. Il contesto non rivela qual tipo di morte sia inteso. Troviamo quindi un completo parallelismo nella seconda coppia di frasi, come nella prima e nella terza, nell'intendere che lo stendere le mani avvenga mentre ci si lascia cingere da un altro, in contrasto con 'cingere se stesso'".

"Stendi le tue mani" [Giovanni 21:18] Se inteso come stendere le mani sulla croce, secondo l'opinione di certi interpreti, è fantasioso". - Vincent's Word Studies (il corsivo è nostro)

"La croce era offensiva per i Giudei, assurda per i Gentili. Questa figura rappresenta una esecuzione capitale ad Alicarnasso".

The Lion Handbook to the Bible, Lion Publishing, 1992, pag.591.

[qui va inserita la figura dell'uomo impalato

allegata al file]

I cristiani del primo secolo E.V. avrebbero venerato l'impalamento col quale fu giustiziato

il loro Signore Gesù? Dovrebbero farlo i cristiani di oggi? "Invece di considerare il palo di tortura, su cui fu giustiziato Gesù, una reliquia da venerare, i cristiani ebrei come Simon Pietro lo avrebbero considerato una cosa abominevole. In Galati 3:13 l'apostolo Paolo cita Deuteronomio 21:23: "È scritto: 'Maledetto ogni uomo appeso al palo'". Perciò i cristiani ebrei avrebbero ritenuto maledetto ed odioso il palo sul quale Gesù fu giustiziato. L'illustre studioso ebreo Mosè Maimonide del dodicesimo secolo afferma: "Essi non avrebbero appeso nessuno su un albero attaccato al suolo con le radici, ma su un tronco sradicato, per non dare turbamento: giacché il legno usato per l'esecuzione capitale viene poi sotterrato per evitare che il nome del malvagio resti esposto e che la gente dica: 'Questo è il palo sul quale il Tal dei Tali è stato appeso'. Questo dicasi anche per le pietre con le quali qualcuno è stato lapidato, per la spada con la quale qualcuno è stato messo a morte e per l'abito o il mantello col quale qualcuno è stato strangolato; tutti questi oggetti vengono sotterrati insieme agli uccisi. Apud Casaub. in Baron. Exercitat. 16, An. 34, Num. 134. Dice Kalinski in Vaticinia Observationibus illustrata, pag. 342: "In conseguenza al fatto che un uomo appeso al palo era considerato la più grande abominazione, gli ebrei odiavano altre cose oltre al palo di esecuzione, e li seppellivano sotto terra come cose altrettanto abominevoli".

Se qualcuno volesse obiettare che essi avrebbero potuto considerare cara la croce anche senza venerarla, allora noi risponderemmo: "Com'è possibile che questo simbolo pagano, usato da religioni pagane prima e dopo il primo secolo, possa trovare posto nella vita dei cristiani, alla luce di quanto Paolo afferma in 2 Cor. 6:14-18?

[14 Non siate inegualmente aggiogati con gli increduli. Poiché quale associazione hanno la giustizia e l’illegalità? O quale partecipazione ha la luce con le tenebre? 15 Inoltre, quale armonia c’è fra Cristo e Belial? O quale parte ha il fedele con l’incredulo? 16 E quale accordo c’è fra il tempio di Dio e gli idoli? Poiché noi siamo il tempio dell’Iddio vivente; come Dio disse: "Io risiederò fra loro e camminerò fra [loro], e sarò il loro Dio ed essi saranno il mio popolo". 17 "‘Perciò uscite di mezzo a loro e separatevi’, dice Geova, ‘e cessate di toccare la cosa impura’"; "‘e io vi accoglierò’". 18 "‘E io vi sarò padre e voi mi sarete figli e figlie’, dice Geova l’Onnipotente".]

Può un cristiano 'adoperare' un simbolo pagano venerato come idolo da pagani, pur affermando che la sua adorazione sia libera da idolatria solo perché la sua religione non usa la croce come 'idolo'?"