Introduzione allo Yoga

 

 

 

Il termine yoga deriva dalla radice yuj che significa “aggiogare, unire, concentrare”.

Inteso come unione del corpo fisico con la mente, unione della materia con lo spirito.

Lo yoga è un’antichissima pratica che proviene dall’India, la sua origine non è databile, ma sicuramente antichissima. Eliade (studioso di yoga) lo definisce “un fossile vivente”, intendendo con i due termini il fatto di essere remoto e nello stesso tempo valido al giorno d’oggi.

Comprende numerose e complesse linee di pensiero.

Le varie correnti hanno come obiettivo un distacco completo da ciò che è materiale, con lo scopo di raggiungere uno stato di supercoscienza.

Per l’uomo occidentale che si confronta giornalmente con una quantità d’impegni, è difficile comprendere e seguire totalmente un percorso che segue i principi in modo rigorosamente indiano.

Siamo in grado però di impegnarci in alcune pratiche che aiutano a migliorare la qualità della nostra vita.

Si può definire lo yoga come un percorso “di auto disciplina che insegna a conoscere se stessi con tutte le possibilità e tutti i limiti propri di ogni individuo” (Gabriella Cella – I segreti dello Yoga – Fabbri Editori 2001).

 

Il percorso yoga propone di partire da regole fondamentali: la non violenza, la verità, l’onestà, la moderazione, la non appropriazione (che riguardano il rapporto con gli altri); la purezza, la contentezza, lo sforzo cosciente su di se, lo studio di se, il deporre l’ego (che riguardano il rapporto con se stessi).

 

E continua con la pratica di:

 

 ASANA: posture del corpo assunte con gradualità e mantenute a lungo, con il tempo si riscontrano da un lato una migliore mobilità delle articolazioni, un miglior funzionamento degli organi interni e dall’altro lato forze vitali addormentate che si risvegliano.

 

PRANAYAMA: esercizi pratici di respirazione. “La maestria nel pranayama porta ad una condizione di perfetto equilibrio, poiché il respiro diventa il regolatore dei moti mentali” (Marilia Albanese – Lo Yoga – Xenia 1998).

 

PRATYAHARA: esercizi pratici di distacco. “Gli organi dei sensi non sono più rivolti a cogliere ciò che sta al di fuori, ma si unificano all’interno, fissandosi su un unico oggetto che costituisce il contenuto della coscienza” (Marilia Albanese – Lo Yoga – Xenia).

 

DHARANA: esercizi pratici di concentrazione. “La mente si fissa su un unico punto. In questo stadio non si è ancora in grado di mantenere costantemente la fissità sull’oggetto, ma ci si ritorna ogni volta che ci si discosta” (Marilia Albanese – Lo Yoga – Xenia).

 

DHYANA: esercizi pratici di meditazione. Possiamo essere nell’esperienza “quando la concentrazione non è più intermittente, ma procede ininterrotta come un flusso d’olio o di miele” (Marilia Albanese – Lo Yoga – Xenia).

 

Considerato che lo yoga è unità, nella realtà tutte queste fasi si compenetrano, così mentre siamo in una postura, si ascolta il respiro, l’ascolto ci porta all’esperienza del distacco.

Con la pratica del distacco si arriva alla concentrazione, e così potrà forse accadere di esperimentare lo stato della meditazione.