PASSEGGIATA PALEOANTROPOLOGICA BELLUNESE

ovvero DOCUMENTARIO SULLA PREISTORIA IN PROVINCIA DI BELLUNO

 

PARTE III - Il cacciatore mesolitico di Mondeval

Non è quello di Rosna il solo protagonista di questa preistoria bellunese: pur con la perfetta conservazione delle sue strutture craniche interne, inopinatamente integre, pur con il documentato cerimoniale funebre cui ha quasi voluto farci assistere, il cacciatore epigravettiano di Rosna va appaiato ad un altro simile - ma non coetaneo - reperto.

Per rintracciare il quale dobbiamo accompagnarci ad un altro predestinato amatore e conoscitore della sua terra, Vittorino Cazzetta, scomparso poi misteriosamente fra le sue crode e ritrovato, vittima immolata della sua passione, in una sacrale cripta di roccia sui monti di Val Fiorentina.

Costui, instancabile camminatore solitario, già scopritore delle orme di dinosauro su un masso caduto dal monte Pelmetto, trovò un giorno tracce di preistoriche presenze sotto un masso inclinato nel pianoro di Mondeval de Sora, fra il Passo Giau e la Forcella Ambrizzola, ai piedi dei Lastoni di Formin e della Croda da Lago.

[Cerca nella foto il masso che copre la sepoltura del cacciatore e clicca...]

E anche qui le ricerche portarono alla scoperta del Cacciatore Mesolitico di Mondeval, sepolto con analoghe cerimonie di quello di Rosna, assieme ai suoi più raffinati oggetti di vita quotidiana.

 

Qui la peculiarità della scoperta, oltre che all'altezza sul mare, 2150 m, sta nella conservazione a quella quota del materiale organico sia dello scheletro sia dell'oggettistica ossea. Si sa bene, infatti, che il fenomeno di dolomitizzazione avrebbe dovuto cancellare ogni traccia organica conglobandola e facendola sparire nella roccia.

A mo' di sarcofago, la sepoltura si ottenne scavando una nicchia nel sasso. Il defunto vi fu posto supino con i piedi appoggiati su una pietra e fu poi coperto da sassi di natura volutamente diversa da quelli che abbondavano nelle vicinanze.

Gli studi appurarono l'età dell'inumato: 40 anni, la statura: 1,65 m. Si riscontrarono anomalie ossee di origine artrosica, non certamente cause di morte, le quali sono finora sconosciute. La datazione al carbonio ha dato 7150 anni dal presente, quindi nel Mesolitico Medio, periodo Castelnoviano.

L'inumato certamente praticava il ben noto nomadismo stagionale, che lo vedeva frequentare d'estate i territori di caccia in alta quota, per poi scendere ai ricoveri del piano durante l'inverno.

 

Anche qui familiari e clan di appartenenza predisposero per il defunto cerimonie funebri. Lo comprovano le lunghe, insolite lame di selce gialla deposte sulle spalle, ed anche qui il corredo che lo accompagna fu deposto sulla sinistra.

Di esso fanno parte oggetti molto ben lavorati, più che a Rosna. Fa spicco il famoso arpone in corno di cervo, scolpito a denti alterni, vero capolavoro per l'epoca, e di cervo sono pressocchè tutti gli utensili che denotano usura per prolungata utilizzazione.

 



[LINK:
Università di Ferrara]

Se teniamo conto che fra Mondeval e Rosna sono intercorsi 4000 anni, dobbiamo convenire che non ci furono grandi cambiamenti nella sfera socio-culturale dell'epoca! Dopo così tanto tempo tutto è simile: gli oggetti d'uso, i materiali, le lavorazioni. E non si discosta la tipologia delle sepolture.

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