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Il muscolo: struttura e
contrazione |
Cerchiamo prima di tutto di capire come sia strutturato e
funzioni il muscolo: poche e semplici nozioni che si riveleranno essenziali per ottenere
il massimo vantaggio dall'allenamento ed essere più consapevoli delle possibilità di
azione e movimento di cui disponiamo. E' bene premettere che l'organismo umano risulta
essere composto prevalentemente da acqua, in una proporzione che va dal 45% al 75%, in
ragione del tessuto adiposo presente, il quale, a sua volta, varia dal 10% al 50%, a
seconda del sesso e dell'attività fisica praticata; l'apparato scheletrico rappresenta il
15% circa del peso corporeo e, infine, i muscoli il 40%. Distinguiamo, poi, la muscolatura
in liscia e striata: la prima è propria degli organi interni (polmoni, apparato
gastro-enterico, urinario) e ha un'attività involontaria, la seconda riguarda, invece, la
totalità del corpo ed è responsabile del suo movimento e si può perciò definire
volontaria; a parte, abbiamo il miocardio (cuore), muscolo striato, ma involontario. Noi
ci occuperemo, evidentemente, solo del secondo tipo di muscolatura, che,
macroscopicamente, può essere classificata in base alla forma degli elementi che la
compongono. I muscoli striati sono costituiti da uno o più ventri
muscolari, da due o più capi tendinei, tramite i quali avviene la loro inserzione nello
scheletro. Brevemente, la struttura del muscolo risulta così composta: nella sua
interezza esso è avvolto da una membrana connettivale, detta epimisio, la quale contiene
diversi fasci muscolari, ciascuno a sua volta rivestito dal perimisio. Ogni fascio è
composto da varie fibre, che al microscopio ottico mostrano una caratteristica striatura
trasversale e hanno una lunghezza che va da pochi mm. a decine di cm. Tali fibre sono
circondate da altre due membrane, l'endomisio, esterno e il sarcolemma, interno: questo
contiene il sarcoplasma, soluzione acquosa di ioni organici e inorganici, che comprende
nuclei, mitocondri posti fra strutture filamentose, dette miofibrille. Esse sono
costituite dai sarcomeri, che possono essere considerati le unità funzionali più piccole
del muscolo e comprendono due filamenti proteici, la miosina e l'actina, responsabili sia
dell'aspetto striato del tessuto che della stessa contrazione. Vediamo ora come questa
avviene. È un fenomeno volontario: la stimolazione di un muscolo parte dalla corteccia
cerebrale (sistema nervoso centrale) e giunge al midollo spinale, a cellule nervose,
chiamate motoneuroni alfa. Da questa parte un lungo filamento (assone) che, tramite il
nervo motore, raggiunge fibre muscolari a livello della placca neuromotrice: si parla,
perciò, di unità neuromuscolare, per sottolineare tale stretta interdipendenza del
sistema muscolare da quello nervoso. Lo stimolo nervoso, giunto a livello della placca
motrice, provoca la liberazione di ioni calcio (Ca++) che si diffondono nel sarcoplasma e
vengono a contatto con le miofibrille. A tale livello i Ca++ rendono possibile la
formazione di "ponti" (cioè contatti) fra l'actina e la miosina e, in presenza
di energia, lo scorrimento di questi filamenti gli uni sugli altri, provocando
l'accorciamento del singolo sarcomero e, di conseguenza, di tutto il muscolo, di cui il
sarcomero è appunto l'unità fondamentale. Quindi, perché si verifichi la contrazione
muscolare occorre lo stimolo nervoso e la presenza di energia. I1 muscolo, infatti, può
essere considerato un motore che trasforma energia chimica in meccanica, così come accade
nel motore a scoppio di un'automobile che converte energia chimica derivante dalla
combustione della benzina in energia meccanica, cioè in movimento. Ma qual è il
carburante usato dal muscolo? È l'ATP (adenosin-trifosfato), una macromolecola che il
muscolo può "bruciare", ricavando quell'energia in parte utilizzata per la
contrazione, in parte dissipata sotto forma di calore. I1 muscolo ha, quindi,
continuamente bisogno di ATP, che può ricavare o dalla fosfocreatina (PC) o dagli
alimenti, in particolare e in misura prevalente dagli zuccheri e dai grassi (le proteine,
come materiale energetico, hanno, in condizioni normali, un'importanza marginale). La PC,
invece, è una molecola simile all'ATP, presente nel muscolo in piccolissime quantità; è
responsabile di poche contrazioni muscolari, ma la sua utilizzazione è immediata, non
dipendente dalla presenza di ossigeno. Ad essa si deve, perciò, la massima potenza
muscolare erogabile. Gli zuccheri sono in grado di fornire energia abbastanza rapidamente
o per tempi più lunghi (nell'ordine di minuti), a seconda che vengano bruciati in
condizioni aerobiche (cioè in presenza di ossigeno), con una bassa intensità di carico o
anaerobiche (senza ossigeno), con carichi elevati. Nel primo caso, gli zuccheri vengono
utilizzati fino all'esaurimento delle scorte, mentre nel secondo il muscolo si ferma
prima, per accumulo di "scorie" (acido lattico) prodotte in condizioni
anaerobiche. I grassi, infine, sono responsabili delle prestazioni di durata e resistenza.
Sono, infatti, il materiale energetico più economico, non lasciano residui limitanti la
prestazione e sono presenti in quantità tali da poter prolungare per diverse ore il
lavoro muscolare. Unico inconveniente è che, per bruciare grassi, occorre la presenza di
ossigeno, per cui l'intensità di carico sostenuta deve essere bassa; è anche necessario
un maggior numero di reazioni chimiche e quindi di tempo per sfruttare l'energia in essi
contenuta. Per riassumere in condizioni di riposo, consumiamo sia zuccheri che grassi in
parti uguali; durante l'attività fsica, bruciamo prevalentemente zuccheri e PC, se lo
sforzo compiuto è breve e intenso; zuccheri e grassi, se, invece, l'attività è moderata
e prolungata nel tempo. In questo secondo caso, l'utilizzazione di grassi è tanto
maggiore, quanto più duraturo è il lavoro fisico. |
Galleria di
immagini dei principali muscoli |
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