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I Geroglifici

La scrittura egizia

Gli Egizi fecero uso della scrittura fin dal IV millennio a.C.

Si trattava di una scrittura ideografica, che permetteva di rappresentare idee, concetti e azioni attraverso disegni stilizzati.

Questa forma scritta, che i Greci chiamarono geroglifica, (cioè sacra) dal greco hierós, Cartiglio di Tutankhamon Cartiglio di Tutankhamon sacro e glýphein, inciderelettere sacre si arricchì via via di nuovi elementi fonetici, atti a specificare sempre meglio il significato del simbolo originario.

Venne così a crearsi una forma molto complessa, conosciuta solo da pochi esperti e utilizzata nelle iscrizioni ufficiali, tombali e monumentarie: nel periodo dell'Egitto classico i segni geroglifici erano oltre 700.

Spinti principalmente da necessità quotidiane e grazie all'uso della scrittura gli Egizi svilupparono scienze quali l'Astronomia, la Medicina, la Geometria e l'Aritmetica, costituendo un grande sapere, ma rigido e fisso privo di ispirazione intellettuale, come avvenne più tardi per i Greci.

Per gli usi comuni veniva utilizzata la cosiddetta scrittura demotica, (popolare), una forma più semplice e schematica.

La stele di Rosetta

Nell'antichità era molto diffuso l'uso di lastre di pietra, infitte verticalmente nel terreno, decorate a Traduzione dei cartigli di Tutankhamon rilievo o a graffito, contrassegnate da iscrizioni con significato commemorativo, religioso o sepolcrale.

La decifrazione dei geroglifici si deve al ritrovamento, nel 1799 durante scavi archeologici presso Rosetta, di una stele di basalto scolpita con iscrizioni in 3 diverse scritture: Geroglifica, Demotica, la lingua egizia volgare dell'età tarda e Greca.

Traducendo l'iscrizione in greco si risalì al contenuto del testo, un decreto dei sacerdoti in onore di Tolomeo V, e da qui all'interpretazione dei segni geroglifici, prima definendo alcuni simboli ricorrenti come nomi dei re, poi avventurandosi nella decifrazioni delle parole semplici.

La scoperta della stele di Rosetta, conservata al British Museum di Londra, diede il primo impulso all'interesse verso la conoscenza dell'Egitto antico

Egittologia

Nel XVII sec. si risvegliò in Europa l'interesse per l'antico Egitto: ai primi libri descrittivi dei viaggiatori, seguirono i tentativi per decifrare la lingua egiziana.

Nel 1643 il gesuita A. Kircher, pur non riuscendo a decifrare i geroglifici, intuì per primo che il copto rappresentava l'ultima fase dell'antico egiziano.

La fondazione vera e propria della disciplina egittologica risale alla spedizione di Napoleone Bonaparte nel 1798 che aprì la strada agli studiosi con la pubblicazione della monumentale Descrizione dell'Egitto.

La scoperta della stele trilingue di Rosetta nel 1799 e la successiva decifrazione dei geroglifici Museo Egizio del Cairo da parte di J. F. Champollion nel 1822 posero le basi per lo sviluppo dell'Egittologia.

La prima metà del XIX sec. fu dominata dalla ricerca di monumenti e dalle spedizioni scientifiche: quella di Champollion-Rosellini (1828-1829) cui seguì la pubblicazione dei Monumenti dell'Egitto e della Nubia, e quella di Lepsius (1842-1845) che pubblicò in seguito tra il 1849 e il 1859 l'opera fondamentale Monumenti dell'Egitto e dell'Etiopia.

Nello stesso tempo le attività meno scientifiche di collezionisti come Drovetti, Salt e Anastasi arricchirono le collezioni dei musei europei.

Infine con Mariette, Birch, Chabas e Brugsch nacquero le prime istituzioni atte a proteggere e a organizzare le ricerche: il Museo del Cairo nel 1858 e, il Servizio delle antichità.

Alla fine del XIX secolo nacque l'Egittologia moderna con il fine di arrivare a un'interpretazione completa degli scritti della grande civiltà antica dell'Egitto.

La Francia, l'Inghilterra e la Germania diedero la maggior parte degli studiosi e archeologi, ben presto seguite dall'Italia, dalla Svizzera e dall'America.

Si crearono società e istituti per patrocinare le ricerche, giungendo così alla scoperta di numerosi monumenti e documenti che permisero agli studiosi europei di approfondire lo studio della civiltà egiziana.

Filologia

La filologia si organizzò e si sviluppò, ben presto si arrivò alla lettura dello ieratico e del demotico Grammatica Egizia pubblicata da Champollion e si posero le basi definitive per la grammatica della lingua egiziana, indispensabile allo studio e alla comprensione della civiltà dell'antico Egitto.

Nel 1880 furono pubblicate due opere di grande importanza: la Grammatica copta di L. Stern e la Grammatica neoegiziana di A. Erman, alla quale fece seguito nel 1894 il manuale di egiziano classico dello stesso autore, considerato il fondatore della filologia egiziana.

La ricerca proseguì ad opera di K. Sethe, H. Grapow, B. Gunn, A. Gardiner, G. Lefebvre, C. E. Sander- Hansen, E. Edel, G. Fecht.

Lo studio del copto a opera di G. Steindorff, W. E. Crum, W. Till

Quello del demotico, di cui fu iniziatore H. Brugsch, ad opera di W. Spiegelberg, W. Erichsen, F. Lexa.

Il demotico, dal greco demotikós, popolare sta ad indicare la forma popolare di una lingua in opposizione alla forma dotta.

Con particolare riferimento alla lingua greca il demotico era la lingua parlata dagli antichi Egiziani nell'epoca più tarda della loro storia ed era usato come corsivo della scrittura usata per documenti della vita quotidiana.

Il Papiro - Lavorazione

In molte raffigurazioni di templi e necropoli sono riconoscibili piante di loto, paludi di papiro e boschetti, simbolo dell'antico Egitto ed oggi del tutto scomparsi.

La canna del papiro, che cresceva nelle paludi lungo il Nilo, era di importanza fondamentale nell'antica civiltà egizia.

La sua lavorazione permetteva la costruzione di corde, Modello di imbarcazione a vela barche, sandali, canestri.

Ma soprattutto la lavorazione della carta, rappresentò una vera e propria rivoluzione nel campo della comunicazione, fino ad allora basata, in tutte le civiltà conosciute, sulla trasmissione orale e, sull'incisione della pietra o di tavolette di argilla.

Per produrre la carta i fusti del papiro venivano tagliati a pezzi corti e ripuliti della verde pelle esterna.

Il midollo interno era a sua volta tagliato longitudinalmente in sottili strisce, che venivano adagiate su un ceppo in 2 strati sovrapposti perpendicolarmente e, coperti con un panno, battuti con un mazzuolo.

L'ultima operazione, prima di poter utilizzare i fogli per la scrittura, era costituita dalla levigazione, che veniva effettuata con una pietra.

I fogli ottenuti venivano conservati in rotoli e utilizzati soltanto da scribi esperti, in quanto la trasformazione del papiro richiedeva molto lavoro e costi piuttosto elevati.

Museo del papiro

Presso l'Istituto di papirologia, situato a bordo di 3 barche comunicanti tra loro ed ancorate presso Giza, in Sharia El-Nile, è ospitato il museo del papiro, che funziona come luogo di ricerca e bottega artigiana.

Sulla barca a sinistra al primo piano si trova una sala-laboratorio dove viene mostrato il sistema della produzione dei fogli secondo la millenaria tecnica egizia.

Nella sala adiacente sono esposte copie dei più conosciuti papiri di medicina, che dimostrano l'avanzatissimo livello delle conoscenze mediche raggiunto dagli antichi Egizi.

Al piano superiore c'è la vasta galleria dei papiri e un negozio che vende copie dei lavori esposti.