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Vol. 1° - I.8.
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Le
grandi glaciazioni del Quaternario | |
nome |
durata in anni fa |
Donau |
1.500.000 ® 1.000.000 |
Günz |
650.000 ® 500.000 |
Mindel |
400.000 ® 300.000 |
Riss |
200.000 ® 120.000 |
Würm |
75.000 ® 10.000 |
Come conseguenza delle glaciazioni si verificò più volte l’abbassamento del livello medio del mare toccando anche i 100 metri, mentre nelle fasi interglaciali si formarono potenti fiumane che coi materiali trasportati produssero estesi depositi alluvionali capaci di colmare golfi estesi come quello padano. La fusione dei ghiacciai del Pleistocene, sino a raggiungere le dimensioni attuali, ha causato l’innalzamento del livello del mare di circa 140 metri; dalla fine dell’ultima glaciazione la superficie marina è andata mediamente elevandosi di 1 cm per anno. Tutto ciò ha grande importanza nel relegare gli animali su isole prima terraferma, presupposto fondamentale per il processo di speciazione. Analizzeremo questi concetti quando parleremo delle 4 specie ufficialmente riconosciute del genere Gallus e nel capitolo dedicato all’evoluzione molecolare.
La betulla nana, caratteristica delle tundre, riuscì ad impiantarsi nell’Europa centrale. Nell’Europa settentrionale prosperò il Rhododendron ponticum, che attualmente vive anche nelle regioni subtropicali.
Anche la flora alpina, in seguito alle glaciazioni, nel corso dei millenni ha avuto un dinamismo movimentato. Essa è stata spesso scacciata dalle montagne d’origine e costretta a scendere fin quasi al mare. Oppure è stata arricchita da nuove specie che erano state costrette a migrare di fronte all’incalzare dei ghiacci, accolte dalle nostre Alpi in particolari microclimi, in oasi così distanti dalle regioni boreali.
Fig. I. 11 - Konrad von Gesner (Zurigo 1516-1565) fu medico
e professore di storia naturale nella città natale. L'opera più bella, Historia
plantarum, coronamento di tutta una vita dedicata alla botanica, fu pubblicata a
due secoli dalla morte. Nell'Historia animalium del 1551 raccolse tutte le
notizie allora disponibili riguardo a numerose specie.
Lo stesso Konrad von Gesner, scalando nel 1555 il Monte Pilatus presso Lucerna, aveva notato come la vegetazione si facesse più artica con l’approssimarsi della vetta. Osservazioni del genere vennero più tardi registrate e codificate da Tournefort, Linneo e Humboldt.
Un rappresentante della flora circumpolare costretta a migrare è la Linnaea borealis , dedicata sia al grande naturalista svedese dal quale ha preso il nome, sia alle terre artiche di cui è originaria. Questa delicata caprifogliacea, molto comune nell’estremo Nord, ha raggiunto i suoi limiti più meridionali con piccoli insediamenti in boschi di conifere della Val di Cogne e della Valsavarenche. Altra testimonianza di migrazioni glaciali, molto meno raro della Linnaea, è il mitico Leontopodium alpinum, la Stella Alpina, originaria dell’Asia, spontanea in Mongolia e sull’Himalaya. Non meravigliamoci quindi di fronte alle migrazioni del pollo, che possono essere avvenute spontaneamente, come è accaduto per Linnaea e Leontopodium.
Fig. I. 12 - Linnaea borealis: migrò fino in Italia e si
insediò in Val di Cogne e in Valsavarenche.
Nei periodi interglaciali la fauna delle regioni settentrionali annoverò l’Elephas antiquus, rinoceronti, ippopotami; nei periodi glaciali si popolò di forme adatte al clima freddo, come il villoso Mammuth - Elephas primigenius - il Rinoceronte lanoso e la Renna. La diffusione dell’uomo portò la vita al più alto grado d'evoluzione, segnando la conclusione di un lungo e travagliato cammino.