Dipingere con piacere

(...) Staderini prima che pittore di carte e di quadri è stato e continua ad essere un artista della ceramica che qui a Montelupo Fiorentino ha uno dei suoi centri principali. Nella ceramica, da ciò che ho potuto vedere e capire, Staderini ha contribuito molto a svecchiare la pur nobile tradizione artigianale senza preoccuparsi della immediata piacevolezza della stessa, ma lo ha fatto con immutata coerenza alle antiche bellezze della ceramica toscana, quella che splendette coi Della Robbia e con le scuole rinascimentali. I suoi sfumati preziosi, questi smalti delicati e vibranti e le forme, le grafie, i rilievi denotano una conoscenza che va ben oltre le tradizioni locali e in certo senso mi ricordano perfino le ceramiche che ho visto in Cina, Ma si capisce donde venga questa esuberante maestria, essa procede da una fantasia creativa che Staderini manifesta nelle numerose "carte dipinte" che ho visto nel suo studio, carte assolutamente libere da ogni costruzione scolastica (anche da quelle di estrazione diciamo così "astrattista"). Il tema, quasi ossessivo, è quello della donna (ricordo che era lo stesso che animava la creatività di un grande artista com'è stato Tono Zancanaro, anche lui ceramista). Con linee curve racchiuse in ovali che sembra seguano la forma di un vaso Staderini figura donne in posizione frontale o di profilo con una leggerezza da pittore gotico di sete o di arazzi mentre il segno scherza in certo modo con l'immagine ripetendo tutti quegli ineffabili atteggiamenti che sono propri della variabilità femminile dall'ingenuità adolescente alle malizie del sesso. (...) Quando si ha la capacità di figurare di Staderini, si può fare ciò che si vuole, poi ci si accorge che il pittore talvolta riecheggia uno stile leggero di art noveau talvolta tende al classico e conquista la purezza del processo lineare. Ciò significa che la sua mente è ben ancorata a certi principi di fondo, che non mutano, mentre la mano segue l'improvvisazione del fantastico.

Raffaele De Grada

 

Gli Staderini di Montelupo

(...) In Piergiovanni Staderini, come ho scritto di recente, la fantasia creativa si trasferisce direttamente dalle "carte dipinte" alla ceramica stessa, con una fresca originalità che di per sè porta a un rinnovamento dell'antica arte.

Piergiovanni continua con perizia il "mestiere" ma è suo merito di non preoccuparsi della continuità delle forme.

Con una figurazione di assoluta evasione, che può essere interpretata variamente con segno astratto o figurativo, Staderini compone fantasie tutte sue in cui un decorativismo che ricorda l'Oriente si incrocia con la realtà di volti femminili e l'insistenza di un linearismo goticizzante. Il metodo Staderini non si sofferma mai nell'analisi, si libera di un "continuo" che è espansione vitale di surreale e di eros, di annotazione improvvisa e di volti fissi, che si ripetono nel tempo in un'evocazione di immagini memorizzate. La vocazione di Staderini è esuberante, non dà tregua allo spettatore. Si sa che Piergiovanni realizza le sue fantasie illuminato da lampade notturne in un'immagine che fluisce come un fiume che zampilla colore e una linea avvolgente che lo contiene. Il segno è fitto, senza toni umbratili mentre l'unità dell'opera è tutta affidata alla sapienza cromatica dei passaggi rosa, azzurri, viola, neri, imprevedibili e spesso emozionanti. (...) Per la rottura che queste "carte" trasferite spesso in ceramiche, portano nel panorama comune, diremmo che Staderini è un pittore di avanguardia, nuova, non codificata.

Raffaele De Grada

 

(...) "Ciò che ditta dentra" - dice Dante - "vo significando". M bisogna aver "dentro" qualcosa, anzi molto. E l'esuberanza della mano di Staderini è irrefrenabile, via via che si accumulano le carte si ha il senso che la stanza si allarghi, che le sue donne volino a trovare il loro spazio nel mondo fuori da ogni ceppo di disegno accademico. E' questo il confine tra professionalità e genialità, il ceramista professionista Staderini esce dalla sua dolce maniera e suggerisce i più piacevoli incontri con la fantasia, la libertà creativa diventa assoluta. Si domanda quale può essere il peso, l'importanza di queste creazioni di Staderini: quello di aver posto nel luogo di uno "studio di figure" tanto amato dai novecentisti, forme e immagini di originalità creativa.

Raffaele De Grada

 

Piergiovanni Staderini, pittore fiabesco e lirico; ovvero quando il mestiere diventa arte

Neppure i grandi nomi della pittura e ceramica toscana come i Della Robbia e gli Andrea del Castagno si consideravano "artisti" ma semplici artigiani della nobilissima arte della ceramica e della pittura. Del resto questo è il concetto che ha permeato tutta la cultura rinascimentale toscana, ed io sono certo che Piergiovanni Staderini caratterialmente semplice e modesto ma nella realtà immaginifico nell'elegante esaltazione delle forme fluide e pure, e nella corposità cromatica, quindi artista verace, di razza e di bottega, sia da buon toscano schivo da aggettivazioni auliche. Nei suoi lavori esprime con la plasticità del segno e l'invenzione dei colori che la maestria della tecnica di cottura rende cangianti come cieli botticelliani tutto il cuore della nostra terra. Con la sua rara capacità inventiva crea un mondo strano, fantastico e pur magicamente reale; si compiace degli insegnamenti futuristici e non figurativi ma il suo spirito è volto all'assoluto della linea e del colore; come nelle donne che rappresenta, nelle quali dalla contenutezza stilizzata traspare l'eleganza di un erotismo sinuoso e sottile e la staticità delle forme acquista una valenza drammatica.

Piero Reani della Rena

(...) Di lui subito devo dire, io che lo conosco bene, prima di tutto che è un uomo-artista fornito di un'anima sensibile e nobile in senso assoluto, come oggi è molto raro trovare in una persona moderna come le sue idee. Si è già scritto molto di lui in varie recensioni di critici illustri. Quindi mi limito a dire che lo stimo molto anche come artista poliedrico e pieno di vari interessi. Pittore scultore e ceramista lo definirei crepuscolare. Ma nel senso più naturale. Amico della luna e del suo regno notturno perché appunto la Sue migliori creazioni sono realizzate nel momento crepuscolare e per tutta la notte. La sua grande sensibilità e umanità, non priva di grande rapporto sociale, non poteva altro che portarlo ad amare molto la natura in tutte le sue manifestazioni ed in particolare il primo amico dell'uomo il cane che più volte appare nelle sue opere. Piergiovanni Staderini merita in modo assoluto l'augurio di un grande successo sempre, nell'arte e nella vita.

Francesco Pirozzi