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Malattie infettive del gatto
Illustrerò in sintesi le malattie virali e non, più comuni, che possono
colpire il gatto, per alcune delle quali oggi abbiamo l'arma della profilassi
vaccinale.
Sono queste malattie molto pericolose perché posseggono un alto indice
di morbilità e alcune di mortalità.
Dati fisiologici del gatto
Causa
Più conosciuta come "gastroenterite infettiva", è sostenuta da un Parvovirus
che colpisce soprattutto i giovani soggetti di età inferiore a un anno,
nei quali provoca mortalità fino al 90%.
Vie di trasmissione
Il virus è molto resistente nell'ambiente esterno (fino a un anno) ed
anche ai comuni disinfettanti, si diffonde tramite urine, feci, saliva,
vomito, dei soggetti ammalati.
E' stata scoperta anche una modalità di contagio tramite ospite intermedio
quale la pulce, che può fungere da veicolo dell'infezione.
Manifestazioni cliniche
Abbattimento, anoressia, febbre (40° C), vomito persistente, diarrea (anche
emorragica) a 24-48 ore dalla comparsa dei primi sintomi.
La morte avviene in genere dopo 5-6 giorni dalla comparsa dei primi sintomi,
per ipotermia conseguente anche alla forte disidratazione, o per le complicazioni
indotte da infezioni batteriche.
Prevenzione
La protezione degli anticorpi materni nel cucciolo perdura fino alla 9-12
settimana di età, perciò è consigliabile effettuare la prima vaccinazione
verso 8-9 settimane con un richiamo dopo un mese.
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Rinotracheite da Herpesvirus (FVR)
Causa
Malattia sostenuta da un Herpesvirus, conosciuta come "corizza del gatto".
E' una forma che spesso può cronicizzare. La mortalità negli adulti affetti
da forma acuta è del 10-14% , nei cuccioli (che possono nascere già infetti)
fino al 30%, il decesso in genere si verifica per patologie complicanti.
Vie di trasmissione
Il contagio avviene: o attraverso le cavità nasali per l'abitudine dei
gatti ad annusarsi naso con naso, provocando così il passaggio e la colonizzazione
del virus nelle prime vie respiratorie, o per inalazione del materiale
eliminato dai soggetti affetti con starnuti e tosse, in questo caso il
virus penetra in profondità (laringe, trachea, polmoni). Il gatto superata
la malattia, può rimanere a lungo infettante, eliminando il virus con
le secrezioni nasali.
Manifestazioni cliniche
Dopo un'incubazione di 2-6 giorni compaiono: abbattimento, febbre, rinite
con starnuti, tosse, congiuntivite e fotofobia. Il quadro può complicarsi
con broncopolmonite per infezione batterica, oppure per polmonite indotta
dal virus stesso con esito mortale. Inoltre possono essere presenti arrossamenti
e ulcerazioni sulla lingua e sul palato, aborto e natimortalità. La forma
cronica può decorrere con rinite, sinusite, congiuntivite e cheratite
ulcerativa.
Prevenzione
L'immunità materna preserva i gattini fino alla 5°- 6° settimana di vita,
quindi si consiglia l'intervento profilattico vaccinale a partire dalla
8°-9° settimana di età.
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Infezione da Calicivirus
Causa
Sostenuta da un Picornavirus che dà un quadro sintomatologico simile alla
rinotracheite virale (FVR).
La malattia è estremamente contagiosa e pericolosa nei cuccioli, nei quali
può avere una mortalità anche del 40%.
Vie di trasmissione
IIl contagio avviene per inalazione con interessamento dell'apparato respiratorio
o per ingestione di materiale alimentare contaminato, con conseguente
infezione faringea.
Manifestazioni cliniche
Dopo un periodo di incubazione di circa 3 settimane, abbiamo sintomi simili
a quelli della FVR, cioè: abbattimento, anoressia, tosse, starnuti, congiuntivite.
Possono comparire anche ulcere e lesioni a livello del cavo orale e del
palato. L'aggravamento per complicanze batteriche provoca bronchite, broncopolmonite
e nei cuccioli l'agente infettante è responsabile di polmonite virale
(primaria) che può condurre a morte.
Prevenzione
Fino a 7-8 settimane nel gattino sono presenti gli anticorpi materni;
anche per questa malattia come per la FVR, si procede alla prima vaccinazione
alla 9° settimana di età con un richiamo dopo 3-4 settimane.
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Leucemia Virale (FELV)
Causa
Si tratta di un Retrovirus (sottofamiglia oncovirinae) presente nella
saliva e in altre secrezioni dei soggetti contagiati. Il periodo infettivo
dura 2-3 anni in media.
Vie di trasmissione
Poiché la saliva ha una notevole carica infettante, la trasmissione si
attua con contatti intimi traumatici es. il morso, ma anche non traumatici,
come l'abitudine dei gatti alla pulizia reciproca, alla condivisione del
cibo nelle stesse ciotole, alla pulizia materna; con le urine, le feci,
le secrezioni respiratorie, le lacrime, il colostro. E' sufficiente che
ci sia un contatto tra saliva e mucose orali o nasali perché il virus
penetri nell'ospite.
E' probabile anche una trasmissione per via genitale, anche se non è stata
ancora dimostrata, ma l'ipotesi è suffragata dal ritrovamento del virus
nei liquidi vaginali della gatta e nel materiale seminale del maschio.
Poiché il coito dei felini comporta il morso del maschio sul collo della
femmina, esiste anche la potenzialità della trasmissione durante l'accoppiamento.
Il passaggio della malattia può avvenire anche da madre a figli per via
placentare, ma in genere l'80% delle femmine gravide abortiscono o partoriscono
cuccioli poco vitali che spesso muoiono a pochi giorni dalla nascita.
Il virus non è stabile al di fuori dell'organismo e perde la propria capacità
infettante nel giro di qualche minuto a temperatura ambiente.
L'esposizione al virus non porta inevitabilmente all'infezione e alla
morte, perché una reazione immunitaria adeguata può bloccare l'infezione
a qualsiasi stadio, anche se il gatto è viremico per settimane.
Manifestazioni cliniche
Il periodo d'incubazione della malattia va da 2-3 mesi a 1-2 anni.
Dopo una fase iniziale di replicazione del virus a livello della mucosa
oro-nasale, esso s'insedia nel midollo osseo poiché predilige le cellule
in rapida suddivisione.
E' questo il momento importante dell'infezione che può evolvere in malattia.
Infatti se il virus riesce a sopraffare le barriere immunitarie dell'ospite,
s'instaura la viremia con conseguente progressione della malattia; all'opposto,
se il sistema di difesa del gatto, contrasta l'azione del virus, si può
avere un'infezione transitoria e poi la guarigione completa.
Si possono allora verificare le seguenti condizioni:
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circa il 28% dei soggetti colpiti non contrae l'infezione
perché particolarmente resistenti al virus o perché la carica infettante
delle particelle virali è insufficiente. |
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circa il 30% dei gatti viene infettato in modo permanente
con conseguente immunodepressione che rende tali soggetti vulnerabili
a malattie banali o opportunistiche, che poi sono la causa di morte.
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circa 30-35% invece contrae un'infezione transitoria
che esita in guarigione e assicura uno stato di immunità dalla malattia.
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circa 5-10% di soggetti presenta un'infezione latente
in cui il virus, pur essendo presente nell'organismo, non è in grado
di moltiplicarsi. A questa forma, in seguito a fattori scatenanti
quali stress fisici, terapie cortisoniche, malattie infettive intercorrenti,
può seguire la malattia conclamata. Quest'ultima forma non è diagnosticabile
con i comuni test di laboratorio, ma può essere trasmessa per es.
dalla madre ai piccoli o durante la vita fetale o in fase di allattamento.
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Il virus leucemico ha potere oncogeno e le manifestazioni cliniche precedenti
la comparsa di neoplasia, sono poco significative (febbre persistente
o intermittente, anemia, perdita di peso, anoressia o appetito capriccioso,
apatia).
Con l'evoluzione della malattia, a seconda dell'organo colpito, avremo
2 forme: il linfosarcoma e la leucemia linfatica.
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Nel linfosarcoma interessamento
di:
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timo, nei giovani soggetti, per cui ci sarà
un grave deficit della risposta immunitaria; i gatti colpiti,
sono dunque molto sensibili alle infezioni secondarie, es. enteriti
e broncopolmoniti. |
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milza, intestino e relativi linfonodi (enterite).
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fegato (ascite e ittero) |
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rene (insufficienza renale progressiva) |
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Leucemia linfatica:
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anemia (diminuzione n° globuli rossi) |
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linfocitosi (aumento n° dei linfociti) con cellule
immature e atipiche. |
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linfocitopenia e leucopenia (diminuzione dei
linfociti e dei globuli bianchi) . |
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Il virus della FELV essendo responsabile di una grave forma di immunodepressione,
causa inoltre patologie non legate all'azione diretta del virus, e gli effetti
di tale deficit immunitario sono: ingrossamento dei linfonodi, glomerulonefriti,
poliartrite, aborto, sterilità, disturbi nervosi, lesioni oculari, stomatiti,
gengiviti, ascessi per infezioni intercorrenti.
Diagnosi
Si avvale di un test ematologico (ELISA); l'infezione va sempre sospettata
quando il soggetto risulta refrattario alle terapie.
Prevenzione
Il gatto libero che vive in ambiente urbano e sub-urbano è animale ad
alto rischio d'infezione rispetto ai soggetti della stessa specie, che
vivono in ambiente rurale o nelle piccole comunità feline isolate.
Dal momento che non esistono trattamenti farmacologici specifici antivirali,
la vaccinazione rimane il metodo più utile; però per minimizzare e non
neutralizzare, il rischio di malattia.
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Sindrome da Immunodeficienza Felina (FIV)
Causa
E' causata da un Retrovirus (sottofamiglia lentivirinae)
Malattia simile all'immunodeficienza dell'uomo (HIV).
Analogamente a quando accade nella specie umana, i gatti infettati hanno
una scarsa o ridotta capacità a opporsi alle infezioni, a causa dei danni
indotti dall'agente eziologico sul sistema immunocompetente.
Vie di trasmissione
Il virus è presente nel sangue, nella saliva, nel liquido cerebrospinale
dei soggetti infetti.
Il contagio avviene soprattutto col morso perché è necessario che ci sia
un contatto (profondo) tra la saliva e il sangue. Infatti, a differenza
della leucemia virale, i contatti intimi non traumatici, come la pulizia
reciproca, la condivisione delle ciotole del cibo e dell'acqua o delle
lettiere, non sono sufficienti alla trasmissione del virus.
Manifestazioni cliniche
L'incidenza nei maschi, per la modalità di contagio, è tre volte superiore
rispetto a quella delle femmine.
L'insorgenza naturale della malattia è più comune nei gatti di età superiore
a 5 anni, a differenza di quanto accade per la FELV, che in genere colpisce
gli animali più giovani.
Apparentemente fra il momento dell'infezione iniziale e lo sviluppo dell'immunodepressione
esiste un periodo, durante il quale l'animale risulta clinicamente normale.
Durante questo periodo che può durare mesi o anni, si rileva nel sangue
(con test ematologico specifico) la presenza di anticorpi.
La sintomatologia si può così schematizzare:
- Stadio: (a un mese dall'infezione) sintomi poco specifici quali: febbre,
abbattimento, diarrea, aumento di volume dei linfonodi, alterazione
in percentuale delle cellule del sangue. In questo stadio la mortalità
è bassa.
- Stadio: (portatore asintomatico) il soggetto apparentemente normale
non manifesta alcun tipo di sintomatologia.
- Stadio: ingrossamento linfonodale generalizzato e persistente a cui
si associano altri sintomi quali:dimagrimento, febbre, anemia, diminuzione
dei globuli bianchi, eventuali infezioni secondarie dovute all'indebolimento
delle difese immunitarie.
- Stadio (detto complesso AIDS correlato) con sintomatologia polimorfa
a carico di vari organi o apparati:digerente, respiratorio, cute, bocca,
occhi, ed eventuale sviluppo di neoplasie a carico degli stessi. Il
soggetto depresso, astenico, assume un aspetto decadente a carico della
cute e del mantello.
- Stadio (AIDS conclamato) comparsa di infezioni cosiddette opportunistiche
sostenute da batteri, funghi, parassiti e ulteriore sviluppo delle forme
neoplastiche.
Dal momento dell'ingresso del virus alla manifestazione dei sintomi, possono
intercorrere 4-5 anni, e il decorso della malattia può durare anche 2 anni.
I gatti colpiti dalla sindrome possono sopravvivere da 5 a 7 anni.
Diagnosi
Si avvale di un test ematologico (ELISA) che mette in evidenza la presenza
di anticorpi anti-FIV.
Ricordo, che anche nel gatto, analogamente all'uomo, esiste la cosiddetta
fase "finestra" nella quale il soggetto, pur essendo stato contagiato
dal virus, non ha ancora messo in atto la produzione di anticorpi specifici.
Questo periodo può essere più o meno lungo, da un mese a un anno.
Inoltre, ci possono essere soggetti che trovandosi in stadio avanzato
di immunodeficienza risultano "falsamente" negativi per bassissima concentrazione
di titolo anticorpale.
Prevenzione
Non esistono trattamenti farmacologici né vaccinali efficaci. Vista la
modalità di contagio, è consigliabile castrare i maschi e sterilizzare
le femmine che vivono in stato di libertà o semi-libertà
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Peritonite Infettiva (FIP)
Causa
E' un Coronavirus che colpisce gatti dai 3 mesi d'età in su.
I casi di malattia sono più frequenti nei soggetti immunodepressi; è possibile
infatti che esistano dei portatori asintomatici o con infezioni latenti,
le quali si possono attivare in seguito ad episodi stressanti.
Vie di trasmissione
Il virus viene trasmesso dalle feci e dalle urine dei gatti infetti e
penetra nell'organismo sano attraverso le mucose oro-nasali.
Non è necessario un intimo contatto con un gatto infetto, perché il virus
può mantenere il suo potere infettante nell'ambiente per parecchie settimane.
E' probabile anche un contagio per via uterina da madre a figli.
L'incubazione della FIP è di 4 mesi o anche più.
Manifestazioni cliniche
La malattia spesso ha un esordio subdolo, il soggetto presenta sintomi
generici: anoressia, dimagrimento, febbre ciclica o persistente, anemia,
disidratazione, a volte rinite e congiuntivite.
Tale patologia poi può evolvere nella forma umida o nella forma secca.
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Forma umida (o essudativa):
Si rilevano versamenti addominali, con ingrossamento dell'addome,
e toracici con accumulo di liquido negli spazi pleurici e conseguente
difficoltà respiratoria.
Possono associarsi anche altri sintomi: vomito, diarrea emorragica
alternata a stipsi, ittero.
Questa forma, di più facile diagnosi rispetto alla "secca" per le
raccolte di liquidi nelle cavità suddette, conduce a morte il soggetto
nel giro di poche settimane. |
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Forma secca (o non
essudativa):
Abbiamo i segni clinici correlati alla sofferenza degli organi colpiti:
epatite, nefrite, polmonite, encefalite con convulsioni, incoordinazione
motoria e tremori.
Importante nella FIP è l'esame oftalmologico perché il virus è responsabile
di tipiche patologie oculari.
Questa seconda forma clinica è di difficile diagnosi per la sua sintomatologia
estremamente variabile, e la prognosi, analogamente alla "forma umida",
risulta infausta. |
Diagnosi
Si effettuano esami ematologici di routine affiancati a test anticorpali
(ELISA o IFA) che però non sono dotati di assoluta specificità (causa
reazioni crociate con altri Coronavirus spesso presenti nel gatto); i
test anticorpali semmai, possono essere utilizzati a sostegno della diagnosi
clinica.
Prevenzione
Dopo la comparsa dei sintomi, la possibilità di remissione spontanea è
quanto mai remota, i trattamenti terapeutici sono palliativi e non esistono
vaccini in commercio.
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Chlamydiosi
Causa
Sostenuta da una Rickettsia, la Chlamydia psittaci, var.felis.
I sintomi si manifestano dopo 6-8 settimane di incubazione.
Vie di trasmissione
La malattia si passa da gatto a gatto attraverso il contatto diretto con
le secrezioni infettanti e colpisce le mucose nasali ed oculari.
Manifestazioni cliniche
Anoressia, dimagrimento, congiuntivite mono o bilaterale con chemosi (edema
della mucosa) e blefarospasmo, cheratite, ulcere corneali.
Questi sintomi possono accompagnarsi a: febbricola, starnuti, rinite bilaterale
, polmonite.
Nelle femmine l'infezione può interessare: utero, tube, vagina.
Evoluzione con morte in 10-15 giorni nel 30% dei giovani soggetti.
Guarigione spontanea in 3-4 settimane nel 70% dei casi.
Le recidive sono frequenti, infatti la diffusione cronica negli adulti
è caratteristica essenziale per mantenere la Chlamydiosi nella colonia.
Terapia
Antibiotici uso locale (pomate, colliri), e per via sistemica.
Diagnosi
Si avvale dell'uso di un test ematico (ELISA) che mette in evidenza l'antigene
della Chlamydia a partire dall'essudato raccolto, con tampone sterile,
dal sacco congiuntivale dell'animale ammalato.
Prevenzione
La Chlamydia è molto diffusa nei luoghi dove sono presenti assembramenti
felini: colonie, gattili, allevamenti.
Esiste la possibilità di evitare la malattia , anche se non in maniera
assoluta , con l'impiego di una vaccinazione, in genere associata ad altre
forme virali quali la panleucopenia, la calicivirosi, l' herpesvirosi,
a 7-8 settimane di vita.
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Toxoplasmosi
Causa
Malattia protozoaria trasmissibile alla specie umana.
Tutti gli animali, compresi cani e gatti, possono avere un loro ruolo
nella trasmissione della patologia, specie i felini. Infatti il ciclo
biologico del Toxoplasma gondii, prevede una fase riproduttiva nell'intestino
tenue del gatto che se ammalato, può eliminare oocisti sporulate che saranno
in grado di sopravvivere in un ambiente umido per oltre un anno.
Manifestazioni cliniche
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Malattia Toxoplasmica:
Molto rara nel cane e nel gatto, compare prima dei 2 anni:
Febbre, erosioni cutanee, diarrea anche emorragica (incostante), broncopolmonite
acuta, meningo-encefalite, evoluzione mortale in qualche giorno.
Nel gatto possono anche essere presenti patologie oculari. |
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Infezione Toxoplasmica:
E' la forma latente, aspetto più frequente della malattia, che spesso
passa inosservata per la scarsità di sintomi.
Il problema consiste nel valutare, in questo caso, gli eventuali rischi
a cui è sottoposta una donna incinta, sprovvista di anticorpi antitoxoplasmatici,
che coabita con un gatto. |
Terapia
La Toxoplasmosi è scarsamente aggredibile dai farmaci , quindi il mezzo
più utile è la profilassi (vedi oltre) e la lotta a mosche e scarafaggi
che possono fungere da veicoli dell'infezione.
Diagnosi
Nel gatto sono auspicabili 2 esami:
- ricerca degli anticorpi con test sierologico.
- ricerca delle oocisti con esami coprologici 2 volte a distanza di
8 giorni di intervallo.
Prevenzione
Il gatto non dovrà essere nutrito con carne cruda o poco cotta.
Consigliare alla donna incinta di utilizzare guanti, qualora si occupi
della pulizia della lettiera del gatto, oppure di non sporcarsi la mani
accudendo al giardino o manipolando terra o piante che possono essere
contaminate.
La donna dovrà tassativamente evitare carne cruda, insaccati poco stagionati,
formaggi freschi, lavare accuratamente le verdure consumate crude, tutti
questi alimenti sono causa e fonte principale del contagio; infatti statisticamente
la percentuale di soggetti umani infettati dal gatto è irrisoria.
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Dati fisiologici
del gatto
Termperatura rettale |
38-39°C |
Frequenza respiratoria |
20-40 min |
Frequenza del polso |
110-140min gatto adulto
180-200 min gattini |
Calore |
dal 5°- 8° mese di età |
Durata media calore |
8 -12 giorni |
Gestazione |
63 - 66 giorni |
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