Panorama

 

 

 

 

 

 

 

 

Foto di Vincenzo Leggio

 

Staiti è sorto come casale intorno al 1500, 

ad opera di pastori e contadini. 

Eleonora Staiti gli diede il nome e 

lo stemma della sua casata.

Contrariamente alle precarie condizioni economiche

di quasi tutti i Comuni del Regno di Napoli,

 nel XVII secolo, Staiti poteva vantare un florido bilancio. 

 

 

 

Il paese si trova a 12  Km. dalla costa protetto, prima dell'apertura della rotabile, da una sorta di barriera naturale, costituita da roccia viva, ancora oggi detta "a praca" ( roccia levigata) che lo rendeva quasi irraggiungibile dai pirati.

Nel 1811, il commissario ripartitore, con Ordinanza propria, scioglieva il paese dalla promiscuità, per condominio da Brancaleone. Cinque anni più tardi acquisiva l'autonomia e veniva elevato a Capuologo di mandamento dei comuni di Brancaleone, Bruzzano, Ferruzzano e Palizzi.

Gli venivano riconosciuti trenta elettori amministrativi e dieci politici, municipio, pretura e stazione dei carabinieri. La pretura dopo interminabili controversie e momenti di rovente tensione fu trasferita a Brancaleone, subito dopo la prima guerra mondiale.

 

Foto di Vincenzo Leggio

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Foto di Rosa Maria Leggio

 

Staiti rappresenta il tipico esempio di borgo medievale, perfettamente conservato. La disposizione a terrazza delle abitazioni, con le tegole cotte dal sole ed invecchiate dal tempo gli e dalle intemperie, gli conferisce l'aspetto inconfondibile degli agglomerati dell'Italia meridionale, costruiti in posizione impervia ed elevata, per sfuggire ai pirati e alle zanzare.

Oggi il paese dispone di molte comodità elargite dalla società dei consumi, di un certo benessere, ma è afflitto da una malattia grave, forse incurabile, che si chiama emigrazione.

Tratto da libro di Francesco Giuseppe Romeo " Santa Maria di Tridetti a Staiti"

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