avvenimenti

11 dic. 1996

E ora...Tango!

Tango! Dall'Argentina l'arte e la danza.

Il tango non è solo una danza. E' molto di più. E' un sentimento, un modo di essere. Il tango è un'arte. Nasce nei primi anni del secolo a Buenos Aires, tra gli immigranti di mezzo mondo. Il primo teatro è la strada di periferia: terra battuta, marciapiedi sconnessi, polvere e gelo. Si comincia a ballare tra gli straccioni ma basta poco per avere grande successo anche tra la buona borghesia della   capitale argentina. Nulla lo accomuna ai tradizionali balli da sala. Il tango è una danza bizzarra che richiede virtuosismo e concentrazione, acrobazia e assoluto rigore. Una serata in una "tangueria" italiana per capire il mistero del tango.

(Meri Lao - foto di Roberto Cavallini)

Niente più tracce di calenda, bambula, candombe, country dance inglese, contraddanza francese, scomparse nella fusione. E' nato il tango, prodotto nuovo e originale.

Il primo teatro è la strada di periferia, terra battuta, marciapiedi sconnessi. I primi che lo ballano non lo fanno per scimmiottare qualcuno più in alto nella scala sociale, né agiscono da subalterni.Hanno trovato un modo di affermarsi con il corpo in questo luogo mutevole, in questa città in eterna crescita. Una forma espressiva che finalmente li rappresenta, che li fa sentire vivi. Subito però i passi scivolano sul parquet e i marmi dei saloni della classe alta. Vecchie immagini ingiallite rammentano che, sul finire dell'Ottocento, il tango lo ballavano sia gli straccioni, sia il signorotto e la dama con la penna di struzzo, perché la danza è gioco imitativo che si diffonde dappertutto, scavalca qualsiasi frontiera.

Nei veglioni di carnevale del 1904 si ballava tango a profusione nei grandi teatri di Buenos Aires come l'opera, il Politeama, il Marconi, l'Apollo, il Victoria, il Nacional. Più celebri ancora i veglioni del Teatro Solis, del Parque dell'Hotel carrasco, frequentati dall'aristocrazia. Parallelamente si coltiva nelle associazioni degli emigranti come la compana Italiana, la Union ciclistica Italiana, il Trovatore, Pompieri Stella d'Italia, Guarda e Passa. Secondo quanto affermano i documenti si pratica, sin dalle origini, nelle balere, per l'influenza delle ragazze italiane che male si adattavano all'ardire, all'elasticità e al dimenio del tango. Si coltivava parallelamente il tango libero, più semplice. Entrambi gli stili erano coesistenti, con prevalenza dell'uno e dell'altro a seconda dei luoghi, delle mode e del talento dei ballerini, siano essi professionisti o meno.Ciascuno ha il diritto di ballare a modo suo. Nei saloni europei dominerà il tango stile british, creato da Phyllis Dave che si caratterizza dai passi rapidi e dai movimenti a scatto della testa dei ballerini, in risposta alla coreografia stabilita dalle scuole internazionali, ma che non tiene conto né del vissuto né degli elementi originali della danza rioplatense. Versione europea "crema chantilly", come ben presto la qualificheranno sprezzanti laggiù.

Ciascuno ha il diritto di criticare chi cambia i connotati a una propria forma espressiva. Gli archivi conservano foto di uomini congiunti, che si esercitano tra loro nel tango in attesa che la fortuna li metta a guidare una donna.

È un ballo complesso ed occorre impratichirsi. Ogni quartiere ha il suo stile, e lo difende. Iniziazione vera e propria al tramonto, sotto i lampioni a gas.

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11 dic.1996

Ali: storia del persiano che diventò maestro del tango

(Laura Cortina)

Non l'avrebbe mai pensato Ali, quando arrivò in Italia per una laurea in architettura, che vent'anni dopo avrebbe indossato l'abito scuro tutte le sere, né che la sua passione sarebbero diventati "ganci" e "sacadas". Voleva costruire case, e progettare città. E un bel giorno ha conosciuto il tango.

"E' stato per amore", ride Ali, e intorno ai suoi occhi vivaci si forma una raggiera di rughe appena accennate. Sono occhi piccoli e scuri, come quelli del suo popolo. Ali è nato 46 anni fa nell'altopiano di Shahroud nel nordest dell'Iran dove vive ancora tutta la sua famiglia.

Persiano, ex studente di architettura, immigrato "forzato" in Italia durante gli anni della cacciata dello scià. E oggi maestro di tango argentino. Che cosa può affascinare un iraniano del ballo più latino tra i balli? "Il gioco dei corpi, il contatto. Quello che la cultura islamica vieta come uno dei peccati più gravi. Il tango mette fortemente in gioco il corpo dell'uomo e quello della donna, molto più che altre danze di sala. Richiede grande concentrazione, grande affiatamento, una comunicazione fisica eccezionale".

Sono stati un gruppo di amici immigrati argentini a far conoscere il tango ad Ali. Ma soprattutto Eliana, la sua musa. "L'ho conosciuta durante una delle numerose feste che organizzava la comunità argentina a Roma. La sua passione per il tango non poteva n on contagiarmi. Così è stato. Innamorarmi di Eliana e del tango argentino è stato un tutt'uno. Ho cominciato frequentando le lezioni di due maestri di tango tedeschi, in Germania la comunità argentina è molto grande ed il tango è molto seguito. Era il 1989" . Da allora Ali, che all'epoca lavorava in una ditta di progettazione di plastici, ha continuato a studiare frequentando corsi sempre più avanzati..

"Ballavo la sera e nei giorni liberi, e quando ne avevamo l'opportunità, insieme ad Eliana, ci spostavamo in Germania per qualche stage d'eccezione. In Italia il tango argentino era ancora praticamente sconosciuto. Poi ho fatto la grande scelta: lasciare i plastici e dedicarmi completamente al tango". E' successo tre anni fa. Da allora quella di insegnante è diventata la sua prima professione. Nel pomeriggio, insieme ad Eliana, seguono gli allievi, per un momento un centinaio, divisi in più corsi. La sera sono impegnati invece per gli spettacoli. E il fine settimana, dal veneri alla domenica, aprono la loro "Tangueria". "Ne siamo orgogliosi, è il primo e sinora unico locale a Roma, forse in tutt'Italia, dove si può ballare il tango argentino. Come fossimo a Buenos Aires!". Per appassionati, ma anche per curiosi che vogliono solo sbirciare. Il "Tango Bar", questo il nome del locale di Ali e Eliana, è stato arredato come una vera tangueria argentina e un pizzico di bistrot parigino. Luci soffuse ambiente caldo e una decina di tavolini che ruotano intorno alla pista da ballo. Ali gira per i tavoli, saluta. Poi accenna un inchino, sorride, e con un gesto gentile della mano invita la signora per l'ultimo imprevedibile Piazzola della serata.

 

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