INTERNATIONAL HUMAN RIGHTS AND
SECURITY REVIEW
Alla
rivista trimestrale "La Nuova Frontiera" (fondata
nel 1994 e riconosciuta "pubblicazione di elevato valore culturale"
ai sensi della legge 5.8.1981, n. 416), collaborano docenti universitari,
responsabili di organizzazioni internazionali per i diritti umani
e giornalisti specializzati fra i quali Giandonato Caggiano (docente
alla terza Università di Roma), Erik Siesby (professore all'Università
di Copenaghen), Yuri Orlov (presidente onorario della International
Helsinki Federation for Human Rights e professore alla Cornell University
di Ithaca, New York), Milena Modica (del Centro studi sui diritti
dell'uomo della LUISS), Gaetano Pentassuglia (docente alle Università
di Monaco di Baviera e di Lund, Svezia), Antonella Cristiani, Sergio
D'Elia, Stefano Leszczynski, Enrico Molinaro, Maurizio Stefanini,
Elisabetta Zamparutti. Fra i fondatori, il professor Paolo Ungari,
maestro del diritto e presidente (fino alla sua scomparsa avvenuta
nel settembre 1999) della Commissione per i diritti umani della
Presidenza del Consiglio.
"La Nuova Frontiera" è pubblicata in collaborazione
con il Comitato Italiano Helsinki per i diritti umani e con l'Osservatorio
sulla proliferazione delle armi e delle tecnologie militari. Per
i servizi fotografici si avvale della Assoreporters, agenzia fotogiornalistica
in grado di operare in tutto il mondo e dotata di un archivio di
oltre trentamila immagini.
Fra gli argomenti trattati
nei primi venti numeri, con reportage ed analisi, il Tibet, il Kurdistan,
il Kashmir, il Tajikistan, Taiwan, la Corea, Panama, il genocidio
degli armeni nel 1915, la tutela delle minoranze nel diritto internazionale,
il diritto dei popoli all'autodeterminazione, la OSCE, le popolazioni
indigene in tutto il pianeta, la situazione politico-sociale in
Russia, il fondamentalismo islamico, i rapporti euro-mediterranei,
le campagne per l'abolizione della pena di morte nel mondo. Numerosi
i documenti, fra i quali risoluzioni del Parlamento Europeo e delle
Nazioni Unite, la "Dichiarazione di Barcellona", le Costituzioni
della Federazione Russa e dell'Armenia, la "Convenzione di
Ottawa per la messa al bando dell'uso, lo stoccaggio, la produzione
ed il trasferimento di mine antipersona, e la loro distruzione".
Completano ciascun numero recensioni e schede.
PER ABBONARSI a "La
Nuova Frontiera", effettuare un versamento di lire 40.000
(euro 20,66) sul conto corrente postale numero 18083006 intestato
a "La Nuova Frontiera" - Corso Duca di Genova, 92 - 00121
Roma.
MATERIALI
dei quali si propone la pubblicazione possono essere inviati per
posta elettronica all'indirizzo e-mail stango.verlag@gmx.net ,
oppure per raccomandata a: "La Nuova Frontiera" - Antonio
Stango Editore - Via di Ripetta, 66 - 00186 Roma.
UNA RIVISTA PER LA RIFORMA
DELLA POLITICA INTERNAZIONALE
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La maggior parte degli Stati
membri dell'ONU non sono dotati di istituzioni democratiche e violano
palesemente e sistematicamente i diritti umani, malgrado la Dichiarazione
Universale del 1948 e tutti i successivi Patti, Trattati e Protocolli
in materia. In loro difesa, come ricordano movimenti ed organizzazioni,
è però ormai riconosciuto il diritto-dovere della
comunità internazionale ad intervenire con le armi della
diplomazia, della politica, delle pressioni e sanzioni economiche.
In un mondo dove le frontiere
stanno mutando vorticosamente, la nuova e più importante
'frontiera' - per la comunità dei Paesi democratici, per
le organizzazioni internazionali ma anche per ciascuno - è
dunque forse quella dell'attenzione, della spinta morale, della
determinazione a svolgere un ruolo riformatore su una scena globale
da cui nessuno può ritenersi isolato. E' anche di questo
che tratta la rivista politica trimestrale "La Nuova Frontiera
- International Human Rights and Security Review".
Come
l'avanzare della catastrofe ambientale mette in pericolo la stessa
vita delle prossime generazioni, così il deserto della violenza,
dell'odio, dell'ipernazionalismo aggressivo e totalizzante riduce
lo spazio della vita del diritto, della convivenza nel rispetto
della diversità, dell'esercizio effettivo della democrazia.
Intanto nuovi araldi della formula totalitaria, in molti Paesi,
invocano i diritti dello Stato contro le norme dello Stato di diritto.
Ad essi occorre rispondere con forza in modo specularmente opposto.
Il
'continente', politico e non geografico, della democrazia è
chiamato ad utilizzare il potere economico e diplomatico, una dissuasiva
potenza militare, la conoscenza tecnologica ed una forte creatività
politica per impedire sul nascere i conflitti; favorire l'istituzione
di organismi internazionali di controllo, di arbitrato, di giudizio
anche penale nei confronti dei responsabili di crimini contro l'umanità;
bloccare le forniture di armi e di altri materiali strategici ai
regimi totalitari o dittatoriali; tentare di spezzare, anche attraverso
campagne internazionali di informazione, le spirali di fanatismo
e di aggressività che si sviluppano intorno ai suoi confini,
e con alcuni focolai anche al suo interno.
Per tutto questo, non è
pensabile non affrontare il nodo complessivo del sistema delle relazioni
internazionali. E' necessario riformare radicalmente le organizzazioni
regionali - anche nella diversificazione e nell'armonizzazione delle
loro funzioni - e la stessa ONU: che, se da un lato deve essere
munita di un'effettiva capacità cogente in materia di diritti
umani e di sicurezza, dall'altro sconta la presenza proprio nel
Consiglio di Sicurezza del diritto di veto da parte di Stati responsabili
di violazioni estreme del diritto internazionale, e nell'Assemblea
Generale di quello paritario al voto per una molteplicità
di Stati non meno condannabili. Ed è in realtà ciascuno
Stato, anche il più democratico, a dovere attuare una severa
riforma della propria politica internazionale, solitamente praticata
per acquisire meri vantaggi immediati od apparenti secondo schemi
che risalgono ad anacronistiche concezioni geopolitiche.
Perché questo accada,
le Organizzazioni Non Governative, i movimenti e le riviste di opinione,
le rare forze politiche non insensibili devono agire ormai con urgenza.
"La Nuova Frontiera" intende chiedere loro di non
dimenticarlo, contribuire a diffondere i principali documenti internazionali
in materia, favorire il dibattito su quanto ciascuno - dal cittadino
alle Nazioni Unite - può oggi compiere perché questa
riforma sia possibile.
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