Il Giorno 26 novembre 2002

 

 

IL PROGETTO DI RISTRUTTURAZIONE DA 80 MILIONI DI EURO COSTRINGERÀ I VIAGGIATORI CHE VOGLIONO PRENDERE LA METROPOLITANA A PERCORRERE UN TRATTO DOPPIO GOGGI CHIEDE A GRANDISTAZIONI SPA DI AUMENTARE I PARCHEGGI E DI SALVARE LA TETTOIA DELL’ATTESA TAXI

 

Corrado Dragotto

 

 

Un treno chiamato disagio è in arrivo alla Centrale. Dalla conferenza dei servizi svoltasi ieri a Roma è, infatti, giunta conferma che l’apertura del megacantiere comporterà un raddoppio del percorso coperto dai viaggiatori per accedere alla metropolitana. L’ampliamento degli spazi commerciali (si vocifera fino a 12.000 metri quadrati) rimane, infatti, uno dei punti qualificanti del ripristino pianificato da GrandiStazioni. La spa, controllata al 40%dal Gruppo Fs e partecipata al 40% da Eurostazioni ( Benetton, Caltagirone e Pirelli), ha messo sulla carta millimetrata una ristrutturazione epocale della stazione, frutto dell’ingegno di Ulisse Stacchini, inaugurata nel 1931. Per trasporre dall’iperuranio alla realtà le idee dei progettisti servono, però, 80 milioni di euro. Metà dei quali dovrebbero essere assicurati dall’inserimento dell’opera tra quelle «benedette» dalla Legge Obiettivo. In attesa del nulla osta del ministro per le Infrastrutture Pietro Lunardi, GrandiStazioni s’è portata avanti con i lavori convocando nella Capitale l’assessore comunale ai Trasporti e alla Mobilità. «Il prossimo 9 dicembre - anticipa Giorgio Goggi - sapremo se gli aggiustamenti al progetto sollecitati dall’Amministrazione sono stati recepiti dalla società. Oggi (ieri, ndr.) abbiamo consigliato ai progettisti di incrementare i posti-auto, proprio per rispondere alle esigenze indotte dalla presenza di nuovi negozi, e di mantenere le tettoie nelle aree di parcheggio e d’attesa dei taxi. Quando aprirà il cantiere? Non prima dell’autunno 2003. E sempre che il finanziamento dello Stato venga garantito».

L’opposizione di Palazzo Marino, comunque, è già in allarme e, quasi a volere replicare l’atteggiamento assunto davanti al restauro conservativo della Scala, punta l’indice contro la «segretezza che ammanta l’ammodernamento della Stazione Centrale». Ieri sera i consiglieri Maurizio Baruffi (Verdi Arancia), Emanuele Fiano (Ds), Sandro Antoniazzi (Antoniazzi), Basilio Rizzo (Miracolo a Milano) e Letizia Gilardelli (Lista Di Pietro) hanno preteso «trasparenza sul cantiere» attraverso una mozione, che, però, non è stata discussa. «Il tempo per formulare osservazioni e per mettere la città a conoscenza delle cose c’é ancora - ha dichiarato Baruffi. Se non c’é nulla da nascondere, come sostengono i responsabili di GrandiStazioni, allora perché nulla viene mostrato. E ovvio l’interesse della spa a non dare risalto ai dettagli del progetto. In questo modo, infatti, la spa vuole evitare che qualche particolare sia contestato. Meno ovvio, invece, è che il Comune si premuri di fare da sponda alla società. Dobbiamo pensare a una complicità?».

Baruffi insiste sui disagi che affronteranno i viaggiatori. «Il progetto -argomenta - raddoppia le percorrenze dalla metropolitana ai binari, costringendo gli utenti a passare davanti alle vetrine dei punti-vendita. Il concetto è quello dell’autogrill, dove, anche se non vuoi comprare niente, sei costretto a sciropparti metri e metri di spazi espositivi. Numerose strettoie rallenteranno il passaggio. Nelle ore di punta, come se la caveranno i pendolari?».