ITINERARIO RELIGIOSO
BIVONGI
( detti anche Chiesa e Monastero di S. Giovanni Vecchio di Stilo , o
di S. Giovanni Vecchio ) .
Localizzazione: “In un angusto piano che forma la bocchetta a cavallo dei due bacini (l’Assi e lo Stilaro ) , nascosta a mezzodì da un mammelone , protetta a settentrione da un altro , ma con le visuali aperte a levante e a ponente , sorge la basilica normanna , fondata non su rocce , ma su solidi , antichissimi conglomerati alluvionali …………..”
Inquadramento Storico e Descrizione : In origine , umile cellula monastica bizantina , fondata nel IX secolo d. C. , il complesso sontuosamente riedificato da Ruggero I il Normanno nell’anno 1096 , verso il 1110 assunse ad autorevole ruolo e grande fama , soprattutto per la presenza del Santo Theresti il “Mietitore”, tanto da venire proclamato “Caput Monasterium Ordinis Sancti Basilii in Calabria per poi decadere nei secoli successivi , fino ad essere abbandonato nel 1660 , anno in cui i religiosi del plesso si trasferirono alla periferia del centro abitato di Stilo , in un edificio di nuova costruzione , detto anch’esso di S. Giovanni Theresti O S. Giovanni Fuori le Mura .
La Basilichetta , è una di quelle costruzioni ecclesiastiche bizantino-normanne , dalla peculiare forma a T , di cui è cosparso l’estremo mezzogiorno d’Italia e la Sicilia . La lunghezza totale è di m. 29.10 ; la larghezza massima delle braccia di croce di m.11.20 . Della lunga e stretta navata con 5 + 5 finestre ad arco tondo , preceduta da un atrio chiuso , è rimasta in buono stato la muraglia meridionale con la sua porta a tutto sesto e controarco di solidi mattonacci , mentre quella opposta è quasi per intero crollata .
Il tetto ad orditura lignea a vista , poggiava con le due falde alla cresta dei muri lunghi e colle testate alla facciata e sul fronte del presbiterio , dove , sopra l’arco di trionfo v’è nitida l’impronta dell’attacco di esso .
Alla estrema semplicità costruttiva ed ornamentale della navata , contrasta la complicata struttura della cupola , innestata al punto d’incrocio dell’abside col transetto ; il transetto formava due cappellucce laterali alla cupola , coperte di volta a crociera e munite di una minuscola absidetta emergente dal muro di levante , esse comunicano col presbiterio per un grande arcone a tutto sesto , dal quale prendono anche luce , perché era troppo tenue quella proveniente dalle tre finestrine a guance parallele , assai presto ridotte , per ragioni di sicurezza , nell’altezza originaria .
La cupola , impostata su quattro poderosi pilastri , sorreggenti altrettanti archi , di cui due a tutto sesto e gli altri due acuti , all’esterno consta di un tamburo quadrato che ne sorregge uno circolare , cinto da 16 colonnine in cotto , sul quale si adagia la bassa calotta terminale . Alquanto diverso è l’aspetto
interno ; i muri perimetrali inferiori scaricano il peso della massa sovrastante sugli archi ogivali ed a tutto sesto , di eccellenti mattoni ,e sui pilieri
angolari .
Il tamburo inferiore , quadro con doppio ordine di denti di sega assai pronunciati trapassa in un ottagono sovrastante , con quattro finestre a tutto tondo , nella direzione dei punti cardinali , alternate con altrettante nicchie o cuffie , quasi campate in aria . Di qui in su si lancia il terzo corpo cilindrico con la cupola depressa , ancora intatta .
L’Atrio , corrispondente alla facciata principale della Chiesa , è , a quanto pare , una riduzione od adattamento seriore , perché in realtà la facciata non serviva all’ingresso del tempio , a cui si accedeva per le porte laterali della grande navata . Questa facciata cuspidata , invisibile , tranne che per chi si aggrappi sul dorso dell’opposto monte , era priva di qualsiasi decorazione , ed anche di portale , appena e forse ebbe una finestra centrale a tutto sesto , che malamente si intravede nei rimaneggiamenti subiti dalla muratura attraverso un mezzo millennio.
Nell’Abside principale , sopra l’Altare per intero scomparso , una grandiosa figura di S. Giovanni Theresti , in tunica nera con falcetto nella destra e la bottiglia dell’acqua nella sinistra , è lavoro del sec. XVIII ;
Prezioso , il dipinto della cappelluccia di destra del transetto , sulla parete di mezzogiorno . E’ un grande pannello di metri 2.00 x 0.95 rappresentante una Madonna in trono , risalente molto probabilmente al sec. XII ;
Nel braccio meridionale del transetto e precisamente nella conchiglia sovrastante vi è una figura di orante , con le braccia aperte e panneggiato in rosso , che potrebbe essere una Madonna , opera probabile del sec. XII in XIII .
Nella parete di settentrione , in alto sopra una finestra chiusa , si vede un Cristo in Croce , del sec. XV , facente parte di una più vasta composizione inquadrata in una larga cornice .
Nell’absidetta di levante è stata recuperata una testa di Madonna , con delle iscrizioni , forse i nomi dei committenti o dedicanti , scritte a caratteri del sec. XIV .
Anche la nicchietta esterna del braccio settentrionale del transetto , come quella dell’opposto , era dipinta : è una bella Madonna orante , col nimbo giallo-oro , colle braccia sollevate , seduta in trono su di un fondo blu e coperta di un mantello rosso fiorato . Probabilmente questa Madonna è sincrona a quella dell’opposta cappella .
Lungo il muro perimetrale della navata si scorgono le tracce di una Annunciazione , con un grande Angelo genuflesso ,e nell’angolo inferiore sinistro una figurina in ginocchio , probabile ritratto del committente , opera del sec. XV .
Stato di Conservazione : La Chiesa è stata oggetto di restauro ,purtroppo non portato a termine , quindi la parte absidata e il transetto con la cupola si
presentano in buone condizioni all’esterno , mentre nessun tipo di intervento è stato effettuato all’interno , dove si trovano anche gli affreschi che rischiano di scomparire . L’intervento si è fermato, sembra , nell’intento di consolidare il muro perimetrale della navata , quello meridionale , e la zona definita Atrio ,che conservano la parte più cospicua di muratura . La navata e l’atrio sono privi di copertura e quindi esposti alle intemperie .
Intorno brani minimi di muratura , che permettono la lettura dell’impianto originario .
BIVONGI
( detta anche Chiesa Matrice , Chiesa di S. Giovanni Battista Decollato , Chiesa di S. Giovanni decapitato )
Localizzazione : La Chiesa è situata all’interno del centro storico e si affaccia con il suo prospetto principale su una stretta viuzza , quasi a voler sminuire la sua imponenza , accorpandosi all’abitato e diventando parte integrante di esso , mentre coi suoi volumi domina la piazza che è posta lateralmente ad essa .
Inquadramento Storico e Descrizione :
All’interno statua della Madonna detta Mamma Nostra ;
gruppo ligneo settecentesco , scolpito a tutto tondo e dipinto al naturale ;
tela di Madonna , detta pure Mamma Nostra , pregevole quadro dipinto da T. Martini , celebre pittore locale ;
l’Immacolata , bella statua lignea a tutto tondo , opera di bottega napoletana del ‘700 ;
S. Felice , busto ligneo secentesco , scolpito a tutto tondo ;
S. Giustina , altro busto ligneo secentesco dello stesso scalpello ;
Croce astile argentea settecentesca ;
Ostensorio , calice e incensiere argentei del ‘700 .
Stato di Conservazione : L’edificio si presenta complessivamente in buone condizioni , poiché oggetto , di recente , di intervento di restauro , tuttavia vi è ancora la torre campanaria in stato di completo degrado e anche la parte retrostante in cui l’esterno non è stato oggetto di alcun tipo d’intervento per cui si legge sui prospetti la necessità di uniformare il tutto .
BIVONGI
Localizzazione : sorgeva in cima al colle omonimo , a m. 380 s.l.m. a cavallo della fiumara di Stilo , circa a due Km. dal Monastero di S. Giovanni Theresti .
Inquadramento Storico e Descrizione : Ruderi dell’edificio di età normanna ( sec. XI ) .
Stato di conservazione : Il complesso si presenta allo stato di rudere ; di esso rimangono solo i muri perimetrali e brani di muratura invasi dalla vegetazione .
Già l’Orsi , visitandolo , nel 1912 , parla di un casale circondato da robuste mura seicentesche, ormai scomparse ,e delle rovine di una Chiesetta della stessa epoca . Ciò che invece non è andata persa è la sua posizione panoramica ; il luogo di edificazione del Monastero , infatti è reso suggestivo dalla possibilità di dominare l’intera vallata .
CAULONIA
“ Chiesa Del SS. Rosario”
(conosciuta anche come Cappella del SS. Rosario o Chiesa del Rosario).
Localizzazione: si raggiunge da via Vincenzo Niutta, che nell’ultimo tratto, si collega a via del Rosario, che rappresenta uno dei più caratteristici aspetti di Caulonia con “i vinedi”.
Inquadramento Storico e Descrizione: la Chiesa in origine faceva parte del convento dei Padri Domenicani, fondato nel 1540 sotto la protezione di Livia Spinelli, moglie di Geronimo Carafa, danneggiato dal terremoto del 1783 e ricostruito nel 1788. In seguito, sotto l’occupazione francese il convento fu soppresso e l’Arciconfraternita, che in antico aveva la sua sede nel convento, ne ereditò la Chiesa. Essa ha un’unica navata ed è stata ampiamente rimaneggiata nel corso dei lavori di abbellimento terminati nel 1895. Questa data è leggibile sul pavimento sotto il portale d’ingresso. A quell’epoca risalgono il soffitto a cassettoni, con rosoni dorati e gli stucchi dell’abside. All’interno:
altare maggiore e ciborio in marmi e tarsie policromi.
Si segnalano due tele raffiguranti la “Annunciazione” e “il miracolo di San Domenico in Soriano”, dipinti dell’artista locale Vincenzo Raschella’ nel 1898.
un’ostensorio dell’argentiere napoletano G. Mercurio; alcuni pastori napoletani del ‘700 e ‘800 e una lapide di marmo bianco su cui vi è scolpita una figura femminile di giacente con abiti di foggia cinque-seicentesca.
interessante il pulpito in legno di noce eseguito da artigiani reggini tra la fine del sec. XIX e l’inizio del sec. XX.
Stato Di Conservazione: l’edificio si presenta complessivamente in discrete condizioni, tuttavia il prospetto principale risulta degradato in quanto si riscontrano distacchi di intonaco , lievi fessurazioni negli elementi lapidei , cornici ed elementi decorativi si presentano in cattivo stato , così come il sagrato da dove si ha un’ottima vista panoramica , mentre sul prospetto laterale sinistro , l’edificio presenta tracce di umidità .
CAULONIA
(detta anche Chiesa Cattolica, Chiesa Madre, Chiesa Matrice di S. Maria Assunta, Chiesa Arcipretale);
Localizzazione : si trova in piazza Umberto I , già Mese , che rappresenta , ancora oggi il centro religioso del paese . La piazza , che si sviluppa su piani diversi , offre una suggestiva prospettiva , valorizzata dalle facciate di due palazzi signorili tra i più interessanti di Caulonia : palazzo Hierace e palazzo Cricelli affiancato alla settecentesca Chiesa della Badia . Nella parte bassa la piazza e’ chiusa dal complesso architettonico della Chiesa Matrice .
Inquadramento Storico e descrizione : il complesso architettonico costituito dalla Chiesa e dalla torre campanaria , così come appare anche nella incisione pubblicata dal Pacichelli nel 1703 , oltre a costituire una delle emergenze architettoniche della citta’ , era ed e’ ancora , tramite il sottopassaggio del campanile un nodo urbanistico importante nella viabilità cittadina .
La Chiesa , dedicata a Maria SS. dell’Assunta venne fondata in epoca medioevale , rifatta in periodo rinascimentale , nel 1513 , grazie al marchese D. Vincenzo Carafa .
All’esterno , la chiesa mostra quelle che sono le diverse caratteristiche stilistiche del tempo : ad una composizione di tipo medioevale , con cupola ad embrici , tipica delle costruzioni sacre calabresi del ‘600 e ‘700 e chiaramente ispirate a modelli più antichi di origine bizantina sul tipo della cattolica di Stilo , si contrappone un portale cinquecentesco in pietra profilata , sormontato da stemma con le armi Carafa in marmo bianco di Carrara , forse dei primi anni del secolo XVI .
L’interno e’ a tre navate , divise da sei pilastri , con tetto a capriate ,eseguito di recente durante i lavori di restauro .
All’interno : un grandioso monumento di epoca rinascimentale (1488) :
Il Mausoleo Di Giacomo Carafa , il monumento e’ scolpito in marmo bianco e presenta un lineare schema architettonico rinascimentale , composto da una predella , due pilastri architravati ed una lunetta fiancheggiata da due basi marmoree , sulle quali poggiavano due vasi , trasportati , verso la fine dell’ottocento nella sede vescovile di Gerace . Nella predella e’ raffigurata l’immagine tradizionale del Cristo morto con i simboli della passione , fiancheggiata da due angeli adoranti ; tra i pilastri e’ situato il sarcofago sormontato da tre pannelli con la Madonna con Bambino , San Pietro e Sant’Andrea ; nella lunetta e’ rappresentata la scena dell’Annunciazione . Sul sarcofago e sulle basi dei pilastri sono scolpite le insegne araldiche della famiglia Carafa della Spina . Dall’epigrafe scolpita sul sarcofago sappiamo che il monumento fu fatto edificare per Giacomo Carafa , morto nel 1489 , dal figlio Vincenzo . Un’altra epigrafe del 1637 , posta in basso , attesta che l’opera fu fatta restaurare da Girolamo Carafa , IV marchese di Castelvetere .
Quest’opera , di cui non si conosce l’autore , ripete il modello del monumento funerario rinascimentale , che da Firenze si diffuse poi per tutta l’Italia assumendo particolari varianti nelle diverse regioni .
gli altari marmorei barocchi settecenteschi di S. Maria delle Grazie e di S. Carlo Borromeo ;
pergamo e coro lignei intagliati , baroccheggianti (a. 1757);
braccio reliquiario in argento di S. Ilarione , con stemma di casa Carafa (sec. XVII) ;
busto reliquiario ligneo di S. Ilarione (sec.XVI) ;
altri busti reliquiari lignei barocchi , sei-settecenteschi ;
ostensorio di argento , di bottega meridionale (a. 1804) ,
argenterie varie di varia eta’ ( sec. XVII-XIX)
nella chiesa si conserva un interessante organo ( molto danneggiato ) con cassa totalmente indipendente , registri con tiranti a pomello , tastiera “a finestra” e pedaliera incassata .
Stato di Conservazione: la Chiesa è stata oggetto di restauro, non completato, pochi anni fa. L’intervento però non ha risolto i problemi d’infiltrazioni ed umidità nella copertura, inoltre l’antica pavimentazione in cotto è stata sostituita con una pavimentazione di marmo, molto comune, non adatta all’ambiente, con il risultato che l’interno della Chiesa, ne viene completamente sminuito nel suo valore.
CAULONIA
Chiesa dell’Immacolata :
( detta Chiesa della Misericordia, Chiesa della Madonna Immacolata, Chiesa dell’Immacolata Concezione) .
Localizzazione : da via del Carmine , si arriva all’omonimo largo dove si trova ubicata la chiesa dell’Arciconfraternita dell’Immacolata e delle anime del purgatorio
Inquadramento Storico e Descrizione : la Chiesa , fondata come chiesa della Misericordia , faceva parte anticamente del distrutto convento degli Agostiniani . Venne rifatta alla fine del secolo scorso e consacrata nel 1908.. La Chiesa ha una facciata , recentemente restaurata , delimitata lateralmente da doppie lesene affiancate su cui poggia il cornicione e il timpano . Unici elementi decorativi il grande portale e la soprastante nicchia dove e’ affrescata l’Immacolata . Addossato sulla fiancata sinistra della chiesa e’ il bel campanile di forma settecentesca , di recente restaurato anche nei suoi colori tipici dell’architettura meridionale dei sec. XVIII e XIX . La chiesa all’interno ,abbellita con stucchi verso la fine dell’800 e’ ad unica navata con quattro altari laterali , due dei quali risalgono al ‘700 . La volta a botte , decorata con stucchi , presenta al centro un grande dipinto ovale datato 1933 e firmato dal pittore napoletano Girosi raffigurante la proclamazione del dogma dell’Immacolata .
sempre del ‘700 e’ la balaustra in marmi mischi che separa la navata dal presbiterio ..
l’altare maggiore e’ sontuosamente arricchito da marmi policromi e tarsie e su di esso troneggia la statua dell’Immacolata , di pregevole fattura , opera di bottega statuaria napoletana del 700 .
all’interno della Chiesa e’ da vedere , inoltre , una scultura lignea del Cristo alla colonna , proveniente dalla distrutta Chiesa dei Cappuccini , del sec. XVIII , che nel modellato e nell’espressione patetica ricorda la grande tradizione scultorea napoletana del seicento .
interessante e’ anche la statua lignea dell’Immacolata , verosimilmente di bottega serrese del XVIII e XIX secolo . La statua , in origine , presentava altri elementi scolpiti in legno : nuvole , angeli , ed un abbondante manto che vennero eliminati e sostituiti con un vestito e un manto di stoffa affinché si rendesse più agevole il trasporto per le processioni .
tra gli arredi mobili si segnala un organo a cassa indipendente con prospetto superiore a una campata divisa da un pilastrino e con decorazioni di volute in legno dorato . Le ante su cui e’ segnata la data 1771 , sono dipinte ad olio con motivo di finti marmi . Le canne della facciata sono distribuite in due campate (nove per parte , degradante verso l’esterno ) . I registri con tiranti a pomello , sono collocati a destra della tastiera a “finestra” , mentre la pedaliera e’ incassata
Stato Di Conservazione : l’edificio si presenta complessivamente in buone condizioni , poiché di recente oggetto di intervento di restauro . Cosi’ non e’ , purtroppo , per quanto riguarda l’intorno, dove si legge il degrado ambientale causato da dissesto idrogeologico e da lavori in atto per ripristinare la situazione precedente .
CAULONIA
(detta anche chiesa di S. Silvestro)
Localizzazione : Da sotto la volta del campanile della Chiesa Matrice ha inizio la via Regina Margherita , che discendendo ripidamente sfiora largo San Silvestro dove si trova l’omonima Chiesa .
Inquadramento Storico e Descrizione : e’ una delle circa cinquanta chiese che si registrano nel secolo XVI in Castelvetere ; essa occupa topograficamente una posizione privilegiata sull’omonimo slargo .
E’ di forma semplice , con una sala rettangolare e l’abside semicircolare . Resta particolarmente interessante la facciata con il portale sormontato da grande finestrone . Una targa , con su scritto i nomi dei santi titolari della chiesa , riporta la data 1896 , anno di ricostruzione della facciata .
La costruzione consta di una bella torre campanaria quattrocentesca , dotata di stemma litico di casa Carafa .
All’interno una tela secentesca , opera di un pittore meridionale , di S. Silvestro papa .
Stato Di Conservazione : l’edificio si presenta in totale stato di abbandono , ha subito il crollo della copertura e anche le strutture in elevazione si presentano in cattivo stato .
CAULONIA
Localizzazione : si trova nella zona più bassa e antica di Caulonia , denominata “judeca” a testimonianza della presenza in Castelvetere di una consistente comunità ebraica , poi assimilata dal luogo . Lasciata piazza Seggio si imbocca via Regina Margherita , sul lato destro , si incontra uno degli edifici più interessanti di Caulonia : l’ex palazzo Musco ,che riecheggia l’architettura napoletana del ‘700 . Svoltando l’angolo di questo edificio , la via si slarga in quella che oggi e’ piazzetta San Zaccaria , così detta dall’antica Chiesa di cui resta testimonianza l’abside con l’affresco .
Inquadramento Storico e Descrizione : l’affresco , che rappresenta la Deesis con il cristo Pantocrator in trono, benedicente alla greca , tra la Madonna e S. Giovanni , si trovava situato nella parete absidale, a forma di calotta emisferica della Chiesetta di S. Zaccaria , risalente al secolo XI , la quale , ci dice il Prota , “ si vuole fondata da un ebreo per essere stato illuminato da questo santo ad abbracciare la fede cristiana” . La chiesa , divenuta parrocchiale nel 1560 , fu danneggiata dal terremoto del 1783 e quasi totalmente distrutta dal cataclisma sismico del 1908 . Della Chiesa rimane solo questo affresco . L’opera, databile alla prima meta’ del 1200 e’ di evidente qualità’ , che si riscontra sia nella disposizione delle figure , sia nell’uso della gamma cromatica .
Stato Di
Conservazione : anche se
l’affresco sia stato
sistemato a mo’
di monumento all’interno
di una piccola piazza a
lui dedicata, tutto
l’ambiente è’ in
totale degrado, manca
una pavimentazione nella
piazza , la recinzione
, poco appropriata , necessita
di manutenzione, cosi’ come
il cancello che
protegge l’affresco e ,
non ultima la
copertura.
CAULONIA
Localizzazione : si trova nella parte più alta di piazza Umberto I ,affiancata a palazzo Cricelli .
Inquadramento Storico E Descrizione : la Chiesa ha un elegante facciata di stile tardo barocco di derivazione napoletana , sul portale in granito si legge la data del 1768 che verosimilmente indica l’anno di costruzione . La Chiesa fino al 1783 faceva parte del monastero di Santa Maria di Valverde .
L’interno e’ ad unica navata con decorazione a stucchi del settecento , soprastante l’ingresso e’ il coro , anch’esso decorato con stucchi e con le aperture coperte da grate di ferro . Sulla parete di destra , sotto l’arco mediano una finestrella , oggi murata , serviva in origine per la comunione delle monache ; la porta a fianco , metteva in comunicazione tramite una scala , la chiesa con il coro .
sul primo altare della parete di sinistra la tela con “Sant’Anna , la Vergine , San Carlo e altri Santi” e’ opera di pittore meridionale del secolo XVII , influenzato dal Solimena .
interessante e’ l’altare maggiore , in marmi policromi , scolpiti , opera di maestranze locali , che si rifanno a modelli illustri napoletani . sul paliotto si legge la data del 1779 .
Stato Di
Conservazione: anche se
di notevole pregio
architettonico ,
l’edificio si presenta
in pessime condizioni , quasi allo stato
di rudere . sulla
facciata rischiano di
sparire quelle che
sono le connotazioni formali che la
distinguono , per l’assenza
di ogni tipo
di manutenzione , all’interno
la situazione e’
anche peggiore , si
presentano in degrado
sia l’intonaco che
le decorazioni e
gli stucchi il
coro , l’altare e
anche la tela
suddetta .
CAULONIA
Localizzazione : l’Eremo sorge , in posizione singolarissima , su di uno sperone di roccia che si insinua in un’ansa della fiumara Allaro , in prossimità della frazione San Nicola .
Lo si raggiunge dopo un percorso sulla pista ricavata nel greto della fiumara .
Inquadramento storico e descrizione : il complesso nelle forme attuali , Chiesa e Monastero , presenta caratteristiche architettoniche tardo - medioevali con fasi e ampliamenti anche più recenti ; tuttavia numerosi particolari architettonici e lo stesso orientamento della chiesa lasciano pensare ad una ben più antica fondazione che si può facilmente condurre al monachesimo medioevale bizantino fortemente radicato nel territorio . Tale ipotesi è ancor di più avvalorata dallo stesso titolo della Chiesa che si riferisce al Santo patrono di Caulonia , Ilarione . Il Prota , così scrive : “la Chiesetta di quel romitorio , com’è adesso , fu ridotta nel 1627 da Carlo Carafa vescovo di Aversa , perché prima era una semplice cappelluccia con una casetta annessa per l’abitazione di Esichio ,come si narra , e di un altro anacoreta . Si conservava in questa Chiesa il sangue sempre fluido del beato Pietro Calafiore , siciliano , morto e sepolto in quest’eremo nel 1732 in concetto di santità .L’ampolla contenente il sangue di lui fu suggellata da Monsignor Idelfonso del Tufo . Fuori la porta dell’eremo sopra un muricciolo è un ulivo vicino a cui ogni anno s’accatasta un gran mucchio di legna in fiamme che non nocciono alla pianta” .
Stato di conservazione : il manufatto , anche se si presenta integro nella sua consistenza muraria , presenta gravi segni di dissesto, nelle murature perimetrali con fessurazioni ampie e diffuse , nella pavimentazione sconnessa del solaio interpiano e anche in parte della copertura , rifatta di recente ,in modo improprio .
PAZZANO
Localizzazione : E’ ubicata nel centro del paese , lungo via XXIV Maggio .
Inquadramento Storico e Descrizione : Si tratta di una costruzione di gusto eclettico ,opera di maestranze municipali del sec. XVIII . All’interno :
S. Salvatore e S. Rocco , statue lignee scolpite a tutto tondo e a tutta statura , opera di statuari serresi del tardo periodo barocco ( statue dipinte al naturale e deturpate da ridipinture ) ;
Tela ottocentesca di F. Frangipane , deprezzata da tarda dipintura .
Stato di Conservazione : L’edificio si presenta attualmente in mediocre stato di conservazione , si rilevano distacchi di intonaco , aggressioni di tipo vegetale lievi fessurazioni , presenza di umidità nelle pareti , cornici e decorazioni sia interne che esterne , in cattivo stato . In degrado molto più avanzato si presenta la torre campanaria , con lesioni importanti sul prospetto frontale e accorpata ormai all’edilizia circostante .
PAZZANO
Localizzazione : Situata in posizione dominante , quasi in cima al Monte
Stella , a circa 9 Km. dal centro abitato di Pazzano . Raggiungibile in macchina.
Inquadramento Storico e Descrizione : L’eremo di S. Maria della Stella si compone di due elementi : la piccola chiesa moderna e la grangia di fondazione altomedioevale . Gli edifici sono separati da una scala che ne raccorda gli ingressi posti a quote diverse , tant’è vero che la chiesa si eleva su una spianata che gravita sullo sperone della roccia entro cui si dirama la grotta dedicata alla Santa Madre , mentre il convento risulta incassato sul fronte sud - orientale del monte . Su questo versante i due edifici si affacciano sulla splendida valle sottostante che determina una sorta di corte terrazzata scoperta , dalla quale verso nord si raggiunge l’ingresso alla grotta e verso sud dopo un sentiero gradonato , che costeggia il convento , si dirama in direzione di piccoli appezzamenti coltivabili ricavati sulle terrazze della roccia e che rappresentavano il territorio di pertinenza del monastero .
L’edificio monastico si presenta a pianta rettangolare con accesso posizionato sul lato corto nord , che si apre su un corridoio centrale sul quale si affacciano differenti ambienti . Il piano terra ha il fronte occidentale aderente alla roccia , mentre il piano primo , più regolare , presenta una migliore distribuzione degli ambienti e coperture a falde con diversi andamento e inclinazioni .
La pianta , a circa metà della lunghezza , presenta una chiostrina .
Questa fonte di luce si sviluppa su entrambe i livelli del complesso e permette di illuminare gli ambienti altrimenti ciechi .
Esternamente intonacato , l’edificio maschera una tecnologia costruttiva semplice , povera , costituita da una muratura in piccoli blocchi e pezzame di roccia , provenienti dallo stesso monte , vista una gran quantità di calce .
Il prospetto orientale , è punteggiato dalle piccole aperture in serie poste ad illuminare gli ambienti ai due livelli , e da due contrafforti posizionati l’uno all’estremo sud , l’altro a circa metà della lunghezza del fronte .
Il prospetto sud , terminazione opposta a quella dell’ingresso , dichiara la sezione dell’edificio , incassata , e presenta su entrambe i livelli bucature aperte in modo più disordinato , frutto probabilmente di trasformazioni successive .
L’immagine da ovest , quella di approccio al complesso , si compone del volume del monastero , che su questo fronte presenta un muro non eccessivamente alto sul quale svetta la suggestiva sagoma dei tetti , e della chiesa che riprende il semplice modello ad unica sala monoabsidata coperta da un tetto a tre spioventi . Accanto a questa massa volumetrica compatta , ma molto più bassa , si accosta quella della sacrestia coperta da un tetto a due falde .
Unici elementi decorativi , concentrati sul fronte nord , sono uno stemma nobiliare , un concio di marmo lavorato ad arco che riporta la data 1790 e la campana del 1693 , issata all’interno di un apparecchio costruito in mattoni e che richiama motivi baroccheggianti .
Stato di Conservazione : L’edificio si presenta sotto l’aspetto strutturale , complessivamente in buone condizioni, lo stesso però non si può dire del suo aspetto esteriore , in quanto l’intonaco che ne riveste la struttura muraria ne stravolge l’immagine formale poiché assolutamente inadatto .
PLACANICA
Localizzazione : Si trova in Piazzetta Umberto I .
Inquadramento Storico e Descrizione : Si tratta di un’edicola secentesca , rifatta nel ‘700 , sormontata da fastigio coronato e datato a. 1783 , con icona della Madonna settecentesca e affreschi laterali con figure di Santi.
Stato di Conservazione : L’edicola si presenta in pessimo stato di conservazione con decorazioni ormai consumate dal tempo , per mancanza di manutenzione , e con l’icona della Vergine e gli altri affreschi ormai cancellati.
PLACANICA
( detto anche Convento Domenicano o Convento dei Domenicani )
Localizzazione : Si affaccia col portale su “Piazza Vittorio Emanuele III”; il complesso si trova , inoltre , affiancato al retro della chiesa di S. Caterina .
Inquadramento Storico e Descrizione: Edificio fondato nel sec. XVII ; muri perimetrali con portale e finestre a stipiti litici e resti della Chiesa di S. Domenico .
Stato di Conservazione : dell’edificio originario , rimane la muratura perimetrale e si intravedono altri brani murari all’interno e tre arcatelle , forse delimitavano un antico chiostro .
PLACANICA
(detti “Casa di Tommaso Campanella”)
Localizzazione : Si trova in località Titi.
Stato di Conservazione : Sia la Chiesa che il Convento hanno subito crolli conseguenti al terremoto . Oggi , quel che rimane della Chiesa , dopo i cosiddetti lavori di ripristino, è un impianto formale e strutturale del tutto inadeguato al luogo sacro e la Chiesa non presenta più alcuna significativa connotazione architettonica, avendo acquisito le sembianze di un deposito .
Il Convento si presenta allo stato di rudere e completamente invaso da vegetazione arbusticola.
PLACANICA
Localizzazione : nel centro storico . Si affaccia su un piazzale da dove si gode un’ottima vista panoramica;
Inquadramento Storico e Descrizione : Oratorio di origine basiliana ,
del sec. XI-XII ) , ricostruito nel sec. XVI e rimaneggiato e ampliato nel secolo successivo . L’interno della chiesa è di stile rinascimentale ,ad unica navata ,
con antica nicchia munita di icona della Vergine e con monumentale Altare Maggiore in marmi policromi ,sormontato da Tabernacolo gaginesco ( edicola templiforme ,con doppio ordine architettonico , cupola , lanternino e rilievo figurato ) e da fastigio marmoreo cinquecentesco ;
Custodia con porticina argentea finemente decorata da motivo ornitologico simbolico ( il sacro “pellicano” che si squarcia il petto , per nutrire con le sue viscere i propri figlioli ) ;
Altari Minori marmorei baroccheggianti del 600-700 ;
Cappella secentesca barocca del Feudatario Clemente ,con transenna e altare marmorei decorati e intarsiati , e con lapide iscritta , decorata e stemmata ;
Cippo marmoreo decorato da rilievi figurati di soggetto ieratico ;
S. Emidio , busto ligneo scolpito a tutto tondo e dipinto al naturale , con plinto iscritto e datato al 1848 ;
S. Gennaro ,tela secentesca dipinta ad olio ,opera barocca di bottega napoletane ;
Campane secentesche iscritte , dono del feudatario A. Clemente .
Stato di Conservazione : L’edificio si presenta in mediocre stato di conservazione , sul prospetto si rilevano macchie di umidità ,distacchi di intonaco e gli elementi decorativi sono in degrado , la copertura è stata rifatta, ma in modo improprio , senza tener conto delle caratteristiche formali del manufatto . Anche l’interno è in stato di abbandono , come gli arredi ed i reperti presenti . Infine anche lo slargo antistante la Chiesa non presenta connotazioni particolari , anche se da questo punto si ha una magnifica vista panoramica .
ROCCELLA IONICA
Localizzazione : La Chiesa si trova situata nella parte alta del paese ,
nell’omonimo largo , là dove finisce via Vittorio Emanuele e via Città sale al Castello , quindi un nodo viario da valorizzare e riqualificare .
Inquadramento Storico e Descrizione : La Chiesa era originariamente intitolata alla Concezione , come si può dedurre dalla lapide , istituita dal principe D. Carafa nel 1627 e dedicata alla Concezione della S. Vergine ,che viene a costituire la testimonianza più antica dell’esistenza della chiesa : la data riportata nell’epigrafe sta ad indicare , con ogni certezza , l’anno di fondazione dell’oratorio , edificato a spese del suddetto principe Carafa .
Attiguo alla Chiesa , sorge il convento dei PP. Riformati Francescani , costruito nel 1614 ed intitolato pure alla Concezione , nome assunto poi dalla Chiesa . In virtù della presenza dei frati Minori , la Chiesa venne anche ad assumere il nome di ecclesia Reformatorum ( Chiesa dei Riformati ) , col quale compare in vari documenti dell’Archivio Vescovile della Diocesi di Gerace-Locri .
L’edificio sacro era inoltre adibito a sepolcreto , come testimoniano le lapidi tombali in esso esistenti , le uniche superstiti tra tutte quelle delle chiese roccellesi .
L’edificio ha subito , nel corso degli ultimi anni , notevoli lavori di consolidamento e restauro ( gli ultimi risalenti al 1951 e 1965 ) che , oltre ad averlo notevolmente ridotto , ne hanno trasfigurato l’originaria architettura .
All’interno :
L’altare , in gesso , in stile barocco ;
· 2 Tele di cui una raffigurante S. Giuseppe e le anime del Purgatorio e l’altra raffigurante l’Immacolata Concezione ;
· la lapide , sormontata dal blasone di Casa Carafa , del principe Fabrizio Carafa ;
· la lapide sepolcrale , in pietra locale , della famiglia Congiusta , appartenente all’antica borghesia roccellese ;
· la lapide tombale di Alfonso Nanni appartenente alla nobile famiglia roccellese , con titolo baronale , oggi estinta .
· la lapide tombale dell’abate D. Domenico Totino ;
Stato di Conservazione : L’edificio è già stato oggetto d’intervento di consolidamento e di rifacimento della copertura . L’intervento però non è stato completato , poiché sono presenti delle lesioni nella muratura , inoltre l’interno è in completo stato di abbandono , con presenza di umidità , distacchi d’intonaco , cornici e decorazioni in cattivo stato ; lateralmente alla chiesa e ad essa addossato , un percorso con volte a crociera conduce a quelli che sono i resti , ancora ben conservati , di un chiostro con ben otto arcatelle , che delimitano su due lati uno spazio invaso da vegetazione spontanea .
ROCCELLA IONICA
(detta anche Chiesa del Borgo)
Localizzazione : E’ la Chiesa del “Borgo” , cioè della parte più antica del paese , è localizzata all’incrocio tra via Umberto I e via Garibaldi .
Inquadramento Storico e Descrizione : La Chiesa , di origine rurale, dedicata precedentemente a S. Francesco Saverio , venne eretta in seguito alla missione tenuta in Roccella dai Gesuiti nel 1753 : la prima pietra venne benedetta dal vescovo Cesare Rossi il 24 aprile di quello stesso anno . Dopo il terremoto del 1783 , il vescovo Pietro Domenico Scoppa vi trasferì il culto di S. Anastasia , la cui chiesa si trovava all’interno delle mura castellane .
All’interno , nella cappella della Vergine Addolorata (l’unica cappella esistente)
vi è l’altare più antico , che era di juspatronato della Confraternita omonima , istituita il 6 settembre 1798 con Regio Patronato di Ferdinando IV ed oggi estinta .
Stato di Conservazione : Lo stato di conservazione è pessimo , l’edificio mostra segni evidenti di dissesto , sia nelle strutture in elevazione che nella copertura , le lesioni più importanti si osservano nella parete di destra e lungo
l’attaccatura della parete frontale al solaio di copertura .
ROCCELLA IONICA
Localizzazione : La Chiesa è situata poco distante dall’abitato urbano , e sorge in una valle presso la sponda sinistra del torrente Zirgone.
Inquadramento Storico e Descrizione : Antico edificio di culto , fondato in età medioevale , rifatto poi in periodo rinascimentale (nel 1545 ) e successivamente rimaneggiato . La fondazione e il fondatore , un certo Onofrio Buscemi , vengono ricordati in una iscrizione all’interno della Chiesa .
La leggenda narra che il Buscemi , trovandosi in mare , venne sorpreso da una furiosa tempesta e con l’equipaggio fece voto alla Vergine di edificare in suo onore un Santuario nel punto dove , cessata la burrasca , fosse approdato in salvo . Scampato il pericolo , toccò terra alla foce del torrente Zirgone e , in ottemperanza al suo voto , vi edificò in luogo adeguato la Chiesa .
Tale fondazione avvenne nel 1545 , come testimonia l’iscrizione suddetta .
Stato di Conservazione : L’edificio si presenta complessivamente in discreto stato di conservazione , tuttavia la copertura è in cattivo stato e la facciata e i prospetti laterali risultano alquanto trascurati ; la situazione è di gran lunga peggiore sul retro dell’edificio non essendo mai stato oggetto di intonacatura o manutenzione ordinaria , come l’area retrostante la Chiesetta , che è in completo abbandono .
STILO
(Convento dei Domenicani , Convento Domenicano , Convento di S. Domenico )
Localizzazione :
Inquadramento Storico e Descrizione : Complesso di fondazione secentesca dei PP. Domenicani . La Chiesa ha pianta a croce latina , sormontata da una grandiosa cupola a due foglie . L’interno è ad unica navata , con transetto dotato di robusti pilastri e di possenti arconi .
Vi è un Ciborio con portello argenteo secentesco iscritto .
Una grande porta dà accesso alla navata .Le principali famiglie nobili di Stilo possedevano ciascuna in questa Chiesa una loro cappella gentilizia nella quale seppellivano i propri congiunti .
Al sommo dell’arco di ciascuna spiccava lo stemma gentilizio . Chiesa e convento ricordano il filosofo stilese T. Campanella , che qui vi dimorò dal 1958 componendovi varie sue opere .
Del Convento rimane solo qualche traccia .
Stato di Conservazione : La Chiesa è stata restaurata ed è in atto un intervento di sistemazione dell’area , sono in corso lavori di sistemazione di un percorso che porta alla Chiesa , ma l’area lateralmente ad essa è destinata a deposito rifiuti .
STILO
( chiamata anche Duomo , Chiesa Matrice , Chiesa di S. Maria di Ognissanti , Chiesa della Collegiata , Chiesa di Ognissanti )
Localizzazione : Si trova in piazza Duomo ed è di proprietà ecclesiastica .
Inquadramento Storico e Descrizione : La Chiesa , di stile romanico-gotico,
eretta nel ‘300 , sul sostrato di un edificio di culto pagano o paleocristiano , (lo dimostrano alcuni elementi affissi alla facciata) , quasi interamente rifatta barocca nel ‘700 e poi riportata , in parte , alle forme primitive .
Il campanile è quello originario romanico trecentesco ; grandioso il portale litico , pure romanico , archiacuto con fasce di colonnine tortili e lisce alternate e con capitelli intagliati del ‘300 ; accanto al portale , all’esterno , sulla sinistra vi è un frammento di statua classica ( base di una scultura marmorea , con piedi calzati alla romana ) e bassorilievo lapideo con uccelli affrontati , tipicamente stilizzati ( arte del periodo normanno , ma d’ispirazione bizantina , del sec. XI ) .
L’interno ( già settecentesco , di stile barocco , ad unica navata , fiancheggiata da due cappelle quadrangolari ) rifatto e riportato un po’ bastardamente , alla originaria forma medioevale presenta :
La “Cappella del Sacramento” con grazioso Ciborio in marmo rosso venato;
Un Crocifisso ligneo di nobile fattura barocca ( arte monastica del secolo XVII ) ;
S. Francesco d’Assisi ( o la “Porziuncola” ) e Il Paradiso (o“Tutt’i Santi) , eccellenti tele secentesche attribuite a Mattia Preti , restaurate da T. Brizzi , nel 1927 ( quest’ultima tela , grande composizione pittorica ad olio , raffigurante la Madonna tra Santi ,viene anche attribuita da qualcuno ad artista partenopeo del ‘600 ;
Soccorpo del tempio ( ampia cripta ) ascrivibile all’originaria costruzione trecentesca ;
Argenterie Sacre varie , fra cui un pregevole Ostensorio argenteo , lavorato a sbalzo e a cesello , opera di argentieri meridionali del ‘700 .
Stato di Conservazione : La Chiesa si presenta in pessimo stato di conservazione attraverso i secoli ha subito lesioni e aggressioni e recentemente anche un intervento di restauro , che si è fermato sembra alla copertura , attualmente è presente un’impalcatura di sostegno , intorno , dalla piazza si gode un’ottima vista panoramica , mentre gli altri fronti sono fortemente penalizzati dagli accorpamenti edilizi che ne stravolgono la forma originale .
STILO
Localizzazione : Rappresenta , di fatto il primo monumento che si incontra e che saluta il visitatore al suo ingresso a Stilo , offrendo ,dalla sua posizione ,
un’ottima vista panoramica sulla vallata dello Stilaro.
Inquadramento Storico e Descrizione : Chiesetta bizantina , del secolo XI ,
con pianta a croce greca , sormontata da volta a botte con cupola ad embrici , a forma di trullo .
Stato di Conservazione : Ruderi monumentali .
E’ presente un inizio d’intervento , si nota nella pulizia e consolidamento della facciata , nell’impalcatura di sostegno , nella copertura rifatta , ma già in degrado ; si nota poi lo stato di abbandono oltre che nell’interruzione dei lavori nella presenza in una stanzetta, di ossa umane ammucchiate in un angolo oltre a quelli dentro 2 cassette , sicuramente provenienti dagli scavi effettuati durante i lavori di consolidamento . Anche intorno vi è un inizio di sistemazione dell’area con percorsi su vari livelli che però non è stato portato a termine, peccato perché da questo punto si gode un panorama stupendo sulla vallata dello Stilaro .
STILO
“Chiesa e convento di S. Francesco d’Assisi .”
Localizzazione : Si trovano in piazza Carnovale e sono di proprietà comunale.
Inquadramento Storico e Descrizione : Il complesso , fondato in età rinascimentale (1450) , e rifatto nel secolo XVIII , costituisce una delle migliori creazioni del ‘700 calabrese .
La Chiesa presenta una facciata in un elegante stile barocco , dalla superficie armoniosamente movimentata , e sapientemente decorata con nicchie , aggetti , linee spezzate e curve . Al centro il portale lapideo , settecentesco , opera di maestranze municipali e la gradinata di accesso che armoniosamente accompagna il movimento del prospetto .
La Chiesa ha pianta a croce latina , ad unica navata , sormontata da una grande cupola . E nella volta della navata vi sono dei tondi , anche questi sagomati in forme poligonali , dove sono affrescati “La Morte di Abele” e
“Il Sacrificio di Melchisedeh” (pitture secentesche attribuite al pittore stilese F. Cozza .
Dal coro , con stalli lignei intagliati , pure di stile barocco , opera pregevole , si entra in un vano che dà accesso ad una scala a chiocciola , posta nell’interno del campanile .
All’interno ,oltre al coro ligneo settecentesco , agli affreschi si suppone di F. Cozza , altre opere pregevoli :
L’Altare ligneo settecentesco , barocco , sontuosamente intagliato , decorato e dorato , opera di artisti locali ;
La Madonna del Borgo , una Pala lignea d’Altare cinquecentesca , opera di scuola siciliana del periodo rinascimentale , proveniente dalla Chiesa dei Cappuccini , ormai rudere ;
L’Immacolata , statua di marmo , a tutto tondo , opera settecentesca di bottega meridionale .
Il Convento , conserva intatta buona parte del piano terra e il chiostro di stile toscano , in conci lavorati in granito grigio , si apre in 20 ariose arcate secentesche , intorno ad una cisterna , opera di maestranze serresi e propriamente del maestro scalpellino F. Canigli .
Le celle dei frati erano provviste di larghi camini , alcuni dei quali esistono ancora . Sono andati distrutti la parte che circondava il refettorio , che , d’inverno era il luogo di riunione del Parlamento cittadino , è ancora intatto ; ma nulla serba del decoro semplice e austero del passato .
Stato di
conservazione : La Chiesa
si presente in
buono stato di
conservazione , tuttavia , sul
prospetto principale , anche
se da poco restaurata , si
riscontrano sull’intonaco e
le cornici , macchie determinate
dalla formazione di
umidità .