Gazzetta del Sud 12/12/2001

L'ufficio Pt di Ursini chiuso e quello di Campoli declassato
La parola al Tar

Claudio Stillitano


STILO – «Può l'Ente Poste Italiane (nell'ambito del Piano di impresa 1998-2002) disporre, unilateralmente, la soppressione degli uffici postali ubicati nei territori montani». «No», risponde la Conferenza dei presidenti delle delegazioni regionali dell'Uncem (Unione nazionale comuni, comunità ed enti montani) riunitasi nei giorni scorsi a Roma, che ha reso noto, tra l'altro, il parere legale di un esperto in diritto amministrativo. La problematica della chiusura degli uffici postali periferici è, quindi, tutta da riesaminare e apre le strade a nuove possibilità di interventi, in sede giudiziaria, per la tutela dei diritti dei cittadini-utenti. La questione sollevata dall'Uncem e dalla Comunità montana Stilaro-Allaro – nel cui comprensorio ricade il comune di Caulonia, ove è stato soppresso l'ufficio postale di Ursini e riformulato con l'apertura a giorni alterni, quello di Campoli – verte su un dato incontrovertibile: l'Ente Poste non può ridisegnare la propria mappa burocratico-organizzativa senza aver prima acquisito il parere dei presidenti delle Comunità montane, così come del resto prevede la legge. La norma stabilisce, infatti, che in caso di accorpamento di uffici e di «unificazione» di servizi, inerenti non solo all'espletamento dell'attività istituzionale delle amministrazioni periferiche dello Stato, bisogna tener conto, obbligatoriamente, del parere dei Comuni e delle Comunità montane interessate. Tale orientamento nasce pure dal decreto legislativo n. 261 del 22 luglio del 1999, che ha disposto l'attuazione di una direttiva dell'Unione europea concernente l'individuazione di regole comuni per lo sviluppo del mercato interno dei servizi postali comunitari e per il miglioramento della qualità del servizio. La direttiva, nel catalogare le Poste Italiane come organo gestore di un «servizio universale», precisa inoltre che l'Ente «deve assicurare le proprie prestazioni, permanentemente, in tutto il territorio nazionale, a prezzi accessibili agli utenti e mediante l'attivazione di un congruo numero di punti di accesso». Stando così le cose, il mancato coinvolgimento della Comunità montana dello Stilaro-Allaro (che ha sede a Stilo), l'atto dell'Ente poste relativo alla chiusura dell'ufficio postale di Ursini e al declassamento di quello di Campoli può ritenersi illegittimo e suscettibile di impugnazione (soprattutto ai fini dell'ottenimento di una misura cautelare) presso il giudice amministrativo. Che sarà, nella fattispecie, il Tar-sezione di Reggio, a cui probabilmente nei prossimi giorni l'Uncem nazionale e regionale, la Stilaro-Allaro e gli altri enti montani della Locride e della Provincia ricorreranno.