ARTIGIANATO

Come nel resto della Calabria, anche nel territorio di questa Comunità Montana le attività artigianali hanno tradizioni antichissime diffuse nei paesi il cui territorio mal si prestava a produzioni agricole più redditizie.

Fra le attività presenti nell’area ricordiamo la tessitura ed i ricami artistici, la lavorazione del legno e del ferro, diffuse in quasi tutti i comuni; le produzioni di vasi di Roccella Ionica, fra cui quella delle cosiddette "bombole di creta bianca porosa"; molto noti sono inoltre gli impagliatori di sedie e gli ombrellai di Stilo, i "grottaroti" di Pazzano, i conciapelle ed i bottai di Bivongi.

La lavorazione dei tessuti ha avuto un ruolo importante già nella vita dei più antichi insediamenti, essendo le popolazioni locali dedite alla pastorizia cui seguì quella della seta allorquando, intorno all’anno 1000, monaci provenienti dall’Oriente, per sfuggire alle persecuzioni arabe, introdussero l’allevamento del baco. Moltissime famiglie lo praticavano in modo intensivo, tanto da trasformarsi in piccole aziende con lavorazione a ciclo completo: dallo schiudersi delle uova del baco da seta, al suo allevamento, alla produzione del bozzolo, fino alla realizzazione del prodotto finito.

Fino agli anni ’40 del nostro secolo la produzione di bozzoli nel territorio della Comunità Montana è stata la più alta riscontrata non solo in Calabria ma in tutta l’Italia centromeridionale. L’arte della tessitura era anche molto diffusa e non c’era famiglia che non possedesse il telaio. Ancora oggi si lavorano al telaio tovaglie e "pezzare", coperte da peso molto richieste, dai disegni geometrici ispirati ad un gusto antico. Possono essere ammirate ed acquistate nelle fiere estive dell’artigianato, che si svolgono in tutti i centri dell’Ente.

A Placanica e a Caulonia è tuttora praticato il ricamo a mano.

La lavorazione del metallo è quella più antica di questi luoghi; si pratica infatti da oltre 2000 anni l’arte di estrarre i metalli, di cui la zona è ricca: in particolare la limonite, minerale di ferro, che veniva fusa in rudimentali forni e poi lavorata per usi diversi. Testimonianza di ciò sono i ritrovamenti, nei pressi di Roccella Ionica, di oggetti in ferro risalenti al sec. IX a.C..

Il minerale di ferro veniva estratto dal monte Consolino, dal monte Stella, dalle miniere di Bivongi, di Pazzano e di Campoli (fraz. di Caulonia).

I giacimenti minerari sono stati largamente sfruttati dai Borboni i quali , nella fabbrica di Mongiana inaugurata nel 1832, hanno prodotto fucili e cannoni di piccolo e grosso calibro. Negli anni '30‘e '40‘, nel periodo precedente la seconda guerra mondiale, a Bivongi venivano ancora estratti per uso bellico il rame e la molibdenite. Di tale vasta attività industriale ed artigianale permangono, sparse sul territorio, notevoli testimonianze che rappresentano l’elemento emergente dell’istituendo Ecomuseo della Vallata dello Stilaro.

Abili e numerosi sono sempre stati i maestri del ferro battuto, le cui opere arricchiscono le architetture dei palazzi e delle case dei centri storici.

Per la presenza sul territorio di ricchi boschi, il legno ha sempre avuto ed ha tuttora un largo impiego a fini industriali ed artigianali; l’arte della scultura lignea si presenta nell’area in forme di ispirazione sacra di cui le chiese sono ricche.

Diffusa e notevole è oggi la produzione di mobili dalla fattura artigianale di notevole pregio; nei luoghi si è anche tramandata la delicata e preziosa arte del restauro di mobili ed arredi lignei.

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